Secondo quanto stanno riportando alcuni organi di informazione, e stando a quanto conferma Greatfire.org, un sito che monitora il livello di censura in Cina, le autorità locali avrebbero bloccato l’accesso ad alcune componenti di Steam inerenti la community. Nello specifico, il forum, le pagine profilo e gli inventari sarebbero tra le parti adesso inaccessibili per gli utenti cinesi.
Rimane attivo lo Store, e questo vuol dire che comunque gli utenti che risiedono in Cina possono continuare a giocare e a comprare nuovi giochi. Ma non è più possibile in alcun modo interagire con gli altri giocatori.
Non sono ancora chiare le motivazioni che hanno portato al ban. Certamente PUBG è un gioco di grande successo anche in Cina, consentendo a Steam di crescere in popolarità in misura vertiginosa negli ultimi mesi. Questo potrebbe non essere gradito da altri protagonisti dell’industria dei videogiochi cinese, particolarmente legati oltretutto al governo, come Tencent.
PUBG in Cina viene giocato tramite Steam ma è arrivato proprio grazie a Tencent, dopo che il governo lo aveva proibito in una prima fase. Tencent ne ha creato una versione “in accordo ai valori fondamentali del socialismo” e il governo ha finalmente sbloccato la distribuzione del noto gioco di genere Battle Royale. Tencent garantisce server ufficiali cinesi e si incarica della lotta ai cheater. Ma la decisione potrebbe aver portato a conseguenze che sono sfuggite di mano alle autorità locali, al punto di decidere di limitare la popolarità di Steam.
Già in passato Tencent, che è fra i più grandi colossi del mondo della tecnologia con un valore di mercato di 500 miliardi di dollari, aveva tentato di acquisire Bluehole, il produttore coreano di PUBG, ma l’offerta è stata gentilmente rispedita al mittente.
Le autorità cinesi non vedono di buon occhio l’intromissione nel mercato interno di produttori provenienti dall’estero: se vogliono entrare in Cina devono essere affiancati da una società locale, ed è il caso anche di Bluehole/Steam e Tencent. Certi videogiochi, in particolare, sono considerati “a rischio” perché veicolano contenuti troppo distanti rispetto alla cultura locale.
Modem libero per tutti gli utenti Internet residenziali. Ecco il regalo di Natale che l’AGCOM si appresta a fare a tutti gli italiani – carbone invece per gli operatori.
Ieri, quasi inaspettatamente, durante la riunione del Garante delle Comunicazioni è passata la mozione sul “modem libero”. Tom’s Hardware può confermarvi, grazie al confronto con alcune fonti autorevoli, che è in dirittura d’arrivo il documento ufficiale. Mancano ancora alcune note da parte dei vari uffici, ma il principio di fatto è passato.
Buona Natale!
Si profila quindi uno scenario in cui gli operatori saranno costretti – sulla tempistica non si sa ancora nulla – a fornire servizi di connettività senza l’obbligo di acquisto o comodato dei loro modem. Un po’ come avviene in Germania dove con una norma ad hoc del 2016 si è stabilito che “il consumatore finale può scegliere quale apparecchiatura terminale venga connessa dietro il termine della rete passiva, indipendentemente da come la singola apparecchiatura terminale di telecomunicazione sia definita”.
Al solito bisognerà attendere la documentazione del Garante per comprendere come dovrà essere gestita la questione dei contratti in essere. Probabilmente l’unica certezza è che a partire da una specifica data gli operatori dovranno adeguarsi alla novità, sempre che non riescano a dimostrare che il “loro” router è effettivamente un terminale della rete… ma ormai sarebbe un dibatitto comico.
A questo punto bisogna sicuramente ringraziare lo stoico impegno del deputato Ivan Catalano (Civici Innovatori) che per far rispettare questo diritto ha portato avanti la battaglia in sede parlamentare. Fu proprio lui dopo ben 2 interpellanze al governo a ottenere l’impegno sul tema e l’attenzione del Garante delle Comunicazioni.
Over the last few weeks we’ve met with a few dozen Qualcomm and industry C level executives and of course discussed the potential Broadcom takeover of Qualcomm. The general conclusion is that this won’t happen as Broadcom might profit from it at the big expense of Qualcomm.
Qualcomm has quite a good roadmap with Snapdragon 845 and a few successors ligned up for the years to come. A very important 5G NR chip should be ready for 2019. This will, without a doubt, be one of the most important technology transitions at the end of the decade.
