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Energia

Tassi di interesse, fattore decisivo per rinnovabili competitive

Author: stefania Rinnovabili

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Foto di Pxhere – CC0 Public Domain

L’importanza degli strumenti di mercato per la competitività delle energie rinnovabili

(Rinnovabili.it) – In diverse parti del mondo le energie rinnovabili sono diventate finalmente competitive con le fonti tradizionali. Tra evoluzione del mercato e misure di sostegno, il settore delle green energy ha progressivamente ridotto i costi di generazioni allineandoli con quelli (marginali) delle centrali elettriche a gas o carbone esistenti. In Paesi europei come la Spagna e la Germania, negli ultimi due anni sono apparsi sistemi fotovoltaici liberi da sussidi e in grado di sopravvive sul mercato in condizioni di grid parity (leggi anche Accumulo fotovoltaico, competitivo con il gas delle centrali a ciclo combinato

Da un lato, questa maggiore competitività è legata alla tecnologia, oggi più matura, e a volumi più elevati in grado di ridurre i costi. Dall’altro c’è tuttavia un aspetto fin troppo spesso trascurato che ha contributo al successo: il ridotto costo del finanziamento. Ma cosa accadrebbe se i tassi di interesse dovessero aumentare? I ricercatori dell’ETH di Zurigo e dell’Istituto di ricerca sull’impatto climatico (PIK) di Potsdam hanno cercato di rispondere a questa domanda modellando diversi scenari possibili. Lo studio ha analizzato 133 progetti fotovoltaici ed eolici realizzati in Germania negli ultimi 18 anni. 

Poiché l’energia rinnovabile è più ad alta intensità di capitale rispetto ai combustibili fossili, i costi di generazione aumentano più rapidamente se crescono i tassi di interesse. Nell’articolo pubblicato questi giorni su Nature Sustainability (testo inglese) i ricercatori hanno mostrato che se i tassi di interesse tornassero ai livelli pre-crisi, i costi di produzione dell’elettricità in Germania aumenterebbero dell’11 per cento per gli impianti fotovoltaici e del 25 per cento per i progetti eolici, con un impatto a catena sulla competitività.

In uno scenario che prevede invece un moderato aumento dei costi di finanziamento, i progressi tecnologici basterebbero  a compensare i maggiori interessi passivi nel caso del fotovoltaico mentre per l’eolica stimano un aumento del 9%.

In questo contesto, i ricercatori ETH e PIK ritengono che l’abolizione degli strumenti di supporto per l’energia alternativa potrebbe essere una strategia rischiosa. In caso di aumento dei tassi di interesse, avrebbe un effetto controproducente e comprometterebbe la riduzione delle emissioni di CO 2 necessarie dal punto di vista climatico. La tendenza positiva nelle energie rinnovabili non è qualcosa con cui dovremmo giocare”, affermano gli autori sostenendo l’utilizzo di strumenti basati sul mercato, come le aste competitive per gli impianti di grandi dimensioni.

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Energia

Selezione ESCo per riqualificazione impianto di pubblica illuminazione, bando a Canna (CS)


Author: Giorgia Piantanida QualEnergia.it

Il Comune di Canna (CS) selezioa un operatore qualificato, incluse le energy service companies (esco), per l’affidamento in concessione – mediante partenariato pubblico privato di servizi di prestazione energetica, riqualificazione, gestione e manutenzione e gestione dell’impianto di pubblica illuminazione del Comune. Importo: 400.869 euro Scadenza: 25 settembre 2019 Il bando

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Energia

Gli Stati Uniti costruiranno 88 nuove (e inutili) centrali energetiche a gas

Author: redattore Rinnovabili

centrali energetiche a gas

La centrale a gas naturale di Ruskin, in Florida. Foto credit bhumann34 / Pixabay

Attualmente sono stati approvati progetti per nuove centrali energetiche a gas naturale per una capacità complessiva di 70GW

(Rinnovabili.it) – Le centrali a gas naturale sono destinate a diventare economicamente svantaggiose (sia per i produttori che per i consumatori) entro il 2035, eppure gli Stati Uniti sono in procinto investire circa 70 miliardi di dollari su 88 nuovi impianti per una capacità complessiva di quasi 70GW nei prossimi 6 anni e per ulteriori 20GW in un lasso di tempo più lungo: la situazione paradossale è quella descritta da due report del Rocky Mountain Institute (RMI), uno dei più autorevoli centri di ricerca statunitensi in materia d’energia.

Secondo le analisi del RMI, la costruzione del 90% delle 88 nuove centrali a gas attualmente approvate negli Stati Uniti entro il 2035 risulterà più costosa rispetto alla progettazione di impianti misti eolici/fotovoltaici equipaggiati con sistemi di accumulo.

L’abbassamento dei costi delle rinnovabili (calati dell’80% dal 2010 e destinati a scendere ulteriormente nei prossimi 10-20 anni) potrebbe mettere a rischio miliardi di dollari in investimenti sulle nuove centrali a gas, spiegano nei report gli analisti di RMI.

Oltre allo svantaggio economico, il report valuta anche l’impatto ambientale: spostare i capitali indirizzati alla costruzione d’impianti a gas verso le rinnovabili comporterebbe un risparmio nelle emissioni di CO2 pari a 100 milioni di tonnellate ogni anno (circa il 5% dei gas serra attualmente immessi nell’atmosfera dal settore della generazione elettrica negli Stati Uniti).

