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Underworld Ascendant Recensione, simulazione immersiva difettosa

Author: Martina Fargnoli Tom's Hardware

Underworld Ascendant è il seguito spirituale della serie Ultima Underworld, pietra miliare del genere RPG che ha influenzato il modo di costruire i videogiochi disancorandoli dalle pesanti catene della linearità e che ha rivoluzionato il modo di concepire gli spazi e le ambientazioni calando in un contesto tridimensionale il giocatore ancor prima che Wolfenstein 3D e DOOM sdoganassero la grafica 3D. OtherSide Entertainment, che si occupa dello sviluppo dell’immersive sim Underworld Ascendant, è formata in parte da quelle brillanti menti che hanno segnato il game design per sempre, prima con Blue Sky Productions, poi con Looking Glass Studios e altre aziende nate da quello stesso fermento.

Paul Neurath, Tim Stellmach, Warren Spector, Nate Wells. Se questi nomi vi dicono poco o nulla, forse vi diranno di più – oltre a Ultima Underworld – Thief e System Shock. L’eredità che questi titoli hanno lasciato ha avuto un grande impatto già negli anni novanta su Deus Ex dello stesso Spector, TES: Arena e Daggerfall di Bethesda per citarne alcuni, mentre questo lascito rivive con spirito più moderno in Dishonored e Prey di Arkane Studios – studio responsabile anche di Arx Fatalis e Dark Messiah of Might and Magic che per anni hanno sopperito al vuoto lasciato dalla serie Underworld -, l’intramontabile Skyrim, e volendo allargare ulteriormente il concetto di “simulazione immersiva” potremmo comprendere anche Hitman.

Con un tale biglietto da visita ad accompagnare OtherSide Entertainment, la campagna Kickstarter lanciata per Underworld Ascendant non poteva che essere di successo: oltre 860.000 dollari raccolti da quasi 14.000 backer per un titolo ambizioso che non voleva solo guardare con nostalgia al passato, ma aveva tutta l’intenzione di sfruttare gli attuali avanzamenti tecnologici. Un progetto che nel corso dei tre anni di sviluppo si è rivelato forse troppo ambizioso per i finanziamenti ricevuti e fuori scala per un team indipendente di piccole dimensioni, a prescindere dai nomi che ci sono dietro.

Il risultato è un prodotto ancora troppo acerbo e incompleto sotto molto aspetti. Il team si è già prefissato di sistemare le abissali lacune con patch correttive settimana dopo settimana, ma allo stato attuale Underworld Ascendant sembra più un titolo da Accesso Anticipato, o peggio ancora, un titolo che necessita di molti mesi di sviluppo prima di essere messo sul mercato. Un vero peccato per le dinamiche di gioco emergenti e la libertà di approccio di cui si fa promotore, le poche facce brillanti di un diamante grezzo che aspetta ancora di essere tagliato e valorizzato per non fare la fine dell’ennesimo sassolino di poco valore gettato su Steam.

Un profondo abisso di bug

La storia di Underworld Ascendant non è particolarmente originale: il nostro eroe, l’Ascendant – l’Avatar per intenderci– viene convocato dall’entità Cabirus – un nome che forse ricorda qualcosa ai vecchi giocatori di Ultima – e “intrappolato” all’interno dell’Abisso Stigeo con un obiettivo: sconfiggere il mostruoso Typhon, l’incubo dell’universo primordiale che Zeus in persona ha imprigionato sotto un vulcano. Prima di affrontare questa apocalisse vivente dovremo recuperare sette chiavi e cercare di ottenere il favore delle fazioni che si dividono questo oscuro e un po’ piatto mondo di gioco. Invece che trovarci in un ambiente connesso senza strappi, con creature vive che agiscono e interagiscono per riflettere i cambiamenti che il nostro intervento comunque apporta, passiamo parte del nostro tempo nell’hub centrale rappresentato dalla città di Marcaul. Qui accettiamo missioni da una bacheca centrale – una sola missione alla volta, per accettarne una nuova dovremo nuovamente tornare a Marcaul e ripercorrere i nostri passi -, spendiamo i nostri punti abilità – i Memora -, acquistiamo oggetti che potrebbero esserci utili come totalmente inutili visto che in molti casi non presentano statistiche, o i loro effetti sono sconosciuti fino all’uso.

