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L’India vuole installare decine di GW di rinnovabili ai confini con il Pakistan


Author: Luca Re QualEnergia.it

Il governo si aspetta di raggiungere l’obiettivo previsto di 175 GW al 2022 e rilancia con nuovi progetti eolici-solari. Stime e indiscrezioni.

L’India sta pianificando di realizzare una notevole quantità di GW di nuovi impianti a fonti rinnovabili, perlopiù in due stati, Gujarat e Rajasthan, lungo il confine occidentale con il Pakistan.

Lo riportano alcune agenzie, in particolare AFP e Bloomberg, anche se le cifre divergono: la prima parla di 55 GW totali, la seconda di 30 GW.

Si tratta in ogni caso di numeri importanti, che confermerebbero la volontà del governo indiano di avvicinarsi sempre di più all’obiettivo di 175 GW di rinnovabili nel 2022 e addirittura 450 GW nel 2030 con una massiccia espansione dei grandi progetti eolici e solari (vedi anche qui).

Tra l’altro, pochi giorni fa, il ministero indiano delle energie rinnovabili ha risposto alle critiche della società di consulenza CRISIL, secondo cui il paese non riuscirà a centrare il traguardo stabilito per il 2022.

In una nota, il ministero evidenzia che il governo si aspetta non solo di raggiungere, ma anche di superare l’obiettivo prestabilito di 175 GW.

Difatti, spiega la nota, in India alla fine di settembre 2019 erano installati oltre 82 GW di rinnovabili (+138% rispetto ai 34 GW in esercizio nel 2014) con circa 31 GW già in fase di sviluppo/costruzione; considerando altri 39 GW che sono attualmente in varie fasi dei processi di assegnazione e che dovrebbero essere installati entro settembre 2021, si arriverà all’87% circa del traguardo previsto tra due anni, con solamente 23 GW ancora da assegnare a livello nazionale.

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Energia

Radiazioni ionizzanti, l’Italia corre ai ripari

Author: redattore Rinnovabili

Radiazioni ionizzanti

Credits: cadop da Pixabay

Sotto infrazione per il mancato recepimento della direttiva Euratom, il Governo prende la delega per una legge sulle radiazioni ionizzanti

(Rinnovabili.it) – A luglio di quest’anno, la Commissione Europea ha deciso di deferire l’Italia alla Corte di giustizia dell’UE a causa del mancato recepimento delle norme di sicurezza relative ai pericoli derivanti dall’esposizione alle radiazioni ionizzanti.

Le radiazioni ionizzanti sono onde elettromagnetiche ad alta energia, sufficiente a produrre quella che viene indicata come “ionizzazione del mezzo in cui si propagano”. In poche parole, le radiazioni sono ionizzanti se sono in grado di spezzare gli atomi e includono i raggi X (come quelli impiegati per radiografie e Tac), i raggi gamma (usati per PET e scintigrafie) e gli elettroni utilizzati in alcuni tipi di radioterapia. È provato che le radiazioni ionizzanti, quando colpiscono e danneggiano le cellule del nostro corpo, aumentano il rischio di tumori e la probabilità che questo avvenga dipende, ovviamente, dalla quantità di radiazioni a cui si è esposti.

La direttiva 2013/59/Euratom del Consiglio Europeo, per questa ragione, si esprime in materia di radioprotezione e stabilisce delle norme soprattutto per la sicurezza nelle strutture ospedaliere, sia per i lavoratori, sia per pazienti e visitatori. Nel dicembre 2013, gli Stati membri hanno convenuto di recepire la direttiva entro il 6 febbraio 2018 e di comunicare alla Commissione le misure e le disposizioni adottate nel diritto nazionale. Tuttavia, nel maggio del 2018, l’Italia ha subito un procedimento di frazione, che ha poi condotto il paese di fronte alla Corte di giustizia.

