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Il nuovo stadio di Las vegas firmato BIG sarà un “armadillo sferico”

Author: Rinnovabili.it

credits: BIG

Il completamento del nuovo stadio dovrebbe avvenire entro la primavera del 2028

(Rinnovabili.it) – L’insolito paragone con un “armadillo sferico” del nuovo stadio di Las Vegas dedicato al baseball arriva dagli stessi progettisti della struttura, il team di Bjarke Ingels Group (BIG). A giudicare dai render l’edificio si inserisce perfettamente negli eccessi della Strip, sulla quale si affaccerà con “la più grande parete in vetro sospesa al mondo” secondo i suoi progettisti. 

Perchè la forma ispirata ad un armadillo

nuovo stadio di Las Vegascredits: BIG

Il nuovo stadio da baseball è stato progettato da BIG in collaborazione con la società di ingegneria HNTB per la squadra della Major League Baseball, gli Athletics (The As), che si trasferirà quest’anno da Oakland alla California.

Già additato quale timida copia del Sydney Opera House, l’edificio sarà sormontato da una cupola scintillante composta da cinque forme metalliche sovrapposte che gli architetti hanno definito simili ai “gagliardetti da baseball”. A caratterizzare lo stadio sarà però la gigantesca parete in vetro con reti di cavi che chiude a nord la struttura. Secondo il fondatore di BIG; Bjarke Ingels, la forma risponde alle condizioni climatiche deserte del Nevada, offrendo un’ampia illuminazione proveniente da nord, ma schermando i raggi solari diretti grazie alle cinque vele.

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“L’architettura risultante è come un armadillo sferico, modellato dal clima locale, e allo stesso tempo apre e invita la vita della Strip ad entrare ed esplorare. Nella città dello spettacolo, l’armadillo di The As è progettato per l’ombreggiatura passiva e la luce naturale: la risposta architettonica al clima del Nevada che genera un nuovo tipo di icona vernacolare a Las Vegas”, afferma BIG.  Una volta ultimato lo stadio accoglierà circa 33.000 spettatori con ponti superiori ed inferiori avvicinando il pubblico al campo. Il completamento dovrebbe avvenire entro la primavera del 2028.

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Mirko Crocop vs Anthony Joshua. Who had stronger punches?

Mirko Crocop vs Anthony Joshua.
It would be fine to see wha has stronger punch!

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Energia solare, energia del futuro

Author: Rinnovabili.it

energia solare

di Isabella Ceccarini

Puntare su energia solare, ricerca e innovazione per produrre energia abbattendo le emissioni di CO2 è l’obiettivo di Trina Solar. Quali sono le strategie per raggiungerlo? Ne abbiamo parlato con Emanuele Carino, Sales Manager Utility Scale Italy nel corso di KEY – The Energy Transition Expo 2024, che si è svolto a Rimini.

Perché conviene puntare sull’energia solare?

Oggi l’energia solare permette di ridurre la CO2 e di creare delle economie di scala, perché produrre energia solare è diventato estremamente economico. Quindi al vantaggio ambientale della minore missione di CO2 si somma l’adozione di sistemi di produzione di energie rinnovabili, che permettono di sfruttare fonti pressoché infinite di produzione dell’energia e allo stesso tempo di ridurre drasticamente i costi. Mai come oggi la tecnologia solare è stata matura per andare a competere con le altre fonti di produzione. Questo mix energetico rende tutto molto più green e attrattivo, ma in un contesto di sviluppo tecnologico e di economie di scala che è alla portata di tutti. Quindi oggi è intelligente sotto tutti i punti di vista investire nell’energia solare.

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Trina Solar collabora con università e centri di ricerca. Quanto incide questa collaborazione sulla vostra capacità di innovazione?

La collaborazione con gli istituti di ricerca è molto importante. In particolare collaboriamo con degli enti australiani e con un ente di Singapore. Inoltre ad oggi, Trina Solar è riuscita a registrare circa 1.600 brevetti e buona parte dell’innovazione va a realizzare i nostri prodotti. In Cina uno degli asset più importanti che Trina è in grado di proporre al mercato è la capacità di fare ricerca e sviluppo e di presentare soluzioni innovative.

Quali sono i vostri prodotti più innovativi? Ad esempio, cos’è Elementa 2?

Elementa 2 è la nostra soluzione di storage. L’integrazione di sistemi di stoccaggio a livello di impianti, anche di grandi dimensioni, permette di gestire il rapporto fra l’impianto fotovoltaico e la rete. Elementa 2 è un’unità di storage con le nostre celle proprietarie che permette di immagazzinare l’energia e scambiarla con la rete in un secondo momento.

