This video covers the Q&A that followed the presentation by Professor William Mitchell at the British Labour Party Annual Conference Fringe Event, September 25, 2017. The main presentation is at https://www.youtube.com/watch?v=Liv0DKvRLvA The presentation introduces the Reclaiming the State Project – www.reclaimthestate.org – and discusses the new book by William Mitchell and Thomas Fazi – Reclaiming the State A Progressive Vision of Sovereignty for a Post-Neoliberal World (Pluto, September 2017). More information: 1. http://bilbo.economicoutlook.net/blog 2. http://www.billmitchell.org Thanks to Colin Stevens for filming and editing.
Categoria: Economia
Ultimo aggiornamento delle riserve auree mondiali: settembre 2016 su dati di luglio o precedenti. Viene aggiornata la quantità di oro per i primi 100 Paesi. I cambiamenti di rilievo sono 2:
- Durante il 2016 il Venezuela ha venduto molto oro a causa della crisi valutaria per procurarsi valuta estera. Esce dunque dai primi 20 posti della classifica passando da 361 a 194 tonnellate.
- La percentuale di riserve in oro è cresciuta per la quasi totalità degli Stati a causa dell’aumento significativo del prezzo dell’oro.
Riserva aurea italiana ritratta da un servizio di “Passaggio a Nord Ovest”
Le banche centrali mondiali, a cui vanno aggiunti anche organismi internazionali quali il Fondo Monetario Internazionale (FMI) e la Banca dei regolamenti internazionali (BRI), detengono un totale di 32.397 tonnellate di oro (dati World Gold Council – settembre 2015) e gli USA detengono il primato delle riserve auree mondiali con 8.133 tonnellate. (Tabella completa di 116 Paesi in fondo all’articolo)
L’oro estratto nel corso della storia e presente nel mondo è stato stimato in 186.700 tonnellate alla fine del 2015(1) portando l’oro detenuto dalle banche centrali a circa il 17% dell’oro presente nel mondo. La quantità di oro detenuta dalla somma delle banche non è variata molto con alcune nazioni che dal 2000 si sono liberate dell’oro posseduto come riserva (vedere oro della Norvegia) ed altre come la Cina che hanno continuato ad accumulare il metallo aureo.
In totale nel primo trimestre del 2000 le banche centrali detenevano 33.028 tonnellate di oro e il loro livello è andato a scendere fino a poco prima della crisi del 2007-8 fino a raggiungere 29.766 tonnellate a fine 2007. Da quel momento, con l’avvento della crisi le banche centrali sono tornate ad accumulare oro come riserva tornando ai livelli odierni di 32.397 tonnellate. Sono state specialmente le economie asiatiche ad accumulare ricchezze in oro insieme alla Russia, quest’ultima specialmente dopo la crisi.
La linea blu del grafico in basso rappresenta invece l’andamento delle riserve totali delle banche centrali (non solo quelle aurifere) e si nota una crescita consistente da inizio secolo a oggi essendo aumentata in termini nominali di ben 6 volte. La linea grigia rappresenta invece il valore espresso in milioni di dollari delle riserve auree: anch’esse aumentando significativamente grazie all’aumento del valore dell’oro perché come abbiamo visto la quantità di oro detenuta è rimasta praticamente invariata.
Il valore delle riserve auree delle banche centrali è aumentato da 293.000 a 1.154.000 milioni di dollari nel giro di 15 anni. Tuttavia si può notare un costante calo delle riserve in oro rispetto al totale delle riserve (dal 14,47% del 2000 fino al 9,45% del 2015).
Grafico 1 – Riserve delle banche centrali e percentuale delle riserve auree sulle riserve totali (2)
Se pensiamo che alcuni Stati come quelli accennati prima (Cina e Russia) abbiano aumentato la loro percentuale di riserve in oro siamo possiamo commettere un errore di valutazione. Ad esempio, la Cina ha sì aumentato la quantità di oro passando da 395 a 1828 tonnellate negli ultimi 15 anni; però alla stessa maniera è aumentata in maniera pressoché simile la quantità di riserve. Quindi la linea verde nel grafico in basso mostra che le riserve auree della Cina sono passate da poco oltre il 2% fino al 2,4% odierno.
Analogamente la Russia è partita da una percentuale di riserve auree di oltre il 24%, scendendo con l’introduzione dell’euro fino al 2% poco prima della crisi e tornando ad acquistare oro in maniera importante solo dopo la crisi per ritornare ad un 16,5% di riserve auree. Allo stesso modo l’India ha aumentato le sue riserve auree ma in termini percentuali è passata dall’8,2% al 6,6%.
In controtendenza invece la Turchia che non solo ha accumulato svariate tonnellate di oro dal 2000 al 2015 ma è passata da un 4,3% di riserve auree fino all’odierno 16,6%.
