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Germania, ok finale al parco fotovoltaico da 180 MW senza incentivi di EnBW


Author: gmeneghello QualEnergia.it

A inizio 2020 si avvierà la costruzione del parco fotovoltaico più grande della Germania, che sarà anche il primo in market parity, cioè a sostenersi vendendo l’energia all’ingrosso senza alcun tipo di incentivo. Dopo l’annuncio arrivato nei mesi scorsi infatti ieri il consiglio di amministrazione di EnBW ha preso la decisione finale di investimento per […]

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Energia

Tutela delle foreste, nuove indicazioni dalle ONG

Author: stefania Rinnovabili

tutela foreste

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Tutela delle foreste: dalle ONG arrivano nuove indicazioni per l’Unione Europea

(Rinnovabili.it) – Il 23 luglio 2019 l’Unione Europea ha pubblicato l’aggiornamento della strategia a tutela delle foreste. Il documento ha l’obiettivo di “proteggere e migliorare la salute delle foreste esistenti, in particolare delle foreste primarie, e di aumentare significativamente la copertura forestale sostenibile e la biodiversità in tutto il mondo”.
Gli obiettivi dovranno essere perseguiti e raggiunti concentrandosi su cinque priorità: ridurre l’impronta dei consumi dell’UE sul suolo e incoraggiare il consumo di prodotti provenienti da catene di approvvigionamento che non contribuiscano alla deforestazione; collaborare con i Paesi produttori per diminuire la pressione sulle foreste e spingere l’UE verso una cooperazione allo sviluppo che non sia causa di deforestazione; rafforzare la cooperazione internazionale per arrestare la deforestazione e il degrado forestale e promuovere il ripristino delle foreste; riorientare i finanziamenti verso pratiche più sostenibili di uso del suolo; sostenere la disponibilità, la qualità e l’accesso alle informazioni sulle foreste e le catene di approvvigionamento dei prodotti e promuovere la ricerca e l’innovazione.

Alle indicazioni di cui sopra, se ne aggiungono di nuove fornite direttamente dalle principali ONG impegnate sul tema. In un nuovo briefing congiunto, le ONG Client Earth, Conservation International Europe, Environmental Investigation Agency, Fern, Forest Peoples Program, Global Witness, Greenpeace, Wilderness Conservation Society EU e WWF hanno presentato infatti un’ulteriore serie di azioni congiunte da intraprendere per garantire il raggiungimento degli obiettivi comuni. “L’attuazione di una serie completa di misure e iniziative, compresa la nuova legislazione, è essenziale per ridurre l’impronta dell’UE sugli ecosistemi naturali del mondo. Qualsiasi futura azione dell’Unione Europea – scrivono le ONG – dovrebbe includere le soluzioni più ambiziose. È pertanto della massima importanza garantire che l’insieme di azioni proposte sia ulteriormente sviluppato e reso efficace e complementare”.

In particolare, le ONG chiedono all’Europa di: adottare una nuova legislazione che imponga alle società di esercitare il necessario controllo dell’intera catena di approvvigionamento al fine di identificare, prevenire e mitigare i rischi e gli impatti ambientali, sociali e sui diritti umani; introdurre requisiti più severi per gli istituti finanziari al fine di garantire che i settori bancario e finanziario dell’UE non siano né direttamente né indirettamente collegati alla deforestazione e al degrado delle foreste; rafforzare la cooperazione con i produttori e gli altri paesi consumatori per garantire il rispetto dei diritti di coltivatori e popoli indigeni; migliorare le misure politiche esistenti e garantirne la coerenza per scongiurare il rischio di incentivi negativi per l’ambiente o le persone; garantire l’attuazione degli impegni internazionali dell’UE e/o dei suoi Stati membri su temi sociali e ambientali, inclusi clima, biodiversità e diritti umani; ridurre drasticamente gli impatti negativi del sistema alimentare dell’UE sulle foreste e su altri ecosistemi, incentivando e promuovendo sistemi alimentari e diete sostenibili.

