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Baby è una serie italiana con del coraggio ma zero iniziativa

Author: Andrea Balena Tom's Hardware

Anni fa non avremmo creduto che le produzioni televisive italiane si sarebbero distaccate dal duopolio mediatico Rai-Mediaset, eppure con l’arrivo di Netflix (ma anche con l’impegno costante di Sky) il nostro Paese è stato uno dei primi a muoversi verso la piattaforma, travolto dalla ghiotta possibilità di raccontare storie ed eventi più “graffianti” che sulla TV pubblica non avrebbero mai ricevuto luce verde. Dopo che la serie gangster romana Suburra ha riscontrato un buon gradimento da parte del pubblico locale e anche internazionale, Netflix pare abbia preso a cuore la capitale come scenario per i suoi prodotti originali con il Baby, una miniserie drammatica per adolescenti che si collega al reale scandalo delle baby squillo del quartiere Parioli del 2014.

Una proposta interessante

Come genere narrativo il teen drama è uno dei più semplici da inscenare ma allo stesso tempo complicato ricavarci un qualcosa di senso compiuto – come ne abbiamo accennato qualche settimana fa con Sabrina – senza cadere nella trappola del facile stereotipo generazionale. E se nel mix ci butti un argomento altrettanto spinoso e tabù da trattare quale la prostituzione minorile, il rischio di un disastro è quasi confermato. Ma con Baby c’è stato un elemento di rottura rispetto al passato, e che Netflix durante la campagna pubblicitaria ha fatto sapere un sacco di volte: la sceneggiatura è stata interamente curata dai Grams, un collettivo di giovani scrittori romani fondato nel 2017, che hanno garantito di aver infuso i giovani personaggi dello show di dialoghi verosimili per la loro età e scevri da banalità. Una sfida riuscita purtroppo a metà.

Le vicende che legano le due giovani protagoniste Chiara e Ludovica, il coatto Damiano e gli altri studenti dell’istituto privato Collodi non fanno certo saltare sulla sedia, né fanno discutere per scalpore come accadde con Tredici, ma la costruzione dei loro rapporti è stata curata in maniera più attenta del solito. In un contesto moderno dove i social network e la messaggistica sono ormai una parte integrante della comunicazione giornaliera di queste generazioni, il Grams le ha rese una parte integrante. Che siano le storie di Instagram, un audio vocale di Whatsapp (“Ti ho mandato un vocale di 5 minuti, ora mi rispondi”) o l’utilizzo di meme molesti, la reale novità di Baby è quella di scavare in pratiche comunicative consolidate e ancora in divenire da una decina d’anni ma che nessuno ha mai integrato così tanto nella maglia della narrazione.

Ritratto incerto di una generazione

Ma per il resto come sono gli adolescenti di Baby? I classici teenager problematici che la TV ci ha già mostrato numerose volte, talvolta assolutamente stucchevoli nella loro disinvoltura e spavalderia. Parliamo in molti casi di sedicenti sedicenni che si drogano, bevono e prevalicano le figure genitoriali o educative, spesso senza pensare o scontrarsi con le conseguenze delle proprie azioni. La particolare estrazione sociale di questi, l’alta borghesia dei Parioli, li rende soggetti contraddittori nel contesto della serie (“Viviamo in un acquario bellissimo, ma sogniamo il mare”) con i genitori come figure assenti, troppo impegnati con i propri problemi e tresche amorose. La sceneggiatura fa di tutto per accentuare questo abisso comunicativo fra le due parti, lasciando i giovani – in modo abbastanza ingenuo – alla scoperta di un mondo di cui si sentono i padroni senza troppe ripercussioni.

L’altra componente critica della storia, quello che ha attratto l’interesse degli spettatori e dà il titolo allo show, è quanto mai trattato male e alla rinfusa: che sia per evasione che per necessità di indipendenza economica, Chiara e Ludo entrano nel circolo di un losco Paolo Calabresi (il Biascica di Boris) che non ci pensa due volte a sfruttare le ragazze. Senza mai costringerle a fare qualcosa contro la loro volontà e senza vendere (direttamente) il loro corpo, quella che doveva essere la storia principale e la selling card dello show diventa solo una postilla nell’intreccio. Non sconvolge né traumatizza lo spettatore né tanto meno i personaggi coinvolti, che si trovano fin troppo a loro agio nella situazione e la superano senza troppi patemi.

Quello che non ti aspetti

L’unica vicenda più interessante rispetto alla media di storie di tradimenti e menefreghismo adolescenziale è quella di Damiano, un ragazzo problematico e inserito a forza in un ambiente che non comprende (“Ma non è che sei diventato un pariolino?”) e con il suo bel peso di traumi personali e delusioni dalla vita che lo hanno già segnato. La sua è l’unica storia realmente ben sviluppata e intrigante da seguire, dominata continuatamente dall’elemento del dualismo – proletario inserito nella borghesia e figlio di un padre arabo – che lo rende automaticamente il “diverso” o il “deviato” agli occhi della società scolastica, qualunque cosa faccia.

