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Come creare un’app Android

Author: IlSoftware.it

Per coloro che desiderassero iniziare a programmare su Android, Android Studio è l’ambiente di sviluppo integrato (IDE) che viene proposto da Google e che è ormai il punto di riferimento.
Nell’articolo Creare app Android, introduzione alla programmazione con Android Studio abbiamo presentato, in breve, le principali caratteristiche e funzionalità di Android Studio.

Per creare app Android in proprio diciamo subito che è necessario disporre di un sistema con una dotazione hardware adeguata. Android Studio permette di provare il funzionamento delle app che si stanno sviluppando con un emulatore software che carica il sistema operativo Android (nella versione prescelta) appoggiandosi alle risorse macchina del sistema in uso.
Ciò significa che tra IDE ed emulazione software, il “peso” di Android Studio è davvero notevole tagliando fuori i possessori di PC un po’ datati.

Da parte nostra, consigliamo di installare Android Studio su sistemi Windows a 64 bit dotati di almeno 8 GB di RAM (esistono comunque versioni di Android Studio compatibili con macOS e Linux).

Installare Android Studio

Prima di installare l’ambiente di sviluppo è indispensabile caricare sul sistema in uso il pacchetto Oracle JDK (Java Developer Kit) aggiornato all’ultima versione.
Il download è effettuabile da questa pagina cliccando sull’icona Java Platform (JDK) riprodotta in figura.

Come creare un'app Android

Dalla pagina che si aprirà, si dovrà quindi cliccare sull’opzione Accept license agreement quindi scaricare, nel caso di Windows a 64 bit, il file indicato nell’immagine.

Come creare un'app Android

Dopo aver installato il pacchetto JDK, si potrà procedere con il download e l’installazione della più recente versione di Android Studio.

Durante l’installazione di Android Studio suggeriamo di lasciare selezionate le impostazioni di default. Nell’ultima fase, il setup scaricherà dei componenti aggiuntivi: sarà quindi necessario attendere con pazienza il termine della procedura.

Quando apparirà la schermata seguente si sarà pronti per iniziare a sviluppare app Android:

Come creare un'app Android

Creare la classica app Android “Ciao mondo

Per cominciare a creare app Android con Android Studio, si dovrà semplicemente fare clic su Start a new Android Studio project. Android Studio mostrerà la schermata seguente:

Come creare un'app Android

Nel campo Application name si deve assegnare un nome all’app Android in fase di sviluppo mentre in Company domain il nome a dominio del sito web sul quale l’applicazione verrà presumibilmente “pubblicizzata”.
Tutti i file di progetto dell’applicazione Android saranno salvati nella cartella indicata nel campo Project location mentre Package name è la denominazione che Android Studio assegnerà al pacchetto contenente l’app che si sta sviluppando.

La scelta del Package name è un’informazione importantissima perché si tratta del nome con cui l’app Android si presenterà sul Google Play Store una volta ivi pubblicata.
Avete presente il nome che appare nella barra degli indirizzi quando si seleziona una qualunque app nel Play Store: ecco, parliamo proprio di quello.

Come creare un'app Android

Il nome specificato in Package name deve essere assolutamente unico e non utilizzato da nessun’altra app già pubblicata sul Play Store.
Esso altro non è che il Company domain “rovesciato” cui viene aggiunto il nome dell’app senza spazi.

Nella finestra successiva, si devono indicare quali dispositivi avranno titolo per eseguire l’app Android in corso di sviluppo. In particolare, agendo sul menu a tendina Phone and tablet, si può scegliere qual è la versione minima di Android richiesta per l’installazione e l’utilizzo della propria app.

Come creare un'app Android

Cliccando sul link Help me choose, Android Studio mostrerà quanto ciascuna versione del sistema operativo è attualmente utilizzata dall’utenza a livello mondiale.
Questo importante dato, evidentemente, consentirà di stabilire quante persone – su scala planetaria – potranno di fatto installare l’applicazione Android che si sta realizzando.

Come creare un'app Android

Esaminando i dati mostrati da Android Studio (suscettibili comunque di continue variazioni nel corso del tempo), si capisce subito che scegliendo, come requisito minimo, Android 4.1 Jelly Bean (API 16) l’app potrà essere installata, almeno potenzialmente, dal 99,2% della “popolazione Android”, quindi su quasi la totalità dei dispositivi mobili in circolazione.
Le percentuali tendono ovviamente a decrescere scegliendo come requisito minimo Android Marshmallow o addirittura Nougat.

Perché allora non scegliere sempre la versione di Android più vecchia come requisito minimo per le proprie app?
Diciamo subito che da quando, nel 2008, fu rilasciato il primo terminale Android (HTC Dream) è cambiato davvero tantissimo. Molte delle funzionalità disponibili sia lato software che lato hardware non sono compatibili con gli smartphone più vecchi, dotati di versioni di Android ormai superate: per cominciare, è quindi bene scegliere un buon compromesso partendo con Ice Cream Sandwich o, meglio, con Jelly Bean quale requisito minimo.