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La Brexit blocca la decarbonizzazione del Regno Unito


Author: Lorenzo Vallecchi QualEnergia.it

Secondo una ricerca, cresce il numero di aziende britanniche che rimanda progetti di efficientamento energetico per i timori legati alla Brexit

La Brexit sta bloccando centinaia di progetti innovativi che potrebbero aiutare la Gran Bretagna a raggiungere i suoi obiettivi di decarbonizzazione. È la conclusione cui è giunto un rilevamento su 400 grandi imprese, 120 piccole e medi imprese (PMI) e duemila consumatori del Regno Unito.

Secondo il rapporto, commissionato dalla società di tecnologia energetica Schneider Electric, quasi un terzo delle aziende, il 31% per la precisione, ha affermato di aver ritardato dei progetti di efficientamento energetico negli ultimi 12 mesi, e più di uno su dieci, il 13%, ha tagliato i budget per dei progetti chiave a causa dell’incertezza determinata dalla Brexit.

“Ci vorranno centinaia di miliardi di sterline per decarbonizzare la Gran Bretagna e raggiungere l’obiettivo del governo di zero-emissioni entro il 2050,” ha detto Mike Hughes, presidente di Schneider Electric per il Regno Unito e l’Irlanda. “Ed è chiaro che il governo sta guardando alle imprese per sostenere una parte significativa dell’investimento necessario, poiché accanto ai costi ci sono anche opportunità” di business.

I timori legati alla Brexit sembrano però frenare il ruolo delle imprese. Lo studio ha rivelato che sebbene la sostenibilità ambientale sia una questione al centro dell’attenzione dei top manager, le aziende che scelgono di rimandare i propri progetti energetici è aumentato del 25% negli ultimi due anni.

Secondo Hughes, “nessuna impresa rischierà di impegnare milioni di sterline in progetti, in particolare quelli che coinvolgono nuove tecnologie, senza un contesto stabile in cui investire”.

L’84% delle imprese prevede un peggioramento delle prospettive economiche, in aumento rispetto al 71% del 2017. Sebbene le imprese considerino la sostenibilità e l’efficienza energetica come necessità di lungo termine, le aziende secondo cui l’attuazione di pratiche sostenibili avrà un impatto negativo sugli utili è balzata al 74% dal 54% del 2017.

Secondo Schneider Electric, circa l’85% degli imprenditori ha dichiarato di sentirsi “combattuto tra fare ciò che è giusto per la società e fare ciò che è giusto per la performance della propria attività – sebbene in realtà le due cose non debbano escludersi a vicenda.” Lo studio ha rilevato che, mediamente, un progetto per l’efficienza energetica si ripaga da solo in tre anni e che una riduzione del 30% del consumo di energia equivale in genere a una riduzione del 10% dei costi operativi.

L’81% delle aziende britanniche interpellate ha indicato che l’accesso a sovvenzioni o finanziamenti pubblici contribuirebbe a promuovere progetti di sostenibilità ed efficienza energetica.

Il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità del governo e la mitigazione dei cambiamenti climatici rientrano fra i primi cinque fattori di spinta verso l’adozione di misure di efficienza energetica, anche se, per le grandi imprese, a determinare l’adozione di iniziative di sostenibilità sono soprattutto la stabilità finanziaria di lungo termine e i miglioramenti reputazionali del marchio.

Secondo lo studio, è sei volte più probabile che le PMI decidano di ridurre il proprio impatto sull’ambiente se a richiederlo è una norma di legge. Ciò significa che potrebbe essere necessario adottare una linea più dura da parte del governo, se vorrà attuare cambiamenti su larga scala.

Per i consumatori, l’aumento delle bollette fornisce la spinta maggiore a ridurre i consumi, con gli incentivi finanziari da parte del governo al secondo posto quanto a motivazioni per il cambiamento.

