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Perché quota 104 penalizza le pensioni

Author: Wired

Sono in tutto 91 gli articoli che compongono la seconda legge di bilancio del governo Meloni, approvata in consiglio dei ministri il 16 ottobre. Tra i vari macro capitoli, spicca quello dedicato alle pensioni e a quota 104.

In questo senso, come riporta Il Sole 24 Ore, il governo ha stabilito che per la fascia tra quattro e cinque volte volte il minimo di 563,74 euro l’indicizzazione salga dall’85 al 90%. Contestualmente, l’esecutivo ha tagliato di dieci punti (dal 32 al 22%) quella relativa alle pensioni oltre le dieci volte il minimo, quelle più alte. È inoltre stato previsto l’adeguamento totale all’inflazione per i trattamenti fino a quattro volte il minimo. Una novità riguarda le donne, che possono uscire con una nuova Ape allargata nel caso in cui abbiano maturato 35 anni di contributi e abbiano 61 anni di età, che scendono a 60 con un figlio e a 59 con più di un figlio.

La novità principale in tema pensioni riguarda però probabilmente quota 104. Ne è stata infatti prevista una forma penalizzata per la pensione anticipata per chi dovesse avere almeno 63 anni di età (nel 2023 erano 62) e aver maturato 41 anni di contributi. Secondo la bozza della finanziaria, chi vorrà usufruire di questo nuovo strumento dovrà fare i conti con una riduzione dell’importo relativo alla quota retributiva e legato all’età di uscita. Coloro che dovessero essere in possesso dei requisiti per Quota 104 ma sceglieranno di non andare in pensione potranno continuare a usufruire invece anche per il 2024 del cosiddetto bonus Maroni: la quota di contributi previdenziali a carico del lavoratore, in tal caso, confluiranno in busta paga.

La legge di bilancio allunga inoltre la durata delle finestre, ovvero del tempo d’attesa utile ad avere concretamente la pensione, che parte una volta raggiunti i requisiti: si passa in particolare da tre a sei mesi per chi ha lavorato nel settore privato e da sei a nove mesi per chi lo ha fatto nel settore pubblico.

Author: Wired

Sono in tutto 91 gli articoli che compongono la seconda legge di bilancio del governo Meloni, approvata in consiglio dei ministri il 16 ottobre. Tra i vari macro capitoli, spicca quello dedicato alle pensioni e a quota 104.

In questo senso, come riporta Il Sole 24 Ore, il governo ha stabilito che per la fascia tra quattro e cinque volte volte il minimo di 563,74 euro l’indicizzazione salga dall’85 al 90%. Contestualmente, l’esecutivo ha tagliato di dieci punti (dal 32 al 22%) quella relativa alle pensioni oltre le dieci volte il minimo, quelle più alte. È inoltre stato previsto l’adeguamento totale all’inflazione per i trattamenti fino a quattro volte il minimo. Una novità riguarda le donne, che possono uscire con una nuova Ape allargata nel caso in cui abbiano maturato 35 anni di contributi e abbiano 61 anni di età, che scendono a 60 con un figlio e a 59 con più di un figlio.

La novità principale in tema pensioni riguarda però probabilmente quota 104. Ne è stata infatti prevista una forma penalizzata per la pensione anticipata per chi dovesse avere almeno 63 anni di età (nel 2023 erano 62) e aver maturato 41 anni di contributi. Secondo la bozza della finanziaria, chi vorrà usufruire di questo nuovo strumento dovrà fare i conti con una riduzione dell’importo relativo alla quota retributiva e legato all’età di uscita. Coloro che dovessero essere in possesso dei requisiti per Quota 104 ma sceglieranno di non andare in pensione potranno continuare a usufruire invece anche per il 2024 del cosiddetto bonus Maroni: la quota di contributi previdenziali a carico del lavoratore, in tal caso, confluiranno in busta paga.

La legge di bilancio allunga inoltre la durata delle finestre, ovvero del tempo d’attesa utile ad avere concretamente la pensione, che parte una volta raggiunti i requisiti: si passa in particolare da tre a sei mesi per chi ha lavorato nel settore privato e da sei a nove mesi per chi lo ha fatto nel settore pubblico.

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