Most analysts we talked about this matter including Patrick Moorhead and Anshel Sag of Moor Insights and Strategy, Jim McGregor from Tirias research and Bob O’Donnell from TECHnalysis Research think that Broadcom’s acquisition of Qualcomm is a bad idea. Here at Fudzilla we’ve had a lot of discussion about the acquisition and we cannot see how can this possibly be good for the industry or for Qualcomm.
As we said earlier, Broadcom, a company with a very unsexy roadmap, would benefit a lot. It would be able to show to its investors that it acquired the world leader in 5G, Android SoC, many wireless related technologies, and a great automotive and IoT portfolio. The list goes on.
Fudzilla got quite bullied by Broadcom’s PR agency about the last article where our colleagues from the New York Post expected that Broadcom would slash one third of Qualcomm employees.
After many talks with senior stuff at Qualcomm, we haven’t heard a single head talking positive about it. Some of these off the record conversations resulted in comments including : “they (Broadcom) would fire us all.” Of course, Us in this semantic would be Qualcomm management.
Hostile takeover will not work
Acquisitions are a long and painful process. One side must always suffer. A few weeks back, we talked about ex ATI employees who were in AMD’s graphics division. Despite the fact that AMD acquired ATI technologies in 2006, in some ways graphics people still felt that the acquisition didn’t finalize, 11 years later.
Of course, this sounds crazy but to some extent there is always “us and them” in this equation. As Fudzilla predicted, Broadcom’s putative acquisition of Qualcomm would slow down innovation and skew the roadmap with some significant delays.
Qualcomm senior management is very clear, they don’t want the company to be acquired. We doubt that a hostile take over with the help of board members would work out either, this is never a good idea.
Tom Horton, Qualcomm’s Presiding Director also said: “No company in the industry is better positioned than Qualcomm in mobile, IoT, automotive, edge computing and networking and to lead the transition to 5G. Qualcomm stockholders expect a Board that will support this innovation while evaluating objectively the full range of opportunities available to maximize value for all Qualcomm stockholders.”
Fudzilla has implied that the accusation might be to give Broadcom more business and enter into an eternal peace with Apple.
Una delle nuove frontiere del mondo tecnologico riguarda l’uso delle leggi della fisica quantistica per creare, tra le tante cose, computer più potenti e sistemi di comunicazione migliori. La corsa verso la conquista del mondo quantistico ha finora visto Cina e Stati Uniti in prima fila, con l’Europa fanalino di coda.
Nel 2016 la Commissione Europea annunciava un investimento di 1,1 miliardi di euro nel programma di ricerca Quantum Technology Flagship, con l’obiettivo di sviluppare tecnologie quantistiche nei campi della comunicazione, simulazione, informatica e rilevazione. A distanza di quasi due anni arriva un documento di 150 pagine chiamato “European Quantum Technologies Roadmap“. Al suo interno gli obiettivi per i prossimi 10 anni.
In che modo l’Europa può recuperare terreno sul resto del mondo e trovare una propria dimensione nel futuro mondo quantistico? Investendo denaro chiaramente, ma anche concentrandosi su alcune aree in particolare, come lo sviluppo di software quantistico e di soluzioni per il controllo quantistico. Senza però snobbare tutto il resto. Proviamo quindi a capire, in estrema sintesi, in che direzione andranno gli investimenti e le possibili opportunità lavorative.
Tra le aree di attenzione c’è ovviamente quella delle comunicazioni quantistiche, ossia la possibilità di inviare dati da un punto all’altro con una privacy senza precedenti, assicurata dalle leggi della fisica che rendono non intercettabile e criptabile il dato, se non al giusto ricevente. La sicurezza delle comunicazioni è un tema di primaria importanza in un mondo sempre più connesso e digitalizzato.
Gli attuali sistemi di comunicazione quantistica sono costosi e complessi da gestire e far funzionare. Affinché si diffondano è necessario renderli più gestibili. La Commissione prevede che “nei prossimi tre anni” assisteremo allo “sviluppo di sistemi autonomi [di comunicazione quantistica] su distanze metropolitane che offriranno bassi costi di implementazione, alti tassi di sicurezza e multiplexing”. Parallelamente i ricercatori lavoreranno per estendere la distanza delle comunicazioni, per ora solo connessioni punto – punto di circa 100 chilometri.
