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BITCOIN: la fine del sogno

Author: Marco Dal Prà Finanza.com Blog Network Posts

Bitcoin con il mese di dicembre ha perso lo scopo per il quale era stato concepito originariamente, cioè entrare in concorrenza con il denaro contante emesso dagli Stati. Sembra impossibile, ma questo software è ormai diventato terreno di investimenti e anche di importi rilevanti. Qualcuno potrebbe incolpare di questo avvenimento i mercati finanziari, ma invece la colpa non è né degli speculatori professionisti né degli investitori dell’ultimo minuto. La colpa è tutta degli sviluppatori del software, dei programmatori del team “Bitcoin Core“. Un vero e proprio autogol. Soprattutto per i developer che si sentivano come dei supereroi inattaccabili.

Qualcuno ha sottovalutato la velocità di azione che hanno i mercati. O meglio ha semplicemente trascurato l’azione umana.
Ma vediamo cosa è successo.

Dicembre 2017

Mettiamo subito le mani avanti : qui non si parla delle vicissitudini finanziarie delle criptovalute. L’andamento altalenante delle “monete matematiche” riempie già a sufficienza giornali, blog e siti specializzati; inoltre nel grafico storico di bitcoin contro dollaro dal 2009 a oggi sono già presenti sufficienti alti e bassi che gli addetti ai lavori ne possono scrivere più di un libro.
Vorrei invece analizzare un problema tecnico di bitcoin accaduto durante il mese di Dicembre che ritengo fondamentale per il suo futuro : è l’aumento vertiginoso dei costi delle commissioni, cioè quanto è necessario pagare per ottenere una transazione; costi che all’inizio della storia valevano quasi nulla, qualche centesimo di dollaro.
Siete pronti a pagare 55$ per un bonifico o per una “strisciata” con la carta di credito ?
Ecco con bitcoin siamo arrivati a queste cifre, ma anche maggiori.
Vediamo perché.

2 birre pagate in Bitcoin : che siano le ultime ?

2 birre pagate in Bitcoin : che siano le ultime ?

Democrazia Monetaria

Ricordo che bitcoin funziona come una banca nella quale gli utenti si scambiano denaro virtuale tramite una sorta di “bonifici”, soltanto che il database è duplicato su migliaia di PC (nodi), ma senza che uno sia più importante degli altri. Cioè non esiste una autorità centrale che ne coordina il funzionamento.

Il software Bitcoin oggi è in esecuzione in circa 12.000 PC sparsi in tutto il mondo , ognuno dei quali conserva anche una copia della Blockchain, ossia il database di tutte le transazioni, che essendo organizzato per blocchi, assomiglia ad un registro contabile, dove ogni blocco rappresenta virtualmente una pagina.

Si dice anche che bitcoin usa la tecnologia del registro distribuito (DLT).

Ebbene, con questa architettura ogni eventuale aggiornamento del software deve trovare d’accordo tutti, altrimenti si creerebbe una scissione con due monete “diverse” : quella dei nodi con il software vecchio e quella dei nodi con il software nuovo. Monete che andrebbero ognuna per la sua strada.

Questo episodio, che nel gergo si chiama FORK, cioè biforcazione, è alla base di un problema che io chiamo “democrazia monetaria”, un qualcosa che gli esperti di Diritto non avevano mai affrontato prima di bitcoin.

Un problema trascurabile sulla criptovaluta Ethereum, perché c’è un leader (il giovanissimo Vitalik Buterin) che con il suo team decide quale evoluzione dare alla moneta. Come accade anche in altre criptovalute come Zcash o Stellar.

Invece, Satoshi Nakamoto, lo sconosciuto ideatore di bitcoin, è scomparso nel nulla lasciando la nave senza capitano. Le decisioni vengono quindi prese a maggioranza cercando di ottenere almeno un 80% del consenso (dei nodi), proprio per evitare il sopra citato FORK.

E, data la natura umana, questo risultato “elettorale” è molto difficile da raggiungere.