Baby è una serie che aveva delle buone idee sulla tavola e poteva apportare qualche cambiamento sostanziale al registro dei teen drama televisivi, ma gli sceneggiatori tanto si son concentrati sul replicare fedelmente le movenze e il modo di parlare delle nuove generazioni, con locali con luci al neon e una selezione musicale che spazia dal rap nostrano all’indie rock, che hanno completamente dimenticato di inserire un cuore pulsante nella vicenda.

Se siete degli inguaribili nostalgici seriali, perché non rivedersi da capo uno dei teen drama per eccellenza, quel Dawson’s Creek che ha segnato una generazione per la sua stucchevolezza?

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Is This 144Hz Gaming Monitor Any Good? – ViewSonic XG


The ViewSonic XG2402 seems like an awesome gaming monitor with great specs, but is it any good?
Viewsonic XG: http://bit.ly/TechSource_XG2402
*Video is sponsored by ViewSonic*

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Ecco come abbattere un drone con un elicottero

Author: Le news di Hardware Upgrade

Le riprese o le foto con un drone sono una situazione relativamente nuova a cui la legislazione ha dovuto adeguarsi. Negli Stati Uniti queste cose le prendono sul serio soprattutto quando si tratta di eventi di una certa rilevanza, come le gare agonistiche. Ed ecco cosa è successo lo scorso anno alle Hawaii durante un evento.

Anche se la sicurezza ha avuto un ruolo importante anche la gestione dei diritti è stata sicuramente uno dei motivi del gesto. La protagonista è la World Surf League (WSL) che ha sempre avuto il “pugno duro” contro chi tentava di appropriarsi di immagini e video senza autorizzazione e non ha risparmiato neanche questo drone.

Il video riprende scene di una competizione di surf alle Hawaii durante la quale un drone ha cercato di catturare video senza permesso. Ma come poter abbattere il dispositivo? Non sono bastati gli oggetti lanciati dagli operatori della Safety Water Patrol sotto il drone, così è stato necessario l’intervento più deciso di un altro oggetto volante.

abbattere drone

Niente falchi o altri volatili, quanto piuttosto un elicottero utilizzato per le riprese che non ha neanche dovuto toccare fisicamente il dispositivo per farlo affondare nel mare sottostante. Il povero DJI Mavic non ha avuto scampo per via delle turbolenze create dalle ben più grandi eliche dell’elicottero.

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Google, 10 milioni di dollari in fumo per colpa di uno stagista distratto

Author: Alessandro Crea Tom's Hardware

Uno stagista distratto di Google preme un tasto e invece di simulare l’acquisto di spazi pubblicitari ne compra davvero, per un ammontare di ben 10 milioni di dollari. Sembra una barzelletta ma è la realtà. Il colosso di Mountain View, senza battere ciglio, ha fatto sapere che si farà interamente carico delle spese. Non sappiamo se lo stagista sia poi stato “crocifisso in sala mensa”, ma l’azienda sta pensando a soluzioni per evitare l’errore umano, che a volte può costare caro, molto caro.

Non si tratta di un problema nuovo, nei mercati finanziari anzi è conosciuto come “fat finger error”, la sindrome da dito grassoccio, che nel tentativo di pigiare il tasto giusto, per errore preme quello a fianco, che invece è sbagliato, provocando enormi danni.

Photo credit – depositphotos.com

Lo stagista di Google stava solo prendendo dimestichezza con i sistemi aziendali ma, probabilmente lasciato senza un tutor, non si è accorto che non stava operando in modalità test bensì dal vivo e così è bastato un clic e per tre quarti d’ora su molti siti al posto delle inserzioni pubblicitarie è apparso un semplice riquadro bianco, quello appunto utilizzato nelle esercitazioni.

Peccato solo che gli spazi pubblicitari siano stati acquistati a un prezzo fuori mercato: gli esperti parlano infatti di un costo CPM (Cost per thousand impressions, o costo per mille visualizzazioni), pari a circa 25 dollari, quando normalmente la media si aggira tra i 2 e i 4 dollari.

Ora Google è alla ricerca di soluzioni per limitare l’errore umano, anche se non ha fornito alcun dettaglio tecnico. Nell’era del Web dove tutto è liquido e le interfacce semplicissime, sbagliare è in realtà ancora più semplice, ma i capitali smossi con un solo clic sono spesso ingenti. Se al posto di Google ci fosse stata un’azienda più piccola a quest’ora sarebbe già fallita, con tutto ciò che ne consegue per i dipendenti e le loro famiglie.

