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Bowers&Wilkins PX: via il rumore, ma resta qualche dubbio

Author: Le news di Hardware Upgrade

Ci sono cuffie che rendono evidenti le proprie qualità già dalla prima nota riprodotta. Avevamo inserito in questa schiera le Bowers & Wilkins P9 Signature in occasione della nostra recensione, che le aveva viste al fianco delle sorelle P7 Wireless, dedicate all’utilizzo in mobilità. Trovate l’articolo e il relativo video a questo indirizzo. In esso dicevo chiaramente che alle B&W P7 Wireless mancava solo una caratteristica per essere le perfette cuffie da viaggio: la presenza della funzionalità di cancellazione dei rumori esterni.

La truppa delle cuffie dotate di Noise Cancelling è andata negli ultimi tempi espandendosi, venendo incontro all’accresciuta richiesta del mercato. Anche il marchio inglese Bowers & Wilkins ha quindi deciso – probabilmente dopo simili sottolineature in merito alle P7 Wireless da parte di utenti ed esperti – di scendere nell’arena delle cuffie ANC (Active Noise Cancelling) con le sue B&W PX. L’annuncio, come avevamo riportato in questa notizia, è di poco più di un mese fa, ma abbiamo avuto la possibilità di provare in anteprima uno dei primi sample disponibili in Italia. O meglio, due dei primi sample disponibili in Italia, in quanto il primo non è risultato del tutto convincente e, confrontato con un secondo esemplare, ha dimostrato di non essere del tutto ‘riuscito al meglio’. Questo è il motivo per cui nel video vedete le cuffie in entrambe le livree, la più classica Space Grey e la particolare Soft Gold, che unisce alle tonalità dell’oro quelle del blu scuro.

Partiamo proprio dall’estetica e dal primo impatto visivo con le cuffie. I materiali sono molto curati e ai particolari con finitura metallica si uniscono quelli in tessuto sui padiglioni e nella parte superiore dell’archetto. Archetto e cuscinetti sono coperti da una morbidissima pelle nera, decisamente di qualità al tatto. Toccando i cuscinetti dei padiglioni si nota subito un particolare che distingue queste PX dalle B&W provate in precedenza: sotto la morbida pelle si percepisce chiaramente un’anima più rigida. Emerge quindi una costruzione molto diversa rispetto alle P7 e soprattutto alle P9, probabilmente orientata a offrire un’isolamento passivo dai rumori esterni più efficace. Torneremo in seguito su questo particolare nella sezione dedicata all’ascolto delle cuffie, perché la scelta costruttiva influenza in modo netto il suono. Come già visto sui modelli precedenti i cuscinetti dei padiglioni sono staccabili e tenuti in sede per via magnetica. La lunghezza dell’archetto è regolabile in modo continuo e i padiglioni hanno un buon grado di libertà di rotazione: in un senso arrivano ad appiattirsi per un più facile trasporto.

All’uopo Bowers&Wilkins offre in confezione la stessa custodia semirigida in tessuto a chiusura magnetica già vista sulle P7 Wireless. Pur non essendo protettiva come una custodia rigida, offre una costruzione rinforzata ed è certamente più efficace nel proteggere le cuffie rispetto a un semplice sacchetto in tessuto, con il vantaggio di poter essere ripiegata e appiattita quando non in uso – al contrario delle custodie rigide che occupano spazio anche quando sono vuote. La borsa integra all’interno una tasca con cerniera per lo stoccaggio dei cavi: in confezione troviamo quello audio jack-jack da 3,5mm e quello USB-USB Type-C per la connessione al computer. La batteria è integrata e non rimovibile. Quando collegati i due cavi non disturbano in modo eccessivo l’ascolto, poiché non generano fruscii o vibrazioni in cuffia, come avevamo già avuto modo di notare sulle P7 Wireless. Sempre in tema di vibrazioni, le cuffie trasmettono poco all’orecchio quelle esterne, ad esempio se ci si appoggia al sedile o alla parete dell’aereo. La costruzione è ben studiata da punto di vista ergonomico e anche se ci si appoggia con la testa da qualche parte le cuffie non si spostano e non lasciano trapelare suoni dall’esterno, come invece avevamo notato sulle (pur ottime sotto tutti gli altri punti di vista) Sony MDR-1000X, che al momento – soprattutto nella loro seconda incarnazione WH-1000XM2 presentata a IFA – restano il riferimento tra le cuffie noise cancelling.

