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Il mostro di Loch Ness potrebbe essere un’anguilla gigante?

Author: Wired

C’è chi accetta che Nessie, il mostro di Loch Ness, sia solo una leggenda (e tante “prove” della sua esistenza solo degli artefatti) e chi, più o meno seriamente, non riesce a rassegnarsi. Se fate parte della seconda categoria, preparatevi a un’altra delusione: anche una delle più recenti proposte circa l’identità del presunto abitante del lago scozzese, la cosiddetta “ipotesi anguilla”, sembra proprio destinata a finire nella pila degli scarti. Un’indagine di data science, pubblicata su JMIRx Bio, ha concluso che è abbastanza improbabile che gli avvistamenti di Nessie siano incontri con anguille giganti.

La leggenda del mostro di Loch Ness

Nelle acque del lago scozzese di Loch Ness avrebbe vissuto o vivrebbe tuttora un gigantesco animale marino, un “mostro”, dalle fattezze, forse, di un rettile. Secondo alcuni, la leggenda del mostro di Loch Ness ha origini antiche, risalenti al VII secolo, ma è negli anni Trenta del Novecento che Nessie (il nomignolo attribuito alla presunta misteriosa creatura) diventa davvero famosa. Il motivo è quella nota fotografia, scattata da Robert Kenneth Wilson e pubblicata il 21 aprile 1934 dal Daily Mail – un’immagine che ritrae qualcosa che ricorda un plesiosauro, un antico animale marino dal collo lungo e sinuoso. Quella che per un po’ fu ritenuta la prima prova dell’esistenza del mostro di Loch Ness si rivelò poi un falso, realizzato ad arte da Christian Spurling con cui Wilson era in combutta. Ma dalla pubblicazione di quell’immagine cominciarono a comparire altre “prove” (mai conclusive), riferimenti di avvistamenti e testimoni oculari che affermavano che qualche animale molto grosso e serpiforme nel lago c’era davvero.

Nessie potrebbe essere un’anguilla?

Negli anni sono state diverse le indagini e i metodi usati per individuare eventuali “strane creature” nelle acque del lago scozzese. Una delle più recenti, nel 2018, analizzò campioni delle acque del lago per isolare e catalogare il dna delle specie che lo abitano. Durante la creazione di questo database, però, non saltò fuori nessuna traccia di materiale genetico di plesiosauro o di serpente marino. Ma c’era un bel po’ di dna di anguilla europea (Anguilla anguilla), un pesce il cui ciclo vitale per tantissimo tempo è rimasto un mistero e che ancora oggi cela qualche segreto. Un po’ come Nessie.

E dunque non è forse possibile che tutti gli avvistamenti del mostro non siano altro che incontri con anguille molto grandi?

L’ipotesi anguilla annaspa

La proposta nota come “ipotesi anguilla” per spiegare la natura del mostro di Loch Ness andava indagata. Ci si è messo il data scientist Floe Foxon della Folk Zoology Society, che, analizzando i dati dalle catture e dai monitoraggi di anguille europee sia a Loch Ness sia in altri specchi d’acqua dolce europei, ha stimato la probabilità di incontrare un’anguilla particolarmente grande.

Con i dati a disposizione, Foxon ha evidenziato come la lunghezza massima delle anguille europee vari tra 0,5 e 1,3 metri (grosse sì, ma non mostruose) e che a conti fatti le probabilità di avvistare a Loch Ness un’anguilla di dimensioni superiori a 1 metro sono 1 su 50mila.

Author: Wired

C’è chi accetta che Nessie, il mostro di Loch Ness, sia solo una leggenda (e tante “prove” della sua esistenza solo degli artefatti) e chi, più o meno seriamente, non riesce a rassegnarsi. Se fate parte della seconda categoria, preparatevi a un’altra delusione: anche una delle più recenti proposte circa l’identità del presunto abitante del lago scozzese, la cosiddetta “ipotesi anguilla”, sembra proprio destinata a finire nella pila degli scarti. Un’indagine di data science, pubblicata su JMIRx Bio, ha concluso che è abbastanza improbabile che gli avvistamenti di Nessie siano incontri con anguille giganti.

La leggenda del mostro di Loch Ness

Nelle acque del lago scozzese di Loch Ness avrebbe vissuto o vivrebbe tuttora un gigantesco animale marino, un “mostro”, dalle fattezze, forse, di un rettile. Secondo alcuni, la leggenda del mostro di Loch Ness ha origini antiche, risalenti al VII secolo, ma è negli anni Trenta del Novecento che Nessie (il nomignolo attribuito alla presunta misteriosa creatura) diventa davvero famosa. Il motivo è quella nota fotografia, scattata da Robert Kenneth Wilson e pubblicata il 21 aprile 1934 dal Daily Mail – un’immagine che ritrae qualcosa che ricorda un plesiosauro, un antico animale marino dal collo lungo e sinuoso. Quella che per un po’ fu ritenuta la prima prova dell’esistenza del mostro di Loch Ness si rivelò poi un falso, realizzato ad arte da Christian Spurling con cui Wilson era in combutta. Ma dalla pubblicazione di quell’immagine cominciarono a comparire altre “prove” (mai conclusive), riferimenti di avvistamenti e testimoni oculari che affermavano che qualche animale molto grosso e serpiforme nel lago c’era davvero.

Nessie potrebbe essere un’anguilla?

Negli anni sono state diverse le indagini e i metodi usati per individuare eventuali “strane creature” nelle acque del lago scozzese. Una delle più recenti, nel 2018, analizzò campioni delle acque del lago per isolare e catalogare il dna delle specie che lo abitano. Durante la creazione di questo database, però, non saltò fuori nessuna traccia di materiale genetico di plesiosauro o di serpente marino. Ma c’era un bel po’ di dna di anguilla europea (Anguilla anguilla), un pesce il cui ciclo vitale per tantissimo tempo è rimasto un mistero e che ancora oggi cela qualche segreto. Un po’ come Nessie.

E dunque non è forse possibile che tutti gli avvistamenti del mostro non siano altro che incontri con anguille molto grandi?

L’ipotesi anguilla annaspa

La proposta nota come “ipotesi anguilla” per spiegare la natura del mostro di Loch Ness andava indagata. Ci si è messo il data scientist Floe Foxon della Folk Zoology Society, che, analizzando i dati dalle catture e dai monitoraggi di anguille europee sia a Loch Ness sia in altri specchi d’acqua dolce europei, ha stimato la probabilità di incontrare un’anguilla particolarmente grande.

Con i dati a disposizione, Foxon ha evidenziato come la lunghezza massima delle anguille europee vari tra 0,5 e 1,3 metri (grosse sì, ma non mostruose) e che a conti fatti le probabilità di avvistare a Loch Ness un’anguilla di dimensioni superiori a 1 metro sono 1 su 50mila.

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