Categorie
HardwareSoftware

Samsung starts 2nd-gen 10nm FinFET mass production

Author: bobo [AT] fudzilla [DOT] com (Slobodan Simic) Fudzilla.com – Home

Switching from 10nm LPE to 10nm LPP

Samsung has announced that it has geared up into mass production of its 2nd generation 10nm FinFET manufacturing process technology, moving from 10nm LPE (Low Power Early) to 10nm LPP (Low Power Plus).

While it did not provide a lot of details, Samsung claims that the 10nm LPP will bring up to 10 percent higher performance or 15 percent lower power consumption when compared to the 10nm LPE. The company also claims that this 2nd generation 10nm FinFET process technology also reduces the time from development to mass production and provides significantly higher manufacturing yield.

According to Ryan Lee, VP of Foundry Marketing at Samsung Electronics, the company will be able to better serve its customers through the migration from 10nm LPE to 10nm LPP with improved performance and higher initial yield and will continue to work on the evolution of 10nm technology down to 8nm LPP process.

Samsung also used an opportunity to announce its newest S3 manufacturing line at Hwaseong, Korea, which is ready for production of 10nm and below as well as future 7nm FinFET EUV (Extreme Ultra Violet) manufacturing process.

samsung 2ndgens3 1

Categorie
HardwareSoftware

Google scopre e neutralizza Tizi, malware inserito in alcune app Android

Author: IlSoftware.it

Google scopre e neutralizza Tizi, malware inserito in alcune app Android

Google Play Protect ha permesso di individuare le losche attività espletate dal malware Tizi sugli smartphone Android degli utenti.

Google celebra il suo meccanismo Play Protect, sistema che è stato lanciato lo scorso agosto (Google Play Protect lanciato ufficialmente: rileva e neutralizza app dannose) e che è stato concepito per rilevare e bloccare tempestivamente eventuali comportamenti malevoli da parte delle app installate, sia provenienti dal Play Store che da altre sorgenti.

A settembre scorso Google spiega di aver rilevato, proprio grazie a Play Protect, un malware che infestava molteplici applicazioni pubblicate su Play Store.

Google scopre e neutralizza Tizi, malware inserito in alcune app Android

Il componente malevolo, battezzato Tizi e inserito all’interno di app all’apparenza del tutto legittime, sfruttava vecchie vulnerabilità di Android per operare modifiche sulla configurazione del sistema in modalità root. Tizi, inoltre, una volta in esecuzione sul dispositivo, rubava password e dati sensibili relativi ad applicazioni e servizi come Facebook, Twitter, WhatsApp, Viber, Skype, LinkedIn e Telegram, inviava un SMS per individuare il server command-and-control a cui collegarsi ed effettuava registrazioni ambientali, utilizzando anche la fotocamera per acquisire foto e video all’insaputa degli utenti.Maggiori informazioni su Tizi sono pubblicate a questo indirizzo.
Per il momento Tizi non ha attaccato né i terminali degli utenti europei né quelli degli statunitensi. Desta però ben più di qualche preoccupazione il fatto che Tizi sia stato scoperto solo a settembre 2017 quando sembra abbia cominciato a diffondersi già da ottobre 2015.
Per proteggersi da minacce come Tizi, suggeriamo la lettura degli articoli App Android pericolose per la sicurezza e la privacy e Sicurezza Android, come proteggere il proprio dispositivo ed i dati in esso conservati.
Google ha ovviamente subito eliminato dal suo Play Store tutte le app che includevano il malware Tizi.

Categorie
HardwareSoftware

Porsche Design Book One: il 2-in-1 al quadrato

Author: Le news di Hardware Upgrade

E’ stato presentato nel mese di febbraio al Mobile World Congress di Barcellona, e nel corso dell’estate mostrato in pubblico nel mercato italiano: parliamo di Book One, nome che contraddistingue il 2-in-1 sviluppato da Porsche Design basato su sistema operativo Windows 10 e che nell’aspetto ricorda molto da vicino la proposta Surface Book sviluppata da Microsoft.