Ridurre l’impatto delle emissioni di carbonio per le generazioni future è diventata una considerazione chiave per il 34% dei britannici, rispetto al 25% di appena 12 mesi fa. Questa percentuale sembra ancora relativamente bassa, considerato il sostegno pubblico per accelerare la mitigazione dei cambiamenti climatici, come dimostrano ad esempio gli scioperi degli studenti per il clima.

“Sono necessarie una serie di misure per la transizione del Regno Unito verso un’economia a zero emissioni di carbonio. Un ambiente economico e politico stabile è vitale, ma anche l’educazione deve essere una priorità,” ha dichiarato Hughes. “Sebbene l’obiettivo a lungo termine sia garantire un futuro sostenibile per le generazioni future, dobbiamo adottare misure immediate per eliminare gli sprechi e favorire l’efficienza energetica nelle imprese, nelle infrastrutture e nelle abitazioni. Abbiamo i mezzi, ora abbiamo bisogno della volontà.”

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Energia

Manovra 2020, le novità per energia e ambiente

Author: stefania Rinnovabili

manovra 2020

Foto di Pixabay

Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge e il disegno di legge che compongono la Manovra 2020

(Rinnovabili.it) – Via libera alla Manovra 2020. Ieri il Consiglio dei Ministri ha approvato i due provvedimenti normativi che compongono la finanziaria, ossia il decreto legge recante “Disposizioni urgenti in materia fiscale e per esigenze indifferibili” e il ddl sul bilancio di previsione per il prossimo anno e quello pluriennale (2020-2022).

Come si legge nel Documento programmatico di bilancio – il “riassunto” contabile dei due provvedimenti fornito alla Commissione Europea – l’obiettivo della Manovra 2020 è “preservare la sostenibilità della finanza pubblica”. Un target da raggiungere rilanciando nel contempo la crescita economica “nel segno della sostenibilità ambientale e sociale”.

Ed è proprio l’ambiente, nella dimensione del new green deal sponsorizzato dal Governo, a fornire uno dei capisaldi della finanziaria. Tra le principali misure messe nere su bianco nel Documento programmatico, appaiono una serie tagli ai sussidi ambientalmente dannosi e interventi fiscali di supporto alla transizione ecologica.

Nel dettaglio il testo riporta l’eliminazione, a partire dal 2021, del beneficio sul gasolio utilizzato per il trasporto di merci e passeggeri dei veicoli di categoria Euro3 ed Euro4 e introduce una carbon tax per prodotti inquinanti impiegati per la produzione di energia. Tra le novità in bilancio anche l’introduzione di un’imposta sugli imballaggi di plastica (aliquota 1 euro per kg) che entrerà in vigore dal 1° giugno 2020. Un pacchetto di interventi che, secondo i calcoli governativi, dovrebbe portare maggiori risorse per oltre 2 miliardi di euro.

Appartengono al capitolo energia, invece, le novità sulle detrazioni fiscali per l’edilizia. Tra le misure della manovra 2020 appare, accanto alla proroga degli ecobonus già esistenti per ristrutturazione, riqualificazione energetica e mobili, anche l’introduzione di un nuovo incentivo fiscale: il Bonus facciate, una detrazione dell’90% per la ristrutturazione delle facciate esterne degli edifici che dovrebbe emette on vigore dal 2020.

Saranno inoltre istituiti due fondi per finanziare gli investimenti dello Stato e degli enti territoriali, per un ammontare complessivo di 50 miliardi per 15 anni, mirati a incentivare il rinnovo delle produzioni e degli impianti in uso, l’efficientamento e la riconversione dei processi produttivi e la transizione verso la Quarta rivoluzione industriale (digitalizzazione e intelligenza artificiale).

A ciò si aggiunge un terzo fondo per contribuire (con garanzie, debito o apporto di capitale di rischio) alla realizzazione di investimenti privati sostenibili assieme a risorse sotto forma di contributi e di incentivi.

