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Il nuovo governo, le sfide su energia e clima e i primi passi incerti


Author: Leonardo Berlen QualEnergia.it

Dagli obiettivi sulle emissioni ai cambiamenti del PNIEC, sarebbero tante le opportunità per dare una svolta alle nostre politiche su clima ed energia. Servirebbe una figura autorevole che centralizzi e coordini queste sfide.

Nelle dichiarazioni del nuovo Governo sembra esserci una certa attenzione per la tematica ambientale e qualche ministro potrebbe riservare sorprese interessanti. Spiace invece il mancato coinvolgimento di parlamentari molto competenti su questo fronte.

Va colta la novità della Commissione UE che sembra voler dare priorità al Green New Deal. Ed è significativo il fatto che, nei primi cento giorni del suo mandato, il vicepresidente Timmermans definirà lo scenario per un’Europa “carbon neutral” al 2050.

L’accelerazione impressa alle politiche ambientali e climatiche dalla Commissione si dovrà tradurre anche in Italia in obbiettivi, programmi e strumenti di intervento per far fronte all’emergenza climatica. Vedremo.

I primi passi sono stati incerti, a dimostrazione che finora la nostra politica, con rare eccezioni, non ha colto la drammaticità della situazione.

Discontinuità dal nuovo Governo?

Venendo quindi al nuovo Governo, al momento va registrata positivamente la posizione del ministro dell’economia Roberto Gualtieri che punta a far scorporare dal calcolo del deficit strutturale gli investimenti per il Green New Deal. Un obbiettivo che non sarà semplice da raggiungere, ma che segnala una sintonia con le sensibilità europee, come dimostra anche l’adesione dell’Italia alla Coalizione dei ministri finanziari per la lotta al cambiamento climatico.

Ci sono altri ministri da cui ci aspettiamo iniziative interessanti, in particolare Lorenzo Fioramonti al Miur.

Il ministro Sergio Costa ha annunciato un decreto legge sul contrasto al cambiamento climatico e per l’economia circolare che nella sua stessa preparazione rende emblematica la differenza tra un’Italia dove il provvedimento, gestito in modo solitario, non viene nemmeno discusso in Consiglio dei Ministri e la Germania dove i membri del governo si scannano per 18 ore sfornando alla fine un testo dignitoso, certo migliorabile e criticato dagli ambientalisti, ma che comunque prevede di destinare 100 miliardi al 2030 al contrasto della crisi climatica.

Passando poi a Stefano Patuanelli al MiSE,  speravamo in una discontinuità col passato, anche se le sue dichiarazioni sembrano al contrario segnalare la difesa del Piano Energia Clima che, entro la fine dell’anno, dovrà essere rivisto e inviato a Bruxelles. Alcune osservazioni sono arrivate dai vari stakeholder e altre sono pervenute a giugno dalla Commissione.

Ma c’è una novità politica, di cui non si può non tenere conto. Ursula von del Leyen si è impegnata infatti ad alzare il taglio delle emissioni climalteranti al 2030 dal 40% al 50% (con la possibilità di alzare al 55% nel 2021), rafforzando la scelta del Parlamento europeo che aveva già votato un innalzamento del target al 55%.

Considerando che la riduzione delle emissioni nella bozza del nostro Piano è solo del 38%, la versione finale dovrebbe prevedere un percorso più ambizioso, coerente con l’obbiettivo di un’Italia “carbon neutral” a metà secolo.

Se le emissioni saranno almeno dimezzate tra il 1990 e il 2030, sarà più agevole il loro azzeramento (tagliando quindi la stessa quantità di emissioni) nei venti anni successivi, dal 2031 dal 2050. Se non si diventa più ambiziosi in questa fase, non ha senso affermare, come ha fatto il Presidente Conte alle Nazioni Unite che, “l’Italia sta finalizzando la sua strategia ‘green’ che mira alla neutralità delle emissioni entro il 2050”. Un po’ di serietà, signori!

E questa ambiguità contrasta con programmi incisivi di altri paesi. Abbiamo parlato della Germania, ma ci sono governi europei che stanno definendo strategie per giungere alla neutralità climatica entro il 2035 o 2045.

Siamo comunque sempre più convinti che la tematica dei cambiamenti climatici, per la sua importanza e trasversalità, dovrebbe essere centralizzata presso la Presidenza del Consiglio con una delega ad un sottosegretario “di peso” che si occupi esclusivamente di questa sfida.

Del resto, la scelta europea di affidare la delega sul clima a Timmermans,  Vicepresidente esecutivo della Commissione, va esattamente in questa direzione.

Reindirizzare investimenti e incentivi

Secondo il programma di governo si dovrà avviare uno screening ambientale di tutti gli investimenti pubblici. Sembra una ovvietà, ma se questa operazione verrà fatta seriamente, cosa improbabile, si potrebbero bloccare scelte sbagliate e indirizzare le risorse dello Stato verso soluzioni ambientalmente sostenibili.

Estendendo questo approccio anche agli incentivi, come appare logico, gli effetti sarebbero molto positivi.  Pensiamo, ad esempio al programma Industria 4.0. Invece di essere distribuiti a pioggia, i sostegni verrebbero concessi in maniera prioritaria alle proposte coerenti con un percorso di riduzione delle emissioni climalteranti e di “circolarità economica”. Aiuteremmo così il nostro sistema industriale ad accelerare un percorso di innovazione coerente con le sfide ambientali.

Tra i tanti interventi che il governo intende affrontare c’è quello dei sussidi ai fossili, 18,8 miliardi l’anno secondo l’ultima stima del Ministero dell’Ambiente. È bene ricordare che fin dal 2009 i paesi del G7 si erano impegnati ad eliminare progressivamente questi aiuti.