È molto utile sia per quanto riguarda eventuali tagli della produzione in caso di congestioni della rete, ma anche per poter garantire la fornitura di energia solare al di fuori delle ore di produzione. Uno dei problemi dell’energia solare è che necessita del sole, che ovviamente nelle ore notturne non c’è. L’adozione di tecnologie di storage ci permette di estendere le ore di iniezione in rete dell’energia o di posticiparle a momenti diversi.

Quindi questo permette una gestione più programmabile dell’energia e dei rapporti con la rete elettrica sia per quanto riguarda il bilanciamento della rete nei momenti di sovraccarico, sia nei momenti in cui non c’è più il sole ma si è comunque in grado di assicurare la continuità di erogazione dell’energia.

Trina Solar lavora solo per grandi impianti, grandi aziende o anche per piccoli impianti di uso domestico?

Ho parlato dei grandi impianti perché è la mia area di intervento in azienda. Tuttavia, Trina Solar vuole proporre soluzioni complete a tutti i livelli. Infatti, riteniamo che andare nella direzione dell’energia solare sia nell’interesse di tutti, quindi stiamo lavorando per proporre soluzioni sia in ambito residenziale che industriale.

Vorremmo che l’energia solare fosse un diritto di tutti. Forse è una un’affermazione estrema, ma riteniamo che debba essere disponibile al pubblico più largo possibile. Per questo abbiamo investito molto anche sulla tecnologia dei moduli. Abbiamo adottato un tipo di celle che permettono un orizzonte di sviluppo molto interessante in termini di densità energetica. Allo stesso tempo stiamo lavorando molto anche sulla nostra filiera in termini di decarbonizzazione per avere un prodotto green al 100%.

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I consumatori sono diventati molto attenti all’ambiente, guardano alla sostenibilità delle aziende e dei prodotti. Ad esempio, una delle domande che spesso le persone si fanno riguarda la sostenibilità dello smaltimento dei pannelli solari.

Siamo molto attenti anche per quanto riguarda il riciclo e la scelta dei materiali. Di recente, abbiamo inserito un altro vetro sul lato posteriore dei moduli, cioè i nostri moduli hanno il vetro sia sulla faccia anteriore che su quella posteriore. Questo rende il modulo riciclabile al 98%. Infatti, il vetro e l’alluminio sono materiali totalmente riciclabili e stanno andando a sostituire le plastiche. Grazie a questa modifica, eliminiamo circa un chilo di plastica per ogni singolo modulo fotovoltaico.

Inoltre, il vetro ha la grande caratteristica di essere meccanicamente più robusto, quindi il prodotto dura di più e questo ci permette di dare al cliente garanzie più lunghe. Oggi alcuni dei nostri prodotti hanno 25 anni di garanzia standard. La scelta dei materiali ci consente sia di allontanare il momento del riciclo dei moduli che di adottare materiali il cui riciclo sia molto più facile. Come Trina Solar, siamo membri storici di vari consorzi tra cui PvCycle, che è attiva nel ritiro e nello smaltimento dei nostri prodotti a fine vita. Ci prendiamo cura di tutto il ciclo vita dei nostri prodotti dall’inizio alla fine.

Quali sono le strategie di sostenibilità di Trina Solar per il futuro?

La prima cosa che vorrei sottolineare è che puntiamo a utilizzare il 100% di energia rinnovabile entro il 2030 su tutta la nostra produzione. Oggi due stabilimenti sono alimentati al 100% da fonti rinnovabili, ma abbiamo l’obiettivo ambizioso di arrivare a coprire tutta la nostra produzione da fonti rinnovabili. Un altro obiettivo è quello delle certificazioni che calcolano l’impatto di CO2 dei moduli non solo nella produzione, ma anche nel trasporto, nella consegna e nel riciclo a fine vita. La nostra impronta di CO2 è certificata da EUPD Research.

Trina Solar, inoltre, è attenta anche alla sostenibilità sociale: per noi non è importante solo l’ambiente, ma anche tutto quello che gli ruota intorno, e su questi temi cerchiamo anche di sensibilizzare i nostri clienti. I grandi investitori, ad esempio, sono molto attenti a questi aspetti e spesso siamo noi a indicare loro il percorso.

Oggi anche le banche sono diventate molto più attente a investire in aziende sostenibili. Il cerchio si va stringendo.

Credo che sia il futuro, anche perché non avrebbe senso di parlare di riduzione della CO2 e di energie rinnovabili senza curarsi della produzione, dalle fasi iniziali allo smaltimento finale. Siamo molto attenti a questi aspetti e gli investitori, come pure gli enti istituzionali, trovano in noi un interlocutore consapevole.

