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Economia

CESI: oltre al protezionismo si nota qualche problema in EUROPA

Author: Danilo DT Finanza.com Blog Network Posts

CESI: oltre al protezionismo si nota qualche problema in EUROPA | IntermarketAndMore

In questi giorni l’attenzione degli operatori è tutta concentrata sulla vicenda dei dazi doganali e del neo protezionismo indetto dal presidente USA Donald Trump.
Nel frattempo però il mondo “va avanti” e altri dati vengono un po’ tralasciati. Le nostre vicende politiche, al momento, sono messe in “stand by” in attesa di maggior chiarezza, intanto però è chiaro che il mercato non pondera la questione politica italiana come “pericolosa”.
Invece quello che è già attuale e non viene considerato è il CESI.
Come ben sapete, il CESI è l’acronimo di Citigroup Economic Surprise Index. E’ un indice che calcola lo scostamento tra i dati macro usciti e le relative attese. Un CESI in discesa non è un bel segno, e peggio ancora quando lo stesso CESI diventa negativo.
Per avere ulteriori news e specifiche sull’argomento, CLICCATE QUI.
In ambito EUROPA, il CESI ha registrato in queste ultime settimane una performance decisamente negativa.
Eccovi il grafico aggiornato.

CESI EUROPE

E qui sotto invece trovate il CESI di Europa, USA e Giappone.

Come potete vedere, il CESI Europe ci segnala una situazione economica in Europa che è ben peggiore delle attese. Ed è una situazione che però non accomuna tutte le aree geografiche. Infatti quello del Giappone è anche negativo ma con una tendenza meno “aggressiva” mentre il CESI USA continua non solo positivi ma sempre costantemente tonici.

Un segnale che forse qualcosa non va come previsto in Europa. Ma non mi risulta che ci siano particolari preoccupazioni da parte del mercato. Quindi….tutto bene?

STAY TUNED!

Danilo DT

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Economia

Setup e Angoli di Gann: FTSE MIB INDEX 6 Aprile 2018

Author: gianca60 Finanza.com Blog Network Posts

Setup e Angoli di Gann
FTSE MIB INDEX

Setup Annuale:
ultimi:
2016/2017 (range 15017/23133 ) ) [ uscita rialzista ]
prossimo 2019/2020

Setup Mensile:
ultimo Marzo (range 21460 / 22938 ) [ in attesa ]
prossimi Aprile,Maggio

Setup Settimanale:
ultimi: 19/23 Marzo ( range 21964//22874 ) [ in attesa ]
prossimi 2/6 Aprile

Setup Giornaliero
ultimo : 4 Aprile (range 22205/ 22538) [ uscita rialzista ]
prossimi 9, 11,12

FTSEMIB Angoli Annuali 2018 18440, 19900, 21840,24580, 27300
ALLSHARE Angoli Annuali 2018 19490, 20640, 22550, 25630, 27140, 28830,
COMIT Angoli Annuali 2018 1076, 1151, 1187, 1367, 1445, 1460,1606,

Angoli Mensili Aprile 20650, 21130, 22330, 22980, 23650, 24740
Angoli Settimanali: 21490, 21880, 22770
Angoli Giornalieri 22559,22686, 22868, 22962, 23038,23234

I commenti giornalieri sull’articolo riguardante i Setup e gli Angoli di Gann saranno sempre disabilitati e continuerano sempre sull’articolo unico settimanale

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Economia

DEMOGRAFIA: il ruolo della crescita e dello sviluppo economico nell’era della robotica

Author: Danilo DT Finanza.com Blog Network Posts

Quella tra USA e Cina è molto più di una guerra commerciale. In palio la leadership economica mondiale dei prossimi anni. Ma la demografia e la robotica potranno influenzare non poco i connotati di questa sfida.

La componente demografica è da sempre uno dei miei pallini. La gente non considera quanto è importante valutare il tasso di natalità (ed il progressivo invecchiamento) della popolazione, soprattutto nei paesi che definiamo CORE, ovvero più sviluppati.

Ieri ho avuto il piacere di rileggere gli interessanti commenti dell’amico John Ludd che hanno ripreso la questione e mi hanno fatto pensare nuovamente alla questione. Nei commenti sopra citati, il buon John dice:

(…) Per esempio un cittadino del paese X che non si accontenta di vivere del sogno di qualcun altro ed è psicologicamente in grado di affrontare le cinque fasi dell’elaborazione del lutto potrebbe iniziare da queste:

A1) Dati i valori attuali del tasso di natalità e mortalità, quale sarà la popolazione autoctona (cioè quella depurata dall’effetto dei generalmente assi più prolifici emigrati) tra 25, 50, 75 anni?