Alla stessa maniera, il reindirizzamento dei capitali verso fonti sostenibili dovrebbe “pagare” anche per gli utenti finali, per i quali, i report, stimano un risparmio di circa 29 miliardi di dollari entro il 2035.

In un simile scenario, infatti, oltre a quelli sulle centrali a gas risulterebbero svantaggiosi anche gli investimenti in gasdotti e infrastrutture di trasporto: opere per cui, i ricercatori del RMI, stimano investimenti già stanziati di circa 30 miliardi di dollari entro il 2024. Infrastrutture che vedrebbero calare i volumi d’utilizzo (tra il 20% e il 60% nei soli Stati della costa est) e dunque crescere i costi a carico degli utenti per un range compreso tra il 30% e il 140%.

>>Leggi anche Berkeley è la prima città USA a mettere al bando il gas naturale<<

Negli ultimi 20 anni, il settore del gas naturale è stato usato negli Stati Uniti come un “ponte” per agevolare il passaggio dalle più inquinanti forme di generazione elettrica, come il carbone, a sistemi sostenibili. Il gas naturale, divenuto sempre più economico grazie al ricorso a innovative (ma discusse) tecniche d’estrazione, come il fracking, rappresenta ad oggi il 35% del mix energetico statunitense, contro meno del 20% di solo 20 anni fa.

I due report del RMI parlano di un vero e proprio “punto di non ritorno” per il settore energetico:Abbiamo raggiunto la fine del ‘ponte’ rappresentato dal gas naturale e ora si profila la chiara opportunità di dare la priorità agli investimenti nell’energia pulita negli Stati Uniti– scrivono i ricercatori del RMI nei report – Il fatto che le energie rinnovabili siano ora la soluzione più economica nel settore energetico degli Stati Uniti, nonostante l’abbondanza di gas naturale a basso costo, evidenzia lo straordinario calo dei costi recenti di eolico, solare e dei sistemi di stoccaggio. Se le tecnologie pulite possono competere con il gas a basso costo negli Stati Uniti, è molto probabile che rappresentino le soluzioni con il minor costo nella maggior parte dei mercati mondiali”.

>>Leggi anche Rinnovabili cinesi già più economiche del gas, ora tocca al carbone<<

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Energia

Efficientamento pubblica illuminazione, bando a Davoli (CZ)


Author: Giorgia Piantanida QualEnergia.it

10 Settembre 2019

Il Comune di Davoli (CZ) appalta gli interventi di efficientamento energetico pubblica illuminazione e sviluppo territoriale sostenibile. Importo: 56.854 euro Scadenza: 17 settembre 2019 Il bando

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Energia

A Milano debutta la strada al grafene

Author: stefania Rinnovabili

grafene asfalto

Credit: Interchimica

Il supermodificante a base di grafene Gipave è in grado di aumentare la durata della pavimentazione del 250%

(Rinnovabili.it) – Pochi altri materiali incarnano lo spirito d’innovazione tecnologica del nuovo secolo come il grafene. Grazie a caratteristiche uniche come resistenza, versatilità, ottima conduttività ed estrema sottigliezza, oggi queste strutture bidimensionali di carbonio sono impiegate nei campi più disparati, dalla telefonia ai computer, dalle celle fotovoltaiche agli impianti di desalinizzazione dagli ultra condensatori alla biomedicina, arrivando persino nelle pavimentazioni stradali. Succede a Milano dove “il materiale delle meraviglie”, come è stato ribattezzato da molti, è stato impiegato nella pavimentazione di due tratti di strada provinciale.

Nel dettaglio il progetto – condotto da Iterchimica e Città metropolitana di Milano – prevede la sperimentazione di Gipave, un supermodificante a base di grafene sviluppato con la collaborazione di G.Eco (Gruppo A2A), l’Università degli Studi di Milano Bicocca e Directa Plus. Il materiale è in grado di raddoppiare la vita utile delle pavimentazioni stradali, aumentandone la resilienza e riducendone la suscettibilità termica (anche per forti escursioni di temperatura).

“Quattro anni fa – spiega Federica Giannattasio, Amministratore Delegato di Iterchimica – usufruendo di un bando di Regione Lombardia, abbiamo iniziato a studiare e a progettare nei nostri laboratori un additivo al grafene e a testarne gli effetti sugli asfalti con risultati impressionanti in termini di durata e aumento della vita utile della pavimentazione. Oggi, insieme a Città metropolitana di Milano, possiamo continuare i test su strada per raccogliere ulteriori dati con un progetto che rispetta tutti i requisiti previsti nei capitolati d’appalto vigenti in Italia”.

Il progetto consiste nel rifacimento dei tre strati della pavimentazione stradale (base, binder, usura) di un tratto di circa 500 metri della Strada Provinciale 35 Milano-Meda, dal km 133+300 al 132+850 in direzione Milano. A inizio ottobre, invece, è previsto il rifacimento di due strati della pavimentazione stradale (base e usura) di un tratto di 600 metri sulla Strada Provinciale 40 Lacchiarella, dal km 3+850 al km 4+900.