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Dal divertimento alla vittoria: giocare ai casinò in modo sano

Author: Redazione Agemobile

Il mondo dei casinò può contare su una vasta schiera di appassionati, nel nostro Paese e in ogni angolo del globo. Quello del gioco d’azzardo è infatti un universo ricco di sfaccettature, che offre alternative a seconda dei vari livelli di difficoltà e che a volte richiede davvero molta esperienza e tecnica. Chi gioca ai casinò esclusivamente per vincere, però, spesso si ritrova a commettere degli errori grossolani, legati principalmente al mancato approfondimento di tutti quei fattori e quelle strategie che in un settore come questo possono fare la differenza.

Mai dimenticare, poi, che il gioco d’azzardo può diventare un vizio pericoloso, soprattutto se si tenta di recuperare le somme perse: meglio darsi delle regole sin da subito per evitare di cadere in questo rischioso tranello. L’approccio migliore è infatti quello di giocare per svago prima di tutto, e poi arrivare alla vittoria con un po’ di pratica e buonsenso. Ecco perché oggi daremo dei consigli fondamentali per chi vuole avvicinarsi ai giochi da casinò.

Quanto conta la scelta del gioco?

Si parte da un’obbligatoria premessa: non tutti i giochi presenti nei casinò possono portare a eguali possibilità di vittoria. Alcuni di questi passatempi rendono di più, se usati nel modo corretto, e altri richiedono invece di padroneggiare tecniche molto complicate. Quando si parla dei giochi da poter vincere al casino, come illustrato in questa guida, bisogna informarsi sulle strategie utili per poter approcciare correttamente ognuno di essi. Alcuni giochi come la roulette sono molto legati alla casualità e richiedono tecniche di calcolo probabilistico eccessivamente complesse. Altri giochi come il blackjack, ad esempio, consentono di vincere più facilmente, sempre entro certi livelli. In sintesi, esistono dei passatempi al tavolo verde che possono garantire divertimento e piccole vincite immediate, mentre altri richiedono molta capacità di analisi e mesi di tentativi.

Livello di difficoltà e obiettivi

Prima di procedere oltre, la scelta dei giochi dipende anche dal proprio talento e dalle proprie preferenze individuali. Si tratta di un elemento molto importante per riuscire a coniugare l’aspetto del divertimento con quello delle vincite. I giocatori che non hanno grandi obiettivi di successo tendono a sperimentare tutti i giochi, per semplice curiosità e svago. Chi invece mira alla vittoria, deve specializzarsi in un gioco particolare, per fare pratica e padroneggiare le tecniche migliori. Il segreto, dunque, sta nel trovare un gioco che possa piacere e che riesca a soddisfare il talento del giocatore.

L’importanza dei limiti di tempo e budget

Secondo il rapporto Eurispess, in Italia gioca il 75% della popolazione adulta. Trattandosi di un’attività che espone il giocatore ad alcuni rischi, è meglio imporsi dei limiti sin da subito, per evitare qualsiasi tipo di problema. Chi approccia il gioco d’azzardo con questo spirito è infatti obbligato a mantenere un certo equilibrio: per prima cosa si consiglia quindi di darsi un limite in termini di orari stabilendo un tempo massimo di gioco, superato il quale si dovrà staccare la spina; lo stesso discorso dovrà essere applicato al budget destinato al gioco, impostando un tetto di spesa e cercando di rispettarlo sempre, anche nel caso in cui c’è ancora tempo per giocare. Non si tratta di qualcosa di semplice, considerato l’alto grado di coinvolgimento e la ricompensa cerebrale legata a giochi di questo tipo, ma chi riesce a rispettare queste regole potrà godersi le proprie sessioni di gioco in totale serenità e usarle per fare pratica. In questo modo, infatti, è possibile evitare che il gioco d’azzardo diventi una dipendenza.

Studiare per gestire meglio il denaro

Chi frequenta i casinò sa bene che in pochissimi minuti è possibile perdere cifre anche molto alte e lo studio delle strategie utili per giocare serve anche a imparare a gestire correttamente le scommesse e il bankroll. In genere chi gioca in modo responsabile sa che è sempre il caso di “volare basso”, partendo da puntate minime e alzandole poco per volta, analizzando sempre la situazione per capire se è il momento adatto. Un approccio di questo tipo è strategico in quanto assicura due benefici: un divertimento costante nel tempo e rispettoso del budget e, allo stesso tempo, maggiori possibilità di vittoria (anche se a cifre minori).

Mai perdere di vista la natura del gioco

Come abbiamo già detto, a meno che il gioco d’azzardo non sia la propria professione, resta sempre e comunque un hobby. È una regola che tutti i giocatori dovrebbero seguire in modo fedele, a meno di non voler diventare dei PRO. Ciò vuol dire che il divertimento deve sempre dominare le ambizioni di vittoria, e che queste ultime devono essere sempre gestite tenendo a mente i consigli visti poco sopra.

Chi viola questa regola rischia di cadere nel vortice del vizio e della dipendenza, e di perdere di conseguenza delle somme molto importanti. Inoltre, dando la priorità alle vincite, si aggiungerebbero fattori negativi quali lo stress e l’ansia, i nemici peggiori del divertimento.