Le PX – naturalmente – sono delle cuffie wireless dotate di connettività Bluetooth: in particolare troviamo la versione Bluetooth 4.1 con protocollo aptX-HD, studiato da Qualcomm per supportare flussi audio 48kHz/24bit LPCM senza fili. Le cuffie offrono comandi sul padiglione destro per l’accensione, l’attivazione della funzione Noise Cancelling, la gestione del volume e dell’avanzamento dei brani. Trattandosi di cuffie Bluetooth possono essere utilizzate per le chiamate telefoniche, offrendo in questo frangente un supporto che si va a posizionare nella media del settore in quanto a qualità, con una buona chiarezza in cuffia in ascolto e una trasmissione decente della nostra voce all’altro capo della telefonata. Il comportamento durante le chiamate telefoniche è simile a quello dimostrato dalla concorrenza Sony, Bose, Sennheiser e Parrot, che – come vedremo in una delle prossime recensioni (stay tuned!) – vede sul mercato un concorrente decisamente più performante nell’uso prettamente telefonico.

A livello costruttivo le Bowers&Wilkins PX utilizzano trasduttori full range da 40mm: il marchio britannico nella presentazione ha dichiarato che si tratta di driver derivati da quelli delle top di gamma P9 Signature. Il dato tecnico della misura e dell’impedenza (22 Ohm) sembrerebbe confermarlo, ma le prestazioni non sono le stesse: lo dice l’ascolto, ma anche la stessa scheda tecnica che, alla voce ‘Risposta in frequenza‘ vede valori decisamente differenti. Le PX dichiarano 10Hz-20kHz, mentre le P9 Signature fanno segnare valori di 2Hz-30kHz. Parlando di impedenza il valore contenuto permette a qualsiasi dispositivo mobile di pilotare le PX in modo corretto. Anche su questo tema torneremo a breve. Il resto della scheda tecnica parla di senbilità pari a 111dB/V a 1KHz e di distorsione inferiore allo 0,3% (1KHz/10mW). Le cuffie pesano 335 grammi e integrano una batteria da 850mAh che offre autonomia compresa tra 22 ore (BT/ANC on) e 50 ore (ascolto cablato senza noise cancelling). Visto che abbiamo citato il peso, parliamo dell’ergonomia: le PX si indossano comodamente anche per lunghi periodi di ascolto, anche se alla lunga a qualcuno potrebbe dare leggermente fastidio l’anima rigida dei cuscinetti dei padiglioni; le cuffie restano ben salde in testa anche durante i movimenti e quindi sono utilizzabili anche in mobilità senza problemi e senza il pericolo che cadano se si fa uno scatto per prendere al volo il bus. Le PX integrano sensori per riconoscere quando vengono indossate o tolte, fermando e riattivando la riproduzione musicale senza dover agire su nessun comando: si tratta di una caratteristica ormai imprescindibile su questo tipo di dispositivo, molto utile anche per mandare automaticamente in standby le cuffie quando non in uso e risparmiare batteria. Decisamente fatta bene l’app che dimostra un funzionamento lineare, senza intoppi e un’interfaccia semplice, ma con tutti gli strumenti necessari.

Due sono gli aspetti fondamentali su cui giudicare delle cuffie noise cancelling: l’abilità nel filtrare i rumori esterni e la qualità audio. Partiamo dal primo punto di vista. Le Bowers&Wilkins PX ci hanno stupito sul fronte della cancellazione del rumore con un comportamento davvero eccellente. Rumori a frequenza fissa, come quello del treno e dell’aereo, vengono eliminati e portati a un livello quasi impercettibile. Discorso simile per il brusio della folla, ma estendibile anche a rumori meno ripetitivi, come voci più vicine, passaggi di carrelli e valigie e simili. Le B&W PX creano una vera e propria bolla di silenzio a un livello tale che per qualcuno potrebbe addirittura essere fastidioso. Qui, però, entra in gioco un’altra funzionalità che il marchio inglese ha implementato in modo eccellente: la quantità di isolamento è regolabile via app in termini di eliminazione del rumore ed eventuale enfatizzazione delle voci. Il profilo ‘Aereo’ elimina tutti i rumori; quello ‘Ufficio’ toglie rumori di fondo e brusio, ma lascia passare le voci dei colleghi; quello ‘Città’ reintroduce i suoni esterni, per evitare – ad esempio – di finire sotto il tram perché non lo si è sentito arrivare. Uno dei tasti sul padiglione destro permette di accendere e spegnere la funzione ANC senza passare dall’app, ma qui segnaliamo una piccola pecca (che però B&W può teoricamente risolvere via aggiornamento firmware): il tasto permette solo il comando ON-OFF e non dà la possibilità di scegliere il profilo senza passare dall’app. Sarebbe stato più comodo avere anche la possibilità di modificare il profilo: se salite sull’aereo e avevate impostato il profilo ‘Città’ sulle cuffie, nel momento in cui disconnettete il cellulare non potete modificarlo e mettere quello a cancellazione totale dalle cuffie.