Per tale ragione, è iniziata la corsa del Governo italiano per il recepimento della direttiva Euratom e, con la legge del 4 ottobre 2019, l’Esecutivo acquisisce la delega secondo precisi criteri di recepimento che  dovranno essere osservati affinché l’Italia possa mettersi in regola. Ma quali interventi saranno messi in campo? Tra i principali, l’obbligo di registrazione e di comunicazione dei dati per gli utilizzatori, i commercianti e gli importatori di sorgenti radioattivi. Inoltre, la delega per il recepimento comprende anche misure per la razionalizzazione e la semplificazione delle procedure per la raccolta e il trasporto di rifiuti radioattivi.

>>Leggi anche Stoccaggio dei rifiuti radioattivi, siamo già in una crisi globale<<

In generale, il Governo dovrà emanare un nuovo testo normativo di riassetto della materia, prevedere misure per il rafforzamento della protezione dell’ambiente dagli effetti dannosi delle radiazioni ionizzanti, nonché rivedere l’apparato sanzionatorio amministrativo e penale.

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Ecobonus e cessione del credito per investire nel risparmio energetico con Viessmann


Author: Leonardo Berlen QualEnergia.it

Con la cessione del credito sconto immediato in fattura. Viessmann supporta a livello formativo tutti i suoi installatori nell’adempimento delle procedure per l’ecobonus e la cessione del credito.

Per gli interventi che aiutano a risparmiare sui consumi domestici ci sono oggi soluzioni molto convenienti:

Per l’’installazione di un climatizzatore ad alta efficienza, l’acquisto di caldaie a condensazione, pompe di calore, impianti solari termici o fotovoltaici, ad esempio Viessmann, rivolgendosi al proprio installatore, dà la possibilità di rinnovare l’impianto di riscaldamento e di climatizzazione con uno sconto immediato in fattura, grazie alle novità 2019 di Ecobonus e cessione del credito.

L’entrata in vigore del Decreto Crescita (Legge 28 giugno 2019, n°58) consente di optare per uno sconto immediato in fattura pari al valore delle detrazioni fiscali previste per interventi di riqualificazione energetica e riduzione del rischio sismico (Ecobonus qualificato).

In questo modo, l’utente finale è nelle condizioni ideali per poter approfittare di uno sconto pari all’ammontare delle corrispondenti detrazioni, sostenendo la sola spesa della quota non incentivabile in fattura.

Ad oggi, tutti gli interventi di riqualificazione energetica (ecobonus) permettono di accedere, se in possesso dei requisiti adeguati, a detrazioni fiscali del 50% o del 65% fino al 31 dicembre a seconda del tipo di intervento effettuato; per entrambe le detrazioni il recupero delle spese è previsto nell’arco di 10 anni.

La novità 2019, invece, è la “cessione del credito” che viene offerta all’utente finale dal Decreto Crescita, per gli interventi di Ecobonus qualificato.

Tale sconto potrà essere quindi anticipato dal fornitore che ha eseguito gli interventi. Se il contribuente ottiene lo sconto immediato, il fornitore recupera l’importo sotto forma di credito d’imposta in cinque quote annuali di pari importo. Il fornitore ha però anche un’altra alternativa alla compensazione, ovvero cedere a sua volta il credito d’imposta ai propri fornitori, come per esempio Viessmann.

Attraverso l’utilizzo di questo strumento è ora possibile evitare di attendere 10 anni e ottenere la monetizzazione immediata della detrazione, sotto forma di uno sconto di pari importo sul corrispettivo da parte del prestatore di lavori come, per esempio, l’installatore.

Viessmann supporta a livello formativo tutti i suoi installatori nell’adempimento delle procedure esplicitate sul portale dedicato dell’Agenzia delle Entrate.

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Terre incontaminate: bisogna aumentare l’estensione delle aree protette

Author: redattore2 Rinnovabili

Terre incontaminate:

Credit: Bureau of Land Management (CC BY 2.0)

Uno studio della National Geographic Society mostra che la frammentazione delle zone selvagge è una minaccia concreta

(Rinnovabili.it) – Circa la metà della superficie terrestre non coperta dai ghiacci rimane relativamente selvaggia, anche se molte di queste terre incontaminate risultano frammentate in piccole porzioni isolate e, per questo motivo, in grave pericolo. 

