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Tecnologia

La Cina vuole darsi una regolata sul riconoscimento facciale

Author: Wired

Con una mossa inaspettata, il governo della Cina ha deciso di imporre una stretta all’uso dei sistemi di riconoscimento facciale, tracciando nuovi e più stringenti confini normativi per l’applicazione di queste tecnologie. L’iniziativa andrà a implementare una serie più ampia di regolamenti su cybersicurezza, protezione della privacy e intelligenza artificiale rispetto a quelli adottati negli ultimi anni.

Le nuove proposte sono state presentate l’8 agosto 2023 dalla Cyberspace administration of China (Cac), il principale organo di controllo di internet del paese, e sembrano finalizzate a garantire un maggiore diritto alla privacy e a limitare l’uso del riconoscimento facciale solo ad alcuni “scopi specifici strettamente necessari”, che richiederebbero il consenso individuale delle persone coinvolte.

In particolare si vieta a strutture come alberghi, aeroporti o musei di ricorrere al riconoscimento facciale per motivi “commerciali” o di “miglioramento del servizio”. L’uso della tecnologia viene proibito anche sui minori di 14 anni senza il consenso dei genitori o come unico metodo di accesso a un edificio. Inoltre, sono previsti ulteriori accorgimenti tecnici per aumentare il controllo sulle organizzazioni e sugli individui che impiegano strumenti di riconoscimento facciale.

Per esempio, chi è in possesso dei dati biometrici di oltre 10 mila persone, dovrà obbligatoriamente iscriversi a una sede locale della Cac, spiegando lo scopo della raccolta dei dati e le politiche implementate per assicurare la loro protezione. A queste organizzazioni, inoltre, sarà vietato conservare le immagini dei volti raccolti senza il consenso delle persone interessate.

Anche se il pacchetto di norme include misure ambiziose, l’iniziativa della Cina sembra rivolta unicamente ai privati, mentre mancano limiti o restrizioni per le autorità pubbliche. L’unica nuova disposizione generale dispone il semplice obbligo di segnalare ogni occasione in cui viene utilizzato il riconoscimento facciale, comprese quindi anche piazze o uffici pubblici.

Author: Wired

Con una mossa inaspettata, il governo della Cina ha deciso di imporre una stretta all’uso dei sistemi di riconoscimento facciale, tracciando nuovi e più stringenti confini normativi per l’applicazione di queste tecnologie. L’iniziativa andrà a implementare una serie più ampia di regolamenti su cybersicurezza, protezione della privacy e intelligenza artificiale rispetto a quelli adottati negli ultimi anni.

Le nuove proposte sono state presentate l’8 agosto 2023 dalla Cyberspace administration of China (Cac), il principale organo di controllo di internet del paese, e sembrano finalizzate a garantire un maggiore diritto alla privacy e a limitare l’uso del riconoscimento facciale solo ad alcuni “scopi specifici strettamente necessari”, che richiederebbero il consenso individuale delle persone coinvolte.

In particolare si vieta a strutture come alberghi, aeroporti o musei di ricorrere al riconoscimento facciale per motivi “commerciali” o di “miglioramento del servizio”. L’uso della tecnologia viene proibito anche sui minori di 14 anni senza il consenso dei genitori o come unico metodo di accesso a un edificio. Inoltre, sono previsti ulteriori accorgimenti tecnici per aumentare il controllo sulle organizzazioni e sugli individui che impiegano strumenti di riconoscimento facciale.

Per esempio, chi è in possesso dei dati biometrici di oltre 10 mila persone, dovrà obbligatoriamente iscriversi a una sede locale della Cac, spiegando lo scopo della raccolta dei dati e le politiche implementate per assicurare la loro protezione. A queste organizzazioni, inoltre, sarà vietato conservare le immagini dei volti raccolti senza il consenso delle persone interessate.

Anche se il pacchetto di norme include misure ambiziose, l’iniziativa della Cina sembra rivolta unicamente ai privati, mentre mancano limiti o restrizioni per le autorità pubbliche. L’unica nuova disposizione generale dispone il semplice obbligo di segnalare ogni occasione in cui viene utilizzato il riconoscimento facciale, comprese quindi anche piazze o uffici pubblici.

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