Per quanto riguarda invece la qualità audio, trovandoci al cospetto di un paio di cuffie con inciso il logo Bowers & Wilkins le aspettative erano decisamente alte, forse fin troppo alte per un paio di cuffie che fa dell’ascolto in mobilità il suo terreno d’elezione. Per apprezzare al meglio la qualità ci vuole l’ambiente adatto e un treno o un aereo in movimento non rientrano certo ai primi posti in una ipotetica classifica. Per muoversi al meglio in questo campo, soprattutto contando che anche i compagni di viaggio spesso saranno rappresentati da smartphone (e non da sistemi audio di qualità, magari con amplificatori dedicati), B&W ha fatto alcune scelte progettuali che separano in modo netto queste PX dalle cuffie come P9 Signature. Abbiamo già parlato della costruzione studiata per fornire un buon isolamento passivo (necessario affinché anche quello attivo possa funzionare al meglio) che porta le cuffie a suonare in modo meno cristallino delle sorelle top di gamma. I tecnici B&W hanno poi fatto una scelta di campo che in molti (noi della redazione compresi) troveranno opinabile: le cuffie non possono essere utilizzate in modalità passiva, ma solo da accese e con una conversione digitale/analogico sempre affidata al DAC integrato. È la frase riportata sul sito Bowers & Wilkins a svelare questo dettaglio – unita al fatto che da spente riproducono alcun suono anche se una sorgente audio viene collegata tramite jack da 3,5mm: “Le PX effettuano l’up mixing digitale del segnale audio in ingresso a 768 kHz ottimizzando ulteriormente i dettagli acustici“. Gli appassionati dei film della serie ‘Amici Miei‘ avranno sulla punta della lingua un termine per definire al meglio questa frase. Fatto sta che è inutile ottimizzare al meglio (magari tramite un amplificatore per cuffie e un DAC dedicati) il suono a monte delle cuffie, sarà sempre e comunque il DAC integrato a pilotare i trasduttori all’interno dei padiglioni. E se la batteria finisce la carica, le cuffie diventano inutilizzabili.

DAC che, va detto, fa un ottimo lavoro sulle sorgenti audio più comuni, come gli MP3, i FLAC in qualità CD e la musica dei più diffusi servizi di audio streaming, e che rende l’esperienza d’uso molto piacevole in modalità wireless o collegando le cuffie via cavo a smartphone, telefonini e lettori portatili. Interessante il fatto che le cuffie possano essere collegate al computer direttamente tramite cavo USB e bypassare il DAC della scheda audio, fornendo un flusso totalmente digitale dal disco fisso o dalla rete direttamente al passo prima dei trasduttori. Ci pare di poter dire che la risposta delle cuffie sia ottimizzata per l’uso in mobilità, laddove i rumori dell’ambiente esterno (anche quando filtrati dal sistema ANC) influiscono sulla qualità di ascolto e rendono inutili cuffie perfettamente definite sugli alti e perfettamente dinamiche sui bassi, trovando maggiore valorizzazione sull’enfasi dei toni medi. Il primo sample in prova ha denotato un netto cambio di profilo audio tra le modalità a Noise Cancelling attivato e spento, mentre il secondo (quello in livrea Soft Gold) sotto questo punto di vista non ha dato vita a differenze apprezzabili.

Come diciamo nel nostro video quindi le Bowers & Wilkins PX non sono delle cuffie tuttofare buone per gli audiofili casalinghi come anche per i viaggiatori e i pendolari. Solo queste ultime due categorie ne possono benficiare al meglio, mentre i primi farebbero meglio (e forse questo è un po’ anche l’intento degli inglesi) a mettere via da parte 500€ in più per l’acquisto delle P9 Signature. Le nuove Bowers & Wilkins PX hanno infatti un prezzo di listino di €399, di poco superiore alla media del settore delle cuffie Noise Cancelling sul mercato. Per chi non fosse un fan della cancellazione del rumore, a puro livello audio ci sentiremmo di consigliare – rimanendo nel catalogo del marchio britannico – le P7 Wireless. Per chi invece (come il sottoscritto) trovi che fruscii e brusii siano un fastidio insopportabile, le PX possono rappresentare una buona scelta. Lo sono sicuramente per chi è attento all’estetica: soprattutto nella livrea oro-blu sono forse al momento le cuffie più belle sul mercato. La concorrenza in questo settore è agguerrita: da un lato Bose con le sue QuietComfort 35 detiene la palma della comodità e dell’indossabilità per lunghissimi periodi, dall’altro Sony con le sue MDR-1000X vince sulla funzione Noise Cancelling e sulle gesture per gestire in modo rapido eventuali brevi conversazioni.

