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Tecnologia

Nella guerra tra Israele e Hamas sono entrati anche gli hacktivisti

Author: Wired

La connettività internet a Gaza è stata ampiamente sospesa da interruzioni dell’erogazione di elettricità, da quando Israele ha messo in atto quello che il ministro della Difesa Yoav Gallant ha definito un “assedio totale” lunedì 9 ottobre, tagliando l’elettricità e i rifornimenti di acqua, cibo e carburante della regione.

Impatto e regole

Nel caos di una guerra fisica, l’hacktivismo spesso alimenta disinformazione e panico. Questo può portare a conseguenze non volute. Per alcuni attori digitali, tuttavia, l’obiettivo è proprio l’imprevedibilità.

Victoria Kivilevich, direttore della ricerca sulle minacce informatiche presso la società israeliana di cybersicurezza Kela, afferma che non si aspetta che l’attività degli hacktivisti abbia un impatto significativo sulla guerra sul campo, anche se esiste la possibilità che aumenti i disordini. “Possiamo aspettarci di vedere più gruppi e attacchi Ddos a causa della gravità del conflitto e dell’evoluzione in generale dei gruppi di hacktivisti; ma er ora non ci aspettiamo un impatto significativo“.

Di recente il Comitato internazionale della Croce Rossa ha presentato delle regole di ingaggio per gli “hacker civili” che intervengono in un conflitto. Le otto direttive, che si basano sulle leggi internazionali in materia di diritti umani, sono state elaborate principalmente per il contesto della guerra della Russia contro l’Ucraina, ma sono rilevanti a livello globale. Sottolineano la necessità di ridurre al minimo le minacce alla sicurezza dei civili e vietano gli attacchi informatici alle strutture sanitarie e l’uso di worm informatici, chiedendo che gli attori coinvolti “rispettino queste regole anche se il nemico non lo fa“.

In risposta alla pubblicazione, alcuni gruppi di hacktivisti attivi su entrambi i fronti della guerra in Ucraina hanno dichiarato che cercheranno di seguire le regole quando possibile, mentre altri hanno affermato che non è fattibile oppure hanno rigettato completamente la premessa dell’iniziativa. Dopo l’inizio dell’invasione russa, l’Ucraina ha istituito un esercito di hacker volontari, che ha aggiunto un elemento sfumato e imprevedibile nel fronte digitale delle guerre cinetiche.

Quello che abbiamo visto in Ucraina con l’hacktivismo ha creato un precedente per il futuro – afferma Leslie di Recorded Future. Crediamo che molti di questi gruppi siano motivati dalla [ricerca di] attenzione. Ecco perché vediamo entrare nella mischia tanti gruppi che probabilmente non dovrebbero essere attivi in questo conflitto per ragioni geopolitiche. Vogliono far sapere che sono attivi e capaci di reagire a qualsiasi evento, anche se le intenzioni non sono sincere. L’hacktivismo si intreccia con le operazioni informatiche e di influenza ed è destinato a continuare“.

Questo articolo è apparso originariamente su Wired US.

Author: Wired

La connettività internet a Gaza è stata ampiamente sospesa da interruzioni dell’erogazione di elettricità, da quando Israele ha messo in atto quello che il ministro della Difesa Yoav Gallant ha definito un “assedio totale” lunedì 9 ottobre, tagliando l’elettricità e i rifornimenti di acqua, cibo e carburante della regione.

Impatto e regole

Nel caos di una guerra fisica, l’hacktivismo spesso alimenta disinformazione e panico. Questo può portare a conseguenze non volute. Per alcuni attori digitali, tuttavia, l’obiettivo è proprio l’imprevedibilità.

Victoria Kivilevich, direttore della ricerca sulle minacce informatiche presso la società israeliana di cybersicurezza Kela, afferma che non si aspetta che l’attività degli hacktivisti abbia un impatto significativo sulla guerra sul campo, anche se esiste la possibilità che aumenti i disordini. “Possiamo aspettarci di vedere più gruppi e attacchi Ddos a causa della gravità del conflitto e dell’evoluzione in generale dei gruppi di hacktivisti; ma er ora non ci aspettiamo un impatto significativo“.

Di recente il Comitato internazionale della Croce Rossa ha presentato delle regole di ingaggio per gli “hacker civili” che intervengono in un conflitto. Le otto direttive, che si basano sulle leggi internazionali in materia di diritti umani, sono state elaborate principalmente per il contesto della guerra della Russia contro l’Ucraina, ma sono rilevanti a livello globale. Sottolineano la necessità di ridurre al minimo le minacce alla sicurezza dei civili e vietano gli attacchi informatici alle strutture sanitarie e l’uso di worm informatici, chiedendo che gli attori coinvolti “rispettino queste regole anche se il nemico non lo fa“.

In risposta alla pubblicazione, alcuni gruppi di hacktivisti attivi su entrambi i fronti della guerra in Ucraina hanno dichiarato che cercheranno di seguire le regole quando possibile, mentre altri hanno affermato che non è fattibile oppure hanno rigettato completamente la premessa dell’iniziativa. Dopo l’inizio dell’invasione russa, l’Ucraina ha istituito un esercito di hacker volontari, che ha aggiunto un elemento sfumato e imprevedibile nel fronte digitale delle guerre cinetiche.

Quello che abbiamo visto in Ucraina con l’hacktivismo ha creato un precedente per il futuro – afferma Leslie di Recorded Future. Crediamo che molti di questi gruppi siano motivati dalla [ricerca di] attenzione. Ecco perché vediamo entrare nella mischia tanti gruppi che probabilmente non dovrebbero essere attivi in questo conflitto per ragioni geopolitiche. Vogliono far sapere che sono attivi e capaci di reagire a qualsiasi evento, anche se le intenzioni non sono sincere. L’hacktivismo si intreccia con le operazioni informatiche e di influenza ed è destinato a continuare“.

Questo articolo è apparso originariamente su Wired US.

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