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Circolazione meridiana atlantica: collasso rapidissimo e devastante

Author: Rinnovabili.it

Circolazione meridiana atlantica: il collasso sarà rapidissimo, e devastante
Foto di erin mckenna su Unsplash

La circolazione meridiana atlantica distribuisce calore, nutrienti e ossigeno tra Europa, Africa e Americhe

(Rinnovabili.it) – Immaginate un gigantesco nastro trasportatore che percorre l’intero oceano Atlantico dal Sudafrica alla Groenlandia e all’Europa e viceversa. Un sistema globale che distribuisce calore, ossigeno e nutrienti fra tre continenti e il mare che li separa. È alla sua esistenza che questa parte del Pianeta deve il suo clima. Comprese le temperature miti, vista la latitudine, che abbiamo in Europa. Molti studi negli ultimi anni hanno chiarito che questo meccanismo – la circolazione meridiana atlantica o AMOC – sta rallentando. Ma si trattava, secondo gli autori, di un processo lento. Un nuovo lavoro pubblicato su Science Advances li corregge: il collasso dell’AMOC sarà molto rapido, meno di un secolo. E non ci lascerà molte chances di adattarci al nuovo clima che verrà.

Segnali di allarme

Per stabilirlo, i ricercatori dell’università di Utrecht, in Olanda, hanno identificato un nuovo segnale di allarme che ci aiuterà a capire quanto e come si sta verificando il collasso dell’AMOC. Si basa sull’analisi della salinità delle acque nell’estremo meridionale dell’oceano Atlantico. È proprio la differenza di salinità (e di temperatura) il “motore” della circolazione meridiana atlantica, che permette alle correnti di capovolgersi e di percorrere migliaia di chilometri da Nord a Sud (circolazione termoalina).

L’indicatore conferma i risultati degli studi precedenti: l’AMOC sta rallentando. È un dato già consolidato, tanto che l’ultimo rapporto dell’IPCC uscito nel 2021 sostiene che sia “molto probabile” che la circolazione meridiana atlantica continuerà a perdere velocità fino al 2100. Ma ritiene che ci sia solo una “probabilità media” che il suo collasso avvenga già durante questo secolo, anche se dagli anni ’50 a oggi ha perso il 15% della sua forza. Alcuni lavori recenti, tra cui uno studio pubblicato lo scorso luglio, sostengono invece che lo stop sia dietro l’angolo e potrebbe iniziare a verificarsi già dal 2025, o più probabilmente durante gli anni ’50 di questo secolo.

Cosa succede se la circolazione meridiana atlantica si ferma?

Lo studio pubblicato su Science Advances non specula su quando il collasso potrebbe avvenire, ma porta elementi solidi su come il collasso si verificherà. È un aspetto altrettanto, se non più, importante. Perché il modello predittivo usato dai ricercatori di Utrecht mostra che sarà eccezionalmente rapido. Il grosso dello stop durerà circa 100 anni, ma i maggiori effetti sul clima del Pianeta saranno avvertiti nel corso di un paio di decenni. È una velocità così elevata che diventa praticamente impossibile, per l’umanità, adattarsi al cambiamento senza profonde conseguenze sociali, economiche e probabilmente anche politiche. Perché la portata del cambiamento sarebbe molto ampia e toccherebbe le basi stesse delle nostre società. A partire dalla produzione di cibo, che sarebbe sconvolta da un clima così differente da quello di 20 anni prima.

Quali sono i cambiamenti concreti che si dovrebbero verificare con un collasso repentino della circolazione meridiana atlantica? L’Europa sarebbe tra le regioni più coinvolte, con un collasso delle temperature medie anche di 10°C nella parte occidentale e molte meno precipitazioni. Il cambiamento interesserebbe tutte le stagioni. Mettendo fortemente a rischio l’agricoltura europea. Molte città europee avranno temperature 5-15°C più basse e ci arriveranno perdendo in media 3°C per decennio. È uno scenario realmente apocalittico. Basta confrontarlo con il ritmo del riscaldamento globale oggi: avanza di circa 0,2°C ogni 10 anni. Lo stop dell’AMOC innescherebbe dei cambiamenti 15 volte più rapidi.