Ci troviamo di fronte ad un prodotto molto particolare, a partire dal prezzo: ben 2.795,00€ IVA inclusa sul sito Porsche Design. Al momento attuale Microsoft non propone per il mercato italiano il proprio Surface Book 2 in vendita, soluzione che sulla carta è diretta concorrente di Book One, ma possiamo fare un confronto andando ad analizzare il listino di questo prodotto in alcune delle nazioni europee nelle quali è disponibile in vendita. In Germania, ad esempio, Surface Book 2 nella versione con SSD da 512 Gbytes, processore Intel Core i7 e 16 Gbytes di memoria di sistema viene proposto a 2.849,00€ tasse incluse: si tratta di un listino allineato a quello di Book One, con però il plus di offrire una GPU discreta nella forma del modello NVIDIA GeForce GTX 1050 e quindi capace di un livello prestazionale ben più elevato con applicazioni 3D.

[HWUVIDEO=”2445″]Porsche Design Book One: il 2-in-1 al quadrato[/HWUVIDEO]

Book One, per costruzione, è un vero e proprio 2-in-1: lo schermo include tutti i componenti hardware e una batteria, mentre la base non offre la sola tastiera ma mette a disposizione anche una serie di porte di connessioni supplementari e una batteria addizionale con la quale incrementare l’autonomia di funzionamento lontani dalla presa di corrente. Schermo e base sono collegati da un sistema meccanico e magnetico, che richiede la pressione di un tasto per venir svincolato in modo molto simile a quanto accade con Microsoft Surface Book. La base con tastiera prevede una parte incernierata che può essere ruotata di 360 gradi sulla base stessa, alla quale viene collegato lo schermo: questo permette di utilizzare Book One esattamente con le stesse modalità di qualsiasi altro 2-in-1 di classe convertibile, offrendo in più la flessibilità di configurazione tipica di un modello detachable con il quale base e schermo possono venir scollegati.

Le principali caratteristiche tecniche di Book One sono riassunte nella tabella seguente.

Modello

Porsche Design Book One
schermo 13,3 pollici IPS
risoluzione 3.200×1.800
CPU Intel Core i7-7500U
memoria 16GB, dual channel DDR3-1866
storage 512GB SSD
connettività 2 USB 3.0 (base)
1 USB Type-C (tablet)
1 Thunderbolt (base)
lettore micro-SD (base)
rete WiFi 802.11ac /a/b/g/n
Bluetooth 4.1
batteria 70Wh cumulata
O.S. Windows 10 Pro
peso 1,58Kg (2-in-1)
758gr (tablet)
dimensioni 311,1×226,5×15,9 (2-in-1)
311,1×209,5×7,7 (tablet)

La dotazione hardware di Book One è sulla carta completa: troviamo un processore Intel Core i7-7500U con architettura dual core e 4 threads, abbinato a 16 Gbytes di memoria di sistema DDR3-1866 e a uno storage locale via SSD da 512 Gbytes di capacità. Una configurazione hardware di questo tipo è mediamente più potente di quanto si è soliti trovare in notebook e 2-in-1 di fascia medio alta, per i quali l’abbinamento classico è quello tra CPU Intel Core i5, 8 Gbytes di memoria di sistema e SSD da 256 Gbytes di capacità. D’altro canto il listino di Book One è tale da implicare la scelta di componenti top di gamma.

La struttura esterna vede l’utilizzo di alluminio tanto per la componente tablet come per la base con tastiera, senza che questo incida in misura eccessiva sul peso: parliamo di 1,58Kg per l’abbinamento tra tablet e tastiera, un valore leggermente superiore a quello di tradizionali notebook con schermo da 13,3 pollici di diagonale ma tale da creare problemi di alcun tipo durante il trasporto. La qualità percepita è molto elevata e questo si accompagna ad una notevole solidità complessiva: il movimento delle due cerniere che collegano la base al tablet è contrastato in modo suffientemente corretto: toccando lo schermo in modo deciso questo tende a spostarsi leggermente per via del leggero gioco presente tra le cerniere ma è un comportamento tipico in notebook che hanno una costruzione di questo tipo.