Dimenticate quindi un ricco mondo unitario che si apre in base alle vostre scoperte, ma pensate più a una serie di livelli connessi da portali. Ogni missione indicherà il luogo, il portale vi condurrà lì e solo in quel momento potrà iniziare l’esplorazione. La fase di esplorazione, nel complesso, è tra gli aspetti riusciti del titolo perché mantiene fascino e mistero potersi approcciare all’ambiente di gioco nel modo che si preferisce, data tutta una serie di strumenti di base, se non fosse che il piacere di perdersi e sperimentare venga annientato da ripetuti bug, texture mal posizionate, cali vistosi di framerate anche su PC performanti, animazioni e movimenti raffazzonati, comandi che non rispondono e impediscono di interagire.

Il nostro personaggio, di cui vediamo a malapena le braccia, procede impacciato, rallentato dal più piccolo degli scalini che fatica a superare. Saltare o cercare di aggrapparsi risulterà in una semplice oscillazione della visuale, mentre nuoteremo senza accennare al minimo movimento delle braccia, camminando come se fossimo tronchi spostati dalla corrente. La fisica, che dovrebbe essere un vanto della produzione, a volte funziona altre volte si rende protagonista di scene che rompono l’immedesimazione e l’immersione. Casse e altri oggetti hanno un proprio peso che determina lo sforzo da compiere per riuscire a spostare o lanciare l’oggetto. Casse in metallo, impilate una sopra l’altra per creare una scalinata richiedono un certo impegno per essere spostate e adagiate, tuttavia nel momento in cui cerchiamo di usarle a nostro vantaggio per raggiungere un punto sopraelevato, al minimo tocco con i piedi si spostano. Le casse in legno possono prendere fuoco ed essere lanciate contro porte e altri ostacoli per far divampare le fiamme ma con stupore si notano assi di legno ancora integre dopo l’effetto, sparse per il pavimento o che fanno strani rimbalzi per la mappa prima di atterrare. Quando lanciamo un oggetto è accompagnato da una scia luminosa che ne indica il movimento e che permane per qualche secondo anche quando l’oggetto non è più in movimento. O altre situazioni che interrompono la nostra intensa partecipazione e ci riportano bruscamente alla realtà come colpire una candela con una freccia e vedere che fa cadere un intero lampadario.

Poter sfruttare il pensiero laterale per risolvere enigmi è di per sé un’ottima idea e il gioco fa del suo meglio per spronarci a trovare soluzioni diverse, approcci a cui non avevamo pensato prima, ottenendo riconoscimenti a fine livello in base alle combinazioni di stili di gioco effettuate. Purtroppo però quando gli elementi che dovrebbero sostenere la nostra libertà di azione non funzionano, ripetere lo stesso livello più volte in missioni già di per sé poco stimolanti – come raccogliere oggetti di cui siamo già in possesso ma devono per forza essere raccolti all’interno di quel determinato livello – risulta tedioso e frustrante. Viene meno l’agentività, la nostra capacità di agire attivamente in modo mirato: nel momento in cui scegliamo di completare l’intero livello senza farci sorprendere dai nemici sappiamo di poterlo fare perché Underworld Ascendant riprende esattamente le stesse meccaniche viste nel 1998 con Thief. Scegliamo autonomamente di sparare alle torce con frecce d’acqua per spegnerne la fiamma, ci muoviamo nell’ombra e superiamo i nemici. A volte però le frecce non fanno nessun effetto né sulle torce né sui nemici, costringendoci a rinunciare al nostro piano iniziale. Non siamo più liberi dai vincoli, ma rimaniamo ingabbiati nelle uniche soluzioni funzionanti al momento: forza bruta o corsa, tanto neanche l’intelligenza artificiale dei nemici riesce a starci dietro.

Quando la fisica non funziona, le interazioni non vanno a segno, i nemici hanno problemi di pathfinding o si comportano in modi ilari ma del tutto fuori contesto – abbiamo visto uno scheletro ingaggiare un’animosa lotta con un candeliere a muro, girandogli intorno e attaccandolo con veemenza – l’esito è disastroso e si perde tutta l’impalcatura che potrebbe fare di Underworld Ascendant un titolo almeno giocabile dall’inizio fino alla fine. I combattimenti sono scialbi: si para e si contrattacca, o ci si allontana dal nemico per infliggergli un colpo caricato e considerato quanto è facile tenere a bada gli avversari basterà essere solo più veloci a infliggere un numero imprecisato di colpi perché non abbiamo idea di quanto siano forti le nostre armi, quanto siano resistenti i nemici e quanta vita abbiano. Di buono c’è che si può migliorare la propria specializzazione nel combattimento: spendendo “memora” il nostro “avatar” può potenziare le sue abilità nel corpo a corpo, nella magia o nella furtività facendoci ritrovare la libertà perduta almeno nel decidere chi vogliamo essere, che in fondo resta un esercizio di stile se ciò che abbiamo appreso si scontra con bug e glitch di ogni sorta.