In Amazzonia, il risultato del collasso dell’AMOC sarebbe l’inversione delle stagioni secca e umida. Un evento che potrebbe accelerare l’innesco del punto di non ritorno della foresta tropicale, decretando quindi una lunga agonia di un ecosistema cruciale per lo stoccaggio del carbonio. In generale, le temperature annuali in tutto il globo sarebbero molto più fluttuanti: avremmo, cioè, estremi di caldo e di freddo più intensi e più frequenti. L’emisfero Sud, al contrario dell’Europa, diventerebbe mediamente più caldo.

“Ci stiamo avvicinando al collasso, ma non siamo sicuri di quanto”, spiega l’autore principale dello studio Rene van Westen. “Ci stiamo dirigendo verso un punto di non ritorno”.

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Influencer ended with broken nose and mouth and tears! He had shocking experience from sparring session with former UFC middleweight champion Sean Strickland. Sean Strickland just loves hard sparring. His training partners are, of course, used to this, but “Tarzan” also likes to invite fresh meat into the cage. This time, Strickland took the opportunity when he met the controversial streamer Sneako in Las Vegas at a meeting with Donald Trump and invited him to spar live on air. Surprisingly, Sneako accepted, under the condition that it would be boxing only. The next day, they met at the UFC gym, and it was evident that Sean was playing with the younger and visibly lighter streamer like a cat with a mouse, even verbally taunting him. Sneako tried his best and since Strickland initially practically gave up on defense, Sneako even managed to hit him a few times on the chin, but the punches had virtually no force. The American fighter then warned that in the third minute, the young man would feel a lot more pain. And so it happened, Strickland suddenly went full throttle, going from zero to one hundred percent. One of Sneako’s friends started throwing towels into the ring, but the enraged Sean ignored this and continued the demolition until he was stopped by the head of the UFC Performance Institute, Forrest Griffin. Fortunately, Sneako ended up with just a broken nose and tears in his eyes. Former UFC middleweight champion got mad and demolished a famous influencer and youtuber! : https://youtu.be/pE5y9mxw70U

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DL Energia 2023, tutte le norme per le rinnovabili

Author: Rinnovabili.it

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Image by Rudy and Peter Skitterians from Pixabay

(Rinnovabili.it) – Il 7 febbraio la legge di conversione del DL Energia n.181/2023 (anche noto come DL Sicurezza Energetica) è approdata in Gazzetta Ufficiale, portando con sé tutte le novità aggiunte durante il percorso parlamentare. Molte delle modifiche riguardano da vicino le energie rinnovabili, con misure per lo sviluppo delle filiere e sostegni a nuovi impianti. Il prossimo passo? Per il Ministro Gilberto Pichetto, “ora tutte le attenzioni sono rivolte all’attuazione delle norme, che sono in grado di sbloccare ingenti investimenti e di cambiare le prospettive energetiche del nostro Paese”. Ma vediamo nel dettaglio quali articoli del DL Energia 2023 riguardano le fonti rinnovabili italiane.

Aiuti alla decarbonizzazione degli energivori

All’articolo 1 troviamo  nuove misure per promuovere l’autoproduzione di energia pulita nei settori energivori. A questo proposito il MASE dovrà definire entro l’8 febbraio 2024, un meccanismo per lo sviluppo di nuova capacità elettrica verde da parte degli energivori. tramite nuovi impianti fotovoltaici, eolici e idroelettrici di almeno 200 kW di potenza ciascuno, oppure impianti oggetto di repowering che consentano un incremento di almeno a 200 kW. Le aziende avranno anche la possibilità di richiedere al GSE un’anticipazione di parte dell’energia che in futuro sarà prodotta. La copertura di alcuni oneri derivanti da questo meccanismo verrà fornita tramite le bollette italiane. Inoltre la nuova capacità di generazione potrà essere realizzata dalle imprese elettrivore anche attraverso aggregazione; oppure da soggetti terzi con cui le stesse aziende sottoscrivono contratti di approvvigionamento a termine per l’energia rinnovabile, “per una potenza complessiva pari ad almeno il doppio di quella oggetto di restituzione”.

L’articolo prevede che, fino al 31 dicembre 2030, nel caso di più istanze concorrenti per la concessione della medesima superficie pubblica (finalizzate alla realizzazione di impianti FER), gli enti interessati debbano accordare una preferenza ai progetti fotovoltaici o eolici capaci di soddisfare il fabbisogno energetico delle imprese elettrivore.

