Author: redattore2 Rinnovabili
Ambiente isolato: nessuno ne parla. Premiato chi non ha consegnato alcun programma
(Rinnovabili.it) – Le elezioni europee si sono concluse da poche ore. Se si dovessero usare solo poche parole per descrivere il loro risultato si parlarebbe di avanzata della Lega e di Movimento 5 Stelle ‘sparring partner’ di Governo. Non pervenuta la sinistra, tanto per quel che riguarda la lista omonima quanto per il Partito Democratico che, nonostante ben distanziato dal partito di Salvini, riesce a trovare nei dati poco edificanti che lo riguardano la soddisfazione dei propri dirigenti. L’onda verde auspicata dal duo Possibile-Verdi manca all’appello anch’essa. Proprio riguardo l’ambiente e l’ecologia, quasi nessuno dei partiti che si sono candidati per un posto a Strasburgo/Bruxelles aveva un’idea chiara di cosa si dovesse compiere a tal proposito. Abbiamo analizzato i programmi delle liste che si sono candiate a concorrere per l’europarlamento di Strasburgo/Bruxelles e siamo andati alla ricerca dei proponimenti di ciascuno riguardo temi ambientali, riguardo il clima, gli obiettivi che si pongono e così via.
C’è da sottolineare che alcune liste non hanno consegnato un programma per le elezioni europee (come ad esempio la Lega e Popolari per l’Italia), molte altre hanno determinato che la propria agenda fosse la medesima delle politiche tenutesi il 4 marzo 2019 (Destre unite Aemn – Casapound, Forza Nuova, Partito Comunista) e, infine, alcune forze politiche (Forza Italia, Movimento 5 Stelle, Fratelli d’Italia) hanno consegnato solo dei proponimenti più che dei programmi strutturati.
Forza Italia (Collocazione europea: Partito Popolare Europeo – Ppe)
Il partito guidato da Silvio Berlusconi è, fin dalla sua fondazione e successive trasformazioni, collocato nel Partito Popolare Europeo, così come altre liste che si sono candidate ad un posto a Strasburgo/Bruxelles. La ‘lista Berlusconi’ ha presentato un “dodecalogo” in cui il primo cenno ambientale è anche l’ultimo punto del programma denominato ‘Sviluppo e rispetto dell’ambiente’: «[…] I cambiamenti climatici devono essere al centro dell’agenda politica europea, senza inutili estremismi ma mettendo insieme sviluppo e difesa del pianeta, perché sviluppo economico, competitività industriale e politiche climatiche sono complementari». Presente anche un riferimento riguardo la promozione dell’utilizzo di materiali alternativi alla plastica.
Popolo della famiglia – Alternativa Popolare (Collocazione europea: Partito Popolare Europeo)
L’organizzazione politica fondata da Mario Adinolfi nel programma che ha prodotto e pubblicato sul proprio sito non ha inserito riferimenti all’ambiente e al cambiamento climatico, ma chiarisce fin da subito la propria collocazione europea (il Ppe) come unico luogo «politicamente consono» dato che «i socialdemocratici del Pse, i lib-dem dell’Alde e gli ambientalisti ideologici» non avrebbero rappresentato uno spazio adatto al Pdf. Il solo riferimento ambientale è posto al punto 3: ‘A presidio di vita, ambiente, famiglia lavoro’ ma solo nell’ambito di una questione legata all’insostenibilità del “contesto nemico della cultura della vita” e alle “spinte mortifere di aborto ed eutonasia“: «[L’Europa] un continente distruttivo nei confronti delle risorse ambientali (uno degli allarmi più efficacemente lanciati da Papa Francesco) così come pesantemente ostile allo svilupparsi della famiglia naturale».