Grafico 2 – Riserve della Cina e percentuale di quelle auree sul totale (2)
RISERVE AUREE MONDIALI PER PAESE
Le riserve auree nella tabella in basso mostrano che gli Stati Uniti possiedono 1/4 delle risorse auree mondiali ed avendo una moneta utilizzata come riserva da molte banche centrali fanno in modo che l’oro sia la loro principale riserva costituendo a settembre del 2015 quasi il 73% delle riserve totali. Per sapere a quanto ammontano le riserve auree italiane ufficiali conservate in Banca d’Italia bisogna scendere di poco in classifica. Infatti l’Italia si posiziona quarta e terza come Paese (dopo Stati Uniti e Germania) con le sue 2.451,8 tonnellate di oro.
Le riserve ufficiali italiane sono rimaste costanti dal 2000 mentre è aumentato con il tempo il peso che queste riserve hanno sulle riserve totali (passando dal 46% al 69,7%). Nelle prime posizioni notiamo la vendita di oro di Francia e Svizzera, rispettivamente 3024,6 e 2590,2 nel primo trimestre del 2000) e il costante acquisto di oro, specialmente dopo il 2007, di Cina, Russia, India e Turchia.
La tabella in basso illustra le tonnellate di oro detenute da 121 banche centrali ed istituzioni internazionali.
PosPaese o istituzioneTonnellate% oro su riserve totali
1 Stati Uniti8.133,576,2%
2 Germania3.378,270,1%
3FMI2.814,0
4 Italia2.451,869,7%
5 Francia2.435,667,2%
6 Cina1.828,62,4%
7 Russia1.506,016,5%
8 Svizzera1.040,06,6%
9 Giappone765,22,6%
10 Paesi Bassi612,564,4%
11 India557,86,6%
12 BCE504,828,0%
13 Turchia460,316,6%
14 Taiwan422,74,0%
15 Portogallo382,567,6%
16 Arabia Saudita322,92,4%
17 Regno Unito310,39,2%
18 Libano286,824,5%
19 Spagna281,619,5%
20 Austria280,045,5%
21 Kazakistan241,433,9%
22 Belgio227,438,5%
23 Filippine196,29,9%
24 Venezuela194,264,7%
25 Algeria173,65,2%
26 Thailandia152,43,7%
27 Singapore127,42,2%
28 Svezia125,78,9%
29 Sudafrica125,211,7%
30 Messico121,12,9%
31 Libia116,66,4%
32 Grecia112,763,2%
33 Corea del Sud104,41,2%
34BRI104,0
35 Romania103,711,0%
36 Polonia102,94,0%
37 Iraq89,87,1%
38 Australia79,96,9%
39 Kuwait79,010,5%
40 Indonesia78,13,0%
41 Egitto75,618,9%
42 Brasile67,20,8%
43 Danimarca66,54,2%
44 Pakistan64,512,5%
45 Argentina61,78,2%
46 Finlandia49,119,5%
47 Bolivia42,515,9%
48 Bielorussia40,540,2%
49 Bulgaria40,36,8%
50UEMOA36,512,4%
51 Malesia36,41,6%
52 Perù34,72,5%
53 Giordania34,59,4%
54 Slovacchia31,742,6%
55 Azerbaijan30,218,7%
56 Siria25,86,3%
57 Ucraina25,27,7%
58 Sri Lanka22,515,4%
59 Marocco22,03,7%
60 Afghanistan21,912,6%
61 Nigeria21,42,9%
62 Serbia18,57,5%
63 Cipro13,964,9%
64 Bangladesh13,82,0%
65 Cambogia12,46,5%
66 Qatar12,41,4%
67 Tagikistan12,380,1%
68 Ecuador11,823,7%
69 Mauritius11,410,3%
70 Repubblica Ceca9,80,6%
71 Laos ***8,925,7%
72 Ghana8,78,1%
73 Paraguay8,25,3%
74 Emirati Arabi Uniti7,50,4%
75 Birmania7,34,2%
76 Guatemala6,93,4%
77 Macedonia6,810,2%
78 Tunisia6,83,9%
79 Lettonia6,68,7%
80 Nepal6,13,1%
81 Irlanda6,07,2%
82 Lituania5,815,5%
83 Bahrain4,73,4%
84 Kirghizistan4,49,4%
85 Brunei3,84,2%
86 Colombia3,50,3%
87 Slovenia3,216,4%
88 Aruba3,113,6%
89 Ungheria3,10,5%
90 Bosnia ed Erzegovina3,02,6%
91 Guinea2,423,6%
92 Mongolia ***2,45,5%
93 Lussemburgo2,29,1%
94 Hong Kong2,10,0%
95 Islanda2,01,4%
96 Papua Nuova Guinea2,05,1%
97 Trinidad e Tobago1,90,8%
98 Mozambico1,93,6%
99 Haiti1,83,8%
100 Canada ***1,70,1%
101 Albania1,62,2%
102 Yemen1,61,3%
103 El Salvador1,41,6%
104 Suriname1,312,0%
105 Honduras**0,7
106 Repubblica Dominicana0,60,4%
107 Malawi0,42,0%
108 Estonia0,22,2%
109 Cile0,20,0%
110 Uruguay0,10,0%
111 Malta0,10,6%
112 Costa Rica0,10,0%
113 Figi**0,0
114 Burundi0,00,6%
115 Oman*0,0
116 Kenya*0,0
117 Comoros0,00,5%
118 Norvegia0,00,0%
119 Armenia0,00,0%
120 Croazia0,00,0%
121 Nicaragua0,00,0%
* = dati primo trimestre 2015** = dati secondo trimestre 2015*** = dati febbraio 2016
Fonte dati: World Gold Council
(1) [EN] Offerta di oro – World Gold Council(2) Elaborazioni di Investire in oro su dati [EN] World Gold Council
Sai quante sono le riserve petrolifere nel mondo? Scoprilo nella classifica delle riserve di petrolio con una classifica di 76 Paesi.
