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AMD releases Radeon Software 17.11.1 driver

Call of Duty: WWII optimization and a couple of fixes

AMD has released its newest Radeon Software Crimson ReLive Edition 17.11.1 driver which brings optimizations for Call of Duty: WWII game as well as a couple of other fixes and features.

According to the release notes, the RSCRE 17.11.1 driver has necessary optimizations for Activision’s Call of Duty: WWII game that should officially launch today, November 3rd, with up to five percent faster performance on Radeon RX Vega 64 8GB graphics card compared to the earlier RSCRE 17.10.3 driver. It also adds support for AMD XConnect technology on Radeon RX Vega 56 graphics cards for select eGPU enclosures.

In addition to the added support and optimizations, the new RSCRE 17.11.1 fixes a random hang or application crash while task switching in some gaming or productivity applications, issues with GPU or memory clocks reset with Radeon WattMan, issue with bezel compensation in mixed mode Eyefinity, issues with  overlapping text or corruption in the Multi GPU profiles page of Radeon Settings, problems with AMD XConnect technology and bugs with removal of a limited number of devices like printers during Radeon Software uninstallation.

It also fixes some issues in games and other applications like the minor corruption with Anisotropic Filtering (AF) enabled in Tom Clancy’s Ghost Recon: Wildlands, ghosting or distortion problems in Middle-earth: Shadow of War on Multi GPU enabled system, random application hang of Oculus Dash and issues including application crash on limited numbers of DirectX 11 or OpenGL applications during their first run.

The new Radeon Software Crimson ReLive Edition 17.11.1 driver can be found over at AMD’s support page.

Autore: bobo [AT] fudzilla [DOT] com (Slobodan Simic) Fudzilla.com – Home

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Xiaomi: come cambiare ROM e passare da China a Global anche senza sblocco del bootloader

Xiaomi sta timidamente cominciando a proporsi in Europa e nei mercati occidentali in generale: è recente l’apertura di due punti vendita fisici ad Atene e Madrid.
Nonostante l’azienda cinese non sia ancora molto presente nel vecchio continente, in terra europea e in Italia sono tantissimi i possessori di un dispositivo a marchio Xiaomi. A parte l’eccezione rappresentata dal nuovo Mi A1, dispositivo Android One che riceve gli aggiornamenti direttamente da Google e che è immediatamente utilizzabile fin dal primo avvio (Xiaomi Mi A1 o Mi 5X: differenze e a che cosa prestare attenzione), in tutti gli altri casi chi acquista uno smartphone Xiaomi deve essere pronto a cambiare ROM per poter usare una versione di Android il più simile possibile a quelle originali Google, in italiano, e con la possibilità di usare il Play Store e i servizi Google.

Come abbiamo spiegato nell’articolo Comprare Xiaomi: quale smartphone scegliere diversi sono i passaggi da effettuare per cambiare ROM su uno smartphone Xiaomi.
Spesso il dispositivo Xiaomi acquistato monta una ROM China (quindi in cinese/inglese) senza Google Play e i servizi Google. Il fine ultimo è quindi quello di sostituirla con una ROM Global aggiornata, possibilmente ufficiale.
In alternativa alle ROM Global ufficiali Xiaomi, suggeriamo di installare quelle di Xiaomi.eu, completamente sicure, sprovviste di applicazioni superflue (spesso in cinese), performanti e mantenute sempre aggiornate.

Come cambiare la ROM dei dispositivi Xiaomi e passare da China a Global

Uno strumento utilissimo per modificare la ROM installata su qualunque dispositivo Xiaomi, passare da China a Global o sostituire le ROM non ufficiali (dette “farlocche“) che talvolta installano gli store online, si chiama XiaoMiTool.Sviluppato da un programmatore italiano, XiaoMiTool permette di cambiare ROM sugli smartphone Xiaomi senza sblocco del bootloader e senza perdersi in lunghe e noiose procedure.