Una nota positiva è che ritroviamo le rune da combinare per creare incantesimi. Nulla di nuovo per chi conosce già Ultima, ma l’utilizzo delle pietre runiche su cui sono incise le parole del potere aumenta le possibilità di interagire con l’ambiente in modi inusuali e creativi. Le rune possono essere combinate in modo tale da formare le parole necessarie per un incantesimo: si trovano indizi sulle pietre presenti nei livelli o si può sperimentare con le rune in proprio possesso. Gli incantesimi creati da zero saranno sbloccati ma appariranno senza nome rendendo difficile dalle sole animazioni capire che cosa fa un incantesimo e soprattutto su quali bersagli ha effetto. Le magie si possono anche lanciare attraverso le bacchette consumando una quantità di mana che, a meno di non trovare fonti per ripristinarla, basta sì e no per due magie.

Salvare il salvabile

L’aspetto che più di tutti influisce negativamente è la gestione dei salvataggi e lo strano sistema che li governa legato ad alberi magici da piantare nel terreno. Attualmente si può salvare il gioco in Marcaul o in qualsiasi livello dei dungeon, tuttavia farlo durante un livello ci permette di salvare il contenuto dell’inventario, gli oggetti nella barra di selezione e tutto ciò che è stato raccolto ma che non è legato alla missione. Ciò significa che il gioco non salva la nostra posizione corrente, il nostro progresso nella quest, la posizione dei nemici né lo stato corrente delle casse o delle modifiche attuate nel livello. Quando si resta intrappolati o i comandi non rispondono adeguatamente, la soluzione più immediata è ricaricare il salvataggio con l’unico risultato di vedersi azzerati i progressi.

Gli sviluppatori sono stati sommersi da aspre ma giustificate critiche e la promessa è che i salvataggi verranno sistemati, ma ciò richiede un intervento massiccio sul mondo di gioco che necessita di una considerevole quantità di tempo per essere implementato. Probabilmente a un mese da oggi il gioco potrebbe assumere una forma migliore, e ce lo auguriamo, ma in base a ciò che abbiamo potuto provare non si avvicina neanche a una copia sbiadita di Ultima Underworld. OtherSide sembra aver messo in commercio una build alpha del gioco – la versione qui provata corrisponde alla 0.3.26819 – molto lontana dall’essere completa e rifinita come dimostrano anche i menu e l’inventario le cui icone sembrano più oggetti placeholder senz’anima e varietà. Il titolo sembra nascere vecchio, da idee che ai tempi furono innovative, ma che oggi non hanno minimamente tenuto in considerazione l’evoluzione portata avanti dai quei figli nati e cresciuti guardando con rispetto a quella stessa filosofia di design che oggi ci sembra tradita.

Ci viene difficile credere che al team manchino le qualità per sviluppare un prodotto discreto e siamo più propensi a credere che qualcosa sia andato storto, a partire dall’aver forse insistito su una visione troppo ampia per i fondi e la dimensione dell’organico a disposizione. Gestire l’attuale fatiscente situazione non deve essere facile ed è comunque apprezzabile e incoraggiante sapere che OtherSide Entertainment ci sta mettendo la faccia, mantenendo un filo diretto con i fan e gli acquirenti e rimboccandosi le maniche per sistemare fin da subito i difetti minori in attesa della grande patch. Ci auspichiamo che il gioco possa intraprendere un percorso di rinnovamento come accaduto a titoli come No Man’s Sky – che era pur sempre giocabile nonostante le promesse non pienamente soddisfatte -, perché le potenzialità ci sono, solo che sono nascoste sotto un macigno di problemi tecnici e scelte poco oculate di design.