Stato di Fatto

Attualmente l’ultima release di bitcoin, detta “Bitcoin Core”, è la versione 0.15.1; è quella che sta funzionando in questo momento nei nodi, i quali procedono raggruppando le transazioni, cioè i pagamenti, in blocchi che vengono “vidimati” ogni 10 minuti.
Un blocco, come si diceva poco fa, è assimilabile ad una pagina di un registro contabile nella quale sono scritte le operazioni con relativo mittente e destinatario. Soltanto che ogni blocco non può occupare oltre 1 MegaByte.
Con questo limite, in ogni blocco si riescono a “caricare” mediamente 2000 pagamenti, ma dato che viene emesso un nuovo blocco ogni 10 minuti, significa che bitcoin può gestire al massimo circa 3 pagamenti al secondo.
E’ un limite che la comunità di sviluppatori ha inserito nel software in tempi remoti, anche se non era stato imposto dall’ideatore nel celebre PDF “Bitcoin: A Peer-to-Peer Electronic Cash System” (LINK QUI https://bitcoin.org/bitcoin.pdf ).

La Banca è Stretta

Ai primi tempi, cioè dal 2009 e negli anni seguenti, il valore di 3 transazioni al secondo poteva essere anche enorme, visto che funzionava per…. 4 amici al bar, ma se si vuole portare bitcoin ai livelli di una applicazione reale/commerciale, soprattutto tenendo conto che gli utenti bitcoin sono sparsi su tutto il pianeta, quindi sono potenzialmente milioni, si tratta di un numero “ridicolo” .
Tanto per fare un confrontato, un circuito di carte di credito come ad esempio VISA o MASTERCARD, può fare oltre 50.000 operazioni al secondo.
La conseguenza, sempre più evidente dal 2015 in avanti, è che le operazioni attesa di essere approvate sono sempre maggiori, causando un “intasamento” della MEMPOOL, la memoria dove appunto i pagamenti impartiti dagli utenti aspettano di essere inserite in un blocco.
Se volete vedere come si riempie la Mempool Bitcoin in tempo reale, guardate QUESTO LINK.

Confronto Serrato

Da qualche anno nella comunità di sviluppatori si sta dibattendo sulle modalità di togliere questo limite, oppure elevarlo, oppure modificare bitcoin in modo da aumentarne le prestazioni per arrivare a quanto necessita il mercato reale.
Per certi versi si deve passare dall’attuale versione, quasi prototipale, ad una versione “industriale”; è la questione che viene denominata “scaling”, cioè potenziamento.
Purtroppo dopo mesi (o meglio anni) di dibattiti, la comunità non ha trovato ancora un accordo, soprattutto a causa di alcuni irriducibili che per motivi ideologici o economici, votano sempre contro tutte le soluzioni che sono state proposte.
Purtroppo ci sono sviluppatori che ritengono bitcoin intoccabile, come dogma, pertanto formano uno “zoccolo duro” che non si riesce a smuovere. Se non fosse vero potrebbe essere una barzelletta.
Non mi dilungo a raccontare tutta la storia, che altri conoscono meglio di me (vedi Link alla fine), fatto sta che qualcuno si è “scocciato” di tutto questo rimandare ed ha proseguito per un’altra strada creando delle nuove versioni di bitcoin, diverse dalla versione originale, detta “core”.
Si è cioè verificato il già citato FORK, cioè la scissione tra i nodi che mantengono il database bitcoin, facendo nascere delle vere e proprie nuove criptovalute, come ad esempio : Bitcoin Cash (ad Agosto 2017) e Bitcoin Gold (a fine ottobre).
Un terzo… è previsto per il 28 Dicembre 2017 (Bitcoin Segwit 2X) !

Grafico Bitcoin BTCUSD di Tradingview

Arrivano gli elefanti

Torniamo ora ai giorni nostri, in particolare all’annuncio fatto ai primi di Novembre dell’arrivo alla borsa di Wall Street (anzi, al CME di Chicago) dei bitcoin futures, cioè degli strumenti finanziari fatti per “scommettere” sul valore futuro.

Questa notizia ha per certi versi sdoganato le criptovalute nel mondo della finanza reale, scatenando una corsa all’acquisto.

Soltanto che bitcoin e le criptovalute in generale non sono attualmente accessibili attraverso i canali tradizionali; è necessario iscriversi nei portali specializzati che si occupano di acquistare e vendere bitcoin.

Tanto per fare un esempio l’exchange “Coinbase”, che ha sede a San Francisco, in Novembre avrebbe ricevuto oltre 100.000 nuove iscrizioni al giorno (notizia nei link alla fine).

Questo boom di nuovi utenti, oltre ad aver comportato l’aumento del prezzo del bitcoin, ha “intasato” la blockchain di transazioni dovute agli utenti che spostano bitcoin, tipicamente dall’exchange al proprio wallet e viceversa.