A2) Poiché i modelli demografici sono estremamente solidi se i dati demografici storici sono affidabili (come nei paesi OCSE) e le dinamiche estremamente lente nel mutare, la risposta alla domanda precedente è compatibile con crescita economica, pensioni, servizi e quanto altro viene considerato come assodato o al più solo soggetto a decisioni politiche interne? (…)

Tralascio le altre parti del commento che sono altrettanto interessanti ed importanti (le potete leggere cliccando QUI)  e mi concentrerei un attimo proprio sulla componente demografica.

Quindi, la gente si rende conto di come sarà il futuro e quanto sarà determinante la componente demografica? Non ancora. Resta il fatto che paesi come la Cina, ad esempio, già adesso hanno tassi di crescita importanti ed in futuro saranno sempre più determinanti, visto che ci sono paesi e continenti con crescita demografica negativa. E allora il futuro sarà della Cina?
Per certi aspetti verrebbe da dire SI, ma non diamolo troppo per scontato, perché ci sono anche dei “rovesci della medaglia” che devono essere considerati.
Sempre dal commento di John:

(…) C1) Il paese X è autosufficiente da un punto di vista agricolo? L’autosufficienza piena pretende che anche le fonti energetiche per la produzione siano auto prodotte.

C2) Qual’è la superficie arabile pro/capite e la quantità di cereali per ettaro prodotti? E’ infatti intuitivo che per mantenere un certo numero di abitanti con cibo auto prodotto servono sia una quantità di terra adeguata che una eccellente efficienza.

C3) Da dove viene l’energia per il funzionamento del settore agro/alimentare, è sicura, è stabile?

C4) Il paese X è autosufficiente in modo sostenibile per ciò che riguarda le risorse idriche? Ovvero le risorse consumate ogni anno vengono ricostituite dalle precipitazioni oppure no? Ci sono differenze marcate tra le varie regioni del territorio del paese X?
Il concetto di capacità di carico di un territorio è fondamentale per comprendere dove siamo diretti con probabilità 100% (…)

Importante la crescita demografica ma anche la sostenibilità della stessa. In questo ragionamento di John trovate gli elementi che devono anche essere considerati, oltre al semplice tasso di natalità.
Ma non solo.

Quando pensiamo alla Cina, pensiamo all’1.5 miliardi di persone che la popolano. Quando pensiamo all’India ragioniamo sugli stessi numeri. Signori, si tratta di quasi la metà della popolazione mondiale! Manodopera sufficiente per conquistare il mondo!
Ma attenzione, ragioniamo un attimo. Proprio in questi ultimi anni si parla molto di robotica e del ruolo delle macchine che sostituiranno totalmente certe attività lavorative. E quindi, tutta questa manodopera che fine fa?
Molto interessante a questo proposito questo articolo apparso su Project Syndacate, scritto da Kenneth Rogoff, (autore tra l’altro con C. Reinhart del best seller “Questa volta è diverso” ), dove si parla proprio del ruolo della Cina in questo contesto. Potrà la Cina soppiantare la leadership degli USA?
Vi giro l’articolo in originale, credo la pena leggerlo tutto.

Mentre imperversa l’ultima baruffa commerciale tra Cina e Stati Uniti, gran parte degli economisti considera ormai certo che, nel lungo termine, la Cina conquisterà la supremazia economica a livello globale, a prescindere da ciò che succederà adesso. D’altra parte, con una popolazione che è quattro volte quella degli Usa e una forte determinazione a recuperare terreno dopo secoli di stagnazione tecnologica, non è forse inevitabile che la Cina assuma il ruolo di potenza egemone in ambito economico? Io non ne sarei tanto sicuro. Un certo numero di economisti, compresi molti degli stessi esperti che considerano l’immensa forza lavoro cinese come un vantaggio decisivo, si preoccupa anche del fatto che i robot e l’intelligenza artificiale finiranno per sottrarre parecchi posti di lavoro, costringendo molte persone ad ammazzare il tempo impegnandosi in attività ricreative. Quale delle due? Nei prossimi cento anni saranno i lavoratori cinesi a prendere il sopravvento, oppure i robot?

Quindi l’autore lancia un ragionamento forse controcorrente rispetto al pensiero comune ma estremamente interessante. Lo sviluppo demografico cinese potrebbe dominare il mondo come forza lavoro. Ma sarà ancora la forza lavoro a dominare il mondo?