La geotermia nel DL Energia 2023

 L’articolo 3 del DL Energia 2023 modifica e integra la disciplina delle concessioni geotermoelettriche. In particolare elimina una serie di condizioni attualmente previste affinché i titolari di permesso di ricerca possano avanzare, contestualmente alla richiesta di concessione di coltivazione, istanza di potenziamento dell’impianto. Inoltre consente la coltivazione delle risorse geotermiche anche in aree termali, a patto che le istanze siano corredate dei risultati forniti dalla modellizzazione idrogeologico-numerica, “che dimostri l’assenza di qualsiasi interferenza piezometrica e termica tra i territori dell’area termale interessata e i pennacchi formati dai pozzi di prelievo e di restituzione delle acque geotermiche o di qualsiasi alterazione del chimismo delle acque nel sottosuolo“.

Lo stesso articolo prevede anche le Regioni chiedano ai concessionari uscenti la presentazione di un piano di investimenti pluriennale nei territori. Il piano dovrà essere approvato dall’Ente ai fini della rimodulazione della concessione e le gare di assegnazione dovranno essere indette 2 anni prima della scadenza di quelle in vigore, allineando entrambe al 31 dicembre 2026.  Infine si proroga fino al 31 dicembre 2026 il termine di durata delle concessioni geotermoelettriche in essere e fine al 31 dicembre 2027 quello per l’entrata in esercizio degli impianti che accedono agli incentivi del D.M. 23/06/2016.

Un fondo per le Regioni

L’articolo 4 istituisce un fondo, da alimentare con i proventi della Aste ETS, finalizzato a incentivare le Regioni  ad adottare misure per lo sviluppo sostenibile, accelerando e digitalizzando gli iter autorizzativi. 200 milioni di euro annui per ciascuno degli anni dal 2024 al 2032, le cui modalità di riparto tra i territori terranno conto, in via prioritaria, del livello di conseguimento degli obiettivi annui di potenza FER installata.

L’articolo 4-bis introduce la possibilità di sottoporre alla procedura di screening di VIA anche gli interventi di modifica degli impianti eolici e solari. L’articolo 4-ter riporta nuove misure per i RAEE fotovoltaici. Nel dettaglio assegna al GSE il compito di monitorare, in le adesioni ai consorzi e ai sistemi collettivi, le quantità di pannelli smaltiti, i costi medi di adesione. E raddoppia la trattenuta del GSE.

Scambio sul posto e ritiro dedicato

Lo stesso articolo apre le porte all’agrivoltaico. Come? Agevolando, in via prioritaria, la partecipazione agli incentivi del D.lgs. n. 199/2021 per interventi di rifacimento su impianti fotovoltaici esistenti in aree agricole a parità della superficie di suolo agricolo occupata e incremento della potenza complessiva. E cancellando la norma che consentiva l’accesso ai meccanismi d’asta ai soli impianti fotovoltaici realizzati su aree agricole non utilizzate individuate dalle Regioni come aree idonee.

Viene infine incaricata l’ARERA, su proposta del GSE, di disciplinare le modalità per l’uscita dal servizio di scambio sul posto a partire dal 31 dicembre 2024. Sarà un processo graduale che darà priorità di uscita agli impianti FER più vecchi e con maggiore potenza, così come quelli incentivati in conto esercizio dal medesimo GSE. 

Per il regime dedicato il medesimo articolo prevede che agli impianti con potenza non superiore a 20 kW, a decorrere dall’anno 2024, il GSE eroghi corrispettivi su base semestrale. Tali corrispettivi saranno determinati in funzione di prezzi medi di mercato definiti anche per periodi pluriennali dall’ARERA e differenziati per tecnologia, fonte di alimentazione e data di entrata in esercizio.

DL Energia 2023: i CdF

L’articolo 4-quinquies, semplifica l’accesso agli incentivi (tramite gli Uffici speciali per la ricostruzione) in caso di piccoli interventi d’efficientamento energetico  di produzione di energia termica rinnovabile nell’area dell’Italia centrale colpita dagli eventi sismici del 2016.