La base integra, come abbiamo segnalato, una batteria supplementare che interviene affiancandosi a quella principale del tablet così da fornire una ulteriore riserva di energia. Oltre a questo offre due porte USB Type-A tradizionali con interfaccia 3.0, assieme ad una porta USB Type-C e ad un lettore per schede memoria micro-SD. La tastiera ha ovviamente una disposizione dei tasti a isola e offre un buon feedback complessivo nella digitazione; il touchpad è ampio, anche in questo caso con una risposta buona nel complesso sia nel puntamento singolo sia applicando le varie gesture per scroll e zoom. I tasti sono dotati di retroilluminazione, che può essere attivata e variata su 3 livelli agendo sull’apposito tasto.

Sulla destra troviamo un pulsante che gestisce il meccanismo di rilascio dello schermo dalla base: i due componenti sono infatti fissati in modo molto solido e solo premendo il pulsante lo schermo viene scollegato dalla base. L’utente deve tenere premuto il pulsante per circa 3 secondi di tempo così da attivare lo sblocco, e ha circa 5 secondi per completare l’operazione prima che il dispositivo di aggancio magnetico rientri in funzione. Se dal punto di vista meccanico questa modalità è interessante, si presenta sulla carta il problema del consumo addizionale generato dal sistema magnetico di aggancio che può incidere sulla durata complessiva della batteria.

Passando al tablet vero e proprio notiamo la presenza sul lato destro del bilancere per il volume, oltre al tasto di accensione nella parte superiore destra. Sul lato sinistro in basso trova posto l’unica porta di connessione, un modello USB Type-C compatibile Thunderbolt 3 che serve per ricaricare la batteria (sia quella del tablet sia quella integrata nella base) oltre che gestire connessioni con altre periferiche tra le quali anche gli schermi USB Type-C. Non mancano sui due lati delle aperture con griglie, attraverso le quali viene espulsa l’aria calda spostata dal sistema di raffreddamento interno. L’unica discontinuità a livello di design è la striscia plastica nella parte superiore dello schermo, necessaria per la trasmissione del segnale WiFi dell’antenna integrata. Porsche Design fornisce in dotazione un adattatore da USB Type-C a HDMI, così da facilitare il collegamento di uno schermo secondario.

La costruzione di Porsche Design Book One è indubbiamente curata e di sicuro effetto: l’abbinamento tra alluminio spazzolato e profili molto stondati ai lati contrasta con un certo rigore che potremmo definire a primo impatto “tedesco”. Del resto è di Porsche Design che stiamo parlando, e una marcata connotazione stilistica è uno degli elementi che differenzia una proposta di questo tipo da altre riconducibili alla categoria dei 2-in-1. L’unico elemento che non convince è la parte inferiore del tablet una volta scollegata dalla base: è completamente diritta, con angoli di 90 gradi ai lati e non una parte arrotondata come quella superiore.

In dotazione con Book One troviamo anche una penna basata su tecnologia Wacom, capace di gestire sino a 4096 livelli di pressione. Al pari di quanto implementato con i prodotti della famiglia Surface anche con Book One la penna può essere fissata magneticamente al lato dello schermo ma non al punto da restarvi ancorata durante il trasporto: questo posizionamento va bene a prodotto appoggiato sulla scrivania. La forma è squadrata, a richiamare le linee del 2-in-1, e avremmo preferito una soluzione più tondeggiante al pari di quello che è la Surface Pen che Microsoft fornisce con i propri prodotti.

Aprendo completamente a libro Book One e appoggiandolo su un piano si può notare come base e tablet siano caratterizzati dallo stesso spessore complessivo. Questa è una scelta più legata alla componente estetica che a quella funzionale e conferma la cura nei dettagli con la quale Porsche Design ha seguito la costruzione di questo 2-in-1. Il peso maggiore è quello della pare con schermo, in quanto è in essa che si trovano tutti i componenti fondamentali per l’utilizzo: per questo motivo lo schermo può essere aperto solo entro un certo angolo senza che la base tenda ad alzarsi trascinata dal peso del display, o senza che sia necessario tenere una mano appoggiata sulla base con tastiera per evitare che questa si alzi leggermente. Anche in questo caso si tratta di un limite di design presente anche in altri notebook di questo tipo, nei quali i componenti sono montati dietro lo schermo: o si adotta un kickstand posteriore o si rende la base più stabile attraverso un aumento del suo peso, ma questo ovviamente ne pregiudica la trasportabilità.