Soltanto che la blockchain di bitcoin era già intasata già questa estate… figurarsi cos’è successo da novembre.

Fine della Birra al bar

Con Novembre e Dicembre bitcoin ha visto un crescendo di operazioni tanto da oltrepassare i 10 Miliardi di dollari movimentati complessivamente al giorno, un numero stratosferico.

Un numero 100 volte maggiore di quanto avveniva a Gennaio, che dimostra palesemente la presenza di grossi “investitori”.

Ma molti di questi non acquistano bitcoin per “parcheggiarli”, ma al contrario per fare speculazione e arbitraggio, cioè attività di compravendita che richiedono tempi molto rapidi. Rapportata alla Blockchain, questa esigenza si tramuta nella necessità di veder convalidate le transazioni più rapidamente possibile, cioè nel blocco che sta per essere emesso.

Pertanto, cosa fanno questi operatori finanziari per essere sicuri che la propria transazione venga vidimata prima possibile ?

Pur di saltare la coda, fanno a gara a chi offre di più.

E’ come se in banca fosse possibile scegliere quanti soldi pagare per un bonifico. Vedrete che lo speculatore che deve spostare 50.000 Dollari non si fa problemi ad offrirne 100.

In questo modo accade che chi vuole usare bitcoin per pagare lo spuntino al bar resta tagliato fuori, perché per pagare 5 Euro dovrebbe anche spendere ulteriori 30 Euro di commissioni (o più) per vedere inserita la propria transazione in un blocco.E’ praticamente la fine di bitcoin come strumento di pagamento.Lo ha sottolineato, in un post su Twitter, anche Erik Voorhees, amministratore delegato di Shapeshift, azienda Svizzera che si occupa dello scambio tra criptovalute, molto nota a livello mondiale.

Erik Voorhees su Twitter

Erik Voorhees su Twitter

E’un autogol pazzesco che si sono fatti gli sviluppatori “fondamentalisti” che non vogliono sentir parlare di modificare il software Bitcoin Core, l’attuale erede dei quanto aveva proposto Satoshi Nakamoto.

Ora potrà succedere solo una cosa : i piccoli utenti scapperanno verso criptovalute alternative, ed il testimone del documento di Nakamoto lo prenderà qualcun altro.

Situazione Assurda

Con l’aumento delle commissioni, si è venuta a creare oggi una situazione assurda.

Succede cioè che chi ha nel proprio wallet piccole cifre, rischia di non poterle più usare.

Il motivo è paradossale, ma già oggi un utente potrebbe trovarsi nella condizione in cui la commissione da pagare per spostare i propri bitcoin sia maggiore del valore del pagamento.

Che senso ha avere nella APP del Cellulare cifre come 0,010 bitcoin (150$ ) se poi sono necessari 0,011 bitcoin per pagare le commissioni per qualunque movimentazione ?

Nessuna, perchè il wallet non impartisce il pagamento se i fondi non sono sufficienti a coprire anche le spese delle commissioni ! Queste cifre rischiano di finire nel folto cumulo di bitcoin “perduti” o comunque non più movimentati.

bitcoin wallet per smartphone

Ho volutamente fatto un esempio eccessivo, ma già cifre intorno ai 30 dollari oggi non sono utilizzabili. Quindi cosa succederà domani se entreranno in questa criptovaluta investitori ancora più grandi di quelli di questi giorni ?

Colpa dei Minatori

Qualcuno sta già accusando i minatori di “avidità”, ma è un errore. Chi lo dice non conosce il funzionamento della blockchain e di bitcoin.

I minatori sono coloro che vidimano i blocchi mediante calcoli matematici, operazione per la quale sono richieste risorse hardware molto potenti (spesso ne hanno capannoni pieni).

I minatori sicuramente sorridono di tutta questa “beneficenza”, ma sono gli utenti ad offrire queste cifre per ciascuna transazione; lo fanno di loro spontanea iniziativa, per assicurarsi il posto.

Per questa situazione i minatori non possono che ringraziare l’ottusità degli sviluppatori bitcoin core, che hanno creato un sistema troppo stretto.

Non è altro che la legge della domanda e dell’offerta : i blocchi sono rari e tutti si affannano a offrire di più per entrarci.

Altre iniziative in forse

Purtroppo i problemi non finiscono qui.

