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Mercati aprono su massimi nel “day after” Bce: FTSE Mib aggancia quota 22.900 punti

Il day after Bce porta con sè gli effetti positivi mostrati sul mercato già ieri: i principali indici azionari hanno infatti aperto in netto rialzo. Piazza Affari è allineata e pochi minuti dopo la partenza il FTSE Mib ha raggiunto un nuovo massimo a due anni in area 22.900 punti.

Sotto la lente. Positiva l’apertura anche a Francoforte dove l’indice Dax si è spinto ancora oltre i precedenti massimi assoluti. A generare il segnale di acquisto partito ieri è stato il movimento che ha consentito il breakout della linea di tendenza ottenuta unendo i massimi decrescenti del mese di ottobre. I successivi riferimenti tecnici possono essere individuati, al rialzo, ad esempio in area 13.500 punti.

Lap positivo sul grafico a 30 minuti dell’Eurostoxx 50. Il movimento di ieri è servito a testare la consistenza dei supporti a 3.588 punti per poi ripartire alla volta dei massimi dell’anno risalenti all’8 maggio scorso a 3.666 punti.

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Economia

Setup e Angoli di Gann: FTSE MIB INDEX 27 Ottobre 2017

Setup e Angoli di Gann
FTSE MIB INDEX

Setup Annuale:
ultimi:
2016 (range 15017/21194 ) ) [ uscita rialzista ]
prossimo 2017

Setup Mensile:
ultimo Agosto (range 21329 / 22065 ) [ uscita rialzista ]
prossimi Ottobre, Dicembre

Setup Settimanale:
ultimi: prossimi 9/13 ottobre ( range 22261//22564 ) [ uscita ribassista ] annullato
prossimi 30 Ott/ 3 Nov, 13/17 Nov

Setup Giornaliero
ultimo : 26 Ottobre (range 22464/ 22838 + event est. ) [ in attesa ]
prossimi 30,31

Angoli annuali indice 2017 16500, 17400, 19800/20000, 20600, 22500, 23900
Angoli annuali comit 2017 755, 869, 1010, 1088/1094, 1155, 1280, 1330 ,1510

Angoli Mensili Ottobre 20750, 21650, 22400, 23100/23200
Angoli Mensili Novembre 21800, 22180, 22980, 23750
Angoli Settimanali: 21830, 22180, 22700, 23100,
Angoli Giornalieri 22405, 22572, 22716,22788,22842,23002

I commenti giornalieri sull’articolo riguardante i Setup e gli Angoli di Gann saranno sempre disabilitati e continuerano sempre sull’articolo unico settimanale.

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Ransomware Rises


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KING of DEBT: è record di debiti per le aziende USA

Tutti gli occhi sono puntati verso il Meeting BCE di oggi, un meeting che vi ho già anticipato in QUESTO POST, dove ci aspettiamo la comunicazione del tapering ed una forward guidance importante per il 2018.

Intanto però l’economia USA, diciamolo chiaramente, continua a correre e quindi rende sempre più giustificabile un aumento dei tassi, anche solo con l’obiettivo di evitare un surriscaldamento dell’economia.

Il mercato, che vede lungo, sente quindi odore di stretta monetaria e quindi può fare solo una cosa: colpire tanto per cominciare il mercato obbligazionario. E difatti succede quello che ho già anticipato nel video TRENDS dello scorso weekend. Il Tnote decennale USA rompe quota 2,40% e prende il volo (come rendimento) indirizzandosi verso quota 2,60%

Fin qui tutto logico. Ma se la logica fosse di casa, sarebbe stato lecito aspettarsi anche una reazione del Dollaro USA. In effetti il differenziale dei tassi tende ad allargarsi e quindi un USD più tonico era più che lecito. Ed invece no, non è stato il Dollaro a reagire negativamente, ma proprio la borsa che, invece, poteva godere della ondata reflattiva, festeggiando con un rialzo. Ed invece no.
Trovare delle motivazioni poteva essere non facile. In realtà una buona ragione potrebbe essere questa, il debito.

(…) le società quotate alla Borsa americana abbiano disponibilità di cassa per circa 1900 miliardi di dollari di cui mille in capo a 25 big di Wall Street tra cui spiccano 5 colossi della tecnologia (Apple, Microsoft, Alphabet, Oracle e Cisco System) che da soli hanno risorse liquide per oltre 500 miliardi. (…) In una posizione ben diversa si trova il resto delle aziende americane che deve fare i conti con debito maxi pari a 5100 miliardi di dollari a fronte di una cassa di appena 900. Escluse le 25 big oggi le aziende americane hanno una disponibilità di cassa pari al 17% del loro indebitamento. Si tratta del livello minimo dal 2008, l’anno della grande crisi finanziaria. Nonostante la profittabilità delle aziende americane sia migliorata – segnala ancora S&P – la leva finanziaria (cioè il debito in rapporto ai profitti operativi) è elevata. Per le società che hanno un merito di credito alto (“investment grade” in gergo) il rapporto tra debito e margine operativo è di 2,5 volte mentre per quelle con rating spazzatura siamo addirittura a 5 volte. In entrambi i casi siamo ai massimi da un decennio a questa parte. (Source)

Credo che questo sia più che sufficiente per comprendere da una parte l’anomalo movimento del dollaro USA (quindi con tassi in aumento, che fine farà questo debito che diventerà per queste aziende PIU’ oneroso?) e dall’altra uno di quegli eccessi di cui tanto abbiamo parlato e che non hanno fatto altro che peggiorare in tutti questi mesi. Con un mercato High Yield che per molte aziende è diventato un business da di cui approfittare (vista la fame di rendimenti) e che quindi è cresciuto a dismisura.

Quindi, finchè la ruota gira, tutto bene e i meccanismi continuano ad andare nella direzione voluta dal sistema. Un bel giorno però qualcosa potrebbe incepparsi. Intanto però il personaggio fotografato nell’apertura del post è un fautore di questa mentalità. E con la riforma fiscale, il debito non solo privato potrà ulteriormente espandersi.

This is THE NEW NORMAL, isn’t it?

Stop.

STAY TUNED!

Danilo DT

(Clicca qui per ulteriori dettagli)
Questo post non è da considerare come un’offerta o una sollecitazione all’acquisto. Informati presso il tuo consulente di fiducia.
NB: Attenzione! Leggi il disclaimer (a scanso di equivoci!)

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Eurostoxx 50, aggiornati minimi del mese: a rischio supporto a 3.588 punti

Oggi è il giorno della Bce, con Mario Draghi chiamato a chiarire i punti nevralgici delle strategie future dell’istituto. Per molti mercati la seduta odierna potrebbe rappresentare un’importante spartiacque, di continuaizone o inversione rispetto agli attuali trend.

Sotto la lente. Focus odierno per due importanti strumenti su cui si rifletterà l’interesse di molti investitori. Il cambio euro/dollaro (eur/usd) nel mese di ottobre ha trovato il suo baricentro a 1,18 dopo aver lasciato i picchi di fine settembre a 1,20 ed aver disegnato una serie di massimi decrescenti.

L’Eurostoxx 50 invece si avvicina alla conferenza di Draghi sui minimi del mese, mettendo anche a rischio la tenuta dei sostegni a 3.588 punti, che per gran parte del mese hanno arginato le spinte ribassiste e offerto un’opportunità per entrare a mercato ai longhisti.

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