XiaoMiTool automatizza la procedura di modifica della ROM grazie a una procedura passo-passo effettuabile da qualunque sistema Windows a 64 bit.
Seguendo la procedura guidata, tutti possono:

– Installare ROM ufficiali Xiaomi (ad esempio Global Stable o Global Developer) passando da China a Global (o viceversa, se necessario).
– Installare le ROM Xiaomi.eu non ufficiali (sia Stable che Developer).
– Installare qualunque ROM caricabile sul dispositivo via TWRP (si pensi a LineageOS, Resurrection Remix e così via); vedere Aggiornamento Android, come effettuarlo quando sembra impossibile.
– Installare qualunque custom recovery per dispositivi Android (come TWRP).
– Sbloccare (previa richiesta di autorizzazione a Xiaomi) e bloccare il bootloader.

Il bello di XiaoMiTool è che il programma stabilisce automaticamente l’approccio giusto da usare per installare la ROM. Durante la fase diagnostica che viene svolta all’avvio dell’applicazione, dopo la connessione dello smartphone Xiaomi via cavo USB, XiaoMiTool è capace di verificare se l’installazione della ROM debba essere effettuata via flashing Fastboot, mediante l’utilizzo del flashing via EDL (Emergency mode), con il flashing via recovery stock o TWRP oppure, ancora, mediante sblocco del bootloader (utilizzo dello strumento Mi Unlock).

Come “ciliegina sulla torta”, XiaoMiTool non chiede neppure all’utente di cercare e scaricare manualmente la ROM più adatta da utilizzare sul dispositivo mobile: il programma è infatti in grado di individuare e proporre automaticamente le ROM aggiornate da caricare sul device Xiaomi.
In particolare, XiaoMiTool può recuperare le ROM ufficiali Fastboot, le ROM ufficiali Recovery, le ROM Xiaomi.eu, recovery TWRP ufficiali o modificate.

Per usare XiaoMiTool e cambiare la ROM presente nel dispositivo Xiaomi, è necessario procedere come segue:

1) Disattivare temporaneamente il software antivirus installato sul sistema.
2) Attivare le opzioni sviluppatore toccando per 7 volte consecutive la voce Versione MIUI nella sezione Info sul telefono o About phone di Android.
3) Collegare il dispositivo Xiaomi al PC mediante cavo USB.
4) Installare e avviare il programma XiaoMiTool da questa pagina prelevandone sempre l’ultima versione.
5) Accedere alla sezione Opzioni sviluppatore/Developer options delle impostazioni di Android e attivare Debug USB/USB Debug.

Xiaomi: come cambiare ROM e passare da China a Global anche senza sblocco del bootloader

6) Dall’area delle notifiche di Android scegliere Collegato in modalità ricarica quindi selezionare Transfer files (MTP) o Trasferimento file (MTP).

Xiaomi: come cambiare ROM e passare da China a Global anche senza sblocco del bootloader

7) In caso di errore (autorizzazione per il debug USB non assegnata), assicurarsi di premere su OK alla comparsa del messaggio Consentire debug USB sullo smartphone quindi sul pulsante Aggiorna di XiaoMiTool.

Xiaomi: come cambiare ROM e passare da China a Global anche senza sblocco del bootloader

8) Cliccando su , si acconsentirà alla cancellazione di tutti i dati memorizzati sul dispositivo Xiaomi.
XiaoMiTool verificherà lo stato dello smartphone e le operazioni da eseguire per cambiare ROM e installare quella richiesta dall’utente. Il dispositivo mobile verrà riavviato più volte quindi il programma proporrà una lista delle ROM installabili.

Xiaomi: come cambiare ROM e passare da China a Global anche senza sblocco del bootloader

9) Al termine della procedura (basta seguire le indicazioni passo-passo e non ci si troverà mai in difficoltà), lo smartphone Xiaomi eseguirà la ROM caricata da XiaoMiTool in sostituzione di quella originariamente presente.

10) Dopo aver installato una ROM Android con Google Play e servizi Google, il nostro consiglio – soprattutto nel caso delle ROM Global ufficiali Xiaomi – è quello di controllare la lista completa delle app installate e rimuovere manualmente tutte quelle cinesi eventualmente presenti. Per il resto, l’intero sistema risulterà tradotto in italiano e si potranno da subito impostare i propri account utente Google.