Se cerchi un gioco di ruolo dove la fisica e le scelte contano prova Divinity: Original Sin II

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Driver per CPU Ryzen Mobile. AMD riconosce i problemi e medita soluzioni

Author: Manolo De Agostini Tom's Hardware

I processori Ryzen di AMD con grafica integrata, sia per notebook che per piattaforme desktop, sono una parte importante della strategia messa in campo dall’azienda per recuperare quote di mercato nei confronti di Intel.

Se in ambito desktop la distribuzione dei driver è sporadica, ma comunque esistente (anche se l’ultima versione risale al 18 ottobre), sul fronte dei notebook la situazione è a dir poco grottesca. A quanto pare è dal lancio che i processori, e soprattutto la grafica integrata all’interno, non ricevono un aggiornamento driver.

Dare un supporto software continuativo è di primaria importanza se si vuole guadagnare la fiducia degli utenti e in seguito alle diverse lamentele in merito, AMD ha rilasciato una dichiarazione in cui ammette di aver lavorato male e promette riscatto.

“Il feedback è una parte fondamentale del modo in cui AMD offre grandi prodotti. Avete evidenziato che abbiamo spazio per migliorare negli aggiornamenti dei driver grafici per i notebook dotati di CPU Ryzen Mobile, sia per le piattaforme dotate solo di APU che anche di GPU dedicate. È importante comprendere che i nostri driver grafici sono solitamente adattati alle piattaforme specifiche degli OEM, quindi rilasciare driver grafici generici per le APU su tutti i sistemi mobile Ryzen Mobile potrebbe portare a un’esperienza utente non ideale. Cosa può fare quindi AMD?”.

Siamo impegnati nel lavorare con i nostri OEM per aumentare la frequenza di rilascio dei driver grafici per i Ryzen Mobile. A partire dal 2019 abbiamo l’obiettivo di consentire agli OEM di offrire due aggiornamenti l’anno dei nostri driver grafici specificatamente per tutti i sistemi Ryzen Mobile. Dato che il rilascio è nelle mani degli OEM, il tutto potrebbe variare da piattaforma a piattaforma, ma vogliamo chiarire qual è l’obiettivo per noi e i partner OEM. Questi aggiornamenti dovrebbero essere scaricabili dai rispettivi siti degli OEM”.

“Continueremo a valutare soluzioni tramite cui offrire driver grafici validati per notebook AMD Ryzen Mobile allineati con gli ultimi aggiornamenti software AMD, e forniremo un update non appena possibile”. Anche se poco, è già qualcosa. Ovviamente non resta che attendere per vedere se AMD riuscirà a tener fede alla parola data.

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Recensione Mac Mini 2018: il Mac più versatile per i professionisti

Author: Marco Pedrani Tom's Hardware

Dopo quattro anni in cui è rimasto invariato, quasi come se fosse un progetto ormai abbandonato, Apple ha  rinnovato il suo Mac Mini. E per fortuna, dato che è probabilmente il prodotto più versatile dell’azienda, usato dagli utenti casalinghi così come dai professionisti. Vediamo se il Mac Mini 2018 è il prodotto che tutti gli appassionati stavano aspettando.

Design e materiali

Il Mac Mini 2018 mantiene le linee e il design del prodotto che sostituisce. L’unica novità è rappresentata dalla colorazione, che passa dal classico argento al nuovo grigio siderale.

Non si tratta di pigrizia, la scelta di Apple di non modificare il design ha a che vedere con la retrocompatibilità. Molti utenti hanno realizzato postazioni su misura per il Mac Mini, alcuni dei veri e propri rack con tanti Mini che lavorano assieme, quindi adottare lo stesso case permette a tutti questi utenti di aggiornare l’hardware semplicemente sostituendo il prodotto senza stravolgimenti.

Se l’estetica è rimasta quella di sempre, non si può dire lo stesso dei materiali. Infatti il nuovo Mac Mini è costruito interamente con alluminio riciclato, il risultato dello scarto di altre lavorazioni. Ma non preoccupatevi, non si nota affatto. Al tatto o ad uno sguardo ravvicinato, il case offre la stessa qualità di tutti gli altri prodotti Apple.

Questa novità si aggiunge all’adozione del processo di fusione senza emissioni di carbonio annunciato da Apple qualche mese fa, una svolta per quanto riguarda la sostenibilità, e certamente una buona notizia, soprattutto a fronte di una qualità invariata.