L’articolo 4-septies, introduce un meccanismo di sostegno alternativo al regime del D.lgs. n. 199/2021 e, basato sulla stipula di contratti per differenza (CfD) a due vie aggiudicati tramite asta.  I contingenti resi disponibili nell’ambito delle procedure competitive saranno differenziati per profili contrattuali standard senza alcuna distinzione per tecnologia e verranno definiti definiti tenendo conto dell’esigenza di garantire la disponibilità, nei diversi periodi futuri, di predefinite quantità di energia da fonte rinnovabile.

Biomassa, biometano ed eolico offshore

L’articolo 5 del DL Energia 2023 dispone che gli impianti alimentati a biomassa comprendano anche quelli a biomasse solide classificati come ibridi termoelettrici. Per tale tipologia, il regime incentivante riguarda solamente la quota di elettricità ottenuta dalla combustione delle biomasse. Lo stesso articolo ammette, che anche i titolari di impianti a biogas da rifiuti organici (riconvertiti) possano partecipare partecipare alle aste del D.M. Biometano 2022 a partire da quest’anno.

L’articolo 8 prevede l’individuazione, in almeno 2 porti del Sud Italia, delle aree demaniali marittime in cui realizzare il futuro polo strategico dell’eolico offshore. Il ministero dell’Ambiente si avvarrà del Corpo delle capitanerie di porto – Guardia costiera nelle attività connesse allo sviluppo delle piattaforme galleggianti.

Leggi qui il testo integrale

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I legumi nutrono i suoli e le persone

Author: Rinnovabili.it


Immagine di Freepik

Migliorare l’agrobiodiversità

Dopo il successo dell’Anno internazionale dei legumi (2016), il 10 febbraio la FAO celebra la Giornata mondiale dei legumi con il tema “Legumi: nutrire i suoli e le persone”.

Sostenere la produzione e il consumo di legumi è un modo per riconoscere il loro contributo alla riduzione della fame e della malnutrizione, ma anche il loro ruolo nella costruzione di un futuro più sostenibile: migliorano l’agrobiodiversità, i servizi ecosistemici e la resilienza ai cambiamenti climatici.

I legumi fanno bene alla salute dell’uomo e del Pianeta

I legumi sono i semi commestibili delle leguminose coltivate per l’alimentazione sia umana che animale.

Fagioli, ceci, lenticchie, piselli e lupini sono i più conosciuti e i più consumati. Hanno tempi di conservazione lunghi e anche per questo contribuiscono a ridurre la perdita e lo spreco di cibo.

Ne esistono molte altre varietà nelle diverse parti del mondo, tutte con un denominatore comune: contengono proteine, vitamine e minerali, aiutano a diversificare le diete.

In sintesi, fanno bene alla salute dell’uomo e del Pianeta.

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Sensibilizzare sull’importanza dei legumi

La Giornata internazionale ha l’obiettivo di sensibilizzare le persone sul ruolo che i legumi svolgono nella trasformazione dei sistemi agroalimentari. Gli effetti della crisi climatica e la crescente necessità di nutrire una popolazione in aumento impongono di rivedere le nostre scelte alimentari affinché abbiano un impatto minore sulla salute del Pianeta.

Questa presa di coscienza deve portare a sistemi agroalimentari più efficienti, resilienti e sostenibili, ovvero migliorare la produzione e la nutrizione senza lasciare indietro nessuno. In questo senso, i legumi rappresentano anche un’opportunità di lavoro per le donne e i giovani delle zone rurali.

Vediamo ora i quattro punti chiave che la FAO ha fissato per evidenziare il ruolo positivo dei legumi per le diete e per l’ambiente.

Sostanze nutritive essenziali

I benefici per l’ambiente e la sicurezza alimentare sono rilevanti: migliorano la salute del suolo fornendo e mobilitando nutrienti come azoto, fosforo e micronutrienti.

Fissano l’azoto atmosferico nel suolo e riducono la necessità di fertilizzanti chimici.

Il fosforo è un nutriente necessario, ma spesso carente nel suolo, per aiutare le piante a crescere: per questo gli agricoltori usano i fertilizzanti minerali.

Usare i legumi in rotazione arricchisce i terreni e li aiuta a produrre cibo più nutriente.

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Biodiversità del suolo

I suoli ospitano il 50% della biodiversità del Pianeta: contengono lombrichi, nematodi, acari, insetti, funghi, batteri.

