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Huawei Honor presenta Note 8: phablet con display gigante

Honor, controllata di Huawei, società che produce e commercializzata dispositivi mobili dall’ottimo rapporto qualità/prezzo, ha appena presentato il suo nuovo Note 8, un phablet dal display “gigante” (ben 6,6 pollici, QHD) che sembra essere la risposta al Mi Max della rivale Xioami: Xiaomi Mi Max, super phablet con schermo da 6,44 pollici.

Huawei Honor presenta Note 8: phablet con display gigante

Honor Note 8 poggia su un SoC HiSilicon Kirin 955 (HiSilicon è una società di semiconduttori interamente di proprietà di Huawei) e su una GPU Mali-T880 MP4. La stessa configurazione già vista nel caso dello Huawei P9.

Il phablet di casa Honor viene proposto in configurazioni che prevedono 4 GB RAM e 32, 64 o 128 GB di storage. La fotocamera principale è da 13 Megapixel, quella frontale da 8 megapixel; è presente un lettore di impronte digitali, viene offerto anche il supporto LTE e la batteria è da 4.500 mAh.

Le vendite inizieranno dalla Cina, il prossimo 9 agosto, al prezzo di circa 345 dollari per la versione base da 32 GB.

Autore: IlSoftware.it

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Resident Evil 7: il supporto per la VR ha determinato dei costi aggiuntivi

Nel corso di una conferenza organizzata con gli investitori i vertici di Capcom hanno fatto sapere che la compatibilità di Resident Evil 7 con la realtà virtuale ha comportato costi di sviluppo aggiuntivi.

“Certi strumenti erano richiesti per rendere il gioco compatibile con la VR, le necessità grafiche sono più complesse rispetto al passato, di conseguenza si è verificata una crescita dell’investimento nello sviluppo”, viene spiegato nel documento riguardante il primo trimestre dell’anno fiscale.

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Allo stesso tempo il publisher nipponico è fiducioso di poter mantenere i costi sotto controllo, soprattutto grazie alla qualità dei tool utilizzati nello sviluppo del gioco.

“Crediamo di aver avuto successo nell’ottimizzazione del nostro procedimento di sviluppo, attraverso tecnologie fondamentali, incluso il nostro sistema di scansione 3D, di illuminazione e gestione delle ombre, che ci hanno permesso di minimizzare i costi aggiuntivi raggiungendo al contempo un’elevata qualità di sviluppo”.

Al momento il budget a disposizione per la creazione di Resident Evil 7 non è ancora stato reso di pubblico dominio. Vi ricordiamo che il gioco rimane pianificato per il 24 gennaio 2017.

Autore: Le news di Hardware Upgrade

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SK Hynix Adds HBM2 to Catalog: 4 GB Stacks Set to Be Available in Q3

SK Hynix has quietly added its HBM Gen 2 memory stacks to its public product catalog earlier this month, which means that the start of mass production should be imminent. The company will first offer two types of new memory modules with the same capacity, but different transfer-rates, targeting graphics cards, HPC accelerators and other applications. Over time, the HBM2 family will get broader.

SK Hynix intends to initially offer its clients 4 GB HBM2 4Hi stack KGSDs (known good stack dies) based on 8 Gb DRAM devices. The memory devices will feature a 1024-bit bus as well as 1.6 GT/s (H5VR32ESM4H-12C) and 2.0 GT/s (H5VR32ESM4H-20C) data-rates, thus offering 204 GB/s and 256 GB/s peak bandwidth per stack. Earlier this year a representative for SK Hynix revealed plans (in an interview with Golem.de) to start volume production of 4 GB HBM2 KGSDs in Q3 and the addition of the devices into product catalog confirms this information. Keep in mind that memory companies usually make announcements about the start of mass production when they are ready to deliver the first batch of new DRAM to a customer(s). Therefore, it is possible that SK Hynix may already be producing HBM2 stacks.