Processore, scheda grafica, Apple T2

Identico fuori ma molto differente all’interno. Ora sono supportati i processori Intel di ottava generazione, dai Core i3 ai Core i7. Peccato che Apple non sia passata direttamente a Coffee Lake Refresh, cioè la nona generazione di processori Intel, ma le differenze tra le due generazioni sono limitate.

Non crediamo sia necessario effettuare dei test approfonditi, quattro anni di differenza e svariate generazioni sono sufficienti per affermare che i nuovi Mac Mini offrono prestazioni decisamente migliori. E lo stesso vale anche per la gestione grafica, seppur rimane limitata all’integrata Intel UHD Graphics 630. Se avete bisogno di prestazioni grafiche superiori, la soluzione è rappresentata dall’eGPU, un box con scheda video esterna collegabile al Mac Mini tramite la porta Thunderbolt 3.

Fin qui la dotazione hardware non ha niente di diverso da un qualsiasi altro PC, ma questa volta Apple offre qualcosa in più con il chip  T2. Si occupa della sicurezza del sistema, gestendone l’avvio sicuro e la crittografia AES-256 in tempo reale, ma è anche in grado di affiancare la CPU Intel in altre operazioni.

Un esempio è l’utilizzo con Compressor: grazie a T2 è possibile suddividere i carichi di codifica video, volendo anche su più dispositivi, in modo da alleggerire il Mac e permettere all’utente di svolgere anche altre operazioni. Più in generale, Apple T2 può prendere blocchi di codifica personalizzati e gestirli meglio di come farebbe il chip Intel se lavorasse da solo.

Memoria RAM e archiviazione

La versione base di Mac Mini è offerta con 8 GB di RAM, ma se non fossero abbastanza potete arrivare fino a 64 GB totali. I moduli utilizzati sono dei classici SO-DIMM che lavorano a una frequenza di 2666 MHz. Per aggiungere RAM in un secondo momento dovrete portare il Mac Mini in un Apple Store, o anche procedere in maniera completamente autonoma, ma in questo caso leggete bene le controindicazioni.

Il disco invece non può essere sostituito, quindi dovrete stare più attenti nella vostra scelta iniziale in quanto sarà definitiva. La memoria Flash PCIe è saldata direttamente sulla scheda ed è legata al chip T2 per le questioni di sicurezza menzionate poco fa; sostituire il disco non porterebbe a nulla di buono, in quanto il nuovo disco non sarebbe riconosciuto dal chip e vi ritrovereste con un Mac Mini non funzionante.

Apple offre, per questo motivo, diversi tagli di memoria: si parte da 128 GB fino ad arrivare a 2 TB, la scelta ideale per gli utenti più esigenti che magari usano il Mac come server. Nel range di scelta sono presenti tutti i tagli intermedi, in modo da coprire tutte le necessità.

Connettività

Esattamente come i modelli precedenti, anche questo Mac Mini offre una notevole quantità di porte. Sono presenti quattro USB-C / Thunderbolt 3, due USB 3.1 tipo A, una HDMI 2.0 e una porta Ethernet da 1 o 10 Gigabit. A differenza di ciò che accade in altri prodotti Apple, qui non manca un jack da 3,5 mm a cui collegare le cuffie.

Le quattro USB-C / Thunderbolt 3 sono gestite da due controller separati. Questo significa che ognuna delle porte è in grado di fornire una banda di 40 Gbps, più che sufficiente per evitare colli di bottiglia quando si collegano eGPU o dischi esterni. Le porte sono anche in grado di gestire due monitor 4K contemporaneamente oppure un singolo monitor 5K 60 Hz a 10 bpc.

Apple ha invece deciso di eliminare il mini-jack per l’audio digitale, il ricevitore a infrarossi e il lettore di schede SDHC. Mentre è semplice capire la scelta dell’azienda riguardo i primi due elementi, non comprendiamo perché eliminare il lettore di schede in un prodotto che, sotto ogni altro aspetto, è davvero ottimo per fare operazioni di fotoritocco e post-produzione delle immagini.

Benchmark

Il Mac Mini che abbiamo in prova è la variante dotata di Core i7-8700B, 32 GB di RAM e SSD da 1 TB, con MacOS aggiornato alla versione 10.14.0. Il prezzo di questa configurazione è di 2949 euro.

Abbiamo testato il nuovo desktop di casa Apple con Cinebench R15, Geekbench, Aja System Test e Blackmagicdesign. I risultati ottenuti sono puramente indicativi delle prestazioni di questo Mac Mini, ma sono utili per farvi un’idea del suo funzionamento e per quali operazioni sia più indicato.