“Nel corso dei prossimi 6 anni vedremo probabilmente [sistemi di comunicazione quantistica] in grado di coprire lunghe distanze attraverso nodi sicuri, sistemi ad alta quota o satelliti, così come reti intracomunitarie multi-nodo o commutabili. Il tutto richiederà l’avvio di progetti infrastrutturali su larga scala”.
Per quanto riguarda il calcolo quantistico, la roadmap parla di come poter raggiungere e superare i 100 qubit. Nel documento si citano cinque potenziali soluzioni, come la memorizzazione delle informazioni in ioni intrappolati in un campo magnetico o in nuclei atomici inseriti in silicio o carbonio, nel flusso di corrente tramite piccoli circuiti superconduttori o in fotoni che viaggiano lungo circuiti fotonici.
Una terza area di investimento riguarda il settore della simulazione delle complesse proprietà quantistiche per creare tecnologie sempre migliori. Il documento parla anche di una quarta area, il rilevamento quantistico e la metrologia. L’idea di fondo è che per sfruttare “il mondo quantistico” bisogna misurarlo e rilevarlo con estrema precisione. Insomma, gli orologi quantistici devono essere più precisi, i sensori atomici più sensibili e i sensori optomeccanici migliori.
La roadmap conta anche due nuove aree di interesse. La prima è il controllo quantistico, cioè la capacità di manipolare sistemi quantistici usando campi elettromagnetici esterni o forze. In altre parole, si tratta di stimolare i sistemi quantistici con onde radio e raggi laser per farli comportare in modi specifici. I ricercatori contano che tutto questo consentirà, tra le altre cose, il calcolo e la simulazione quantistica su larga scala.
La seconda nuova area riguarda lo sviluppo di software quantistico, cosa non certo facile perché i qubit possono essere 0, 1 o entrambi nello stesso momento – e questo è il vantaggio dell’informatica quantistica, perché i qubit permettono di fare molti più calcoli in parallelo. Si tratta perciò di trovare “gli algoritmi giusti”.
Questa roadmap fissa quindi dei paletti, ma rimane da capire come l’Europa riuscirà a mettere a frutto gli investimenti sul territorio, ossia come prenderà quel miliardo di euro per creare un effetto virtuoso – tecnologia, occupazione, competenze – nel Vecchio Continente.
Tom’s Consiglia
Cosa sono i quanti? Sono quelli che renderanno la fantascienza una realtà. Non ci credi? Leggi questo libro e capirai.
Apple è stata citata in giudizio da una compagnia cinese, Kon, per via del logo del suo App Store. Secondo quanto riportato dai legali di Kon l’icona usata dalla Mela sarebbe fin troppo simile al logo proprietario, e dovrebbe essere modificata. Kon è un brand nato nel 2009 alla base di diverse famiglie di capi d’abbigliamento e che rifà il suo stile al celebre brano Anarchy in the UK dei Sex Pistols. Il triangolo del logo è realizzato con tre ossa, e simboleggia il potere sulla morte.
Di contro la nuova icona di App Store è stata modificata ad agosto: prima si identificava per la presenza di un pennello, una matita e un righello, che sono diventati tre bastoncini con angoli arrotondati che formano una sorta di triangolo (o di A). Il logo di Kon è simile, cambiano alcuni dettagli e le estremità dei bastoncini non sono arrotondati ma lineari, e i legali della compagnia cinese sostengono di possedere la proprietà del disegno, e che Apple viola le leggi sul copyright cinesi.
App Store fa uso del nuovo stile sia su iOS che su macOS, e Kon chiede “scuse pubbliche e il pagamento dei danni” alla società di Cupertino. Il caso è stato accettato dal tribunale di Pechino anche se, come scrive PhoneRadar, al momento in cui scriviamo non è ancora presente nella lista dei processi aperti. Secondo la fonte il verdetto finale dovrebbe arrivare nel giro di poche settimane, con Apple che potrebbe accettare di pagare i danni alla società cinese.
Non è la prima volta che Apple si trova coinvolta in processi con società totalmente diverse e che si occupano di altre categorie. Da una parte la compagnia di Cupertino ha dovuto affrontare dispute legali contro Samsung, Qualcomm, e simili, ma dall’altra lo scorso anno – ad esempio – ha perso un processo sul marchio iPhone a favore di un commerciante cinese di beni in pelle. Le due compagnie non hanno ancora risposto al tentativo di contatto della stampa internazionale.
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