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Tecnologia

Finalmente su internet la rivista che ha anticipato internet

Author: Wired

L’idea di raccogliere tutto il materiale in un unico posto è nata durante un evento del 2018 per celebrare il cinquantesimo anniversario di Whole earth. In quell’occasione, Threw ha proposto di digitalizzare tutti i cataloghi, le riviste e i libri disponibili e di renderli accessibili per scopi educativi, di ricerca e di studio. “Avrei voluto farlo anni fa, e quando si è presentata l’opzione di mettere online materiali senza chiedere il permesso a nessuno se non a noi, che volevamo che fossero gratuiti, siamo stati d’accordo. È un lavoro enorme, ed è finalmente in circolazione. Ne siamo entusiasti”, afferma Stewart Brand.

L’archivio digitale

La collezione è ospitata dall’Internet Archive, mentre il sito web wholeearth.info funge da guida per le varie sezioni del catalogo. Ogni pubblicazione può essere sfogliata pagina dopo pagina o con le pagine disposte una accanto all’altra come in un libro, e possono essere scaricate in formato pdf. La collezione comprende anche le pubblicazioni di Whole earth che si sono succedute dopo la sospensione del catalogo come CoEvolution Quarterly, Whole Earth Review e Whole Earth Software Review. Nel complesso, il materiale ammonta a migliaia di pagine, digitalizzate in alta risoluzione dopo oltre mezzo secolo di oblio in formato cartaceo. I precedenti tentativi di digitalizzare i periodici hanno lasciato alcuni file sparsi per il web: l’ormai defunto WholeEarth.com ospitava alcuni numeri in formato elettronico, mentre Internet Archive aveva già una collezione di pubblicazioni sul proprio sito; alcuni numeri sono stati scansionati anche dal MoMA di New York.

Anche se sono passati decenni dalla pubblicazione, ma la miscela di attenzione all’ecologia e al progresso tecnologico che contraddistingueva il Whole Earth Catalog rimane estremamente attuale. Nel corso degli anni, i volumi hanno trattato argomenti come la scienza, la giustizia sociale, la sessualità, la biotecnologia e la geopolitica. Molte delle preoccupazioni ambientali sono altrettanto evidenti oggi come allora: “Una delle cose più straordinarie, e a volte deprimenti, per me, è stato leggere tutta una serie di conversazioni avvenute trent’anni fa che sembrano essersi bloccate senza una risoluzione. È come se non fossimo progrediti. Abbiamo solo accelerato”, osserva Threw.

Da quando la casa editrice che pubblicava il periodico è stata chiusa, Brand si è dedicato ad altri progetti più complicati e controversi come la difesa dell’energia nucleare, la creazione di un orologio progettato per durare 10mila anni o la collaborazione con i ricercatori per riportare in vita specie estinte. Lo scrittore afferma che saranno i lettori del Whole Earth Catalog a decidere se la digitalizzazione avrà un impatto duraturo: “Non era stato scritto o redatto o raccolto o pubblicato per il futuro. Era stato scritto per un certo gruppo di persone che conoscevamo, o di cui avevamo conoscenza, in un certo periodo nel passato“.

Questo articolo è comparso originariamente su Wired US.

Author: Wired

L’idea di raccogliere tutto il materiale in un unico posto è nata durante un evento del 2018 per celebrare il cinquantesimo anniversario di Whole earth. In quell’occasione, Threw ha proposto di digitalizzare tutti i cataloghi, le riviste e i libri disponibili e di renderli accessibili per scopi educativi, di ricerca e di studio. “Avrei voluto farlo anni fa, e quando si è presentata l’opzione di mettere online materiali senza chiedere il permesso a nessuno se non a noi, che volevamo che fossero gratuiti, siamo stati d’accordo. È un lavoro enorme, ed è finalmente in circolazione. Ne siamo entusiasti”, afferma Stewart Brand.

L’archivio digitale

La collezione è ospitata dall’Internet Archive, mentre il sito web wholeearth.info funge da guida per le varie sezioni del catalogo. Ogni pubblicazione può essere sfogliata pagina dopo pagina o con le pagine disposte una accanto all’altra come in un libro, e possono essere scaricate in formato pdf. La collezione comprende anche le pubblicazioni di Whole earth che si sono succedute dopo la sospensione del catalogo come CoEvolution Quarterly, Whole Earth Review e Whole Earth Software Review. Nel complesso, il materiale ammonta a migliaia di pagine, digitalizzate in alta risoluzione dopo oltre mezzo secolo di oblio in formato cartaceo. I precedenti tentativi di digitalizzare i periodici hanno lasciato alcuni file sparsi per il web: l’ormai defunto WholeEarth.com ospitava alcuni numeri in formato elettronico, mentre Internet Archive aveva già una collezione di pubblicazioni sul proprio sito; alcuni numeri sono stati scansionati anche dal MoMA di New York.

Anche se sono passati decenni dalla pubblicazione, ma la miscela di attenzione all’ecologia e al progresso tecnologico che contraddistingueva il Whole Earth Catalog rimane estremamente attuale. Nel corso degli anni, i volumi hanno trattato argomenti come la scienza, la giustizia sociale, la sessualità, la biotecnologia e la geopolitica. Molte delle preoccupazioni ambientali sono altrettanto evidenti oggi come allora: “Una delle cose più straordinarie, e a volte deprimenti, per me, è stato leggere tutta una serie di conversazioni avvenute trent’anni fa che sembrano essersi bloccate senza una risoluzione. È come se non fossimo progrediti. Abbiamo solo accelerato”, osserva Threw.

Da quando la casa editrice che pubblicava il periodico è stata chiusa, Brand si è dedicato ad altri progetti più complicati e controversi come la difesa dell’energia nucleare, la creazione di un orologio progettato per durare 10mila anni o la collaborazione con i ricercatori per riportare in vita specie estinte. Lo scrittore afferma che saranno i lettori del Whole Earth Catalog a decidere se la digitalizzazione avrà un impatto duraturo: “Non era stato scritto o redatto o raccolto o pubblicato per il futuro. Era stato scritto per un certo gruppo di persone che conoscevamo, o di cui avevamo conoscenza, in un certo periodo nel passato“.

Questo articolo è comparso originariamente su Wired US.

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