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Samsung Galaxy S10+ contro Galaxy Note 9: dimensioni identiche. Ecco le immagini

Author: Le news di Hardware Upgrade

Samsung vuole cercare di recuperare il terreno perso nei mesi scorsi rispetto agli altri concorrenti e per farlo sembra decisa ad introdurre sul mercato il nuovo Galaxy S10+ con alcuni cambiamenti estetici che riguarderanno non solo l’estetica ma anche e soprattutto le dimensioni. Le informazioni circolate negli ultimi giorni parlano di una doppia versione proprio come quella presentata con S9 e S9+. In tal caso i due device si differenzieranno non solo per le dimensioni ma probabilmente anche per il comparto tecnico.

Samsung Galaxy S10+: ecco le dimensioni

Una delle caratteristiche che con ogni probabilità si vedranno sul nuovo device saranno le dimensioni. Effettivamente da quanto visto in Rete è possibile osservare grazie ad un’immagine leaked come il nuovo Galaxy S10+ potrebbe spingersi fino ai 6,4 pollici.Interessante però scoprire come le dimensioni del più grande device di Samsung potrebbero essere di 157,7x75x7,8 mm. Questo significa che il Galaxy S10+ si avvicinerà alle dimensioni del Galaxy Note 7, presentato qualche anno fa e poi dismesso per i problemi alla batteria.

Le immagini non fanno altro che comparare la pellicola in vetro del presunto nuovo Galaxy S10+ con il Galaxy Note 7 che però non possiede lo schermo a tutta superficie come invece si avrà sulla versione 10+. Si può osservare come le cornici sul nuovo modello saranno praticamente inesistenti e come sia presente anche il doppio foro nella parte anteriore, in alto a destra, novità assoluta di questo 2019 per molti futuri smartphone.

Samsung Galaxy S10+: quando arriverà?

I nuovi Galaxy S10 e S10+ di Samsung potrebbero arrivare sul mercato ufficialmente entro il prossimo mese di febbraio o almeno le indiscrezioni dell’ultimo momento li vedono presentati dall’azienda pochi giorni prima dell’inizio del Mobile World Congress 2019 di Barcellona, classico appuntamento per la telefonia mobile. Sulle specifiche tecniche non si hanno certezze ma sembra palese la presenza del nuovo processore Exynos 9820 che altro non è se non l’evoluzione dell’attuale chipset presente sulla maggior parte dei telefoni Android.

Quello che potrebbe battere ogni record però non sembrano essere solo le novità stilistiche o tecniche che sembrano di sicuro da vero top di gamma. Quello che potrebbe colpire gli utenti fedeli al marchio o anche chi ha voglia di cambiare e passare a Samsung sarà il prezzo di vendita. Le ultime indiscrezioni infatti parlano addirittura di una versione top di gamma con uno storage interno da 1TB di memoria ad un prezzo di 1.554€. Ecco anche le altre versioni:

  • Samsung Galaxy S10 Lite (versione 128GB) – Prezzo di circa 776€
  • Samsung Galaxy S10 (versione 128GB) – Prezzo di circa 887€
  • Samsung Galaxy S10 (versione 512GB) – Prezzo di circa 1.110€
  • Samsung Galaxy S10+ (versione 128GB) – Prezzo di circa 998€
  • Samsung Galaxy S10+ (versione 512GB) – Prezzo di circa 1.220€
  • Samsung Galaxy S10+ (versione 1TB) – Prezzo di circa 1.554€

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Nokia 9 Pureview si mostra in foto a confronto con Nokia 8

Author: Alessio Fasano Agemobile

Oggi torniamo a parlare di Nokia 8 dopo il rilascio dell’aggiornamento ad Android 9.0 Pie, ma solo perché ci servirà per farci un’idea delle dimensioni generali del nuovo Nokia 9 Pureview.

Lo smartphone in questione deve arrivare sul mercato da quasi un anno e ancora oggi ci sono delle perplessità sulla scheda tecnica: l’unica certezza sembrava essere il processore Qualcomm Snapdragon 845 ma qualche settimana fa Qualcomm ha presentato il nuovo SoC Snapdragon 855 e visto che Nokia 9 Pureview non arriverà prima del 2019 occorrerà vedere come si evolverà la situazione.