Dopo aver cliccato su Next, Android Studio mostrerà una serie di layout predefiniti tra i quali è possibile scegliere per la propria app.

Come creare un'app Android

Per iniziare con un progetto completamente vuoto, è sufficiente selezionare Empty activity e fare clic, ancora, sul pulsante Next.
Nella schermata seguente, Android Studio chiede di assegnare un nome all’activity, unità fondamentale dell’app Android e al suo layout.
Penserà l’ambiente di sviluppo a generare automaticamente i file di progetto necessari e a memorizzarli nella cartella specificata ai precedenti passaggi.
Come si potrà verificare in seguito, il progetto di una qualunque app Android è composto di file XML, file Java, immagini, file audio e altri oggetti richiesti per il suo corretto funzionamento.

Dopo aver fatto clic sul pulsante Finish, la prima generazione del progetto richiederà un po’ di tempo: ciò è assolutamente normale. Se si dovesse ricevere un errore del tipo Failed to find target with hash string, si dovrà cliccare su Install missing platforms and sync project.

Per eseguire le app in corso di sviluppo si può usare la già citata emulazione software oppure avviarne il caricamento direttamente sul proprio dispositivo mobile Android. Questa seconda possibilità è quella più semplice e pratica.

Per procedere in tal senso, però, bisognerà portarsi nelle impostazioni Android del proprio dispositivo mobile, toccare su Info sul telefono quindi premere ripetutamente (7 volte) su Build number o Numero build di Android in modo da diventare uno sviluppatore.
Comparirà così il nuovo menu Opzioni sviluppatore: qui bisognerà semplicemente limitarsi ad attivare l’opzione Debug USB.

A questo punto si dovrà collegare lo smartphone con il sistema Windows usando un cavo USB e installare il driver per il proprio dispositivo mobile (il download è effettuabile da questa pagina scorrendola fino in fondo).

L’installazione dei driver corretti per lo smartphone Android collegato dovrà essere effettuata premendo la combinazione di tasti Windows+R, digitando devmgmt.msc, selezionando Altri dispositivi e procedendo con l’installazione manuale del driver scaricato in precedenza.

Dopo l’installazione dei driver ADB per il proprio dispositivo Android, dovrebbe apparire la sezione Android Phone nella finestra Gestione dispositivi di Windows con il nome del device.

Come creare un'app Android

Facendo clic sul pulsante Play nella barra degli strumenti di Android Studio e selezionando lo smartphone collegato, l’app in corso di sviluppo sarà installata e automaticamente avviata su tale device.

Come creare un'app Android

Per avviare l’app dall’emulatore, si deve cliccare sempre su Play ma, questa volta, selezionare Create new virtual device.

Come creare un'app Android

Di solito si dovrà lasciare scaricare l’immagine del dispositivo virtuale Android selezionato e permettere ad esso di avviarsi in emulazione. A procedura ultimata, l’app in corso di sviluppo verrà automaticamente caricata nel dispositivo emulato con Android Studio.

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Audacity 2.2.0 rilasciato con quattro nuovi temi e 198 bug risolti

Author: Le news di Hardware Upgrade

Audacity è forse uno dei programmi open source più noti, assieme a GIMP e Blender. Il software per l’elaborazione di tracce audio è stato da poco aggiornato alla versione 2.2.0, che porta con sé numerose novità – tra cui anche nuovi temi.

A farla da padrone nelle note di rilascio sono i 198 bug risolti nel passaggio dalla versione 2.1.3, tra cui anche un problema che si verificava quando lo spazio di archiviazione viene esaurito durante una registrazione. Con la versione 2.2.0 arriva anche il pieno supporto a macOS Sierra.

Una novità importante, seppure non fondamentale, è la presenza di quattro temi: oltre a quello classico presente nelle versioni precedenti, arrivano tre temi più moderni con colori chiari, scuri e invertiti, che portano Audacity più al passo con i tempi dal punto di vista estetico.

Tra le altre novità si segnalano il supporto agli stem plot (diagrammi ramo-foglia), la riorganizzazione dei menù, l’impostazione dell’opzione “continua sulla stessa traccia” come predefinita quando si effettua una registrazione, l’impostazione del tasto esc per cancellare le operazioni di trascinamento e il rinnovamento delle preferenze.

Gli utenti Linux e macOS potranno poi utilizzare finalmente in maniera nativa i file MIDI, posto che sia presente un sintetizzatore compatibile (come TiMidity++) installato nel sistema.

È possibile scaricare l’ultima versione di Audacity per Windows, Linux e macOS dal sito ufficiale del progetto.

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SpaceX, motore a razzo Merlin esplode durante un test di collaudo

Author: Le news di Hardware Upgrade

Domenica 5 novembre, durante l’esecuzione di alcuni test, uno dei motori a razzo di SpaceX è esploso presso la sede dell’azienda a McGregor, Texas: il test doveva verificarne l’idoneità di motore Merlin il quale era stato scelto per essere utilizzato durante un lancio del Falcon9 per la fine del 2018.