In Cinebench R15 il Mac Mini ha totalizzato 1153 punti nel test CPU multi-core e 46,36 fps in quello OpenGL. Non sono punteggi eccezionali, ma ce li aspettavamo; il Core i7 è sufficiente nel caso in cui dobbiate renderizzare file non troppo pesanti, ma se quello che vi serve è una render station forse questo Mac Mini non è quello che fa per voi.

Il test con Aja System Test è stato eseguito su un file video 4K-Full della dimensione di 1GB, con codec 10-bit YUV. La prova ha mostrato come il disco SSD usato da Apple sia molto performante, facendo registrare più di 3000 MB/s sia in lettura che in scrittura.

Le prestazioni di questo SSD sono confermate anche da Blackmagicdesign, dove il disco raramente va in difficoltà.

Durante i test abbiamo anche monitorato le temperature e abbiamo constatato come il Mac Mini riesca a mantenere la CPU sempre abbastanza fresca. Il picco è stato raggiunto durante il test CPU di Cinebench con 55 gradi; qui è entrata in azione la ventola di raffreddamento ed è stato l’unico momento in cui il Mac è risultato essere leggermente rumoroso. Per il resto, il dispositivo è molto silenzioso e non crea nessun disturbo.

Conclusioni

Con un prezzo di partenza di 919 euro il Mac Mini è la soluzione più economica per entrare nell’universo dei computer Apple. Pur rimanendo una valida scelta per gli utenti casalinghi che desiderano Apple, il sensibile incremento del prezzo d’ingresso rispetto al modello di quattro anni fa lo rende un prodotto più appetibile per i professionisti che possono investire cifre più importanti.

Tra questi, se la necessità è un computer piccolo e poco ingombrante, silenzioso, posizionabile sopra o sotto la scrivania, in un home theater, su un palco o in una sala server, ovviamente dotato di macOS, il Mac Mini è una soluzione valida e flessibile, grazie anche alle soluzioni di configurazione disponibili.

Tuttavia non possiamo gioire troppo dell’incremento di prezzo. È certamente lecito desiderare un Mac Mini da poco più di 500 euro, ma probabilmente è un sogno impossibile, considerando la dotazione attuale, soprattutto per quanto riguarda la connettività e le caratteristiche che vanno oltre a CPU, memoria e SSD.

In definitiva, probabilmente non siamo davanti al Mac Mini che tutti aspettavano, ma è certamente il prodotto perfetto per quegli utenti che hanno sempre usato Mac Mini finché non sono stati costretti a cambiare: professionisti che non hanno bisogno di un computer tuttofare ma che hanno necessità piuttosto specifiche e per i quali usabilità, durata e software disponibili ne giustificano il prezzo.

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Antivirus gratis: Sophos Home permette di gestire i PC anche da remoto

Author: IlSoftware.it

Quando si parla di sicurezza della rete locale, delle workstation, dei server e delle informazioni in esse memorizzate è ormai fondamentale adottare un approccio centralizzato che permetta di monitorare lo stato di ciascuna macchina. Ne abbiamo parlato nell’articolo Sicurezza informatica, come difendersi dalle minacce più moderne in ufficio e in azienda riassumendo quali sono le migliori strategie da porre in campo in ufficio e in azienda per ripararsi da qualunque tipo di attacco.

Tanti sono i dispositivi che vengono di volta in volta collegati alla rete locale ed è sempre più complicato mantenere pieno controllo su ciascuno di essi (e in particolare, sulle azioni potenzialmente pericolose condotte dai singoli utenti) adoperando un approccio di tipo tradizionale.

La scorsa estate è stato lanciato il nuovo Sophos Home, una soluzione per la sicurezza che non è solamente un antivirus gratis ma uno strumento per proteggere in maniera efficace anche i dispositivi che compongono le piccole reti domestiche.
Sophos Home e Sophos Home Premium rappresentano la porta di accesso per valutare a qualunque livello, quindi anche in ambito consumer, quelle tecnologie che da qualche tempo sono state introdotte in ambito business.

A scriverlo è Sophos stessa spiegando che per la prima volta molte delle tecnologie di protezione in tempo reale disponibili in Intercept X, prodotto per la sicurezza degli endpoint destinato al mercato business, sono ora disponibili in Sophos Home.
Anche gli utenti privati possono quindi usufruire dello stesso livello di protezione a cui già si affidano alcune tra le più importanti istituzioni bancarie, aziende e governi in tutto il mondo.

