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YouTube introdurrà l’autoplay nella Home su Android ed iOS

Author: Alessio Fasano Agemobile

Google è sempre al lavoro per portare novità sulle proprie applicazioni ed in questo periodo sta lavorando moltissimo su YouTube introducendo il supporto ad iPhone X, il supporto agli smartphone Android con display 18:9, testando nuove funzionalità di auto-play e organizzando meglio i contenuti pubblicitari.

Qualche giorno fa sono iniziate le segnalazioni in rete in merito alla possibilità di visionare alcuni film gratuitamente con dei blocchi pubblicitari al suo interno ed oggi parliamo di AutoPlay nella home.

Non si tratta di una novità assoluta visto che questa funzione è già disponibile per gli utenti YouTube Premium, ma a quanto pare Google avrebbe l’intenzione di espandere la feature a tutti. La questione dell’autoplay è sempre molto delicata perché molti la apprezzano, ma altri preferiscono farne a meno. Qualora apparteneste alla seconda categoria di persone, niente paura: la funzionalità sarà gestibile. Infatti, potremo lasciarla sempre attivata, potremo disattivarla oppure potremo lasciarla attiva solo in presenza di connessione Wifi. 

L’arrivo di questa funzionalità è fissato per le prossime settimane.

Ricordiamo le principali caratteristiche di YouTube per smartphone:

  • Scarica l’app YouTube ufficiale per Android, iPhone e iPad.
  • Scopri i video più guardati: video musicali, giochi, intrattenimento, notizie e altro ancora. Iscriviti ai canali, condividi video con gli amici, modifica e carica video e guardali su qualsiasi dispositivo.
  • L’app ti permette anche di creare playlist, scoprire i video popolari, esprimere le tue opinioni con i commenti, condividere i video con i tuoi amici, trasmettere i video alla TV e altro ancora.
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Tecnologia MESO destinata a sostituire CMOS e ad aprire una nuova era per l'informatica

Author: IlSoftware.it

Un gruppo di ricercatori formato da esperti di Intel e accademici statunitensi (University of California (Berkeley) e Lawrence Berkeley National Laboratory) ha pubblicato un interessante articolo scientifico sulla celeberrima rivista Nature in cui viene descritto nel dettaglio il funzionamento di MESO (magneto-electric spin-orbit, un dispositivo che permetterà in futuro di superare la tecnologia CMOS.

CMOS (acronimo di complementary metal-oxide semiconductor) è una tecnologia ampiamente utilizzata per la progettazione dei circuiti integrati: su di essa poggiano il loro funzionamento anche i moderni microprocessori (alla base della tecnologia CMOS sta l’impiego dell’invertitore a transistor MOSFET).

Con MESO gli studiosi uniscono materiali quantistici con concetti propri dell’informatica così da superare l’utilizzo dei transistor di tipo tradizionale. Il risultato è un dispositivo logico capace di ridurre di 5 volte le tensioni in gioco e di consumare quantitativi di energia inferiori di 10-30 volte rispetto alla tecnologia CMOS.
Con i nuovi dispositivi MESO, già presentati dal team di ricerca Intel-Berkeley, si potrà in un certo senso ridare vita alla storica legge di Moore, la cui fine era stata dichiarata un paio di anni fa proprio su Nature: La legge di Moore è ancora valida? Nature ne celebra la fine. Si potranno infatti aumentare la potenza e quindi il numero di calcoli per area del processore.