Ricordo infatti che il database di bitcoin (la Blockchain) non è utilizzato solo per effettuare pagamenti ma anche per offrire svariati servizi. Ad esempio per tenere traccia indelebile della fornitura di prodotti, oppure per offrire ai cittadini una carta di identità digitale con la gestione dei dati personali, come ad esempio “CIVIC”, ecc…

Questi servizi, se prima costavano 10 centesimi di dollaro a transazione, oggi hanno costi molto più impegnativi se non anche proibitivi. Le software house dovranno quindi scegliere tra aspettare una revisione del software bitcoin, ad esempio Segwit2x annunciato durante una conferenza a New York la primavera scorsa ma mai attuato, oppure passare a soluzioni più radicali, come ad esempio migrare i loro software su altre piattaforme, come Bitcoin Cash, Litecoin o Ethereum.

Con lo svantaggio che talvolta le altre criptovalute utilizzano linguaggi di programmazione diversi.

Come avete capito è un bel caos. Altro che i poteri forti che manovrano bitcoin; qui si paga lo scotto di aver voluto usare su scala “industriale” un software che nei fatti è ancora in stato prototipale. O meglio, che qualcuno ha volutamente tenere in piccola scala.

Cosa succederà domani ?

La sfera di cristallo ancora non la abbiamo, quindi provo a presentare qualche scenario su quali possibili pieghe potrebbe prendere la vicenda.

Primo Scenario : Nuova Release del Software

La prima soluzione al problema dei blocchi intasati e dei costi alti delle commissioni (nel gergo, fee), è che il team di sviluppo “bitcoin core” pubblichi rapidamente una nuova release del software, aumentando il quantitativo di operazioni processabili da Bitcoin, portandole ad esempio da 3 a 10-15 al secondo.

Un numero sufficiente per guadagnare qualche mese per poi attuare soluzioni strutturali di maggior portata.

Si scarica la MEMPOOL dell’attuale sovraccarico e scendono i costi delle transazioni. Ma per quanto ? Per sostenere le operazioni che arrivano nella Blockchain dal mondo “reale” bisogna infatti quantomeno centuplicare le attuali 3 operazioni al secondo, con soluzioni tecnologiche molto più impegnative, sia a livello computazionale che a livello di traffico.

Una soluzione esiste ed è in corso di test, si chiama Bitcoin Lightning Network, ma non sembra molto accettata da tutta la comunità, nè di utenti nè di sviluppatori, soprattutto per la presenza ingombrante della software house Blockstream, che stride con il concetto Open Source di Bitcoin. Ricordo comunque che l’aggiornamento del software, come detto prima, richiede un largo consenso (prima tra gli sviluppatori e poi della maggioranza dei nodi). Cosa che fino a ieri non è mai stata raggiunta.

Consenso che per il quale ci potrebbero volere 2-3 mesi, un tempo che i piccoli utenti non possono permettersi di aspettare.

In poche parole questo scenario non è impossibile ma ha una strada molto impervia. Aggiungo infine una considerazione: non ho sentito nessuna benché minima “voce di corridoio” che segnala accordi tra le parti per un qualsiasi tipo di scaling.

Potrei anche sbagliare, ma con questi elementi vedo il primo scenario piuttosto improbabile.

Secondo Scenario : Bitcoin spazio per Grandi Capitali

La seconda ipotesi, che ritengo più probabile, è che dal punto di vista tecnico non succeda “nulla” (quantomeno in tempi brevi), come al solito !
Significa che continuerà quanto sta succedendo ora, ossia avremo la blockchain intasata.
E significa che bitcoin “core” continuerà ad essere usato anche dai mercati finanziari, come è successo da Novembre.

Solamente che, per fare posto all’entrata delle balene, i pesci piccoli dovranno uscire.
Ossia, visto il costo elevato delle transazioni in bitcoin, i piccoli utenti tenderanno a spostarsi verso altre criptovalute meno costose e magari anche più veloci, come ad esempio Bitcoin Cash, Ehereum, Litecoin ed altre.
Naturalmente questa è la mia opinione, che può anche essere sbagliata.
Ma è suffragata dai grafici delle operazioni giornaliere che avvengono su queste piattaforme : ad esempio Ethereum ne registra 1 milione, contro bitcoin che è fermo a 300.000 (appunto il limite massimo).

Conclusione

Per i fondamentalisti bitcoin gli avvenimenti di dicembre sono la fine del dogma intoccabile. Il loro sogno doveva sostituire i contanti, invece sta diventando uno strumento finanziario.

