Categorie
HardwareSoftware

Google Maps permette di condividere la propria posizione con altri utenti

“Dove sei? Quando arrivi?” Niente più messaggi e chiamate di questo tipo con la nuova versione di Google Maps che d’ora in avanti permette di condividere – temporaneamente – la propria posizione geografica con altre persone.

Vento di novità per Google Maps che si arricchisce con una nuova funzione: Condividi posizione.
Toccando il “segnaposto” posto al centro della mappa che indica la posizione in cui ci si trova oppure accedendo al menu principale di Maps, si troverà la nuova voce Condividi posizione.

A questo punto si possono indicare i contatti con cui si desidera condividere temporaneamente la propria posizione geografica oppure richiedere la generazione di un link che può essere incollato, per esempio, in un’app per la messaggistica istantanea.

Google Maps permette di condividere la propria posizione con altri utenti

Non appena avviata la condivisione, i contatti specificati potranno seguire in tempo reale gli spostamenti dell’utente.
I movimenti dell’utente vengono visualizzati su una mappa Google Maps riportando la foto della persona che ha deciso di condividere le informazioni sulla sua posizione geografica.

All’avvio della condivisione è possibile decidere per quanto tempo condividere le informazioni sulla propria posizione o se impostare “un viaggio” e inviare le proprie coordinate GPS fintanto che non si sarà giunti a destinazione.

Il funzionamento della nuova caratteristica di Google Maps ricorda da vicino quello dell’app Glympse che avevamo recensito un paio d’anni fa: Come condividere la posizione dal cellulare.
Il fatto che tutto sia integrato in Maps rende la condivisione della posizione ancora più pratica, semplice e immediata.
La nuova funzionalità di Google Maps è attualmente in fase di distribuzione e dovrebbe arrivare sui dispositivi degli utenti finali (sia su Android che su iOS) nel giro di qualche giorno.

Tra le ultime novità anche un meccanismo che permette di trovare rapidamente il luogo in cui si è parcheggiato l’auto: Dove ho parcheggiato? Google Maps te lo dice sempre.

Autore: IlSoftware.it

Categorie
HardwareSoftware

LAB-BOX: minilab italiano per sviluppare in casa le pellicole

C’è nell’aria del mercato fotografico un’innegabile voglia di ritorno al passato: non è solo una questione di hipsteria vintage, ma per molti tornare al ‘come si facevano le cose una volta‘ rappresenta l’occasione per scoprire le radici della fotografia. Fa parte di questo processo anche il ritorno alla pellicola, con due movimenti ben separati: da un lato chi torna alla pellicola 35mm per curiosità, dall’altro chi opta per il medio formato analogico per una questione di maggiore accessibilità rispetto a quello digitale.

Si indirizza a entrambe le categorie il progetto attualmente in crowdfunding su Kickstarter LAB-BOX. Si tratta di un mini-laboratorio per sviluppare pellicole 135 e 120, sviluppato dal VIVO Design Studio, di Roma. A fronte di una cifra target di €70.000 il progetto ha superato abbondantemente il mezzo milione di euro e ha aggiunto strada facendo nuovi obiettivi per stimolare gli investitori.

Il prototipo è chiaramente figlio della stampa 3D. Il sistema funziona come un mini-lab utile per chi non ha una camera oscura e dovrebbe semplificare molto la vita di chi vuole sviluppare in casa le proprie foto. Naturalmente il progetto prevede anche i reagenti per lo sviluppo. Monobath è il mezzo più semplice, che in bagno solo permette di sviluppare e fare il fissaggio. Troviamo poi kit multi-componente, sia per il bianco e nero, sia per le pellicole a colori. C’è poi anche Caffenol, il kit di reagenti eco-friendly.

Mancano solo sei giorni alla chiusura della campagna Kickstarter, se volete fare parte dei supporter del progetto avete ancora diversi livelli di ricompensa a disposizione a partire da 89€.

Autore: Le news di Hardware Upgrade

Categorie
HardwareSoftware

AMD releases Radeon Software ReLive 17.3.3 driver

With optimizations for Mass Effect: Andromeda

Following the launch of Bioware’s Mass Effect: Andromeda game, AMD has released its latest Radeon Software Crimson ReLive 17.3.3 driver, which features all the optimizations for the game as well as fixes some minor problems.

The Radeon Software Crimson ReLive 17.3.3 driver is solely focused on Mass Effect: Andromeda game, bringing optimizations like multi-GPU profile in DirectX 11, which can be enabled from the command line by using “-RenderDevice.AmdCrossfireEnable 1” as well as fixes texture flickering in the same game that was present in multi-GPU configurations.

Other than Mass Effect: Andromeda, the new Radeon Software Crimson ReLive 17.3.3 driver does not appear to fix anything else, so if this game is not on your list, there is no reason to update the driver.

As always, you can find the new Radeon Software Crimson ReLive 17.3.3 driver as well as full release notes over at AMD’s support page.

Autore: Fudzilla.com – Home

Categorie
HardwareSoftware

Prendere appunti su Android e accedere alle note da Google Docs

Google integra gli appunti di Keep con Docs. Come prendere appunti sul proprio dispositivo mobile e riutilizzarli comodamente su PC desktop e notebook.

Google Keep è una delle applicazioni più utilizzate dai possessori di un dispositivo mobile Android. Consente di prendere appunti mentre ci si trova lontani dall’ufficio o da casa e condividerle su qualunque altro dispositivo o sistema ove sia configurato il medesimo account Google.