Autore: IlSoftware.it

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Xbox One X, prima accensione e primo contatto con la nuova console | SIAMO IN DIRETTA ORA

È arrivata solo da qualche ora in redazione, ma la nuova Xbox One X è la protagonista di una nuova live. Attesa nei negozi italiani per il prossimo 7 novembre a 499 euro, è stata annunciata come la console più potente fino ad oggi. Permetterà di giocare alla risoluzione Ultra HD 4K nativa quando supportata dai titoli, oppure con migliorie grafiche pensate per sfruttare al massimo l’hardware integrato e la sua potenza di calcolo quantificabile in oltre 6 Teraflop. Qui di seguito, o nella nostra pagina Facebook, potete seguire la nostra prima prova di Xbox One X.


Autore: Le news di Hardware Upgrade

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Google Pixel 2 XL: i problemi al display potrebbero portare a cause legali

I problemi sempre più evidenti al display da 6 pollici pOLED di Google Pixel 2 XL, smartphone già in vendita anche da noi in Italia, potrebbero portare alcuni utenti a creare una class action nei confronti di LG (l’azienda che produce il display), HTC (l’azienda che lo assembla) e di Google (l’azienda che lo ha progettato).

A far emergere la notizia (consigliando anche gli utenti affetti dal problema) è Girard Gibbs LLP, la quale sta investigando attivamente il problema e fornendo assistenza a coloro che hanno acquistato un Google Pixel 2 XL affetto:

Girard Gibbs sta investigando le rivendicazioni contro Google, HTC e LG per la produzione, il marketing e la vendita di telefoni difettosi Google Pixel 2 e Pixel 2 XL. Entrambi i telefoni hanno mostrato anomalie. I proprietari dei più costosi Pixel 2 XL hanno riferito che le schermate OLED soffrono di un “burn-in” – un fenomeno in cui una parte del display rimane visibile anche dopo che la schermata è cambiata per visualizzare qualcos’altro, degradando l’esperienza dell’utente. I proprietari di Pixel 2 XL hanno anche segnalato significativi “macchie nere”, un problema che riguarda alcuni display OLED, in cui il movimento di pixel su uno sfondo nero crea una macchia nera che distorce il display.

Certo che una serie di problemi del genere in uno smartphone da oltre 950 euro non se li aspetterebbe nessuno. Inoltre, sembra che anche il più piccolo Pixel 2 (in Italia non viene commercializzato) soffra di problemi legati al display.

Girard Gibbs LLP non è nuova a cose del genere. In passato ha ottenuto un risarcimento di 5 milioni di dollari per aver vinto una causa legale contro Motorola per il suo servizio assistenza non all’altezza.

VIA

Autore: Lorenzo Spada Android Blog Italia

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Da XFX una scheda custom basata su GPU AMD Radeon Vega

Sono apparse online le immagini di una scheda XFX basata su GPU AMD Radeon RX Vegacaratterizzata, finalmente, da un design custom. Di questa scheda abbiamo a disposizione al momento le sole immagini: non ne si conoscono le specifiche tecniche, le frequenze di clock rispetto a quelle di default implementate da AMD oltre ovviamente a prezzo e disponibilità sul mercato.

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La scheda è basata su un sistema di raffreddamento decisamente voluminoso, con due ventole che ricoprono il dissipatore di calore configurato con alcune heatpipes. La peculiarità del design è data dal posizionamento dei connettori di alimentazione a 8 e 6 pin: XFX ha infatti optato per montarli non nella parte posteriore della scheda ma in quella centrale. La presenza di questi due connettori lascia immaginare che questa scheda sia basata su GPU Radeon RX Vega 56.

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C’è una ben precisa motivazione legata alla posizione dei connettori di alimentazione: la scheda ha un PCB molto ridotto in lunghezza, ben inferiore per ingombro rispetto al sistema di raffreddamento integrato. Lo si può notare bene dalla parte posteriore, completamente ricoperta da una placca in alluminio ma che attraverso alcune aperture lascia vedere come il radiatore si estenda ben oltre la lunghezza del PCB.

Da segnalare l’assenza di connettore DVI su questa scheda: XFX ha quindi optato per offrire unicamente connessioni Display Port e HDMI con questo prodotto. Vedremo quando questa scheda verrà resa disponibile sul mercato e se altri produttori partner di AMD opteranno per sviluppare proprie schede custom basate su GPU Radeon RX Vega.

Autore: Le news di Hardware Upgrade