Un sogno che sta diventando un incubo: bitcoin, software nato per contestare le banche… sta diventando uno strumento che potrebbe restare ad uso esclusivo dei grandi player della finanza mondiale !

Per fortuna che il mondo open source delle criptovalute è attivo e reattivo.

Il testimone della criptovaluta-contante, infatti, sta già passando ad altri, prime tra tutti  Bitcoin Cash ed Ethereum, ma gli inseguitori sono agguerriti e pronti a con altre soluzioni tecnologiche.

Basta dare un’occhiata a COINMARKETCAP per rendersene conto.

Bitcoin Core era il software deputato a rappresentare l’idea di Satoshi Nakamoto di una valuta elettronica decentrata sostitutiva del denaro contante, ma questo ruolo sta passando di mano. E a meno di improbabili colpi di scena, succederà piuttosto rapidamente.

Poco male, i nuovi arrivati si avvantaggiano dall’avere implementato tecnologie di quasi 10 anni successive.

Buone criptovalute a tutti

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Economia

BITCOIN: nuovo crollo. Ma questo è solo l’antipasto per molte criptovalute

Author: Danilo DT Finanza.com Blog Network Posts

Ancora in altalena il BitCoin e con esso tutte le criptovalute.
Quanto sta accadendo conferma ahimè quanto detto più volte in passato.
Il Bitcoin non è più quello di una volta. Da quando è stato “promosso” nel mondo della finanza con la quotazione del future prima al CBOE e poi al CME, le cose sono cambiate considerevolmente.
A questo proposito, vi ripropongo questo LINK (DA VEDERE!)  che vi spiegherà meglio a cosa mi sto riferendo, con un collegamento ai post sull’argomento.
Inoltre oggi pomeriggio ci sarà un eccellente aggiornamento sull’argomento.

Grafico Bitcoin BTCUSD intraday via TradingView

La motivazione del giorno che giustifica il crollo è questa:

Roma, 28 dic. (askanews)  – Dopo la breve fase di rimbalzo tecnico, il Bitcoin torna a scendere e cala a 14mila dollari con una flessione del 15%.
Sulla criptovaluta pesa la presa di posizione del governo della Corea del Sud che potrebbe decidere di chiudere alcune piattaforme che consentono le transazioni di Bitcoin. (…)
Tra le misure per fermare un fenomeno che preoccupa soprattutto per il crescente coinvolgimento della gioventù coreana, il governo imporrà alle banche il divieto di offrire conti virtuali alle piattaforme dove si scambiano i Bitcoin. Le piattaforme di trading in Corea rappresentano oramai un quinto delle transazioni mondiale nella criptovaluta.
Altre misure, la fine delle transazioni anonime, sotto lo schema real-name le banche saranno obbligate ad identificare il soggetto che compie la transazione.

Insomma, i soliti discorsi, il sistema si oppone al Bitcoin e cerca di frenarlo, ma non ci riuscirà facilmente e alla fine si troverà una “via di mezzo” che permetterà comunque un controllo seppur parziale delle criptovalute.
Una cosa però deve essere detta. Provate a CLICCARE QUI,  troverete la quotazione di oltre 1000 criptovalute. Siamo onesti, quante di queste si polverizzeranno? Quante invece resteranno in piedi? Signori, selezione, le truffe sono dietro l’angolo. Anzi, no, sono davanti ai vostri occhi.

STAY TUNED!

Danilo DT

(Clicca qui per ulteriori dettagli)
Questo post non è da considerare come un’offerta o una sollecitazione all’acquisto. Informati presso il tuo consulente di fiducia.
NB: Attenzione! Leggi il disclaimer (a scanso di equivoci!)

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Economia

L’angolo della formica eterodossa: il monopolista

Author: Stefano Sanna Rete MMT

Lo Stato monopolista della valuta non ha bisogno di accumulare risparmi per poter spendere: crea la valuta nel momento in cui spende. Le formiche no.