Trovano sempre maggiore conferma le indiscrezioni in merito alla presenza di un quantitativo esagerato di fotocamere. Inoltre il display sarà da 5,9 pollici in formato 18:9 ma come possiamo notare messo a confronto con Nokia 8 la differenza non è poi tantissima.

Difficile dire quando arriverà ufficialmente sul mercato Nokia 9, ma nel frattempo Nokia 8 rimane un best buy perché in questo momento è uno dei top di gamma del 2017 più economici sul mercato.

Ricordiamo le principali caratteristiche di Nokia 8:

  • Display da 5,3 pollici IPS con risoluzione QHD
  • Processore Qualcomm Snapdragon 835 con CPU octa core a 2,4 GHz
  • 4/6 GB di RAM
  • 64 GB/128 GB di memoria interna espandibile via microSD
  • Doppia fotocamera posteriore da 13 Mpixel con un sensore RGB e l’altro monocromatico e apertura f/2.0
  • Fotocamera frontale da 13 Mpixel con autofocus
  • Batteria da 3.090 mAh con supporto alla ricarica rapida Qualcomm Quick Charge 3.0
  • Connettività 4G LTE Cat. 9, WiFi 802.11 a/b/g/n/ac MIMO, BT 5.0, NFC, USB Type-C
  • Certificazione IP54 contro gli schizzi
  • Sistema operativo Android 7.1.1 Nougat  (aggiornabile ad Android 8.0 Oreo)

Nokia 8 nella versione con 4 GB di RAM e 64 GB di storage è già disponibile sul mercato italiano ad un prezzo consigliato di 599 euro, ma online ormai si trova sui 350 euro. Esiste anche una versione “Plus” in colorazione Polished Blue con 6 GB di memoria RAM e 128 GB di storage in vendita in Italia a 699 euro, ma anche in questo caso gli street price online permettono di risparmiare qualche centinaia di euro.

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TWRP disponibile per Xiaomi Pocophone F1

Author: Lorenzo Spada Android Blog Italia

Dopo aver ricevuto il Franco Kernel ed essere stato protagonista di una versione unofficial della TWRP, lo Xiaomi Pocophone F1 finalmente ha ottenuto la versione ufficiale. Si tratta di un passo molto importante che consentirà, a tutti i possessori interessati al modding, di avere una via più semplice per installare ROM Custom e personalizzazioni profonde.

Ricordiamo infatti che la recovery custom TWRP è la porta principale verso il mondo del modding Android e, considerando che Xiaomi Pocophone F1 è uno degli smartphone più supportati del 2018, il rilascio della versione ufficiale è un qualcosa di molto interessante.

Guida all’installazione della TWRP

Nel caso foste interessati all’installazione della TWRP sullo Xiaomi Pocophone F1, potete procedere in due modi: il più semplice richiede l’app ufficiale ma necessita dei permessi di root.

Official TWRP App
Official TWRP App
Price: Free+

In caso non aveste accesso al root dello smartphone, qui di seguito vi proponiamo una guida all’installazione che necessita solo di un PC Windows e di una connessione a internet:

  • Scaricate la recovery
  • Effettuate il download e installate i driver adb/fastboot per il PC Windows QUI
  • Scaricate ed installate i driver per il vostro smartphone
  • Scaricate la recovery per il vostro smartphone, rinominatela twrp.img e copiatela nella cartella ADB
  • Abilitate le opzioni sviluppatore sullo smartphone (7 tap sul numero di build)
  • Dalle opzioni sviluppatore, abilitate il Debug USB
  • Dal computer Windows, entrate nella cartella ADB ed aprite il CMD
  • Collegate lo smartphone al PC mediante il cavo USB
  • Digitate correttamente le seguenti stringhe di testo sul prompt dei comandi o CMD (ad ogni trattino cliccate su Invio): adb devices – adb reboot bootloader – fastboot devices
  • A questo punto digitate la seguente stringa per flashare la TWRP: fastboot flash recovery twrp.img