L’innovazione di MESO non nasce dal nulla e anzi è frutto del lavoro svolto negli ultimi dieci anni sotto la spinta di Ian Young, Intel Senior Fellow e direttore dell’Exploratory Integrated Circuits Group. Proprio Young volle che gli sforzi venissero focalizzati sugli studi per l’individuazione di alternative all’uso di transistor concentrandosi su materiali multiferroici e topologici (spin-orbita), contraddistinti da proprietà quantistiche peculiari.
Nel prototipo di dispositivo MESO di cui si parla su Nature, il materiale multiferroico utilizzato è composto da bismuto, ferro e ossigeno, presenta caratteristiche proprie sia di un magnetico che di un ferroelettrico e rappresenta i bit attraverso gli stati di spin magnetico. I ricercatori spiegano che agendo sul campo elettrico è possibile modificare lo stato magnetico. Grazie all’accoppiamento spin-orbita si produce un effetto quantistico capace di generare una corrente determinata dalla direzione dello spin dell’elettrone.

I progressi compiuti nella messa a punto della tecnologia MESO farà compiere un netto passo in avanti nel settore informatico. I ricercatori tendono infatti a sottolineare come non si tratti di semplice evoluzione ma di una vera e propria rivoluzione.

Maggiori informazioni in questa nota ufficiale di Intel e su Berkeley News.

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Microsoft vuole rinnovare l'interfaccia di Windows 10: ecco le nuove icone

Author: Le news di Hardware Upgrade

Nell’ultimo periodo Microsoft ha annunciato il restyling delle icone del pacchetto Office. Non accadeva da ben 5 anni, infatti le ultime icone risalgono al 2013. Il nuovo stile prevede delle icone ancor più minimali: ogni applicazione ha una sua forma esclusiva e un colore specifico, come al solito, ma il tema è solo abbozzato con pixel grandi e spazio all’immaginazione.

Nel video pubblicato su Youtube dall’azienda di Redmond ci vengono mostrate queste nuove icone, ma se guardiamo attentamente possiamo notare dei piccoli particolari. Intorno al secondo 40 si notano anche altre icone aggiornate, non soltanto quelle di Office.

Come mostrato nell’immagine, all’interno del menu Start alcune icone del sistema operativo mostrano aspetti differenti, infatti le applicazioni Foto, Posta, Calcolatrice, Calendario, Esplora File e News sono identificate da nuovi simboli. Era da molto che Windows 10 non dava una rinfrescata generale all’interfaccia, ma ora sembra arrivato il momento.

Nonostante ci siano già queste immagini in circolazione, le nuove icone non vanno date per certe, ma Jon Friedman, Head of Office Design della società, conferma l’intenzione di adottare uno stile e un linguaggio comune per tutti i prodotti e servizi di Microsoft: “È l’inizio di uno sforzo che si estenderà a tutta la compagnia, al fine di aggiornare le icone con lo stesso stile.”

Non ci sono ovviamente possibili date certe su questo aggiornamento grafico, ma si pensa che possa arrivare nel primo grande aggiornamento della primavera 2019, sperando di aver concluso con il problematico October 2018 Update.

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Le migliori app Android e iOS del 2018, secondo Google ed Apple

Author: Valerio Porcu Tom's Hardware

Google ed Apple hanno pubblicato le liste delle migliori applicazioni del 2018, rispettivamente per Android e iOS. Le due aziende hanno scelto un approccio diverso per mostrare le rispettive classifiche, che non sono quindi facilmente confrontabili. Tra il meglio del 2018 per iPhone e quello per Android (lista completa), tuttavia, c’è qualche elemento in comune.

In entrambi i casi troviamo per esempio PUBG Mobile, Fortnite ed Heartstone, giochi che richiamano decine di milioni di giocatori in tutto il mondo, e generano di conseguenza fatturati da sogno per le rispettive case editrici. Anche Gorogoa trova posto in entrambe le liste, riconoscimento che si aggiunge agli altri premi già ottenuti da questo gioco. Nella lista di Google trovano posto anche Life is Strange (già un grande successo su console), Umiro e Returner 77.  Entrambe le piattaforme poi premiano Alto’s Odissey, mentre Apple premia anche The Gardens Between.