Antivirus gratis e protezione a 360 gradi con Sophos Home

Abbiamo voluto provare uno strumento “basico” come Sophos Home per verificare in che modo l’azienda sviluppatrice inglese è riuscita a implementare le misure di sicurezza di livello business di cui abbiamo parlato nel nostro articolo Sicurezza informatica, come difendersi dalle minacce più moderne in ufficio e in azienda.Iniziamo col sottolineare che Sophos Home è utilizzabile in qualunque contesto privato non commerciale: il download gratuito è possibile cliccando qui e registrando un proprio account.

Superando le classiche soluzioni antivirus domestiche, Sophos Home offre una protezione proattiva e in tempo reale da ogni tipo di minaccia, vecchia e nuova, compresi i più recenti ransomware, sia su PC Windows che su macOS.
È un antivirus gratuito, certo, ma integra caratteristiche degne di un prodotto a pagamento, destinato al mercato professionale. Nella versione gratuita Sophos Home offre:

Antivirus dotato di protezione in tempo reale
Offre una linea di difesa contro tutti i tipi di virus, malware, trojan, worm, bot, app potenzialmente indesiderate (Potentially Unwanted App, PUA), ransomware e altro ancora. Resta in esecuzione sul sistema e mette a disposizione un livello di protezione che conferma il motore di Sophos uno tra i migliori antivirus in assoluto.

Protezione web contro i siti malevoli
Sophos gestisce un vastissimo database contenente preziose informazioni che permettono di evitare la visita di siti web malevoli o di contenuti pericolosi.

Gestione remota
Certamente uno dei fiori all’occhiello di Sophos Home, caratteristica di solito presente solo in alcuni prodotti a pagamento. Grazie alla gestione remota l’amministratore della rete può gestire la protezione di più dispositivi, in modalità remota, ricevere notifiche sul loro stato e prendere decisioni per risolvere eventuali problemi.

Filtro web per i minori
Sophos Home contiene anche un meccanismo di parental control per definire in maniera puntuale quali siti web sono visualizzabili e quali invece non devono mai risultare visionabili da parte dei minori.

La versione a pagamento di Sophos Home – Sophos Home Premium – consente anche di usufruire della protezione avanzata in tempo reale, della protezione antiransomware avanzata, della protezione web più evoluta, della protezione dei dati personali come credenziali di Internet banking e numeri di carte di credito, di misure aggiuntive a salvaguardia della privacy (protezione dell’accesso alla webcam e blocco di attività volte alla registrazione dei tasti digitati).
Sophos Home Premium, inoltre, può proteggere contemporaneamente fino a 10 sistemi Windows e macOS.

Affondando le sue radici nella filosofia cloud, Sophos Home permette di ricevere notifiche in tempo reale sull’eventuale rilevamento di problematiche nella propria rete locale e di assumere le necessarie contromisure anche quando non si fosse fisicamente presenti.

Come configurare Sophos Home

Dopo aver registrato un account sul sito di Sophos, all’interno del browser web comparirà una schermata simile a quella riprodotta in figura.
Cliccando su Download è possibile scaricare il file d’installazione di Sophos Home per il PC in uso mentre usando il link più in basso (Want to protect a different device?) si potrà installare l’antivirus su un altro dispositivo (in versione Free Sophos Home permette di proteggere fino a tre dispositivi Windows e/o macOS).

Antivirus gratis: Sophos Home permette di gestire i PC anche da remoto

Una volta installato Sophos Home, anche nella versione free, il software provvederà ad effettuare automaticamente una scansione del dispositivo alla ricerca di eventuali minacce.

Antivirus gratis: Sophos Home permette di gestire i PC anche da remoto

Con un clic sul link Dettagli è possibile conoscere gli elementi sospetti o malevoli che fossero già stati individuati. Nell’ottica della massima immediatezza e semplicità, non ci sono altre impostazioni.
Sin dalla prima installazione, Sophos Home si comporta più come un software agent che come un vero e proprio antivirus così come è solitamente concepito.
Il programma provvede infatti a esercitare un controllo in tempo reale sul sistema in uso notificando eventuali problematiche anche al proprietario attraverso una comoda interfaccia web accessibile con un clic sul pulsante Gestisci la sicurezza oppure effettuando il login in modalità remota, quindi anche fuori dalla rete locale, a questo indirizzo (cliccare su Accedi in alto a destra).