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Gaethje vs Oliveira in real War!

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On-premise vs. Cloud: What is best for data center capacity?

Author: Schneider Electric

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For years, the pendulum of data processing strategies has swung back and forth between centralized and decentralized approaches as the market evolves. The latest iteration of this ever-shifting landscape revolves around whether data center assets should reside on-premise or in the public cloud. Newer trends, such as artificial intelligence (AI) and digital transformation, alter this balance and add to the complexity of data center capacity management decisions.

Discussion on data center capacity and planningDiscussion on data center capacity and planning

To better understand this topic, I spoke with Thomas Humphrey, North American Business Development Manager for Schneider Electric Modular Data Centers and Todd Boucher, Founder of Leading Edge Design Group. Our joint analysis of “cloud vs on-premise” will be shared in a three-part blog series. 

This first blog post addresses how to set the right expectations as market trends and COVID have altered cloud strategies and changed the nature of data center operations.

Joe Kramer: What lessons were learned a few years ago when everyone seemed to embrace a shift from on-premise to the public cloud?

Todd Boucher: We saw many customers attempt to make a wholesale shift to the cloud, and there was a lot of cost overrun in their utilization. As you move more resources to the cloud, you need to add more staff or bring in different partners to support those resources. This is the opposite of most expectations because the cloud was promoted as a way to reduce staff and control costs.

Joe: This conversation about on-premise vs. cloud often revolves around OpEx vs. CapEx costs. Is that the right question to ask?

Thomas Humphrey: On our end, we’re always talking to customers about the capital expense. And if we’re building a data center or a prefabricated modular data center, they say, “That’s a big outlay.” Meanwhile, the cloud salespeople say, “Put it in the cloud. You can offset that capital cost by just moving to this OpEx model.” But I don’t think everybody understands how that OpEx model unfolds over time. On day one, the OpEx model might look good at $10,000 a month. Over time, utilization increases and costs rise. 

Todd: Today, customers understand the accounting side of it much more than six years ago when there were a lot of surprises and cost overruns. We can now have a conversation about the total cost of ownership and a five-year return on investment as opposed to just CapEx vs. OpEx.

Joe: What has been the impact of COVID on cloud vs. on-premise?

Todd: Since COVID, the shift to a hybrid strategy (a combination of both cloud and on-premise) has picked up. Customers realized that cloud-first worked for some applications and workloads but not for others. Now, customers, from enterprises down to small to medium-sized businesses (SMBs), are evaluating what is best for the business. They are discovering that the choice between cloud and on-premise is not binary. Rather, it is a continuum or balance between cloud and on-premise that best meets the goals for resiliency, financial performance, application performance, latency, etc.

Thomas: When COVID hit, everybody was in a panic because we thought things would slow down, but the opposite happened. With the advent of remote learning and the remote workplace, the demand for hyperscale solutions went through the roof. Our response was to provide all that hardware infrastructure, whether prefabricated data centers or traditional stick-built infrastructure.

Joe: How did COVID impact the ability to maintain needed staff?

Todd: COVID and the Great Resignation made customers wonder if their strategy still made sense. Moving resources to the cloud requires more staff to support those instances and applications. There’s a resource balance between what’s on-premise and in the cloud. Whether that’s a combination of cloud, hybrid cloud, and an on-premise modular solution, or all on-premise as in a full data center in a building, they questioned whether they had the right resources to support the strategy.

Joe: COVID also affected real estate costs because of the shift to remote work. What are the lingering effects of that?

Todd: Pre-COVID, real estate for most companies was in high demand and the cost per square foot of enterprise data centers was astronomical. Now, companies look at this paradigm differently, saying, “Wait a second, we have a lot of real estate available and we want to utilize that real estate in a meaningful way.” So, as I think about costs, if I already own this depreciated real estate asset, it might make more financial sense to use it as a data center. 

Thomas: We also see more interest in prefabricated modular data centers, which quickly adds space to support new applications for Internet of Things (IoT) devices and connections. We’re getting requests from hospitals, schools, manufacturing plants, and more applications. This approach can help solve the question of cloud vs. on-premise, giving customers an option that addresses the latency and bandwidth issues that come into play with the cloud.

In Part 2 of our blog series of cloud vs. on-premise, we will discuss the importance of data center planning and the critical aspects of how applications act as building blocks of a sound hybrid data center strategy. In the meantime, to learn more about useful approaches to data center planning, read our white paper “Quantitative Analysis for Prefabricated vs. Traditional Data Center.” 

Tags: Cloud, Data Center Planning, modular data center, on-premise data center