Fortunatamente nessuno dei tecnici di SpaceX presenti in quel momento è stato ferito, “Stiamo conducendo un’indagine approfondita e completamente trasparente della causa principale del guasto”, ha detto il portavoce di SpaceX John Taylor “Questo evento, non pregiudicherà le nostre aspettative per la pianificazione del prossimo lancio”.

Nel corso di quest’anno l’azienda ha lanciato ben 16 missioni, raddoppiando quanto fatto nello scorso 2016: in SpaceX comunque guardano avanti, la società infatti ha due missioni Falcon 9 programmate nelle prossime settimane e spera di riuscire a lanciare il nuovo Falcon Heavy, versione aggiornata del Falcon 9, prima della fine di quest’anno.

Per quanto riguarda i test invece, per il momento, presso il sito di McGregor sono stati interrotti al fine di concludere le indagine sulla causa del problema e iniziare anche le riparare al banco di prova sul quale il motore in questione è esploso: si prevede che il fermo durerà circa un paio di settimane.

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AMD perde il numero uno del Radeon Technologies Group che forse passa a Intel

Author: IlSoftware.it

AMD perde il numero uno del Radeon Technologies Group che forse passa a Intel

Raja Koduri, dopo aver presentato le sue dimissioni ad AMD, sarebbe passato nelle fila della rivale Intel. Nel breve termine potrebbe occuparsi dell’integrazione delle GPU Radeon nel nuovo chip realizzato in collaborazione con Intel.

A metà settembre scorso AMD aveva annunciato che Raja Koduri, vice presidente del Radeon Technologies Group si sarebbe preso un periodo di pausa fino a dicembre.
Nulla però lasciava presagire l’imminente abbandono dell’azienda di Sunnyvale da parte di Koduri. In molti hanno letto nel forfait di Koduri una sorta di “separazione consensuale” con AMD visto il mancato arrivo sul mercato delle GPU Vega personalizzate.

AMD ha confermato l’uscita dalla società dell’ingegnere di primo piano spiegando comunque che sono in corso una serie di operazioni per rafforzare il team che compone il Radeon Technologies Group.

AMD perde il numero uno del Radeon Technologies Group che forse passa a Intel

Secondo fonti che vengono considerate attendibili, però, Koduri sarebbe passato nelle fila di Intel. Il suo ruolo nell’azienda di Santa Clara verrebbe a breve rivelato ma tutti gli indizi vedono un Koduri impegnato a dare man forte a Intel per l’integrazione della GPU AMD Radeon nei nuovi chip della serie “G” sui quali Intel e AMD starebbero lavorando assieme: Chip Intel AMD: ecco i primi dati relativi ai processori realizzati in collaborazione tra le due aziende.Koduri potrebbe essere stato “arruolato” da Intel anche per dedicarsi allo sviluppo di una nuova architettura grafica, con l’obiettivo di rimpiazzare quella che la società guidata da Brian Krzanich sta al momento adoperando.
Le dimissioni di AMD e il passaggio di Koduri a Intel faranno molto discutere perché l’ingegnere vanta una vastissima esperienza nel settore dei chip grafici.

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Samsung Galaxy S9: la produzione di massa prevista per Dicembre

Author: Lorenzo Spada Android Blog Italia

A differenza di quanto si possa credere, il progetto di una nuova generazione di smartphone prende il via ancor prima della commercializzazione della generazione precedente. Questo perché i produttori necessitano di tempo per prendere le decisioni finali sul design, sulle caratteristiche tecniche e per ottimizzare al meglio la linea produttiva.

Non stupirà quindi il fatto che Samsung ha ormai finalizzato il progetto del Samsung Galaxy S9 e della sua versione Plus, fissando allo stesso tempo  l’inizio della produzione di massa per il mese di Dicembre.

La decisione finale sull’hardware è stata presa

Stando a un’indiscrezione proveniente dalla Corea del Sud, Samsung avrebbe definitivamente cancellato la possibilità di integrare un sensore di impronte digitali al di sotto del display, “ripiegando” sulla configurazione più tradizionale sulla scocca posteriore (si spera in una posizione migliore rispetto all’attuale Galaxy S8). Il sensore di nuova generazione dovrebbe invece fare il suo esordio sul Galaxy Note 9, anch’esso già in fase di progettazione.

Tornando alla produzione di massa, Samsung si prenderebbe circa 4 mesi di tempo per far sì che i magazzini siano riforniti a sufficienza per garantire che la domanda non sia superiore all’offerta (un po’ il problema che sta dovendo affrontare Apple con iPhone X). Le previsioni infatti parlano di vendite nell’ordine dei 50 milioni.

Ricordiamo che a bordo del Samsung Galaxy S9 è atteso l’esordio di un Infinity Display le cui cornici inferiori sono del tutto assenti, del SoC top di gamma Qualcomm Snapdragon 845 e dell’integrazione di 6 GB di RAM. Il tutto portandosi dietro la stessa tecnologia della Dual Camera già vista sul Galaxy Note 8.

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