Se i robot e l’intelligenza artificiale saranno i principali fattori della produzione nel secolo venturo, forse avere una popolazione troppo numerosa a cui badare – specialmente, una popolazione che deve essere controllata limitando l’accesso a Internet e alle informazioni – potrebbe rivelarsi più un ostacolo per la Cina. E ad aggravare la sfida c’è il rapido invecchiamento della popolazione cinese. Poiché la crescente importanza della robotica e dell’intelligenza artificiale indebolisce il vantaggio produttivo della Cina, la capacità di essere all’avanguardia nelle tecnologie diventerà ancora più rilevante.

E qui trovo molto interessante quanto scritto in un tweet proprio da Donald Trump nella giornata di ieri: “Ora abbiamo un deficit commerciale di 500 miliardi di USD all’anno con furti delle proprietà intellettuali per ulteriori 300 miliardi di USD all’anno. Non possiamo permettere che questo continui”. Tutto questo va a collimare con il ragionamento fatto da Rogoff. Occhio al deficit commerciale ma massima attenzione alle componenti intellettuali. Forse è propri in quell’ambito che gli USA si giocano il futuro a livello di leadership.

A tale proposito, l’attuale tendenza verso una maggiore concentrazione di potere e controllo nelle mani del governo centrale, rispetto al settore privato, rischia di costituire un ostacolo per il paese man mano che l’economia globale raggiungerà fasi di sviluppo più avanzate. La possibilità che la Cina non arrivi mai a strappare la supremazia economica agli Usa è l’altra faccia del problema della tecnologia e della disuguaglianza. In occidente c’è una diffusa preoccupazione per il futuro del lavoro, ma sotto molti aspetti questo problema riguarda più il modello di sviluppo cinese che quello americano. Gli Stati Uniti devono affrontare la questione di come ridistribuire il reddito internamente, soprattutto data l’elevata concentrazione di proprietà di nuove idee e tecnologie. Per la Cina, invece, c’è l’ulteriore problema di come mantenere la sua esclusiva di superpotenza esportatrice nell’era delle macchine.

Con i dazi di Trump ci sarà già un forte contraccolpo sull’export cinese. O per lo meno questo è l’obiettivo del governo USA.

Certo, è altamente improbabile che le intimidazioni e i bluff del presidente Donald Trump avranno per gli Stati Uniti un ritorno su vasta scala in termini di posti di lavoro nel settore manifatturiero. Ma gli Usa hanno comunque la possibilità di espandere le dimensioni del loro comparto manifatturiero sul piano della produzione, se non dei posti di lavoro. Dopotutto, oggi gli stabilimenti hightech producono molto di più con molti meno lavoratori. Inoltre, i robot e l’intelligenza artificiale stanno invadendo non solo il settore manifatturiero e delle automobili senza conducente. I robo-medici, i robo-consulenti finanziari e i robo-avvocati rappresentano solo la punta dell’iceberg in un processo che vede la sottrazione di posti di lavoro nel settore dei servizi da parte delle macchine. Certo, l’ascesa della Cina non è un miraggio e il suo esaltante successo non si basa solo sulle dimensioni della popolazione. L’India ha una popolazione simile (entrambi i paesi contano circa 1,3 miliardi di abitanti), ma, almeno per adesso, resta molto indietro. Alla leadership cinese va riconosciuto il miracolo dell’aver sollevato centinaia di milioni di persone da una condizione di povertà fino alla classe media. Ma la rapida crescita della Cina è dipesa soprattutto dallo sviluppo e dagli investimenti in ambito tecnologico. E mentre il paese, a differenza dell’Unione Sovietica, ha ampiamente dimostrato maggiori competenze sul piano dell’innovazione locale – le aziende cinesi stanno già aprendo la strada alla prossima generazione di reti mobili 5G – e la sua capacità sul fronte della ciberguerra è pari a quella statunitense, mantenersi all’avanguardia non è lo stesso che esserne l’artefice. I vantaggi della Cina, principalmente, derivano ancora dall’adozione di tecnologie occidentali e, in alcuni casi, dall’appropriazione di proprietà intellettuale. Trump non è certo il primo presidente americano a lamentarsi a questo proposito, e a ragione (anche se lanciare una guerra commerciale non può essere la soluzione).

La citazione al tweet da me menzionato è quindi evidente.

Nell’economia del ventunesimo secolo, altri fattori, tra cui lo stato di diritto e l’accesso a fonti di energia, terre coltivabili e acqua potabile, acquisteranno sempre più importanza.