Categorie
HardwareSoftware

Microsoft Edge Preview si aggiorna introducendo il tema scuro e la sincronizzazione delle password

Author: Lorenzo Spada Agemobile

Microsoft Edge Preview è l’ultimo tentativo, in ordine cronologico, che il colosso di Redmond ha fatto per cercare di conquistare il mercato mobile non tanto col proprio hardware e col proprio sistema operativo (cosa in cui ha fallito miseramente) ma con i propri servizi.

Disponibile sia su Android che su iOS, Microsoft Edge Preview promette di portare delle prestazioni migliori rispetto a Chrome, Safari e agli altri browser web presenti nei rispettivi store.

L’ultimo aggiornamento della versione Android di Microsoft Edge Preview ha introdotto due feature molto interessanti, anche se l’utilizzo di una di esse lo sconsigliamo. Stiamo parlando del tema scuro e della possibilità di sincronizzare le password.

Un’aggiunta utile ma non consigliata

Per quanto riguarda il tema scuro, si tratta di un’ottima aggiunta che torna utile soprattutto quando cala la sera o ci troviamo in stanze buie. Esso aiuta a ridurre lo stress per gli occhi eliminando i colori chiari dall’interfaccia grafica.

La feature che vi consigliamo di non utilizzare invece è la sincronizzazione delle password. Non che non funzioni adeguatamente ma il nostro consiglio si estende anche alla stessa funzionalità di Chrome e di Safari.

Utilizzare invece un password manager come LastPass o 1Password non solo rende più sicure le credenziali di accesso ma le rende disponibili anche in maniera multi piattaforma, indipendentemente dal sistema operativo o dal browser utilizzato. Fra l’altro i password manager vanno ben oltre la “semplice” conservazione delle password, in quanto permettono la memorizzazione (sempre crittografata) di numerosi altri dati.

A ogni modo, l’aggiornamento di Microsoft Edge Preview è già disponibile sul Google Play Store e attende voi per il download:

Microsoft Edge Preview (Unreleased)
Microsoft Edge Preview (Unreleased)
Price: Free

VIA

Categorie
HardwareSoftware

Come abilitare il Pixel Visual Core sul Pixel 2 XL con Android 8.1 Oreo DP2

Author: Lorenzo Spada Android Blog Italia

Forse non tutti sanno che sul Google Pixel 2 XL, il primo smartphone “made in Google” a essere commercializzato ufficialmente anche nel Bel Paese, è presente un chip proprietario molto importante ma ancora inattivo chiamato Pixel Visual Core. Il suo scopo è quello di migliorare sensibilmente l’utilizzo della modalità HDR+ sul fronte fotografico.

L’abilitazione del Pixel Visual Core avverrà con l’aggiornamento ad Android 8.1 Oreo stabile ma, approfittando della seconda Developer Preview rilasciata in questi giorni da Google, è possibile avere un piccolo assaggio del chip.

Innanzitutto partiamo dalla guida all’attivazione che necessita di 2 minuti:

  • Recarsi nelle impostazioni di sistema e abilitare le Opzioni Sviluppatore mediante 7 tap sul numero di build
  • All’interno delle Opzioni Sviluppatore, trovare e abilitare la funzione Camera HAL HDR+ (HAL sta per Hardware Abstraction Layer)
  • Riavviare lo smartphone

Le app di terze parti sono il vero campo d’azione del Pixel Visual Core

Una volta abilitato, ciò non noterete nell’interfaccia fotografica del Google Pixel 2 XL novità. Di fatto, lo smartphone supportava già a modalità HDR+. Ma allora qual è lo scopo del Pixel Visual Core?

La risposta è concedere l’accesso alla modalità HDR+ anche alle applicazioni di terze parti che sfruttano le API standard di Android. Un esempio concreto lo troviamo con Instagram, i cui risultati utilizzando il Pixel Visual Core sono sensibilmente migliori.

Prima di lasciarvi, vi ricordiamo che il Pixel Visual Core agisce in modo da combinare i molti scatti che la fotocamera del Gogle Pixel 2 XL compie in una frazione di secondo, scegliendo solo le porzioni migliori di ogni foto.

VIA