Keep è un’ottima app gratuita per prendere appunti e organizzare note, foto, disegni veloci, registrazioni vocali ed elenchi.
Si può così raccogliere agevolmente, mentre si è fuori sede, il materiale necessario per il proprio lavoro e poi rielaborarlo una volta rientrati a casa o in azienda accedendo a questa pagina da un sistema desktop o notebook.

In questo modo, gli appunti potranno essere consultati da PC e si potrà effettuare un copia&incolla delle informazioni precedentemente inserite servendosi del dispositivo mobile, foto comprese.

Dal dispositivo mobile, tenendo premuto su un’immagine inserita in una nota (eventualmente acquisita mediante la fotocamera integrata nel device…), toccando il pulsante con tre pallini in colonna (in alto a destra) quindi scegliendo Recupera testo immagine, Keep effettuerà automaticamente il riconoscimento del testo (OCR) presente nella foto.

Prendere appunti su Android e accedere alle note da Google Docs

Keep non mantiene il layout della pagina acquisita mediante fotocamera ma si limita a incollare nella nota, sotto la foto, tutto il testo rilevato nell’immagine.
Si tratta di “testo puro”, senza alcun tipo di font, senza allineamento e senza alcuna informazione addizionale.

La stessa operazione di riconoscimento ottico dei caratteri può essere richiesta anche da desktop aprendo questa pagina, cliccando sulla foto contenente il testo, sul pulsante con tre pallini in colonna quindi su Recupera testo immagine (vedere anche l’articolo Trascrivere testo da foto con Google Keep su desktop e smartphone).

Prendere appunti su Android e accedere alle note da Google Docs

Se la propria necessità fosse quella di sottoporre dei documenti acquisiti con la fotocamera digitale a riconoscimento ottico dei caratteri, si possono utilizzare applicazioni sicuramente più complete ed efficaci: a tal proposito, suggeriamo la lettura dell’articolo Convertire in testo modificabile un documento cartaceo al paragrafo .

Le note di Google Keep sono accessibili direttamente da Google Docs

Da qualche giorno Google permette di accedere direttamente alle note memorizzate su Keep da Docs.
Da un qualunque documento aperto a questo indirizzo, basta cliccare sul menu Strumenti quindi sulla voce Blocco Note di Keep per vedere comparire tutte le proprie note.

Prendere appunti su Android e accedere alle note da Google Docs

Gli appunti di Keep vengono visualizzati in una colonna che compare nella parte destra della schermata di Google Docs.

Prendere appunti su Android e accedere alle note da Google Docs

Da qui, cliccando sui tre pallini posti su ciascuna nota quindi su Aggiungi al documento, si potrà inserirne tutto il contenuto nel documento in fase di elaborazione su Google Docs.

Autore: IlSoftware.it

Categorie
HardwareSoftware

Emoji, la Sardegna apre una petizione online per far inserire la bandiera dei quattro mori

La bandiera dei quattro mori insieme a tutte le bandiere disponibili sul catalogo delle emoji utilizzate ogni giorno da tutti gli utenti con smartphone. E’ questa la richiesta di un giovane sardo, Pedru Sanna Deledda, che sull’ormai noto portale Charge.org ha deciso di avviare una petizione per chiedere di poter aggiungere la tipica bandiera sarda tra le altre disponibili. Una petizione che sembra aver già trovato molti sostenitori visto che in poco tempo ha totalizzato quasi 1200 sottoscrizioni su di un totale minimo di 1500.

La richiesta nasce dal futuro aggiornamento dell’Unicode previsto per il prossimo mese di giugno, data in cui cambierà il protocollo nella codifica delle bandiere riproducibili nei sistemi digitali. In questo caso si avrà il passaggio dallo standard ISO 3166-1 che riguarda i codici stato con DUE lettere all’ISO 3166-2 con codici stato e subregioni a TRE lettere. Tutto questo significa che saranno riproducibili in tutti i programmi come WhatsApp o anche Twitter, le bandiere di nazioni come Scozia, Inghilterra, Galles ma anche Catalunya, Paesi Baschi e Corsica. Da qui l’idea dell’utente sardo di inserire anche la bandiera sarda dei quattro mori da sempre simbolo dell’isola italiana e presente in manifestazioni di ogni genere.

Come si legge nella petizione, realizzata per l’occasione sia in italiano che in sardo: “Come in molti procedimenti di questo tipo, il problema principale non è la fattibilità tecnica (UNICODE ha già deciso di includere “un tot” di nuove bandiere) ma il segnalare un interesse collettivo: è uno di quei rari casi in cui una ‘petizione’ con un po’ di firme può servire a raggiungere lo scopo”.

La bandiera dei quattro mori è la bandiera ufficiale della Regione Autonoma della Sardegna e storicamente il suo significato storico è legato alle vicende belliche della Corona di Aragona, che dominò la Sardegna dal 1324 al 1479. La tradizione storica vuole che le quattro teste del vessillo rappresentino altrettante vittorie conseguite dai catalano-aragonesi in Spagna contro gli invasori mori: SaragozzaValenciaMurcia e le Baleari. Tutto ciò possiede un legame profondo, simbolico, visceralmente legato alle vicende storiche dell’isola e dei suoi abitanti che viene esternato proprio tramite la bandiera.

Autore: Le news di Hardware Upgrade