La sinistra (Collocazione europea: Sinistra verde unita/Sinistra verde nordica – Gue/Ngl)
Per la lista unitaria composta dal Partito della Rifondazione Comunista, Sinistra Italiana e L’altra Europa con Tsipras, il punto centrale riguardo l’ambiente è la rottura «con la gabbia neoliberista definita dai trattati». La lista afferente al Gue/Ngl è una delle poche che, assieme ad Europa Verde e al Partito Pirata, dedica un capitolo del programma alla questione climatica: ‘Un green new deal per la natura, il clima, la transizione ecologica dell’economia’. Vengono citati i dati dell’Ipcc dell’Onu e viene posto (nonché proposto) un obiettivo a medio termine: «entro il 2030 l’Europa deve ridurre le emissioni di gas serra del 65%, il consumo di energia del 40% e il 45% dell’energia venga da fonti rinnovabili» per questo La sinistra propone: «un programma di riconversione ecologica con investimenti nelle filiere industriali, dei trasporti, dell’efficienza energetica e nelle fonti rinnovabili, pari ad almeno il 3% del Pil europeo, che si può finanziare con buoni emessi dalla Banca Europea degli investimenti e sostenuti dalle Banche Centrali Europee». E ancora: «Un nuovo sviluppo e valorizzazione dell’agricoltura vanno perseguiti attraverso una difesa delle biodiversità, quindi opponendosi agli Ogm, difendendo le aree agricole dalla cementificazione, ripopolando le zone rurali interne, valorizzando le produzioni mediterranee». Vengono citati, poi, anche il Ttip e il Ceta, criticandone fortemente «l’impianto liberista» perché «le politiche commerciali europee devono all’opposto essere subordinate al rispetto dei diritti del lavoro e alla salvaguardia della natura, attraverso la definizione di standard retributivi, dei diritti ambientali». Infine è riportata la propria contrarietà alle grandi opere, citando in particolar modo la Tav Torino-Lione.
+ Europa – Italia in comune – Pde (Collocazione europea: Alleanza dei liberaldemocratici per l’Europa – Alde)
Uno dei programmi più cospicui e dettagliati è quello della ‘triplice’ fra Radicali Italiani (che promuovono la lista +Europa), Italia in comune e il Partito democratico europeo, sezione italiana dell’omonima organizzazione paneuropea guidata da Francesco Rutelli. In un secondo momento si sono aggiunti alla lista anche Partito socialista italiano e Partito repubblicano italiano.
Il capitolo 4 è interamente dedicato alla questione ambientale, benché posta sotto il titolo ‘Un’economia competitiva e sostenibile’: vengono citati i cambiamenti climatici e la lotta contro di essi, così come l’impegno che la lista intende portare avanti riguardo la sostenibilità ambientale: «delle nostre azioni pubbliche e private» che per il progetto radicale «equivale alla sostenibilità finanziaria: ogni scelta politica — a partire da quelle fiscali e previdenziali — deve porsi l’obiettivo dell’equità tra le generazioni, affinché i debiti di oggi non diventino l’oppressione di domani […]». Per quel che riguarda il riscaldamento globale, +Europa propone una «imprescindibile riduzione delle emissioni di anidride carbonica» dunque tendendo alle emissioni zero nette entro 2050 e «alla fuoriuscita dal carbone entro il 2030». Tra le misure da adottare anche l’introduzione di un prezzo minimo europeo per le emissioni di CO2 ad integrazione dello European trading scheme. Spazio anche all’economia circolare e a norme più stringenti sull’uso delle plastiche monouso, così come va incentivato, secondo +Europa, l’uso di bioplastiche. Vanno introdotti, poi, criteri più chiari sull’utilizzo dei materiali riciclati «facilitandone e incentivandone l’utilizzo da parte delle pubbliche amministrazioni». Nel programma viene citata anche la Pac che deve essere «a misura d’impresa»: va incentivata e sostenuta in quanto necessaria per la produttività delle imprese e per l’uso sostenibile delle risorse.
Partito Comunista (Collocazione europea: Gruppo misto)
Il Pc non ha presentato un programma dedicato alle elezioni europee ma integra quello prodotto per le elezioni del 4 marzo intitolato ‘Per un’Italia socialista’, specificando che il socialismo non significhi povertà o privazione ma «estensione di benessere e ricchezza che oggi viene preclusa alla maggioranza della popolazione, secondo criteri socialmente accettabili che non mettano più a repentaglio, in nome del profitto privato, la sicurezza, l’ambiente e le risorse». A questo si aggiunge una dichiarazione d’intenti dell’Iniziativa dei partiti comunisti operai europei, sottoscritta anche dal Pc, il cui unico riferimento ambientale è inserito in un contesto di protezione dato che esso viene sacrificato «per i profitti del grande capitale».
