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Ransomware InsaneCrypt ed Everbe: ecco il tool per decodificare i file

Author: IlSoftware.it

Due ricercatori piuttosto noti nel panorama internazionale, Michael Gillespie e Maxime Meignan, hanno sviluppato e pubblicato un programma che consente di decifrare i file crittografati dai ransomware InsaneCrypt ed Everbe.
Se ai vostri file fosse stata aggiunta una delle estensioni .insane, .deuscrypt, .Tornado, .twist, .everbe, .embrace, .pain, .volcano, per estrarre tutti gli elementi in chiaro si dovrà dapprima scaricare InsaneCrypt (desuCrypt) Decrypter, avviarlo e cliccare sul menu Settings quindi su Bruteforcer.

Per risalire alla chiave di decodifica è necessario disporre di un file cifrato dal ransomware e della corrispondente versione in chiaro (da recuperare accedendo a qualche vecchio backup, per esempio).

Dopo aver indicato i file da esaminare, si dovrà fare clic sul pulsante Start e pazientare finché InsaneCrypt (desuCrypt) Decrypter non riuscirà a identificare la chiave di decodifica corretta.
Come ultimo passo basterà indicare la cartella contenente i file cifrati dal ransomware (se si volesse analizzare l’intero contenuto dell’unità sarà sufficiente indicare C:\) quindi fare clic sul pulsante Decrypt.
Alcuni file potrebbero essere ignorati in forza dei permessi ad essi attribuiti: in questi casi si dovrà risolvere la situazione e ripetere i passaggi precedenti.Al termine delle operazioni di decodifica si può usare un programma come CryptoSearch per individuare tutti i file cifrati memorizzati sul sistema e spostarli altrove. Dopo aver confrontato la lista dei file individuati da CryptoSearch con quella degli elementi decodificati da InsaneCrypt (desuCrypt) Decrypter si potranno eventualmente rimuovere le versioni cifrate dal ransomware.
Va tenuto presente che il tool gratuito InsaneCrypt (desuCrypt) Decrypter non funziona con i file crittografati dal ransomware Everbe 2.0. Nella seconda variante non sono state ad oggi individuate lacune sfruttabili per decodificare i file.

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Samsung Galaxy S10 e S10+: nuove immagini di come potrebbe essere. Eccolo

Author: Le news di Hardware Upgrade

Il nuovo top di gamma di Samsung potrebbe essere davvero come lo avete sempre immaginato nell’ultimo periodo. Lo smartphone è sempre più vicino alla sua presentazione ufficiale, sia guardando le immagini trapelate in rete sia ascoltando le indiscrezioni che nelle ultime settimane si stanno davvero intensificando. Il device dell’azienda caratterizzerà l’inizio del prossimo 2019 e sicuramente ha la necessità di far riprendere la giusta via a Samsung nella vendita dei suoi device di fascia alta che nell’ultimo periodo hanno visto una diminuzione.


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Samsung Galaxy S10 e S10+: ecco come saranno

Le informazioni ultime in circolazione parlano di una doppia versione proprio come quella presentata con S9 e S9+. In tal caso i due device si differenzieranno non solo per le dimensioni ma probabilmente anche per il comparto tecnico. A livello dimensionale si parla di un S10 caratterizzato da un display da 6,1 pollici mentre per S10+ ci si spingerà addirittura fino ai 6,4 pollici. Le dimensioni? Secondo Phone Arena per il Galaxy S10 si avrà 148,9×70,9×7,8 mm mentre per quanto riguarda S10+ si parla di 157,7x75x7,8 mm.

Chiaramente la novità più importante per i due smartphone in arrivo da Samsung sarà la presenza all’anteriore di un display sempre più esteso e dunque sempre più “Infinity”. In questo caso ecco che la soluzione con il foro in alto della sola fotocamera anteriore potrebbe realmente prendere piede anche in Samsung e dunque i due S10 farne parte appieno. La differenza tra l’uno e l’altro potrebbe essere la presenza di un singolo sensore per S10 e di due sensori per S10+. Al posteriore, sempre secondo le ultime indiscrezioni, verrebbero posizionate ben tre sensori per entrambi con allineamento orizzontale.


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Notizia dell’ultimo momento riguarda invece il jack audio che potrebbe effettivamente non sparire come invece era stato delineato da altre indiscrezioni. Presente il lettore delle impronte digitali al posteriore come anche quello ad ultrasuoni al di sotto del display, una novità per Samsung che potrebbe allinearsi alla moda del momento degli altri produttori che stanno appunto posizionando sempre più questa soluzione al posto dell’ormai vecchio, anche se più veloce, sensore biometrico classico.