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Economia

Legge di bilancio 2018: gli interventi sulle pensioni

Author: clinguella@finanza Finanza.com Blog Network Posts

E’ stata approvata definitivamente la legge di bilancio 2018 ed ora dovrà essere pubblicata sulla GU. Si riportano le innovazioni introdotte in termine di pensioni e di previdenza complementare, che non si discostano di molto dalle previsioni e dai testi sottoposti all’esame delle Camere. Fondamentalmente sono state stabilite due cose, una sulla pensione pubblica ed un’altra su quella complementare. Viene confermato il principio dell’aumento automatico dell’età pensionabile con la costituzine di una commissione che dovrà studiare il problema, commissione già prevista dalla legge Dini, la l. 335/95 mai istituita e sulla previdenza complementare l’equiparazione delle regole fiscali fra il settore pubblico e quello privato, nonchè la possibilità di fare adesioni nel settore pubblico attraverso il silenzio assenso che non ha recato nessun beneficio quando fu introdotto nel lontano 2007, 10 anni fa. Insomma giusto per far vedere qualcosa. Per ragionare di pensione e previdenza si dovrà aspettare il prossimo governo. Se sarà un governo stabile, si potrà forse fare un ragionamento con i piedi per terra e di lungo respiro, se sarà un governo così così, si procederà come ora a spizzichi e bocconi.

Diamo ora le prime sommarie indicazioni delle norme approvate con riserva di precisazioni ed approfondimenti
Il comma 155 prevede l’istituzione di una Commissione tecnica, incaricata di studiare la gravosità delle occupazioni, ai fini della valutazione delle politiche in materia previdenziale ed assistenziale. La Commissione sarà istituita con un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, entro trenta giorni dall’entrata in vigore della legge di bilancio 2018, e dovrà studiare la gravosità delle occupazioni, anche in relazione all’età anagrafica ed alle condizioni soggettive dei lavoratori o delle lavoratrici , al fine di acquisire elementi conoscitivi e metodologie scientifiche a supporto della valutazione delle politiche statali in materia previdenziale ed assistenziale. La Commissione dovrà conclude i lavori entro il 30 settembre 2018.

Articolo 1, commi 162-167 (APE volontaria, APE sociale e lavoratori precoci)

Blocco età pensionabile per gli addetti ai lavori usuranti e gravosi
Dal 2019 l’età pensionabile aumenta a 67 anni, e aumentano di 5 mesi tutti i requisiti per le pensioni soggetti agli adeguamenti alla speranza di vita.
Per gli addetti ai lavori usuranti  gravosi e notturni  l’età pensionabile resta ferma a 66 anni e 7 mesi. Gli addetti ai lavori usuranti sono coloro che possono ancora usufruire della pensione di anzianità con le quote, mentre gli addetti ai lavori gravosi sono coloro che possono beneficiare dell’Ape sociale con 30/36 anni di contributi a seconda della fattispecie della richiesta.
Per aver diritto delle agevolazioni pensionistiche gli addetti ai lavori usuranti o gravosi devono aver svolto le attività  previste dalla legge per almeno 7 anni nell’ultimo decennio prima del pensionamento.
Per quanto riguarda, poi, i lavoratori impiegati in cicli produttivi del settore industriale su turni di 12 ore (sulla base di accordi collettivi già sottoscritti al 31 dicembre 2016), che prestano attività per meno di 78 giorni all’anno, i giorni lavorativi effettivamente svolti saranno moltiplicati per il coefficiente di 1,5, ai fini del diritto alla pensione di anzianità (comma 170).
Sia per gli addetti ai lavori usuranti, che per gli addetti ai lavori gravosi, ad ogni modo, l’età pensionabile resterà inalterata solo se in possesso di almeno 30 anni di contributi.
Nella legge di Bilancio 2018 è stato poi previsto l’ampliamento dell’Ape social a 4 nuove categorie che potranno beneficiare anche del blocco dell’età pensionabile.
Si tratta di:
1 -operai siderurgici di prima e seconda fusione e lavoratori del vetro addetti a lavori ad alte temperature fuori dal perimetro dei lavori usuranti;
2 – operai dell’agricoltura, della zootecnia e pesca;
3 – marittimi imbarcati a bordo e personale viaggiante dei trasporti marini ed acque interne;
4 – pescatori della pesca costiera, in acque interne, in alto mare dipendenti o soci di cooperative.
Per i lavori gravosi, è stato eliminato  il vincolo della tariffa Inail pari almeno al 17 per mille, (condizione che ha provocato il rigetto di moltissime domande nella prima applicazione).
Questi lavoratori potranno poi avere accesso, così come tutte le categorie di destinatari dell’Ape sociale, alla pensione anticipata precoci con 41 anni di contributi, se posseggono almeno 12 mesi di contributi da effettivo lavoro accreditati prima del compimento del 19° anno di età.
Ape sociale 2018 disoccupati
Per quanto riguarda la categoria dei disoccupati, anch’essi destinatari dell’Ape sociale, la misura è stata estesa anche a coloro il cui rapporto di lavoro è cessato a seguito di un contratto a termine, se hanno alle spalle almeno 18 mesi di contratti negli ultimi 3 anni.Potranno accedere all’Ape sociale anche coloro che sono stati rioccupati con un contratto di lavoro subordinato, con i voucher o col contratto di prestazione occasionale o il libretto famiglia per non più di 6 mesi complessivamente .
Ape sociale 2018 per assistenza ai disabili
Per quanto riguarda coloro che assistono i famigliari con disabilità, potranno accedere alla misura coloro che assistono un disabile portatore di handicap grave convivente, anche se familiare entro il 2° grado, qualora i suoi genitori o il coniuge abbiano compiuto 70 anni, oppure siano anch’essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti.
Ape sociale donna
In merito ai requisiti contributivi previsti per l’Ape sociale, la legge di Bilancio 2018 ha riconosciuto una riduzione degli anni di contributi richiesti per le lavoratrici con figli.
La riduzione prevista è pari a un anno per ogni figlio, sino a un massimo di 2 anni di riduzione del requisito contributivo.
In questo modo, le donne con almeno due figli appartenenti alla categoria degli invalidi, di assistenza ai disabili o dei disoccupati, possono richiedere l’Ape sociale con un minimo di 28 anni di contributi, mentre le appartenenti alla categoria degli addetti ai lavori gravosi possono richiedere l’indennità  con un minimo di 34 anni di contributi.
Proroga Ape sociale e  ape volontaria
La legge di Bilancio 2018 ha anche previsto la proroga sia dell’Ape sociale che dell’Ape volontario per coloro che maturano i requisiti previsti entro il 31 dicembre 2019. In particolare, nella manovra è stato stanziato un apposito fondo in cui dovranno confluire le risorse utili alla proroga delle misure, che dovrà essere adottata con un apposito decreto.