Finalmente dopo una lunga gestazione è diventato disponibile il testo della finanziaria 2018. Come era prevedibile è una finanziaria di galleggiamento che cerca di non scontentare nessuno, scontentando di conseguenza tutti, a cominciare dall’Unione Europea, che comunque, ritualmente ha già inviato la sua protesta ciclostilata. Poi c’è la grossa incognita della campagna elettorale e non si sa al momento se il prevedibile assalto alla diligenza sarà respinto.
La parte più risicata è quella relativa alle pensioni. Era scontato del resto, Le pensioni avevano fatto la parte del leone nella corrente legge di bilancio, anche se quasi tutte le relative disposizioni sono rimaste sulla carta.Il piatto forte atteso per quest’anno era il blocco dell’innalzamento del limite di età che inopinatamente non è stato posto e sul quale dopo un paio di giorni di surplace, tutti indistintamente ne chiedono lo stop o il rinvio. Basta leggere i giornali di ieri, da Avvenire al Fatto Quotidiano, passando per Repubblica e Corriere. Sempre ieri fra governo e sindacato si è discusso del blocco dell’età pensionabile ed è stato stabilito un tavolo tecnico che riguarderà la possibilità di dare una disciplina diversa a coloro che svolgono lavori gravosi. Padoan, ha precisato tuttavia che «il principio di adeguamento dell’età resta confermato. Eventuali modifiche non dovranno intaccare la sostenibilità del sistema previdenziale che è un pilastro fondamentale della sostenibilità finanziaria del paese». Il 13 novembre, data del prossimo incontro, sarà verificata la reale disponibilità a cambiare i meccanismi dell’età pensionabile.
Mentre si apre questo spiraglio sull’età, neppure sulla complementare c’è niente, tranne una puntualizzazione sulla Rita che ormai è declinata in tutte le salse e presente in vari modi nella legge di bilancio 2017, nella legge sul mercato e la concorrenza e sull’attuale legge per il 2018. Come se tutti gli italiani fossero iscritti alla complementare e non si trattasse di una cosa residuale. Non si può legare la flessibilità in uscita ( leggasi pensionamento anticipato) all’anticipo della rendita della complementare. Al massimo interesserà un centinaio di persone.
Comunque all’art. 23 del ddl c’è la “Stabilizzazione e semplificazione della rendita integrativa temporanea anticipata” che riconsente ai lavoratori iscritti ad una forma di previdenza complementare fino a cinque anni prima di maturare i requisiti previsti dalla legge Fornero e che abbiano almeno 20 anni di contributi e iscritti ai fondi pensioni con esclusione di quelli a prestazione definita, per il periodo dalla domanda e fino al conseguimento dell’età anagrafica previste per la pensione di vecchiaia un anticipo della rendita consistente nell’erogazione frazionata del capitale accumulato interamente o in parte.
La Rita è riconosciuta altresì ai lavoratori che risultino inoccupati per un periodo di tempo superiore a 24 mesi e che maturino l’età anagrafica per la pensione di vecchiaia entro i 10 anni successivi.
La parte imponibile della rendita rendita così determinata è assoggettata alla ritenuta fiscale con aliquota del 15% ridotta di una quota di 0,30 punti per ogni anno eccedente il 15º di iscrizione fino al massimo di riduzione di sei punti cioè si paga il 9 per cento.
S
Queste disposizioni si applicano anche ai dipendenti pubblici scritti a Perseo Sirio o Espero.