Guarda caso, anche Rogoff riprende i ragionamenti di John Ludd.

La Cina sta seguendo la propria strada e potrebbe ancora provare che i sistemi centralizzati possono far avanzare lo sviluppo più velocemente di quanto si sia mai immaginato, ben oltre l’essere semplicemente un paese a medio reddito in crescita. Ma il predominio globale cinese non è quella certezza predeterminata che così tanti esperti sembrano dare per scontata. Sì, anche gli Stati Uniti affrontano sfide gigantesche, come, ad esempio, escogitare un modo per mantenere una crescita tecnologica dinamica evitando al contempo un’eccessiva concentrazione di ricchezza e potere. Essere una potenza egemone, tuttavia, non richiede di essere il paese più grande del globo – in tal caso, l’Inghilterra non avrebbe mai governato su gran parte del mondo come fece per più di un secolo. La Cina potrebbe orientare il futuro digitale se gli Usa rinunciassero a tale ruolo, ma non diventerà la potenza dominante a livello globale solo perché ha una popolazione più numerosa. Al contrario, l’avvento dell’era delle macchine potrebbe imprimere una svolta rivoluzionaria alla battaglia per l’egemonia.
[Source] 

Quindi la sfida non è solo commerciale. La sfida USA-Cina va molto oltre. Ed è appena iniziata.

STAY TUNED!

Danilo DT

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Economia

WALL STREET:TRADE WAR!

Author: icebergfinanza Finanza.com Blog Network Posts

Risultati immagini per trade war cartoons

Mentre i mercati americani cercano disperatamente di attuare il rimbalzo del gatto morto per allontanare per qualche giorno l’abbattimento traumatico della propria media mobile a 200 giorni, sia nella versione esponenziale che in quella normale, noi in religioso silenzio ascoltiamo quello che ha da dirci la nostra più preziosa guida.

Possono inventarsi quello che vogliono, colloqui ad oltranza per evitare la guerra commerciale ma il danno tecnico è rilevante e l’economia globale sta per planare in una nuova recessione…

Lacy Hunt: the Pylons Supporting the Overall Economy Are Eroding 

“Continuare a fare affidamento sul debito, il fattore di indebitamento della produzione, farà scattare la legge dei rendimenti decrescenti, uno dei concetti più importanti in economia. E quindi il gioco finale di cercare di usare il debito per risolvere i nostri problemi economici, in definitiva, produrrà risultati ancora peggiori e si stanno già cominciando a vedere alcune proposte in direzione della prossima crisi, ci saranno massicci aumenti del debito, provando a finanziarlo in qualche modo attraverso il Tesoro, chiedendo alla Federal Reserve di finanziarlo. Ma ciò non nega il fatto che il capitale di debito è un fattore di produzione e il suo uso eccessivo si tradurrà in una diminuzione della produttività marginale del debito e nella stagnazione dell’attività economica … Non possiamo continuare lungo il sentiero del debito elevato e non possiamo certo esacerbarlo impegnandoci in guerre commerciali … “

A proposito di guerre commerciali, mentre a Wall Street provavano ad allontanare il fantasma della media mobile, nella notte altri bombardamenti commerciali tra USA e Cina aspettando quelli con l’Europa…

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Wall Street spera che Usa e Cina evitino una guerra commerciale

Nel briefing con la stampa, Sanders ha fatto capire che la prima e la seconda economia al mondo avranno “un paio di mesi” per negoziare ed evitare una guerra commerciale tanto temuta dai mercati. In riferimento al sell-off iniziale registrato a Wall Street, che ha poi saputo rimbalzare con forza scommettendo in trattative di successo tra Pechino e Washington, Sanders ha detto che “dolori di breve termine” sono il prezzo da pagare per “un successo di lungo termine”.

Le sue parole sono giunte all’indomani della pubblicazione da parte dell’amministrazione Trump di un elenco di 1.300 prodotti cinesi su cui intende imporre dazi del 25% per un valore complessivo di importazioni di 50 miliardi di dollari l’anno; Pechino ha subito reagito proponendo dazi del 25% su 106 tipologie di articoli Usa aventi lo stesso valore; tra di essi ci sono anche le auto e i semi di soia. America 24Immagine correlata

Ieri Ross, il segretario al commercio e alcuni esponenti dell’amministrazione Trump hanno provato a rassicurare i mercati, vedrete troveranno un accordo, si quello che vuole Donald, ovvero non ci sarà alcun accordo.

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Se la Cina metterà in pratica la sua minaccia, Boeing e l’intero settore automobilistico collasseranno, compresa la Daimler e i produttori tedeschi di auto sul suolo americano.