C’è poi una occasione importante per dimostrare discontinuità. La BEI, banca europea per gli investimenti, intende smettere di finanziare progetti relativi ai combustibili fossili entro la fine del 2020. Una decisione importante che riguarderà in particolare l’Italia, principale beneficiario dei prestiti, con 8,5 miliardi concessi nel solo 2018. Il cambio di rotta verrà deciso nei prossimi mesi e la posizione dell’Italia sarà importante per sostenere questo cambiamento di linea, favorevole alla transizione energetica.

Un’ultima osservazione.  Il nuovo governo ha tutte le possibilità di esercitare qualcosa di più di una “moral suasion” nei confronti dell’Eni affinché diversifichi gli investimenti, con un’attenzione nei confronti dei tanti settori connessi alla decarbonizzazione.

Un cambio di rotta che, oltre ad essere coerente con la sfida climatica in atto, può portare a risultati interessanti per l’azienda stessa. La scelta del nuovo Amministratore delegato sarà dunque decisiva. A suo tempo l’indicazione di Francesco Starace alla guida dell’Enel ha consentito di fare della società elettrica un punto di riferimento a livello internazionale della conversione climatica. Diamo una spinta propulsiva anche all’Eni!

Articolo tratto dall’editoriale della rivista bimestrale QualEnergia n. 4/2019  (di prossima uscita)

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Capacity market, Italia Solare fa ricorso al Tar


Author: gmeneghello QualEnergia.it

Anche diversi altri soggetti avrebbero impugnato il decreto.

Italia Solare ha impugnato il decreto ministeriale sul capacity market pubblicato lo scorso primo luglio. Dopo che una lettera in merito era stata recapitata ai soci negli scorsi giorni, la conferma arriva a QualEnergia.it dal presidente dell’associazione, Paolo Rocco Viscontini. Italia Solare non sarebbe sola nella battaglia legale, a quanto ci spiega Viscontini: “altre realtà […]

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Best Slap Championship Ever ! Slap contest world champion from Russia vs big muscle fighter!

https://www.youtube.com/watch?v=PSZ7hydrxB0
Top Slap contest compilation 2019. World champion in slaps vs big muscle kilelr fighter. Who will be konckouted first. Top 10 best slap knockouts in the world by 1 slap! You must see this funny slap competion. It is crazy, funny, amazing and unbelievable. These people are really insane!
Music by Tobu
http://www.youtube.com/tobuofficial
The Best Slap competition ever : https://youtu.be/PSZ7hydrxB0

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Leading with Our People: Schneider Electric Named to Fortune “Best Workplaces” List

Author: Employee Voices Schneider Electric Blog

Written by Aamir Paul, US Country President.  He is a Technology Executive with global experience in sales, strategy and operations management. In his position he focuses on working with our customers to make their operations more efficient, safe, and sustainable.


I’m very excited to share that Fortune has named Schneider Electric among the 2019 Best Workplaces in Manufacturing and Production in the United States. Schneider Electric is ONE of just TEN large and TEN small & medium companies to receive this honor nationwide.

Schneider Electric Named to Fortune “Best Workplaces” List

Schneider Electric Named to Fortune “Best Workplaces” List

This recognition is especially important to me because it’s driven by our employee feedback. In fact, 85 percent of the evaluation is based on what our employees say about their experiences of trust and reaching their full potential as part of our organization, no matter who they are or what they do. The remaining 15 percent of the rank is based on an assessment of all employees’ daily experiences of innovation, our Company’s values, and the effectiveness of our leaders.

While I’m very proud of this award, I am also not surprised. I have the honor of working with this inclusive and empowered team and I see their passion every day. We have established a culture based on our Core Values:

  • Customer First
  • Dare to Disrupt
  • Embrace Different
  • Learn Every Day
  • Act Like Owners

The Great Places to Work® study only reinforced that those Core Values matter.

As a Company, we have identified challenges and made great progress in important areas, including diversity, pay equity, and sustainability. We are also seeing the benefits in recruiting and retaining the best and brightest to work with us over the long term. This award is proof that Schneider Electric employees believe they’re part of something important, that they can make a difference and that they feel empowered to drive change.

I am honored and humbled that Fortune has recognized Schneider Electric as both a great workplace and as one that is creating positive change in the world. However, this recognition tells me something I already knew: Schneider Electric truly is a great place to work!


About the Author:

Aamir Paul is the US Country President of Schneider Electric.  He is a Technology Executive with global experience in sales, strategy and operations management. He joined the Schneider Electric team in 2013 and is focused on working with our customers to make their operations more efficient, safe, and sustainable. He enjoys working with and learning from diverse teams that are focused on a common mission. At Schneider Electric, that mission is about energy efficiency and sustainability.


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EXPERIMENT: Can A Lawn Mower Be Made Into An Air Compressor?


Is it possible to modify a small gas engine, in this case a lawn mower, to make it into an air compressor? Find out! I outline all the steps I performed. Enjoy the video! Be sure to share. DISCLAIMER: Make and/or use what's shown in this video at your own risk! When dealing with gas fumes, and high pressure, there's always the chance an explosion may occur, especially if everything isn't done properly. Using a check valve that opens BELOW engine compression pressure, will allow gas fumes to also be sent into the air line then into the tires you're filling! If ignited by a spark, the tire could explode resulting in bodily injury or death. The video is for informational/experimental purposes only. **Help me make more videos by visiting the link below. All donations, big or small, would be greatly appreciated. Thank you!
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