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Cosa dicono i partiti in corsa alle elezioni europee sul lavoro

Author: Wired

Un paragrafo è anche dedicato alle condizioni di lavoro all’interno dei sistemi sanitari europei, molto diversi fra loro, che il partito vorrebbe accomunare sotto uno spazio europeo sia in termini di dati sanitari sia per quanto riguarda condizioni di lavoro più paritarie e adeguate per gli operatori sanitari. Il partito poi propone investimenti anche nei confronti della forza lavoro nel campo della salute mentale.

Partito Democratico

Il Partito democratico corre alle europee nella coalizione europea dei socialisti e democratici. “Lavoro” e “povero” non possono più stare nella stessa frase” si legge nell’introduzione al tema nel documento programmatico. Come i 5 stelle anche il Pd propone una direttiva sui salari minimi e una direttiva sui “salari equi”, che contrastino la precarietà del mondo del lavoro attuale. Il partito appoggia anche la sperimentazione della riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario. Come per i giovani, per cui il partito chiede l’abolizione degli stage gratuiti in tutta Europa.

Ad accompagnare la già presente Garanzia giovani, una misura volta alla prevenzione della disoccupazione giovanile in Italia, il partito propone una Garanzia Universale per il lavoro, un’assicurazione sul posto di lavoro a tutela dei lavoratori e delle lavoratrici di tutte le età. Per quanto riguarda l’impatto del lavoro sulla genitorialità, per il Pd il congedo alla nascita di un figlio dovrebbe essere paritario tra i genitori e definito in 5 mesi pienamente retribuiti.

Alleanza Verdi e Sinistra

Sotto alla coalizione Alleanza Verdi e Sinistra, alle europee corrono anche Europa Verde e Sinistra Italiana con il motto “Il coraggio di osare”. Di lavoro il programma parla in modo ampio: dalla precarizzazione alla salute sul posto di lavoro, fino alla questione ambientale. Tra le proposte più concrete, che emergono anche in altri documenti programmatici dell’area di centro-sinistra, il contrasto al cosiddetto “dumping sociale”. L’Unione europea lo definisce come “l’ampia gamma di pratiche intenzionalmente abusive e l’elusione della legislazione europea e nazionale vigente (comprese le leggi e i contratti collettivi universalmente applicabili), che permettono lo sviluppo di una concorrenza sleale riducendo illegalmente i costi operativi e legati alla manodopera e danno luogo a violazioni dei diritti dei lavoratori e allo sfruttamento di questi ultimi”.

Un contrasto che dovrebbe essere portato avanti, secondo Avs, a livello comunitario, con l’aumento dei salari e l’eliminazione del divario retributivo di genere. Tra le proposte anche la definizione di uno statuto europeo del lavoro, e la riduzione della settimana lavorativa a parità di salario.

Lega

La Lega invece, che ha come leader Matteo Salvini, ha pubblicato un programma dal titolo controverso per l’appuntamento elettorale europeo: più Italia, meno Europa. Nelle diciotto pagine che il partito sotto il gruppo di estrema destra Identità e Democrazia ha pubblicato, non si esplicitano chiaramente proposte sul tema del lavoro: il partito di Salvini ne parla indirettamente quando fa cenno alla “fine delle politiche di austerità” sostenendo “l’aumento del potere di acquisto e la piena occupazione”.

Stati uniti d’Europa

La lista di Bonino e Renzi il tema del lavoro lo declinano su due punti. Infatti, un primo aspetto riguarda il mercato del lavoro giovanile, dove si loda da un lato la serietà con cui l’Unione Europea si è mossa nel non fare ricadere il peso del debito sulle future generazioni, dall’altro invece si esorta a fare di più attraverso “politiche mirate a promuovere l’imprenditoria giovanile su tutto il territorio dell’Unione, garantendo alle start up l’accesso diretto agli investimenti pubblici europei, sviluppando piattaforme digitali che mettano in condivisione le opportunità di investimento e di lavoro oltre i confini nazionali”. L’altro punto riguarda la necessità di procedere verso un mercato del lavoro che sia unico, quindi attraverso delle regole comuni e un’armonizzazione dei diritti sociali per superare la disparità tra i diversi sistemi di welfare.

Altri partiti

La lista Libertà di Cateno De Luca spezzetta il tema del lavoro in vari punti. Per prima cosa, ci tiene a ribadire la propria visione sovranista su economia e sociale. Dopodichè, declina questo suo punto di vista nella difesa dei balneari dalla Bolkestein – direttiva che ha come obiettivo quello di promuovere la parità di professionisti e imprese nell’accesso ai mercati dell’Unione europea -, degli agricoltori e dei pescatori. Se la lista di De Luca si rivolge direttamente a mondi più specifici del suo elettorato, più generica è la visione di Alternativa. Infatti, la lista che vede correre tra gli altri Stefano Bandecchi, già sindaco di Terni, parla di disoccupazione come un problema che riguarda più paesi in Europa e che colpisce i giovani e offre come via d’uscita “il rafforzamento di un’economia dinamica, innovativa, solidale e il rilancio di un solido piano industriale europeo basato sui tre pilastri: economia sociale di mercato, innovazione centrata sull’uomo, competitività di ogni regione d’Europa”. Infine, conclude la lista Pace, terra libertà di Michele Santoro che per porre un freno alle principali problematiche legate al lavoro propone: l’introduzione di un sostegno economico universale per chi resta senza lavoro, una riduzione dell’orario di lavoro europeo di 32 ore e aumento dei salari.