Pensioni in anticipo di 7 anni con l’isopensione e l’assegno straordinario.
In pensione con 7 anni di anticipo: si tratta di una nuova possibilità introdotta dalla legge di Bilancio 2018, che ha ampliato l’isopensione, uno scivolo pensionistico che consente l’uscita dal lavoro prima della maturazione dei requisiti per il pensionamento.
L’isopensione, comunque, non è l’unico trattamento che consente di ottenere la pensione con 7 anni di anticipo: la pensione anticipata 7 anni prima può essere difatti ottenuta anche con un altro strumento, l’assegno straordinario.

L’isopensione è uno scivolo pensionistico, alternativo all’ape aziendale, istituito dalla Legge Fornero, che consente ai dipendenti di anticipare l’uscita dal lavoro sino a un massimo di 4 anni senza perdere lo stipendio: questo prepensionamento, come abbiamo visto, è stato ampliato a 7 anni dalla legge di Bilancio 2018.
Non si tratta di una pensione anticipata, anche se la prestazione a cui il lavoratore ha diritto è pari all’importo della pensione spettante (esclusi i contributi figurativi che il datore di lavoro si impegna a versare per il periodo di esodo): si tratta, invece, di una prestazione a sostegno del reddito, come la disoccupazione e la mobilità. Oltre all’isopensione, al lavoratore sono anche accreditati i contributi previdenziali spettanti sino alla data di maturazione dei requisiti per la pensione anticipata o di vecchiaia (a seconda del trattamento che il lavoratore può ottenere per primo).
Possono beneficiare dell’isopensione i lavoratori in esubero che:
• sono occupati presso aziende che hanno mediamente più di 15 dipendenti, ai quali manchino non più di 4 anni- dal 2018 7 anni- al raggiungimento dei requisiti per la pensione;
• sono oggetto di un accordo sindacale aziendale (con le organizzazioni comparativamente più rappresentative);
• concludono un ulteriore accordo con l’impresa, con cui si fornisce il consenso alla cessazione del rapporto (il consenso non è necessario solo in caso di licenziamenti collettivi).

Assegno straordinario di prepensionamento con 7 anni di anticipo
Per i lavoratori delle imprese che aderiscono ai fondi bilaterali può essere erogato (se previsto dagli accordi di costituzione del fondo) un assegno straordinario per il sostegno al reddito: la prestazione, meglio nota come prepensionamento, è riconosciuta, al pari dell’isopensione, nelle procedure di agevolazione all’esodo dei dipendenti.