Antivirus gratis: Sophos Home permette di gestire i PC anche da remoto

Il pannello di controllo web di Sophos Home consente di controllare lo stato dei sistemi sul quale è installato l’antivirus e di esaminare le notifiche inerenti il rilevamento di eventuali minacce.

Con un clic sul pulsante Disinfetta si può avviare la scansione del dispositivo corrispondente in modalità remota mentre selezionando la scheda Cronologia si possono verificare le operazioni poste in essere da Sophos Home.
Scegliendo invece Filtro web si può regolare in profondità il comportamento del sistema parental control decidendo per quali siti è permessa la consultazione e per quali invece non lo è. È possibile effettuare le variazioni che si ritengono opportune ovunque ci si trovi e le modifiche saranno prese in carico, sui singoli dispositivi protetti, in tempo reale.

Antivirus gratis: Sophos Home permette di gestire i PC anche da remoto

Accedendo alle altre schede è possibile impostare il funzionamento di Sophos Home su ciascun sistema.
Quando Sophos Home viene installato, per 30 giorni vengono abilitate anche le funzionalità Premium. Esse vengono esplicitamente evidenziate all’interno di un apposito riquadro. In questo modo si può sapere quali caratteristiche rimarranno attive anche dopo il mese di prova e quali invece saranno disattivate nel caso in cui non si fosse interessati a versare il canone di abbonamento annuo (al momento scontato a 28 euro/anno per 10 dispositivi protetti).

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Wind presenta le nuove offerte natalizie: fino a 100 Giga in regalo

Author: Alessio Fasano Agemobile

Wind ha annunciato qualche ora fa una serie di promozioni e sconti di fine anno. Indubbiamente quella che ha suscitato maggiore attenzione è la possibilità di avere 100 Giga in regalo per un anno con l’offerta ‘All Inclusive’, la soluzione ‘tutto incluso’ che mette a disposizione 20 Giga, 100 sms e minuti illimitati al costo di 9,99 euro al mese con “Easy Pay”. Possono beneficiare di questa promo anche gli utenti  ‘All Inclusive Young’, ossia l’offerta dedicata agli under 30.

E se per i più giovani c’è un bel bundle di traffico dati, Wind presenta ‘All Inclusive Senior’, per gli  ‘over 60’. L’offerta prevede 2 Giga e minuti illimitati al ‘prezzo vero’ di 7,99 euro al mese. In più, è possibile abbinare DORO 7060, un telefono cellulare clamshell, con una fotocamera da 3MP e un tasto di assistenza per chiamare fino a 5 numeri e dotato di sistema operativo KaiOS, che permette di accedere ai social media più popolari, con anticipo e rata pari a zero euro.

Ecco invece alcune offerte pensate per chi vuole abbinare al piano tariffario anche uno smartphone o un tablet:

  • L’offerta ‘Wind Smart Pack’, dedicata ai clienti che passano a Wind, si rinnova con 40 Giga, minuti illimitati e lo smartphone HUAWEI P20 lite incluso, al costo di 8,99 euro al mese con anticipo di 99,90 euro pagando con carta di credito.
  • I clienti Wind che, durante le festività e nel corso dell’anno, hanno l’esigenza di utilizzare Internet in mobilità possono attivare due nuove offerte dati che prevedono 20 Giga o 50 Giga, al prezzo, rispettivamente, di 7,99 e 12,99 euro con ‘Easy Pay’. È possibile anche abbinare il tablet Wind Tab 8’’, con un anticipo di 29,90 euro.
  • Da questo Natale, la convenienza ‘Wind Family’ aumenta, con nuovi smartphone per tutta la famiglia. Aggiungendo ‘Wind Family Member’, infatti, con 4,99 euro si potranno avere 5 Giga, 500 minuti al mese e lo smartphone ZTE BLADE A530 incluso.
  • Inoltre, i clienti che scelgono ‘Wind Family’, con 70 Giga e minuti illimitati a 14,99 euro al mese, possono aggiungere lo smartphone HUAWEI P20 Pro al prezzo speciale di 8 euro al mese, con anticipo pari a 99,90 euro: un’idea regalo in occasione del Natale. 

Maggiori informazioni sono disponibili nei centri di assistenza dell’operatore.

Via – press Release