Author: Wired

Un paragrafo è anche dedicato alle condizioni di lavoro all’interno dei sistemi sanitari europei, molto diversi fra loro, che il partito vorrebbe accomunare sotto uno spazio europeo sia in termini di dati sanitari sia per quanto riguarda condizioni di lavoro più paritarie e adeguate per gli operatori sanitari. Il partito poi propone investimenti anche nei confronti della forza lavoro nel campo della salute mentale.

Partito Democratico

Il Partito democratico corre alle europee nella coalizione europea dei socialisti e democratici. “Lavoro” e “povero” non possono più stare nella stessa frase” si legge nell’introduzione al tema nel documento programmatico. Come i 5 stelle anche il Pd propone una direttiva sui salari minimi e una direttiva sui “salari equi”, che contrastino la precarietà del mondo del lavoro attuale. Il partito appoggia anche la sperimentazione della riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario. Come per i giovani, per cui il partito chiede l’abolizione degli stage gratuiti in tutta Europa.

Ad accompagnare la già presente Garanzia giovani, una misura volta alla prevenzione della disoccupazione giovanile in Italia, il partito propone una Garanzia Universale per il lavoro, un’assicurazione sul posto di lavoro a tutela dei lavoratori e delle lavoratrici di tutte le età. Per quanto riguarda l’impatto del lavoro sulla genitorialità, per il Pd il congedo alla nascita di un figlio dovrebbe essere paritario tra i genitori e definito in 5 mesi pienamente retribuiti.

Alleanza Verdi e Sinistra

Sotto alla coalizione Alleanza Verdi e Sinistra, alle europee corrono anche Europa Verde e Sinistra Italiana con il motto “Il coraggio di osare”. Di lavoro il programma parla in modo ampio: dalla precarizzazione alla salute sul posto di lavoro, fino alla questione ambientale. Tra le proposte più concrete, che emergono anche in altri documenti programmatici dell’area di centro-sinistra, il contrasto al cosiddetto “dumping sociale”. L’Unione europea lo definisce come “l’ampia gamma di pratiche intenzionalmente abusive e l’elusione della legislazione europea e nazionale vigente (comprese le leggi e i contratti collettivi universalmente applicabili), che permettono lo sviluppo di una concorrenza sleale riducendo illegalmente i costi operativi e legati alla manodopera e danno luogo a violazioni dei diritti dei lavoratori e allo sfruttamento di questi ultimi”.

Un contrasto che dovrebbe essere portato avanti, secondo Avs, a livello comunitario, con l’aumento dei salari e l’eliminazione del divario retributivo di genere. Tra le proposte anche la definizione di uno statuto europeo del lavoro, e la riduzione della settimana lavorativa a parità di salario.

Lega

La Lega invece, che ha come leader Matteo Salvini, ha pubblicato un programma dal titolo controverso per l’appuntamento elettorale europeo: più Italia, meno Europa. Nelle diciotto pagine che il partito sotto il gruppo di estrema destra Identità e Democrazia ha pubblicato, non si esplicitano chiaramente proposte sul tema del lavoro: il partito di Salvini ne parla indirettamente quando fa cenno alla “fine delle politiche di austerità” sostenendo “l’aumento del potere di acquisto e la piena occupazione”.

Stati uniti d’Europa

La lista di Bonino e Renzi il tema del lavoro lo declinano su due punti. Infatti, un primo aspetto riguarda il mercato del lavoro giovanile, dove si loda da un lato la serietà con cui l’Unione Europea si è mossa nel non fare ricadere il peso del debito sulle future generazioni, dall’altro invece si esorta a fare di più attraverso “politiche mirate a promuovere l’imprenditoria giovanile su tutto il territorio dell’Unione, garantendo alle start up l’accesso diretto agli investimenti pubblici europei, sviluppando piattaforme digitali che mettano in condivisione le opportunità di investimento e di lavoro oltre i confini nazionali”. L’altro punto riguarda la necessità di procedere verso un mercato del lavoro che sia unico, quindi attraverso delle regole comuni e un’armonizzazione dei diritti sociali per superare la disparità tra i diversi sistemi di welfare.

Altri partiti

La lista Libertà di Cateno De Luca spezzetta il tema del lavoro in vari punti. Per prima cosa, ci tiene a ribadire la propria visione sovranista su economia e sociale. Dopodichè, declina questo suo punto di vista nella difesa dei balneari dalla Bolkestein – direttiva che ha come obiettivo quello di promuovere la parità di professionisti e imprese nell’accesso ai mercati dell’Unione europea -, degli agricoltori e dei pescatori. Se la lista di De Luca si rivolge direttamente a mondi più specifici del suo elettorato, più generica è la visione di Alternativa. Infatti, la lista che vede correre tra gli altri Stefano Bandecchi, già sindaco di Terni, parla di disoccupazione come un problema che riguarda più paesi in Europa e che colpisce i giovani e offre come via d’uscita “il rafforzamento di un’economia dinamica, innovativa, solidale e il rilancio di un solido piano industriale europeo basato sui tre pilastri: economia sociale di mercato, innovazione centrata sull’uomo, competitività di ogni regione d’Europa”. Infine, conclude la lista Pace, terra libertà di Michele Santoro che per porre un freno alle principali problematiche legate al lavoro propone: l’introduzione di un sostegno economico universale per chi resta senza lavoro, una riduzione dell’orario di lavoro europeo di 32 ore e aumento dei salari.

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