[HWUVIDEO=”2448″]Bowers&Wilkins PX: via il rumore, ma resta qualche dubbio[/HWUVIDEO]

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Smartphones kill

Author: mike [DOT] magee [AT] btinternet [DOT] com (Mike Magee) Fudzilla.com – Home

Opinion Pedestrians go bananas

Trust us, we’re journalists…

There’s already quite a bit of legislation around the world about people using their smartphones while they are driving – and a good thing too – although we understand why drivers rely on GPS.

But there’s a far bigger danger to people using their smartphones while they are walking around – they are a peril not only to themselves, but to cars, and to other pedestrians . And to peace of mind.

Obviously I am an old fashioned guy, born in 1949, but as I navigate the streets I see so many “millenials” totally oblivious of everyone else as they navigate their smartphones and keep walking into other people but hopefully not into vehicles.

As an unreconstructed guy, if I get an email on my smartphone, or if someone calls me, I stop. Not suddenly, like some people do. Causing danger.

I consider the message on my smartypants phone or my email, and think, well I’ll get round to that sooner or later.

Obviously, I am and have been a tech journalist and have to respond to roumers like “Intel buys AMD”.  And, as you know, the strangest deals obviously happen on late Friday.
But that is a non-runner.  The alliance between AMD and Intel, though, is well interesting, as Fudo pointed out earlier.

Sunnyvale and San Jose. A marriage made in heaven, or in hell?  Luckily for me, I believe in neither.

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Intel Core, voci sui processori previsti per il futuro

Author: Manolo De Agostini Tom’s Hardware

Cosa possiamo attenderci da Intel nella prima parte del 2018 nel settore dei microprocessori? In ambito desktop l’azienda ha introdotto sei processori Coffee Lake e per ora, sempre nella stessa serie, quattro processori mobile Kaby Lake Refresh, anch’essi parte dell’ottava generazione Core.

Come già spiegato nei mesi scorsi, Intel ha deciso di usare più architetture all’interno della stessa generazione e in questo caso l’ultima gamma Core prevede soluzioni Kaby Lake Refresh (14nm+), Coffee Lake (14nm++) e Cannon Lake (10nm).

intel core processore

Tutte queste sono poi incanalate nelle diverse serie: Core i9, Core i7, Core i5, Core i3, Pentium Gold (Core), Pentium Silver (Atom), Celeron G (Core) e Celeron N/J (Atom). Stando a indiscrezioni raccolte da Anandtech, prepariamoci a diverse novità in tutte queste serie.

Intel Core di ottava generazione mobile, Coffee Lake-H
Specifiche non confermate Core / Thread Freq. base Freq. Turbo Cache L3 TDP nominale (PL1)
Core i9-8950HK 6 / 12 ? ? 12 MB 45 W
Core i7-8850H 6 / 12 ? ? 12 MB 45 W
Core i7-8750H 6 / 12 ? ? 12 MB 45 W
Core i5-8400H 6 / 6 ? ? 9 MB 45 W
Core i3-8300H 4 / 4 ? ? 8 MB 45 W

Per quanto riguarda i processori mobile, sembra che Intel abbia intenzione di introdurre il marchio Core i9, per ora usato esclusivamente in ambito desktop con i processori workstation Skylake-X. Il Core i9-8950HK dovrebbe avere 6 core e 12 thread e il moltiplicatore sbloccato, all’interno di un TDP di 45 watt. Tutte le CPU si baseranno su architettura Coffee Lake-H e oltre al già citato Core i9 dovrebbero arrivare Core i7-8850H, Core i7-8750H, Core i5-8400H e Core i3-8300H.

Per quanto riguarda l’ambito desktop, Intel dovrebbe introdurre nuove soluzioni oltre a quelle già presenti sul mercato e basate su architettura Coffee Lake-S. Spiccano CPU come il Core i5-8650K e diversi Core i3 tra tutti i modelli indicati in tabella, ma è inutile approfondire troppo dato che mancano ancora informazioni precise.