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Instagram, rivoluzione nella UI ma è stato un errore: utenti infuriati

Author: Le news di Hardware Upgrade

Instagram ha lanciato una prima fase di test pubblica per una nuova interfaccia utente basata sulle gesture con cui si intende rivoluzionare l’esperienza d’uso del servizio. Il problema è che il test, inteso per un numero estremamente circoscritto di utenti, è stato esteso a molti più account del previsto. Le novità riguardano l’orientamento dello scrolling nel feed delle immagini, che passa da quello tradizionale in verticale, a quello in orizzontale, post per post.

Un cambiamento epocale, che diversi utenti hanno mal digerito durante il roll-out esteso effettuato per caso. La compagnia aveva iniziato i primi test sulla consultazione post per post in orizzontale ad Ottobre, ma solo per la sezione Esplora. In sostanza l’utente può gestire l’intera navigazione con le gesture: una barra in alto indica la progressione fra i contenuti della pagina, mentre con uno swipe verso sinistra si passa al post successivo, verso destra si torna a quello precedente.

Per passare ai commenti e alla descrizione testuale dell’immagine invece è sufficiente compiere uno swipe dal basso verso l’alto. In questo modo si dà più importanza al singolo post (e alla pubblicità) che guadagna uno spazio ben definito all’interno dell’app. Si tratta di un sistema di navigazione simile a quello già presente nelle Storie, che la compagnia intende implementare – visto il successo – anche per quanto riguarda la navigazione sui vari feed dell’app.

Abituati da tempo all’interfaccia utente tradizionale di Instagram con scorrimento in verticale, però, gli utenti del servizio si sono nettamente scagliati contro la novità. Su Twitter sono addirittura apparsi alcuni sondaggi che danno per spacciata la novità: al momento in cui scriviamo solo il 12% degli utenti hanno accettato la nuova UI, ma il restante 88% si è dichiarato contrario. A rispondere al sondaggio anche Adam Mosseri, di Instagram, che ha dichiarato le seguenti parole.

“Doveva essere un test di piccole dimensioni, ma è stato esteso per errore. Dovremmo aver sistemato il tutto, e se vedete ancora la vecchia interfaccia basta riavviare l’app”. La compagnia ha risposto anche a The Verge, definendo l’errore un “bug”: “Per via di un bug alcuni utenti hanno visto un cambiamento sul loro feed”, ha dichiarato un portavoce. “Abbiamo sistemato rapidamente il problema e la feed è tornata adesso alla normalità. Ci scusiamo per il problema”.

La nuova interfaccia ha avuto una durata di pochi minuti, tuttavia la confusione generata intorno alla questione fa sorgere qualche dubbio. Anche se si fosse trattato solo di un incidente pare che Instagram stia prendendo in seria considerazione il feed orizzontale, e un roll-out esteso potrebbe arrivare in un futuro più o meno prossimo con buona pace di quegli utenti (tanti) che si sono mostrati contrari alla novità.

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Black Mirror: Bandersnatch, il primo film interattivo di Netflix è un labirinto narrativo sorprendente

Author: Yuri Polverino Tom's Hardware

Black Mirror: Bandersnatch è il primo film live-action interattivo disponibile su Netflix, il colosso mondiale dell’intrattenimento in streaming. Diretto da David Slade e scritto da Charlie Brooker, è un episodio speciale dell’omonima serie che da qualche anno ormai ha raccolto l’entusiasmo di critica e pubblica. Le peculiarità di Black Mirror sono principalmente il suo essere antologica e visionaria; immagina scenari futuribili dove la tecnologia ha preso una deriva distruttiva per l’umanità.

Una compilation di episodi “what if”, alcuni dei quali entrati di diritto nella storia della televisione moderna. L’anima avanguardista dello show, unita all’ambizione della piattaforma, hanno portato alla creazione di quest’ultimo prodotto, che vuole essere una sorta di gigantesca demo di quella che potrebbe essere un’incarnazione televisiva sempre più frequente, almeno per quanto riguarda Netflix stessa.