A suggerirlo sono i risultati dell’enorme inventario compilato dal 2017 al 2018 dalla National Geographic Society e pubblicato  a inizio ottobre. Lo studio conclude che, nonostante i danni ambientali diffusi causati dallo sviluppo umano (insediamenti urbani e coltivazioni in primis), esiste ancora la possibilità di proteggere le terre incontaminate o rimaste relativamente selvagge. “Non è troppo tardi per puntare in alto“, ha detto Andrew Jacobson, professore di sistemi di informazione geografica al Catawba College nella Carolina del Nord e autore principale dello studio.

>>Leggi anche Così l’Antropocene sta distruggendo le ultime terre incontaminate<<

Jacobson ha guidato un team di ricercatori utilizzando tecniche di mappatura satellitare per misurare gli impatti umani in tutto il mondo e identificare le aree con la più bassa concentrazione umana. La maggior parte di queste aree si trovano oggi nelle remote foreste boreali del Canada settentrionale e della Russia, lungo gli altopiani dell’Asia centrale, in particolare in Tibet e Mongolia, nei deserti del Nord Africa e dell’Australia e nelle foreste pluviali tropicali del bacino amazzonico. “È una buona notizia per il pianeta: i risultati suggeriscono che circa la metà della terra non ghiacciata è ancora relativamente vergine dall’attività umana, il che lascia aperta la possibilità di espandere la rete globale di aree protette e costruire habitat più grandi e tra loro collegati”, ha aggiunto Jacobson.

>>Leggi anche In solo 5 Paesi il 70% delle ultime zone selvagge al mondo<<

Lo studio si è infatti concentrato non solo sulla posizione geografica delle aree a basso impatto umano, ma anche sulle loro dimensioni e forme. In questo caso, i risultati sono stati meno rassicuranti, dimostrando al contrario che molte terre incontaminate risultano frammentate in piccoli pezzi isolati e tra loro separati sia da caratteristiche morfologiche naturali (come corsi d’acqua o rilievi montuosi) che da opere umane, come strade, coltivazioni ed insediamenti. “La metà delle zone in foreste temperate, foreste tropicali secche o foreste di conifere tropicali, ha spiegato Jason Riggio, scienziato della conservazione presso la UC Davis e coautore del rapporto “erano a meno di un miglio da insediamenti umani”.

La frammentazione delle aree selvagge e, soprattutto, la loro estrema vicinanza agli insediamenti sono il principale pericolo per gli ecosistemi: “se vogliamo raggiungere gli obiettivi climatici globali e gli obiettivi di sviluppo sostenibile evitando una crisi di estinzione globale, dobbiamo incoraggiare una maggiore protezione degli ecosistemi”, ha detto Jonathan Baillie, vicepresidente esecutivo e capo scienziato della National Geographic Society.

Questo rapporto ha concluso Jacobson mostra che è tardi ma che c’è ancora del tempo. Possiamo ancora notevolmente aumentare l’estensione delle aree protette ma dobbiamo agire rapidamente. Le pressioni stanno aumentando e la perdita e la frammentazione dell’habitat stanno rapidamente erodendo gli ecosistemi e la biodiversità in essi contenuta”. 

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Realizzazione impianto FV su edificio scolastico, bando a Sarno (SA)


Author: Giorgia Piantanida QualEnergia.it

Il Comune di Sarno (SA) appalta l’affidamento dei lavori di realizzazione di un impianto fotovoltaico connesso alla rete elettrica di distribuzione e intervento di efficientamento energetico della copertura orizzontale della Scuola media Amendola, plesso di Lavorate. Importo: 103.634 euro Scadenza: 28 ottobre 2019 Il bando