Movimento 5 Stelle (Collocazione europea: Europa della Libertà e della Democrazia Diretta- Efdd)
Anche in questo caso si preferisce la pubblicazione di un programma per punti piuttosto sintetici anziché di uno strutturato. Il settimo punto del programma ‘cinque stelle’ prevede che anche «la finanza debba essere green» inserendo «un “fattore sociale” nella normativa dei requisiti di capitale». Il M5S si propone poi di «dare incentivi alle spese che non inquinano» e nel paragrafo è presente l’unico riferimento all’economia circolare: «Più lavoro con l’economia circolare». Spazio alla questione degli Ogm e dei pesticidi, ritenuti dannosi per la salute dei cittadini e per l’ambiente, ribadendo la contrarietà ai tagli alla Pac dando il proprio sostegno alla pesca sostenibile.
Partito animalista italiano (Collocazione europea: Gruppo misto – nonostante il partito di riferimento della lista italiana, il Partij vor de dieren olandese, detenga un seggio all’interno del Gue/Ngl)
Il programma presentato dal Pai in realtà è un ‘manifesto dei partiti animalisti europei’ ed è uno dei pochi che presenta esplicitamente il riferimento alla messa al bando dei pesticidi e sostanze chimiche dannose. Una necessità e un dovere per un’agricoltura che deve essere obbligatoriamente ‘bio’, per il Pai, affinché l’Italia torni ad essere il «giardino d’Europa». Vengono citati, successivamente, anche i cambiamenti climatici che necessitano di una politica di contrasto al surriscaldamento in relazione ad uno stile di vita basato sui vegetali.
Destre unite Aemn – Casapound (Collocazione europea: Gruppo misto)
«L’ambiente siamo noi e viceversa», punto 11 del programma di Casapound.
Agenda, però, che è la stessa presentata per le elezioni nazionali del 4 marzo, dunque la lista unitaria di Destre unite Aemn – Casapound non ha pubblicato alcun programma. Il riferimento ambientale, nel documento consegnato per le politiche, è inserito all’interno di una «ecologia non conforme» contro «il tetro fondamentalismo verde e i suoi tabù antiecologici».
Partito Democratico – Siamo Europei (Collocazione europea: Partito socialista europeo – Pse)
Per il Pd-Se l’Europa ha bisogno di un «piano straordinario di investimenti per la transizione ecologica per il lavoro, la coesione sociale, l’ambiente» nonostante il riferimento all’ambiente sia inserito già nel titolo del programma: ‘Per un’Italia migliore che cresce, che cambia, più giusta, più forte e più verde’. Solo l’Ue rafforzata «democratica e solidale» potrà affrontare «le sfide contemporanee»: tra di esse l’ambiente da proteggere e valorizzare. Cenni anche al cambiamento climatico e al delineamento di obiettivi per la riduzione delle emissioni: «occorre dimezzare le emissioni nel 2030 e raggiungere le emissioni zero nette al 2050». Bisogna precisare che il link del documento relativo al programma del Pd-Siamo europei è denominato come ‘programma-corto’, il che farebbe supporre che ne esista una versione estesa la quale, tuttavia, non è stata caricata sul sito web dedicato.
Forza Nuova (Collocazione europea: Gruppo misto)
Nessun programma presentato neanche da parte del partito di Fiore che ultimamente ha contribuito a far parlare di sé. L’unica agenda presente sul sito è quella della lista Italia agli italiani presentata il 4 marzo 2019 in occasione delle elezioni politiche e in cui non ci sono riferimenti ambientali.