Samsung Galaxy S10 e S10+: quando arriveranno sul mercato?

I nuovi Galaxy S10 e S10+ di Samsung potrebbero arrivare sul mercato ufficialmente entro il prossimo mese di febbraio o almeno le indiscrezioni dell’ultimo momento li vedono presentati dall’azienda pochi giorni prima dell’inizio del Mobile World Congress 2019 di Barcellona, classico appuntamento per la telefonia mobile. In questo caso ricordiamo che l’azienda sud coreana potrebbe introdurre una novità importante a livello di storage interno perché il device potrebbe effettivamente battere il record proponendo addirittura una versione con 1TB.

Ultime ma non meno importanti specifiche tecniche riguarderanno poi la presenza del nuovo processore Exynos 9820 che altro non è se non l’evoluzione dell’attuale chipset presente sulla maggior parte dei telefoni odierni Android. Per poter usufruire della rete 5G però l’azienda dovrà utilizzare l’ultimo processore di Qualcomm che supporta appunto la rete veloce a differenza dell’Exynos 8920.

I prezzi dovrebbero aggirarsi su questo range:

  • Samsung Galaxy S10 Lite (versione 128GB) – Prezzo di circa 776€
  • Samsung Galaxy S10 (versione 128GB) – Prezzo di circa 887€
  • Samsung Galaxy S10 (versione 512GB) – Prezzo di circa 1.110€
  • Samsung Galaxy S10+ (versione 128GB) – Prezzo di circa 998€
  • Samsung Galaxy S10+ (versione 512GB) – Prezzo di circa 1.220€
  • Samsung Galaxy S10+ (versione 1TB) – Prezzo di circa 1.554€

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Forza Horizon 4 Fortune Island Recensione, tuoni e aurore nella prima espansione

Author: Andrea Riviera Tom's Hardware

Uscito a settembre, Forza Horizon 4 si è dimostrato subito essere un vero e autentico capolavoro, il miglior racing game degli ultimi 10 anni. Già con il terzo capitolo, Playground Games aveva dato prova di enorme impegno con le due espansioni Hot Wheels e Blizzard Mountain e ci sembrava davvero impossibile che si potesse realizzare un DLC variegato e di altissima qualità come questi ultimi due. Invece il team britannico ci ha nuovamente sorpreso con Fortune Island, prima espansione di Forza Horizon 4.

Negli ultimi giorni abbiamo esplorato in lungo e in largo l’isola, passandoci più di 10 ore di gioco, rimanendo incantati dalla sua conformazione naturale e dai suoi eventi: imperdibili come sempre. Siamo finalmente pronti a dirvi la nostra!

A caccia della fortuna

Fortune Island è un’isola che prende ispirazione dallo stile vichingo e dal suo folklore. Per questo motivo tutta la mappa è prevalentemente di ambientazione nordica e ha una serie di velieri abbattuti cosparsi per tutta l’isola. Sono poche le strade asfaltate, così come sono pochi gli abitanti del luogo, decisamente disinteressati alle nostre gare e a ciò che facciamo.

L’obiettivo di questa nuova espansione è il classico: diventare i signori di Fortune Island, superando una serie di gare trovando, nel frattempo, tutti i leggendari tesori. Questi ultimi sono l’introduzione più interessante di questa espansione e prendono il posto dei “Tesori Dimenticati” tipici della serie. Dopo una serie di gare e influenza accumulata si sblocca la possibilità di iniziare una caccia al tesoro, ci viene quindi proposto un indovinello in rima che tuttavia risulta quasi sempre molto semplice da interpretare e risolvere. Una volta superato occorre trovare il tesoro in una determinata area circoscritta, possiamo comunque aiutarci con una fotografia che ci viene consegnata. I tesori contengono soprattutto denaro – ma anche alcune auto – quindi è un’occasione ghiotta per ogni giocatore, soprattutto per chi ancora deve acquistare i vari castelli del gioco che poi ben sappiamo costano parecchio.

Per il resto Fortune Island comprende le classiche tre tipi di gare in quantità sufficientemente da rubarvi almeno una decina di ore – solo le gare. Non mancano ovviamente i percorsi abilità con derapate, zone di velocità, acrobazie e autovelox. L’espansione, inoltre, è protagonista di un nuovo percorso abilità chiamato: “zona d’esplorazione” che consiste nel raggiungere nel più breve tempo possibile una zona ad area aperta; per raggiungere le tre stelle è quindi necessario utilizzare un auto veloce e adatta ai terreni insidiosi.