Ieri una serie di dati tutti in declino in arrivo dall’economia americana, produzione e indici ISM, ma siamo solo all’inizio. Ma torniamo al nostro Lacy…

 … Ricorda quello che mostra il mio lavoro, che i mercati dei cambi più lungimiranti sono i mercati valutari e quando i mercati valutari sono convinti che l’economia americana si sta indebolendo, il dollaro si riorganizzerà e poco dopo vedrete le obbligazioni migliorare notevolmente. È una specie di contro-pensiero intuitivo, ma è così che funziona il mondo. I mercati dei cambi sono molto lungimiranti e indicheranno il modo in cui … Se il dollaro sta cercando trovare un suo minimo adesso, quello che credo stia avvenendo, questo è un segno importante e il cambio del dollaro,(…), ci sono segnali intermittenti perché l’intera economia non si muove insieme, ma stanno iniziando a mostrare una tendenza più debole in generale, e abbiamo il … collasso nella crescita dell’offerta di moneta, crescita del credito bancario, appiattimento la curva dei rendimenti, e una velocità molto bassa della circolazione del denaro, e queste sono forze potenti e consequenziali e quando si osservano nella loro totalità, le basi, i piloni che sostengono l’economia globale si stanno sgretolando, erodendo … “

In questi mesi, in molti hanno continuato a sostenere che in caso di guerra commerciale, la Cina si sarebbe disfatta dei titoli di Stato americani, un gregge di ignoranti, analisti superficiali, editorialisti e giornalisti pappagallo che ripetono sempre e solo le stesse cose…

Risultati immagini per duel us debt cartoons china

China’s vice finance minister dismisses talk of selling US Treasurys in …

I continui acquisti della Cina che non finiranno certo domani, servono per finanziare il crescente deficit di bilancio, le baaaaaaaaasi Signori miei, le basi dell’economia, insegnatele a questi ignoranti che scrivono e pontificano ogni giorno, rivolgendosi ad un gregge di pecore che esegue fedelmente.

… Se dovesse interrompere i suoi acquisti di titoli, i tassi di interesse governativi potrebbero salire alle stelle, così come aumentare i tassi di finanziamento per i consumatori e le imprese.

Le speculazioni sul debito di proprietà cinese abbondano grazie ad alcuni messaggi contrastanti. Martedì notte, l’ambasciatore cinese negli Stati Uniti Cui Tiankai ha risposto a una domanda sugli acquisti di buoni del Tesoro semplicemente dicendo che “se l’altra parte fa una scelta sbagliata, non abbiamo altra alternativa che contrattaccare”.

Ma l’ambasciatore cinese è un pirla qualunque, non sa nulla delle leggi dell’economia, come la maggior parte dei politici o diplomatici.

Questa l’avete già vista nei nostri ultimi manoscritti…

Ma le parole del vice ministro delle finanze sembrerebbero mettere a riposo la speculazione. “Sia nel diritto nazionale che in quello internazionale, la Cina è un investitore responsabile”, ha detto Zhu. “Questo è quello che ha detto il Premier Li Keqiang, la vera politica del (il) governo cinese per gli investimenti del Tesoro USA”.

La prossima volta vi faremo vedere quello che accade allo yuan se la Cina decidesse di liquidare parte dei treasuries in portafoglio, ma soprattutto quello che accade ai prezzi, ovvero nulla.

Ieri anche Gundlach, il nuovo flop dei bond, ha dichiarato che è tempo di essere ribassisti sull’economia americana, stanno salendo le probabilità di un errore di politica monetaria.

Noi siamo pronti!

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PERCORSO SULLA TEORIA DEI CICLI Milano Weekend Sabato 14 Domenica 15 Aprile 2018

Author: Il Respiro del Grafico Finanza.com Blog Network Posts



Giorni: Weekend Sabato 14 – Domenica 15 Aprile 2018

Orari: dalle 9:00 alle 13:30 e dalle 14:30 alle 16:30.

Dopo le 16:30 fino a quando ci sono domande.

Location: da definire a seconda del numero delle persone.
Raggiungibile dalla Stazione Centrale a piedi in 10′, o con due fermate di Metro scendendo a Piazza Argentina (Metro Loreto).

Prezzo = 440€ IVA inclusa.


Corsi individuali: E’ possibile richiedere corsi individuali personalizzati, anche via Web.


Per informazioni e iscrizioni:
Ing. Francesco Filippi 349 466 18 24
[email protected]