Author: Le news di Hardware Upgrade
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Intel si è assicurata un brevetto relativo ad un processore che viene descritto come in grado di eseguire mining di criptovalute ad alte prestazioni e in maniera estremamente efficiente, tra l’altro con un esplicito riferimento all’algoritmo SHA-256 usato proprio dalla principale criptovaluta al mondo per capitalizzazione di mercato, e cioè Bitcoin. La richiesta di brevetto è stata avanzata la scorsa primavera.
Ricordiamo che il processo di mining è, in estrema sintesi, un’operazione di hashing inverso: bisogna cioè determinare un numero (nonce) che permette all’hash SHA-256 generato da un insieme di dati (che rappresenta il blocco della blockchain che si sta cercando) di essere inferiore ad una determinata soglia. Gli acceleratori hardware usati nel mining di Bitcoin sono necessari in particolare per l’elaborazione di nonce a 32-bit, e gli attuali ASIC (Application-Specific Integrated Circuit) processano tutto ciò in varie fasi e con ridondanze.
Si legge nel brevetto: “Gli ASIC dedicati al mining di bitcoin sono usati per implementare molteplici engine SHA-256 e possono erogare prestazioni di migliaia di hash al secondo, consumando centinaia di watt. Una concretizzazione di quanto qui descritto impiega ottimizzazioni micro-architetturali tra cui l’hardwiring selettivo di alcuni parametri nelle computazioni del mining di Bitcoin”.
L’hardwiring di questi parametri ridurrebbe il numero di calcoli richiesti, proprio evitando alcune operazioni ridondanti: un sistema del genere ridurrebbe del 15% circa l’energia necessaria per chip, i quali sarebbero inoltre più piccoli rispetto a quelli usati per i miner Bitcoin di oggi. Il brevetto suggerisce inoltre che un cambiamento nel modo in cui il nonce da 32-bit viene comparato per la validità potrebbe ridurre ulteriormente i requisiti energetici: “Invece di comparare il risultato finale di hash con il valore bersaglio, il mining applicaizione potrebbe determinare se l’hash out ha un nuero minimo di 0 iniziali” si legge nel brevetto.