Fratelli d’Italia (Collocazione europea: Alleanza dei Conservatori e dei Riformisti Europei – Aecr)
Il partito di Giorgia Meloni consegna una lista di proponimenti formata da quindici punti al cui undicesimo è collocata la ‘questione ambientale’: ‘Dalla parte dell’ambiente e della natura’. Il richiamo che viene fatto è al patriottismo: non si può essere patrioti senza essere anche difensori dell’ambiente. «Vogliamo un’Europa all’avanguardia nella tutela del territorio, del paesaggio e della natura» e Fd’I propone inoltre di «mettere al bando i prodotti non biodegradabili; contrastare ogni forma di inquinamento; dare sostegno alla riconversione aziendale di stabilimenti ad elevato impatto ambientale o che producono materiali plastici» nonché l’imposizione di dazi nei confronti degli Stati «che non rispettano l’ambiente».
Partito Pirata (Collocazione europea: Verdi europei, Alleanza libera europea – Greens/Efa)
L’unica forza politica non ambientalista che colloca al primo punto del proprio programma la questione relativa ad agricoltura e pesca è il Partito Pirata. Nel paragrafo viene sottolineata la necessità di un’Europa sostenibile e vengono citate la questione dell’uso del suolo, dell’agricoltura urbana nonché la condanna al land grabbing, così come la promozione verso la mobilità sostenibile. I pirati, si legge nel documento: «vogliono rendere obbligatorio l’approccio scientifico in qualsiasi processo decisionale in maniera ambientale». Paragrafo a parte per la questione climatica: «deve essere attuato l’accordo di Parigi per limitare l’aumento della temperatura a 1,5°C al di sopra dei libelli pre industriali […] vogliamo creare un’infrastruttura energetica sostenibile e affidabile. La transizione dalle risorse fossili alle fonti energetiche rinnovabili è necessaria». La questione dei trattati internazionali è un altro tema caro ai pirati: no a pratiche sleali.
Popolari per l’Italia (Collocazione europea: Partito popolare europeo – Ppe)
Partito numero 3 che andrebbe ad occupare lo spazio dei popolari del parlamento europeo. L’organizzazione di Mario Mauro, tuttavia, non ha presentato alcun programma, né è rintracciabile alcun decalogo relativo a scorse elezioni.
Lega (Collocazione europea: Europa delle Nazioni e della Libertà – Enf)
Il partito di Matteo Salvini, nonostante sia risultato primo, non ha presentato alcun programma, né è stato possibile rintracciare alcun elenco di proponimenti sui vari siti di riferimento dell’organizzazione politica. Gli unici riferimenti al che fare in Europa sono stati affidati a delle dirette video via Facebook di Salvini stesso.
Europa Verde (Collocazione europea: Verdi europei, Alleanza libera europea – Greens/Efa)
Ultimo, ma non meno importante, il programma della lista comune fra Verdi, Possibile e Green Italia la cui agenda è un crogiolo di questioni ambientali ed ecologiche, essendo l’unica lista dichiaratamente ambientalista che si è presentata alle elezioni. Abbiamo poco tempo, inizia così la dissertazione sul clima da parte di Europa Verde, unica lista a citare – insieme a La sinistra e al Partito Pirata – il rapporto dell’Ipcc dell’Onu sui cambiamenti climatici. In sintesi, la lista verde dice: «sì alla trasformazione ecologica dell’economia, creando redistribuzione di ricchezza e lavoro di qualità; sì alla riduzione di spese militari a favore di investimenti per la riconversione ecologica». Per quel che riguarda il clima è necessaria una «legge quadro» con «bilanci di carbonio vincolanti per i Paesi membri che riducano le emissioni climalteranti di almeno il 55% entro il 2030 e che aprano la strada ad un’economia a impatto climatico zero entro il 2050». Non solo, secondo i Verdi è bene che l’Ue si doti di una legislazione che introduca un prezzo «minimo sulle emissioni di CO2: 40€ per tonnellata a partire dal 2020, per arrivare a 100€ entro il 2030». Sostegno anche all’economia circolare «ispirato alle tre “erre”: Riduci la produzione di rifiuti, Riusa, Ricicla. Bisogna ridurre drasticamente gli imballaggi e l’uso della plastica non biodegradabile e dei prodotti monouso, favorirne il recupero e riciclo, ed eliminare gli sprechi di cibo».