Intel Core di ottava generazione desktop, Coffee Lake-S
Specifiche non conferate, eccetto i modelli con * Core / Thread Freq. base Freq. Turbo Cache L3 TDP Prezzo
Core i7
Core i7-8700K * 6 / 12 3.7 4.7 12 MB 95 W $ 359
Core i7-8700 * 6 / 12 3.2 4.6 12 MB 65 W $ 303
Core i7-8700B   6 / 12 ? ? 12 MB ? $ 303
Core i7-8700T   6 / 12 ? ? 12 MB 35 W $ 303
Core i7-8670   6 / 12 ? ? 12 MB 65 W ?
Core i7-8670T   6 / 12 ? ? 12 MB 35 W ?
Core i5
Core i5-8650K   6 / 6 ? ? 9 MB ? ?
Core i5-8650   6 / 6 ? ? 9 MB 65 W ?
Core i5-8600K * 6 / 6 3.6 4.3 9 MB 95 W $ 257
Core i5-8550   6 / 6 ? ? 9 MB 65 W ?
Core i5-8500   6 / 6 ? ? 9 MB 65 W ?
Core i5-8500B   6 / 6 ? ? 9 MB ? ?
Core i5-8500T   6 / 6 ? ? 9 MB 35 W ?
Core i5-8420   6 / 6 ? ? 9 MB 65 W ?
Core i5-8420T   6 / 6 ? ? 9 MB 35 W ?
Core i5-8400 * 6 / 6 2.8 4.0 9 MB 65 W $ 182
Core i5-8400B   6 / 6 ? ? 9 MB ? $ 182
Core i5-8400T   6 / 6 ? ? 9 MB 35 W $ 182
Core i3
Core i3-8350K * 4 / 4 4.0 8 MB 91 W $ 168
Core i3-8320   4 / 4 ? 8 MB 65 W ?
Core i3-8320T   4 / 4 ? 8 MB 35 W ?
Core i3-8300T   4 / 4 ? 8 MB 35 W ?
Core i3-8120   4 / 4 ? 6 MB 65 W ?
Core i3-8120T   4 / 4 ? 6 MB 35 W ?
Core i3-8100 * 4 / 4 3.6 6 MB 65 W $ 117
Core i3-8100T   4 / 4 ? 6 MB 35 W $ 117
Core i3-8020   4 / 4 ? 6 MB 65 W ?
Core i3-8020T   4 / 4 ? 6 MB 35 W ?
Core i3-8000   4 / 4 ? 6 MB 65 W ?
Core i3-8000T   4 / 4 ? 6 MB 35 W ?
Pentium Gold
Pentium Gold G5620   2 / 4 ? 3 MB ? ?
Pentium Gold G5620T   2 / 4 ? 3 MB 35 W ?
Pentium Gold G5600   2 / 4 ? 3 MB ? ?
Pentium Gold G5500   2 / 4 ? 3 MB ? ?
Pentium Gold G5500T   2 / 4 ? 3 MB 35 W ?
Pentium Gold G5420   2 / 4 ? 3 MB ? ?
Pentium Gold G5420T   2 / 4 ? 3 MB 35 W ?
Pentium Gold G5400   2 / 4 ? 3 MB ? ?
Pentium Gold G5420T   2 / 4 ? 3 MB 35 W ?
Celeron
Celeron G4950   2 / 2 ? 2 MB ? ?
Celeron G4930   2 / 2 ? 2 MB ? ?
Celeron G4930T   2 / 2 ? 2 MB 35 W ?
Celeron G4930   2 / 2 ? 2 MB ? ?
Celeron G4920   2 / 2 ? 2 MB ? ?
Celeron G4900   2 / 2 ? 2 MB ? ?
Celeron G4900T   2 / 2 ? 2 MB 35 W ?

Più interessante è quanto invece riporta Anandtech sui Core di nona generazione. Non è un mistero che dopo Coffee Lake Intel abbia intenzione di passare ai 10 nanometri, probabilmente in ambito desktop già alla seconda generazione del processo, nota come 10nm+. Se così fosse, non si tratterebbe di CPU Cannon lake, che probabilmente vedremo in poche unità solo in ambito mobile, ma già di soluzioni Ice Lake.