Una biodiversità sana del suolo porta non solo a una maggiore resistenza e resilienza contro i disturbi e lo stress, ma migliora anche la capacità dell’ecosistema di resistere alle malattie. Usare i legumi nella rotazione delle colture al posto dei prodotti di sintesi le aiuta a frenare e controllare parassiti e malattie in modo naturale.

Struttura del suolo

La produzione di legumi migliora la struttura del suolo.

Ha benefici a lungo termine e migliora la capacità di ritenzione idrica e l’aerazione del suolo. Inoltre, la struttura del suolo migliora anche grazie all’apparato radicale profondo e al periodo di crescita più lungo dei legumi.

Adattamento ai cambiamenti climatici

I legumi, con la loro capacità di mobilitare nutrienti essenziali nel suolo, aiutano a diminuire la necessità di fertilizzanti chimici e quindi contribuiscono a ridurre le emissioni di gas serra.

Inoltre, aumentano lo sviluppo delle radici e il sequestro del carbonio e contribuiscono alla mitigazione dei cambiamenti climatici.

È possibile selezionare le varietà più resistenti al clima secco che possono aiutare gli agricoltori dove l’acqua è meno disponibile. Ad esempio, associare una varietà di leguminose a una coltura di cereali migliora l’adattamento ad avversità climatiche come la siccità.

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Four steps to balance decarbonization goals with workplace well-being

Author: Schneider Electric

This audio was created using Microsoft Azure Speech Services.

With everyone’s mind on increasing sustainability, we often get swept up in the big-picture aspects of decarbonization: But how much do we need to reduce our carbon footprint? What technologies can we integrate to streamline processes, improve reporting, and minimize waste? And how long will it take us to reach our goals? These are important questions. But, with our eyes on the prize, it’s easy to forget that no matter how well-planned our sustainability and decarbonization goals are, our people are the key factor in the success
equation.

Two workers in safety vests and hardhats discuss equipment in a manufacturing plant.Two workers in safety vests and hardhats discuss equipment in a manufacturing plant.
Involving your employees from the beginning is the best way to reach your decarbonization goals.

We can have all the technology in the world at our fingertips, but the reality is that the benchmarks we set to decarbonize will only be met if we have the support and cooperation of our stakeholders, workforces, and manufacturers from the very beginning.

This is what guides us at C&C Group and as an EcoXpert partner. We work with our customers to help them share their goals with their workforce and turn them into reality.

To get businesses to engage their people and successfully work towards decarbonization, we follow a 4-step process: educate, collaborate, initiate, and celebrate. And then, repeat.

4 steps to decarbonize your workplace: Educate, Collaborate, Initiate, Celebrate4 steps to decarbonize your workplace: Educate, Collaborate, Initiate, Celebrate
Decarbonization is a circular process. To meet your decarbonization goals, you’ll need employee buy-in. We recommend that you start with education and collaboration. Then initiate changes once you have your workplace on board. And, always, always, celebrate the wins – it keeps the momentum going.

1. Educate to illuminate the path

Decarbonization is more than just a new endeavor. It’s a new industry with its own language.

To get everyone in your organization on the same page, you’ll want to help them understand your goals by helping them to learn that new language. This education cultivates an understanding among stakeholders. It highlights the critical role of decarbonization for your business and each team member’s role in this shared goal. Education also builds common ground, enabling everyone to “speak the same language” to participate in the conversation.

Building a culture of ongoing education also leads to a more engaged and informed workforce. Regularly scheduled workshops, webinars, and training sessions can keep your team updated on the latest breakthroughs in green technology and sustainable practices. By equipping your employees with knowledge, you’re paving the path toward collective dedication to decarbonization, and helping your people form and express innovative ideas to help you meet your decarbonization goals.

2. Collaborate to engage your workforce

Decarbonization isn’t a solo effort – it requires coordinated energy from all of your stakeholders.

At this point in the process, your workforce has been educated on decarbonization and sustainability. They know the language and now have the tools they need to tap into the collective intelligence of the workforce and collaborate with different departments. And they may have ideas that you might not have considered.

These ideas might range from retrofits or renovations like digitizing power networks or future-proofing building management infrastructure to installing renewable energy sources like microgrids. We encourage you to listen to your workers’ input. They are on the ground and understand the day-to-day operations. This means they have intimate knowledge of how changes made in the name of decarbonization will affect workflows – and whether it will work or not.