Infine, è stata prevista l’estensione al triennio 2020-2022 dell’Iper-ammortamento, con una supervalutazione del 170% degli investimenti in beni nuovi, strumentali, materiali e ad alto contenuto tecnologico, “atti a favorire i processi di trasformazione tecnologica in chiave Industria 4.0 e in maniera sostenibile ed ecocompatibile”.

Manovra 2020: leggi qui il Documento Programmatico di Bilancio per il 2020 (Draft Budgetary Plan)

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Energia

Case Study Shows Digitizing Data Center Operations Cuts Costs by 17%

Author: Tony Evans Schneider Electric Blog

Companies of all stripes are rushing into digital transformation efforts in order to take advantage of all kinds of benefits, including streamlining processes to save time and money. The data center industry is no different, and an analysis of data centers that Schneider Electric’s Critical Facility Operations team manages for two different companies shows moving to a digitized data center operations platform resulted in hundreds of hours of labor savings and a 17% reduction in costs.

The savings came after each company’s data center operations team transitioned from paper-based systems to a fully digital facility operations platform that provided numerous benefits, including:

  • Reducing the time it takes to complete tasks
  • Increasing consistency in operations
  • Reducing the potential for human error
  • Improving the quality of data

data center operations

The setup: data center configuration

While we can’t name the companies in question, the first company’s data centers include one 6,000 square-foot production data center along with a 14,000-square foot research and development facility that includes IT space, both housed within a 100,000 square foot recently constructed building. This site utilizes a 12-hour x 6 day on-call coverage model with a mixture of senior and mid-level personnel.

The second company’s site is a 20-year-old, 20,000-square foot data center, also housed within a larger building of more than 100,000 square feet. It uses a 24×7 coverage model with a mix of senior, mid-level and junior personnel.

Benefits of the digitized operations platform begin with a 30% reduction in the time to prepare and execute walkthrough inspections, equating to 492 hours in savings per year. The digital platform eliminated the administrative time required to print checklists, scan them to digital formats, file the results, and log time. Automated timestamping and gated checklists reduced the likelihood of human error and the possibility that inspections can be checked off without actually being performed.

The digitized operations platform also saved an hour per day, every day, in data entry. Technicians previously gathered environmental and power statistics from equipment on paper and manually entered it into a third-party application for data trending. This effectively means they entered data twice, a process prone to error. The digitized platform merges the two actions into a single process, saving 365 hours of labor per year.

The legacy process to create, approve, and execute a method of procedure (MOP) was also significantly streamlined by the digital operations platform by automating many of the legacy steps. For example, the digital platform allows for pre-approved, site-specific tasks to be added to the MOP as “blocks,” which speeds the creation and approval process. In all, the platform saved 80 procedure hours per year, a reduction of 16% vs. the legacy process.

Perhaps the biggest potential area of improvement is the elimination of manual data mining. All third-party vendor service visits, engineering studies, financial audits. and forensic evaluations require large volumes of data to be manually mined and organized. It’s estimated that up to a third of data recorded in a year by critical facility professionals will have to one day be mined again for a different purpose. The digital operations platform captures data directly into a database when it’s originated, so the time it takes to again mine that one-third of existing data is eliminated, saving 1,217 hours per year. What’s more, the data can also be used for predictive analytics and condition-based maintenance functions, potentially adding more savings in reduced maintenance costs and downtime reduction.

Adding up the gains from a digital operations platform

Overall, the two data centers employ six technicians and managers. Let’s assume, for example, their average hourly rate in the U.S. market is $ 53. The digital platform freed up 2,156 person-hours, for a cost savings of $ 114,000 when that time is re-allocated to other projects (potentially with added earning potential) or the team is right-sized. That represents a savings of 17%.

Schneider Electric developed the digital platform they used to make these improvements, which we call Critical Facility Professional. It’s now an essential part of the Enhanced Critical Facility Operations for Gray Space service that we launched in July of 2019. That means any company can take advantage of it for their own data center(s). To learn more and see if this is a fit for your business, check out our Critical Facility Operations site.