Intel Core di nona generazione, architettura ignota
Specifiche non confermate Core / Thread  Freq. base Freq. Turbo Cache L3 TDP
Core i5-9600K ? ? ? ? ?
Core i5-9600 ? ? ? ? 65W ?
Core i5-9500 ? ? ? ? 65W ?
Core i5-9400 ? ? ? ? 65W ?
Core i5-9400T ? ? ? ? 35W ?
Core i3-9300 ? ? ? ? 65W ?
Core i3-9300T ? ? ? ? 35W ?
Core i3-9100 ? ? ? ? 65W ?
Core i3-9100T ? ? ? ? 35W ?
Core i3-9000 ? ? ? ? 65W ?
Core i3-9000T ? ? ? ? 35W ?

Allo stesso tempo però Anandtech non esclude che la serie 9000 desktop non sia altro che un refresh di Coffee Lake, nuovamente a 14nm++. Purtroppo non sono ancora chiarissime le intenzioni dell’azienda sui 10 nanometri.

Fermo restando i dubbi sull’architettura, si fanno già dei nomi – prevedibili – per la prossima serie, che vanno dal Core i5-9600K al Core i3-9100, giusto per citarne due.


Tom’s Consiglia

Il miglior processore Intel Coffee Lake si chiama Core i7-8700K e garantisce, grazie a 6 core e 12 thread, ottime prestazioni di gioco e non solo. Richiede però una scheda madre Z370.

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Uber set to succumb to Softbank offer

Author: mike [DOT] magee [AT] btinternet [DOT] com (Mike Magee) Fudzilla.com – Home

No kidding

Late on Friday, because these kind of things all happen on Friday, it seems that mighty Japanese giant Softbank is seeking to acquire taxi company Uber.

According to Reuters, Softbank will pay a small fortune to buy into the controversial “hail and ride” firm.  

Uber has been criticised across the world for its policies, which differ from state to state. Softbank could throw billions into acquiring the company. As you read here on Fudzilla, first, Uber has invested gazillions into “smartcar” technology.

There are certain logistical problems with “smart cars” which ought to give Softbank food for thought.

But as Softbank has gazillions of dollars in the bank, it probably thought, “well let’s go for it”.

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Intel sta lavorando sulle prossime CPU Coffee Lake di ottava e nona generazione

Author: IlSoftware.it

Intel sta lavorando sulle prossime CPU Coffee Lake di ottava e nona generazione

Alcune indiscrezioni sulle caratteristiche dei processori Coffee Lake che Intel lancerà sul mercato nel corso dei prossimi mesi.

Intel ha avviato le vendite dei primi sei processori della generazione Coffee Lake, l’ottava per le CPU della casa di Santa Clara: Processori Intel Core di ottava generazione disponibili da oggi.
Altri processori Coffee Lake sono però in arrivo, almeno stando a quanto emerso analizzando i risultati condivisi online dal software AIDA64.

Intel sta lavorando sulle prossime CPU Coffee Lake di ottava e nona generazione

L’elenco che pubblichiamo di seguito dà un’idea di quali nuovi processori Intel immetterà sul mercato nel corso dei prossimi mesi.
I primi, Coffee Lake H, dovrebbero essere rilasciati nelle versioni quad-core Core i3, esa-core Core i5 e esa-core con supporto per la tecnologia Hyperthreading nel caso dei Core i7. Tutte le CPU avranno un TDP di 45 W e saranno destinate ai notebook ad elevate prestazioni:
Core i9-8950HK 6/12 core fisici/logici; 12 MB cache L3
Core i7-8850H 6/12 core fisici/logici; 12 MB cache L3
Core i7-8750H 6/12 core fisici/logici; 12 MB cache L3
Core i5-8400H 6/6 core fisici/logici; 9 MB cache L3
Core i3-8300H 4/4 core fisici/logici; 8 MB cache L3

I Coffee Lake S, processori destinati ai sistemi desktop, saranno disponibili in tantissime varianti, comprese quelle a basso consumo energetico.
Eccezion fatta per le sei CPU Coffee Lake S già in vendita, le specifiche degli altri modelli sono ancora tutte da confermare. I Pentium Gold continueranno ad essere dual core con supporto per l’Hyperthreading.

Stando a fonti vicine alla società guidata da Brian Krzanich, i processori di nona generazione dovrebbero essere un “aggiornamento” dei Coffee Lake realizzati ricorrendo a un processo costruttivi 14nm++, invece dei 10nm+ cui faceva riferimento Intel alcune settimane fa.
CPU a basso consumo energetico potrebbero essere le prime a usare l’architettura a 10 nm e verrebbero presentate nel corso della prima metà del 2018.