Fondi pensione Espero e Perseo Sirio: equiparazione benefici fiscali  e silenzio assenso
Il comma 156 prevede che a decorrere dal 1º gennaio 2018, ai dipendenti delle amministrazioni pubbliche iscritti ai fondi pensione Espero o  Perseo Sirio,  si applicano le disposizioni concernenti la deducibilità dei contributi versati fino a 5164,27 euro come previsto per i dipendenti privati e la tassazione agevolata delle prestazioni.
Per i dipendenti delle amministrazioni pubbliche che alla data di entrata in vigore della legge di bilancio 2018 risultano iscritti a forme pensionistiche complementari, i benefici fiscali sono applicabili a decorrere dal 1º gennaio 2018. Per i montanti accumulati fino a tale data, continuano ad applicarsi le disposizioni previgenti.
157. Per il personale assunto successivamente alla data del 1º gennaio 2019 è demandata alle parti istitutive la regolamentazione inerente alle modalità di espressione della volontà di adesione agli stessi, anche mediante forme di silenzio-assenso, e la relativa disciplina di recesso del lavoratore. Tali modalità devono garantire la piena e diffusa informazione dei lavoratori secondo le direttive della Covip.

Comma 158. Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di bilancio, è istituita una Commissione tecnica di studio sulla classificazione e comparazione, a livello europeo e internazionale, della spesa pubblica nazionale per finalità previdenziali e assistenziali. La Commissione conclude i lavori entro il 30 settembre 2018

Rita 2018, pensione complementare con 10 anni di anticipo ( comma 168)
La Rita, rendita integrativa anticipata, consiste nella possibilità di ottenere in anticipo la pensione complementare, rispetto alla maturazione dei requisiti previsti per la pensione principale: in questo modo, il costo dell’Ape volontario può essere diminuito o addirittura azzerato, nel caso in cui la rendita anticipata sia consistente.
Hanno diritto alla pensione integrativa anticipata, o Rita, gli iscritti alla previdenza complementare che risultano disoccupati da almeno 24 mesi (non più da almeno 48 mesi), possiedono almeno 20 anni di contributi e maturano entro 5 anni i requisiti per la pensione di vecchiaia.
Inoltre, la rendita può essere richiesta con un anticipo di 10 anni rispetto alla data di maturazione dei requisiti della pensione principale, nell’ipotesi in cui l’anticipo decennale sia previsto dallo statuto o dal regolamento del fondo di previdenza complementare a cui il lavoratore aderisce.

Fondi territoriali
Il Comma 171 contiene disposizioni e a favore dei fondi territoriali come Laborfond e Fopadiva. Salva diversa volontà del lavoratore, quando la contrattazione collettiva o specifiche disposizioni normative disciplinano il versamento di contributi aggiuntivi a fondi pensione negoziali di categoria operanti su base nazionale, tale versamento è effettuato nei confronti dei fondi pensione negoziali territoriali di riferimento esistenti alla data di entrata in vigore della legge di bilancio 2018, anche in caso di lavoratori che non abbiano destinato il proprio trattamento di fine rapporto (TFR) alla previdenza complementare.
Qualora il lavoratore sia invitato, per effetto di una disposizione normativa o contrattuale, ad esprimere una scelta circa la destinazione del contributo aggiuntivo e non manifesti alcuna volontà, per l’individuazione del fondo si applicano i criteri previsti dall’articolo 8, comma 7,ettera b), del decreto legislativo 252/05, salvo che sia già iscritto ad un fondo. In tal caso il contributo si aggiunge alla posizione già in atto.
Soppressione FONDINPS Articolo 1, commi 173 – 176

I commi da 173 a 176, prevedono la soppressione di FONDINPS, cioè del fondo pensione residuale istituito al fine di accogliere le quote di TFR maturando non destinato in forma esplicita ad un fondo pensione (cd. TFR tacito).
La soppressione è disposta con decorrenza stabilita con apposito decreto interministeriale (di cui non viene individuato un termine per l’emanazione) (comma 173). Con il medesimo decreto interministeriale viene individuato il fondo pensione (fra i fondi pensione negoziali di maggiori dimensioni sul piano patrimoniale e idoneo assetto organizzativo) cui far affluire le quote di TFR maturando in precedenza destinate a FONDINPS (comma 174). Alla forma pensionistica così individuata sono altresì trasferite le posizioni individuali costituite presso FONDINPS ed esistenti alla data di soppressione della stessa.

Camillo Linguella

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[986] Best Of Boom Bust Part 2


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