Playground Games ha giustamente pensato di aggiungere anche diverse nuove auto all’interno del DLC. Tuttavia non possono essere acquistati dal salone, ma occorre trovare tutti i tesori o avere la fortuna di pescarli dalla ruota della fortuna. Tra i veicoli potete trovare: 2019 Lamborghini Urus, 2018 BMW M5, 2017 Ram 1500 Rebel TRX Concept, 2002 Koenigsegg CC8S, 2018 Exomotive Exocet Off-Road,  2012 Lamborghini Aventador J,  2010 Saleen S5S Raptor e altri!

Lampi e aurore boreali

Lo studio first party di Microsoft riesce sempre a superarsi, soprattutto per quanto concerne tutta la parte estetica. Se si pensa che tutto ciò che stiamo vedendo può essere benissimo essere stato introdotto nel loro Action-RPG in sviluppo, possiamo decisamente sognare in grande.

L’aurora boreale è semplicemente mozzafiato

Fortune Island, seppur piccola, è capace di offrire scorci magnifici. I temporali, nella loro forma più brutale si scatenano con lampi e saette ovunque, rimbombando nel cielo e squarciando le nuvole. L’aurora boreale compare invece di sera: rilassante e splendida con le sue diverse sfumature, illumina il nostro percorso e da un tocco di misterioso all’intera isola. L’ambientazione riesce a sorprendere anche come composizione, passando da picchi altissimi a caverne naturali, fino a enormi radure incontaminate, donando un’estetica pazzesca e semplicemente unica.

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GeForce RTX 2060 in arrivo. Presentazione a metà gennaio?

Author: Manolo De Agostini Tom's Hardware

Dopo tre schede video GeForce RTX di fascia alta, Nvidia si prepara a introdurre la GeForce RTX 2060, soluzione che dovrebbe rappresentare la fascia media della serie. Stando alle ultime indiscrezioni, la nuova proposta dovrebbe arrivare anzitempo rispetto alle previsioni, già a metà gennaio. Quanto alle specifiche tecniche, le voci di corridoio parlano di una GPU TU106 con 1920 CUDA core attivi, accompagnati da 6 GB di memoria GDDR6.   

TU106 è la stessa GPU della RTX 2070, una scheda con 36 SM per un totale di 2304 CUDA core, 288 Tensor core, 36 RT core e 144 unità texture. Per ottenere 1920 CUDA core il numero degli SM scende a 30, il che fa dedurre che la nuova scheda potrebbe avere 240 Tensor core e 30 RT core. In base ad alcuni presunti benchmark trapelati nelle scorse settimane, la RTX 2060 dovrebbe offrire prestazioni vicine alla GTX 1070 in diversi test, con la possibilità di sopravanzarla nei giochi che fanno uso delle peculiarità dell’architettura Turing.

Il nome RTX fa pensare che la scheda abbia gli RT core attivi, cosa che finora era oggetto di discussioni. Una riduzione del 17% nel numero degli RT core rispetto alla RTX 2070 dovrebbe permettere alla scheda di raggiungere 5 Giga Rays/s, valore che secondo Nvidia è il minimo per assicurare un’esperienza accettabile con i giochi ray tracing come Battlefield V.

Da non dimenticare inoltre che il rendering ibrido – che prevede l’uso di rasterizzazione e ray tracing – è in continua evoluzione, e quindi è soggetto a ottimizzazioni prestazionali sia da parte degli sviluppatori tramite apposite patch per i propri giochi che da Nvidia con i driver.

Recentemente Nvidia e DICE hanno migliorato le prestazioni in ray tracing di Battlefield V fino al 50%. Di conseguenza la RTX 2060 potrebbe rappresentare il nuovo punto d’ingresso al ray tracing. Al momento non è chiaro a che prezzo vedremo la nuova soluzione, ma con una RTX 2070 rintracciabile a 490/500 euro, la RTX 2060 potrebbe posizionarsi tra 400 e 450 euro – probabilmente più sui 450 euro all’inizio.

Non è chiaro se la data di metà gennaio riguardi il semplice annuncio, con disponibilità a seguire, oppure se si tratti di un approdo immediato sul mercato. Come riportato in passato, Nvidia ha un problema da risolvere, ovvero le tante scorte di GTX 1060 ancora sul mercato. L’azienda prevedeva a novembre di risolvere il problema in circa 6 mesi, quindi è probabile che per febbraio sarà a buon punto, il che le lascerà campo libero per portare sugli scaffali un po’ di RTX 2060.