Un film interattivo, dicevamo, dove lo spettatore è chiamato a scegliere il destino del protagonista e di conseguenza lo svilupparsi della storia, attraverso una serie piuttosto ampia di scelte multiple che compariranno a schermo con una buona frequenza. Della serie “mangia la caramella” o “non mangiare la caramella”, e vien da se che la scelta influenzerà lo scorrere degli eventi.

Bandersnatch propone un flusso narrativo curioso e stimolante, che culmina in cinque possibili “finali principali”, intervallati da più di un trilione di possibilità. Per completare il film (o gioco, chiamatelo come preferite), ci vogliono circa 40 minuti, per esplorare ogni bivio e sviluppo invece due ore e mezza.

La magnificenza di quest’esperimento, però, è rappresentata dal plot narrativo, che agisce su più livelli: il giocare con lo spettatore, con il concetto stesso di scelta multipla e per finire con il citazionismo. Non faremo alcun tipo di spoiler, ma la trama dovrebbe già regalarvi qualche spunto di riflessione.

Siamo in Inghilterra, nel 1984, e il diciannovenne Stefan Butler (interpretato dal bravissimo Fionn Whitehead, già visto nel capolavoro di Nolan, Dunkirk) è un giovane programmatore che ha come ambizione quella di trasformare in videogioco un celebre libro-game, Bandersnatch, scritto dal compianto Jerome F. Davis. Per realizzare il suo sogno, presenterà una demo del gioco alla Tuckersoft, software house in grande spolvero, già autrice di diversi successi commerciali.

L’incipit, come dicevamo, gioca già con il meta-testo e lascia presupporre una spirale di eventi e situazioni che rendono Bandersnatch un piccolo capolavoro – in quanto capostipite di questo nuovo genere di show. Avvicinandosi al finale, lo spettatore sarà chiamato ad uno sforzo che però darà i suoi frutti, questo perché il film terminerà non prima di avervi dato (quasi) tutte le spiegazioni del caso. Se puntare sull’interattività poteva essere rischioso, il tessuto narrativo di questa primo “esperimento interattivo” riesce a creare una sorta di cane che si morde la coda perfettamente equilibrato e inquietante, sempre per merito del modo in cui Black Mirror gioca con la tecnologia e le sue implicazioni future. E se quello che stessimo guardando non fosse solo un episodio di una serie tv? Se fosse qualcosa di più? Cos’è il libero arbitrio? Esiste veramente? Queste sono solo alcune delle domande che Bandersnatch vi metterà davanti agli occhi, dandovi al contempo gli strumenti pratici per arrivare alle soluzioni.

Ispirato ai celebri videogiochi a scelta multipla, come il recente Detroit: Become Human di David Cage, Black Mirror: Bandersnatch seppur lontano dalla perfezione è comunque a suo modo solido, mosso dalla sana curiosità che, una volta scattata nella testa dello spettatore, guiderà all’interno di un labirinto all’apparenza complicato ma in realtà piuttosto comprensibile. Grande nota di merito anche per Fionn Whitehead, che utilizza sempre l’espressività come caratteristica principale del suo essere attore, e anche in questo caso risulta particolarmente efficace. Il disturbo di Stefan diventa molto presto anche il nostro, e come lui inizieremo a farci molte domande.

Arrivati ai (veri) titoli di coda, possiamo dire che Bandersnatch ha superato le nostre aspettative, soprattutto per quanto riguarda le sue ambizioni. Se da una parte infatti la realizzazione potrebbe ricevere qualche nota di demerito, non si può dire la stessa cosa del coraggio degli autori e di Netflix, capaci di realizzare e produrre un episodio che rinuncia a dimostrare in modo semplice e senza rischi le potenzialità dell’interattività, puntando invece sull’audacia e sul meta-testo, in pieno stile Black Mirror.

Se ami particolarmente le avventure narrative a scelta multipla, allora non puoi perderti Detroit: Become Human, la grande esclusiva PlayStation 4 uscita nel corso del 2018!