Passando alle altre applicazioni, Apple ne premia una per piattaforma come la migliore dell’anno: Procreate Pocket per iPhone, Froggipedia per iPad, Pixelmator Pro per Mac e Sweat: Kayla Itsines Fitnes per Apple TV. L’azienda di Cupertino propone poi una lista delle migliori per la cura di sé stessi, e dedica una pagina agli sviluppatori delle app vincitrici.

Gorogoa

Google premia invece come migliore del 2018 Drops, un’app per imparare le lingue. E sceglie PUBG Mobile come migliore gioco. Il colosso californiano poi propone tre grandi categorie: le più divertenti, le chicche nascoste e le migliori per gli impegni quotidiane. Troviamo app per giocare con le fotografie, la popolarissima No.Draw, Scout FM, Unfold – Create Stories, Mimo: Learn to Code, 10% Happier: Meditation for Difgety Skeptics,  Masterclass, Tasty, Canva, Facetune e molte altre.

Entrambe le liste sono una gran bella occasione di scoprire qualcosa di nuovo, qualsiasi siano i vostri interessi. E sono anche molto utili, perché tra le moltissime applicazioni esistenti può risultare difficile trovare qualcosa che valga la pena. A proposito, voi che cosa aggiungereste alla lista delle migliori app 2018?

Per godersi le migliori app del 2018 ci vuole uno smartphone all’altezza. Come per esempio l’eccellente OnePlus 6T.

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Nvidia presenta la nuova scheda grafica GeForce Titan RTX, un mostro da 16,31 TeraFLOPS

Author: IlSoftware.it

Nvidia ha ufficialmente presentato la sua nuova scheda grafica GeForce Titan RTX, conosciuta anche con l’appellativo di T-Rex (vedere Cos’è il ray tracing e come viene utilizzato nelle nuove schede NVidia RTX 2070, 2080 e 2080 Ti).

Si tratta di una scheda rivolta principalmente al mercato business o al limite prosumer visto il costo (2.699 euro) e la dotazione hardware “da guinness”: 24 GB di memoria GDDR6 a 14 GHz (sono stati utilizzati chip di memoria da 2 GB l’uno anziché da 1 GB come negli altri modelli di GeForce RTX).
Basata sulla nuova architettura Turing e in particolare sulla nuova GPU TU102, la Titan RTX integra dodici controller di memoria a 32 bit per un bus totale da 384 bit e una banda effettivamente disponibile pari a 672 GB/s.
Nel complesso, la scheda poggia su 4352 CUDA core, 576 tensor core e 72 ray tracing core.

Prendendo come punto di riferimento la già super-performante RTX 2080 Ti, la GeForce Titan RTX si rivela fino al 25% più prestazionale. Quest’ultima, infatti, può esprimere 16,31 TeraFLOPS di potenza mentre la RTX 2080 Ti si ferma a 13,45 TeraFLOPS. Ovviamente la parte del leone nell’esaltare le performance della scheda è rivestita dal sistema di dissipazione: più basse si terranno le temperature operative, più la frequenza di clock potrà restare sui 1.770 MHz.

Le performance della Titan RTX sono state raddoppiate nei calcoli FP32 ed è quindi una scelta eccellente per i professionisti impegnati nei rendering 3D o nelle elaborazioni per lo sviluppo di algoritmi di intelligenza artificiale oltre che per i data scientist.
La scheda consta di un sistema di raffreddamento a camera di vapore che, pur mantenendo il solito design, risulta il doppio più grande rispetto ai modelli della precedente generazione; un doppio dissipatore consente di migliorare ulteriormente il raffreddamento.
Il consumo energetico indicato da Nvidia è pari a soli 30 W in più, per un totale di 280 W: ciò significa che è necessario montare un alimentatore da 650 W sul sistema che accoglierà la nuova Titan RTX.

La scheda grafica offre tre connettori DisplayPort 1.4, un HDMI 2.0b e un USB Type-C compatibile DisplayPort 1.4 oltre alla connessione VirtualLink per la realtà virtuale.