It’s important to engage people early and have open communication channels that encourage them to share their ideas freely. Every individual is a potential sustainability ambassador, and their commitment to the goals is crucial in getting there. Without their buy-in, even the most well-intentioned plans will falter. That’s why we believe in proactive collaboration and consensus-building before implementing significant changes.

In fact, we practice this at C&C Group. We’re creating a culture of collaboration by inviting employees from all departments to contribute their unique perspectives and expertise. We know this multidisciplinary approach will bring innovative solutions and a sense of ownership to achieving our sustainability goals.

You’ll be amazed at the ideas that can come from an engaged workforce.


3. Initiate to kickstart the culture of sustainability

Once your people have been educated in decarbonization and have collaborated to identify clear targets, it’s time to start implementing those solutions. This is where sustainability and decarbonization practices are really kickstarted and incorporated into daily operations. It is where the rubber hits the road.

Transparency during this stage is vital. Results should be readily available so people can see them because that feedback helps keep everyone working toward the established goals.
 
By regularly sharing progress reports, everyone stays engaged and informed. Purpose-built systems like Schneider’s EcoStruxure Building offer a user-friendly approach to managing energy and automation where your workforce can efficiently monitor and control building efficiency,

And it provides dashboards so they can see results from their efforts in real-time, reinforcing the idea that it is a collective effort to reach net zero.

Our work with Aspiria is a perfect example of how this real-time feedback works. The EcoStruxure solutions we helped them implement there – over 200 acres of mixed-use campus, with 50,000 data points across their four million square foot facility – have resulted in a 16% reduction in annual energy consumption and a $1.5 million annual energy cost savings while also contributing to a 36% reduction – over 10,000 tons – in carbon footprint. Those are amazing results, a huge step towards their decarbonization goals, and the data is easily accessible in a central, cloud-based hub. They also increased their occupant comfort and satisfaction, with a 65% reduction in service calls by occupants related to temperature.

4. Celebrate by recognizing achievements and rewarding success

It might seem like this is an optional step, but I think recognizing achievements is important. Timely celebration is the glue that binds your workforce to a common cause. Companies that take the time and effort to celebrate successes have a workforce that is much more likely to bring extra effort more often. It also reconnects your workforce to their decarbonization goals.

Acknowledging sustainability and decarbonization success reinforces the positive impact of individual and collective efforts. By celebrating these achievements, you’ll initiate a culture where sustainability and decarbonization aren’t just another task but a source of accomplishment.

5. Repeat!

Honestly, this process never stops. If you let it get stale or don’t re-start this process, you risk returning to where you started. Decarbonization and sustainability are not going away; they are a cyclical process of refining and tweaking. We need to make sure we grow along with them. Through education, collaboration, initiation, and celebration, organizations can build a culture where decarbonization and sustainability are shared aspirations.

It’s important to learn about sustainability and its latest trends from companies like Schneider Electric, who understand the significance of sustainable practices within organizations and know about new regulatory frameworks. They can help you with your net-zero carbon commitments as part of your environmental, social, and governance (ESG) reporting to strengthen your competitive position. Whether it’s the executive suite or the production line, everyone needs to understand their actions’ effects on their shared decarbonization goals.

As an EcoXpert partner, C&C Group incorporates Schneider Electric’s deep expertise into the solutions we provide for our customers. In this way, we help ensure that the journey toward a greener future is one we take together, combining the technological prowess at our disposal with the human touch that makes sustainability a reality. Achieving decarbonization goals is not just about implementing cutting-edge technologies; it’s about cultivating a sustainable partnership with your workforce.

Learn more about C&C Group’s work on Aspiria’s campus of the future and the partnership between C&C Group and Schneider Electric.

EcoXperts are the enablers of net-zero buildings

The EcoXpert Partner Program is unique in its industry and made up of a best-in-class, global ecosystem of expertise. Trained and certified by Schneider Electric, EcoXpert partners digitize and electrify our world for a more sustainable future.

The path to net zero is about delivering solutions for sustainable, resilient, efficient, and people-centric buildings. For our EcoXpert partners, this unveils immense growth opportunities through the transition to end-to-end portfolio sales that will resolve our customers’ most critical needs. For our shared customers, this means that together with our EcoXpert partners, we will drive the building industry transformation and help our customers survive and thrive today – and tomorrow.

Visit the EcoXpert webpage to learn more.

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