I quali lavoratori pubblici si aspettavano l’equiparazione delle regole fiscali fra settore pubblico e privato, perchè era stato garantito dal governo. La legge contiene anche delle marginali modifiche all’ape sociale, come l’estensione del beneficio anche ai disoccupati con contratti a termine a condizione che abbiano avuto, nel 36 mesi precedenti la cessazione del rapporto periodi di lavoro dipendente per almeno 18 mesi.
Per le donne che richiedono l’ape sociale e si trovano in stato di disoccupazione con 63 anni di età e 30 di contributi, assistono da almeno sei mesi, il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravita’ ai sensi dell’articolo 3, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104, con 63 anni di età e 30 di contributi, hanno una riduzione della capacita’ lavorativa, accertata dalle competenti commissioni per il riconoscimento dell’invalidita’ civile, superiore o uguale al 74 per cento e sono in possesso di un’anzianita’ contributiva di almeno 30 anni, svolgono lavori gravosi e sono in possesso di un’anzianità contributiva di almeno 36 anni, il requisito contributivo è ridotto di 6 mesi per ogni figli nei limiti di 2 anni al massimo.
Infine la finanziaria prevede che lo Stato ripiani i conti Inps per 88. 878 milioni di euro.
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Autore: clinguella@finanza Finanza.com Blog Network Posts
Piazza Affari. Il mercato italiano ha aperto l’ultima seduta dell’ottava sopra 23mila punti. Per lo sviluppo futuro dell’indice FTSE Mib sarà fondamentale mantenere le quotazioni al di sopra di questo importante livello statico e psicologico. Gli step individuati per la settimana entrante sono stimati a 23.130 e 23.200 punti.
Sotto la lente. Ancora le evidenze trimestrali a muovere i principali titoli del listino. Ieri è toccato a Ferrari che aveva da poco raggiunto un nuovo massimo assoluto. L’azienda di Maranello ha alzato le guidance per fine anno, ma meno rispetto a quanto stimato dal consenso. La reazione, dal punto di vsta tecnico, del mercato ha fatto scivolare le quotazioni di qualche punto ed il prezzo è tornato a testare le ex resistenze statiche e psicologiche a 100 euro.
Più contrastato il quadro tecnico di Mediaset. Il titolo sta provando una difficile risalita dopo il contatto con i supporti statici a 2,90 euro. La prova più dura sarà affrontare la resistenza statica posta a 3,20 euro, in quanto solo il breakout di questo livello andrebbe ad interrompere la serie di massimi decrescenti partita da inizio anno.
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Autore: redazione [email protected] Finanza.com Blog Network Posts
La Legge di bilancio 2018 conferma i bonus per la ristrutturazione della casa e aggiunge quelli per giardini, balconi, terrazzi
Se avete un balcone, un terrazzo, un giardino e avete bisogno di “rinverdirlo”, è arrivato il momento di farlo. La Legge di bilancio 2018, il cui testo finale ha appena iniziato il suo percorso di approvazione alle Camere, contiene nuove detrazioni per chi desidera ristrutturare le “aree verdi” della sua abitazione.
A quanto ammonta il bonus
Il vantaggio fiscale per il contribuente è del 36% e verrà detratto dall’Irpef 2018 e dovrà essere spalmato su dieci anni. Il limite massimo di spesa è pari a 5.000 euro per ogni unità immobiliare. Lo sconto massimo ottenibile è quindi pari a 1.800 euro che, su dieci anni fanno 180 euro di detrazioni annuali. Attenzione però che questi vantaggi non sono trasferibili per successione in caso di decesso del beneficiario.
Conservate i documenti green
Per accedere allo sconto fiscale è naturalmente necessario conservare tutta la documentazione relativa alle spese effettuate: ricevute, bonifici, ricevute dei pagamenti effettuati con carte di credito o di debito, fatture, scontrini che riportino sia il codice fiscale di chi acquista sia la tipologia e la quantità dei prodotti comprati.
Atteso un giro d’affari da 1,2 miliardi
Secondo le stime del governo la ristrutturazione delle parti esterne degli immobili dovrebbe generare un giro d’affari pari a 1,2 miliardi di euro, 600 milioni dei quali discendenti dal bonus fiscale.
Confermate le altre detrazioni per la casa
Il Bonus verde è l’unica novità per le detrazioni sulla casa. Nel testo sono confermate tutti gli altri vantaggi fiscali già previsti: l’Ecobonus per interventi di risparmio energetico (65%), Bonus ristrutturazione per interventi di manutenzione, ristrutturazione e recupero di edifici esistenti (50%), Bonus mobili (50%), Sisma bonus per interventi antisismici in zone ad elevata pericolosità sismica (dal 70 all’80%).
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Autore: Redazione Finanza.com Finanza.com Blog Network Posts