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Come funzionano le elezioni in Francia

Author: Wired

Elezioni in Francia all’orizzonte. Dopo la sconfitta alle elezioni europee, il presidente francese Emmanuel Macron ha convocato elezioni legislative anticipate, con primo turno il 30 giugno e secondo il 7 luglio. Gli elettori francesi eleggeranno 577 deputati da altrettanti distretti per sedere nell’Assemblea nazionale. Le elezioni legislative sono distinte da quelle presidenziali, in cui i francesi votano per scegliere il capo di Stato, e in alcune situazioni si può raggiungere il fenomeno della “coabitazione”, ovvero una fase in cui l’esito di presidenziali e legislative può entrare in conflitto.

Come è organizzato il voto

Il numero di deputati dell’Assemblea nazionale è cambiato nel tempo per seguire gli spostamenti della popolazione a livello nazionale. Ai fini delle prossime elezioni legislative, i seggi sono divisi per fasce di popolazione, note come circonscriptions o circoscrizioni. Ognuna di esse dovrebbe rappresentare 125mila residenti: attualmente la Francia è divisa in 566 distretti legislativi, più gli undici aggiunti nel 2012 per fornire rappresentanza a circa 2,5 milioni di cittadini francesi residenti all’estero.

I deputati sono eletti a suffragio universale diretto, il che significa che ogni adulto francese registrato per votare può esprimere un voto. In ogni distretto, il voto avviene in due turni, a distanza di una settimana l’uno dall’altro. Tuttavia, se un candidato ottiene la maggioranza assoluta, più del cinquanta percento dei voti nonché il venticinque percento degli elettori registrati, è eletto senza bisogno di un secondo turno.

Ogni candidato che ottiene il sostegno di almeno il 12,5 percento degli elettori registrati può avanzare al secondo turno. Se solo un candidato raggiunge tale soglia, lo sfidante con il punteggio più alto viene comunque promosso al duello del secondo turno. Se nessun candidato riesce a farlo, i primi due votati avanzano comunque.

Come funziona la coabitazione

Generalmente, la maggioranza nell’Assemblea nazionale coincide con l’orientamento politico del presidente. In caso contrario, quando la maggioranza nell’assemblea non è allineata con la politica dell’Eliseo, ci troviamo in un periodo di coabitazione.

Poiché il governo è politicamente responsabile nei confronti dell’Assemblea nazionale, il presidente deve nominare un primo ministro le cui inclinazioni politiche siano compatibili con quelle della maggioranza, per evitare la dissoluzione del governo. Secondo i sondaggi, è probabile che alle prossime legislative possa emergere una maggioranza di destra, opposta al presidente Macron.

Nelle ultime ore il presidente dei Républicains, Eric Ciotti, ha annunciato “il bisogno di un’alleanza” con il Rassemblement National (Rn) di Marine Le Pen e Jordan Bardella, dopo l’exploit alle europee che ha messo con le spalle al muro il presidente Macron. Una dichiarazione che ha fatto impallidire molti all’interno del partito neogollista, caratterizzato da una profonda tradizione antifascista, tanto che numerosi esponenti delle forze repubblicane hanno fatto sentire il proprio dissenso contro l’inedito braccetto con il partito della famiglia Le Pen. Ciotti però ha dichiarato che “abbiamo bisogno di un’alleanza, restando noi stessi, con il Rassemblement National e i suoi candidati” e ha confermato colloqui in corso in vista delle elezioni in Francia, che così potrebbe consegnare il paese a una svolta a destra a livello politico.

Author: Wired

Elezioni in Francia all’orizzonte. Dopo la sconfitta alle elezioni europee, il presidente francese Emmanuel Macron ha convocato elezioni legislative anticipate, con primo turno il 30 giugno e secondo il 7 luglio. Gli elettori francesi eleggeranno 577 deputati da altrettanti distretti per sedere nell’Assemblea nazionale. Le elezioni legislative sono distinte da quelle presidenziali, in cui i francesi votano per scegliere il capo di Stato, e in alcune situazioni si può raggiungere il fenomeno della “coabitazione”, ovvero una fase in cui l’esito di presidenziali e legislative può entrare in conflitto.

Come è organizzato il voto

Il numero di deputati dell’Assemblea nazionale è cambiato nel tempo per seguire gli spostamenti della popolazione a livello nazionale. Ai fini delle prossime elezioni legislative, i seggi sono divisi per fasce di popolazione, note come circonscriptions o circoscrizioni. Ognuna di esse dovrebbe rappresentare 125mila residenti: attualmente la Francia è divisa in 566 distretti legislativi, più gli undici aggiunti nel 2012 per fornire rappresentanza a circa 2,5 milioni di cittadini francesi residenti all’estero.

I deputati sono eletti a suffragio universale diretto, il che significa che ogni adulto francese registrato per votare può esprimere un voto. In ogni distretto, il voto avviene in due turni, a distanza di una settimana l’uno dall’altro. Tuttavia, se un candidato ottiene la maggioranza assoluta, più del cinquanta percento dei voti nonché il venticinque percento degli elettori registrati, è eletto senza bisogno di un secondo turno.

Ogni candidato che ottiene il sostegno di almeno il 12,5 percento degli elettori registrati può avanzare al secondo turno. Se solo un candidato raggiunge tale soglia, lo sfidante con il punteggio più alto viene comunque promosso al duello del secondo turno. Se nessun candidato riesce a farlo, i primi due votati avanzano comunque.

Come funziona la coabitazione

Generalmente, la maggioranza nell’Assemblea nazionale coincide con l’orientamento politico del presidente. In caso contrario, quando la maggioranza nell’assemblea non è allineata con la politica dell’Eliseo, ci troviamo in un periodo di coabitazione.

Poiché il governo è politicamente responsabile nei confronti dell’Assemblea nazionale, il presidente deve nominare un primo ministro le cui inclinazioni politiche siano compatibili con quelle della maggioranza, per evitare la dissoluzione del governo. Secondo i sondaggi, è probabile che alle prossime legislative possa emergere una maggioranza di destra, opposta al presidente Macron.

Nelle ultime ore il presidente dei Républicains, Eric Ciotti, ha annunciato “il bisogno di un’alleanza” con il Rassemblement National (Rn) di Marine Le Pen e Jordan Bardella, dopo l’exploit alle europee che ha messo con le spalle al muro il presidente Macron. Una dichiarazione che ha fatto impallidire molti all’interno del partito neogollista, caratterizzato da una profonda tradizione antifascista, tanto che numerosi esponenti delle forze repubblicane hanno fatto sentire il proprio dissenso contro l’inedito braccetto con il partito della famiglia Le Pen. Ciotti però ha dichiarato che “abbiamo bisogno di un’alleanza, restando noi stessi, con il Rassemblement National e i suoi candidati” e ha confermato colloqui in corso in vista delle elezioni in Francia, che così potrebbe consegnare il paese a una svolta a destra a livello politico.

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