Specifications of SK Hynix’s HBM2 Memory Chips
Part Number Density Data Rate Bandwidth
per Stack
Packaging Feature Availability
H5VR32ESM4H-20C 4 GB 2.0 GT/s 256 GB/s 5mKGSD 4Hi stack, VDD/VDDQ=1.2V Q3’16
H5VR32ESM4H-12C 1.6 GT/s 204 GB/s

As outlined in our article published earlier this year, HBM2 memory can stack two, four or eight DRAM devices (2Hi, 4Hi, 8Hi stacks) interconnected using through silicon vias (TSVs) on a base logic die per KGSD (known good stacked die). Each DRAM device features two 128-bit channels, which use DDR signaling with a 2n prefetch architecture (256 bits per memory read and write access) and can operate at their own frequency or even in their own mode. SK Hynix uses 21 nm process technology to make its HBM2 memory and eventually plans to offer 2 GB and 8 GB KGSDs (featuring two or eight 8 Gb DRAM ICs) in addition to 4 GB stacks, aimed at providing memory for various applications. All HBM2 memory products from the company will have 1.2 V VDD/VDDQ and will come in new packages featuring 7.75 mm × 11.87 mm (91.99 mm2) dimensions.

Samsung Electronics began to mass produce its 4 GB 4Hi stack HBM2 KGSDs featuring 2 GT/s data-rate earlier this year and NVIDIA employed the new chips for its GP100 GPU. The first NVIDIA-branded card to use the HBM2 is the Tesla P100 compute accelerator, which has 16 GB of HBM2 memory with 720 GB/s bandwidth (as the DRAM interface operates at about 1.4 GT/s data-rate).

Speaking of HBM2 usage by commercial SoCs, last year SK Hynix said that it worked with 10 companies on various projects (including ASICs, x86 processors, ASSPs and FPGAs) featuring HBM memory (both generations), which indicates that the interest for multi-layer high-bandwidth DRAM is here. However, so far only AMD and NVIDIA have introduced actual products featuring HBM and HBM2.

When it comes to the original HBM, it is worth to mention that SK Hynix has removed such stacks from its catalog. It is unknown whether the company continues to ship them to interested parties, but given the fact that there are not a lot of products that utilize HBM1 today, small scale shipments should not be a problem (at least, until SK Hynix phases out its 29 nm production lines). Meanwhile, since HBM2 is here, it is feasible to assume that we are not going to see many new devices utilizing HBM1.

Autore: AnandTech

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Oculus Rift cost $199 to make

IHS teardown breaks Oculus Rift

IHS have taken apart an Oculus Rift including the headset, a sensor, and an Xbox One wireless controller costs to work out how much it all cost and come up with a figure of $ 199 just for the bits.

It said the complete bill of materials (BOM) is $ 199.60. To this you have to add factory costs like assembly which add up to about $ 6.50 per shipping unit. Then there is all the marketing etc.

The most expensive bit is the headset which costs $ 140 according to the teardown. Meanwhile the cost of the Xbox One controller, to Oculus, is put at $ 18 but you have to add $ 6.25 for its wireless adapter. The twin Samsung 1200 x 1080 pixel AMOLED displays in the HMD are the most expensive components, the pair of them cost $ 69.

The Oculus sells its HMD consumer pack for about three times the cost of production. While this does not include all the work that has gone into the oculus it does give you an indication as to what the eventual price of the technology will settle at once the cheap and cheerful market gets involved.

breakdown

Autore: Fudzilla.com – Home

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Connessione lenta, colpa del backup di Google Foto e di Windows 10

Lo abbiamo ricordato più volte: quando anche solo un dispositivo client collegato alla rete locale effettua un pesante upload di dati online, la connessione può diventare immediatamente lenta. E non soltanto in upload ma anche in download.

Una connessione lenta, quindi, spesso non è imputabile soltanto al fornitore della connettività (leggasi, provider) ma agli utenti collegati in rete locale.
Trasferimenti intensivi che tendono a saturare la banda disponibile in upstream possono ripercuotersi anche sulle prestazioni dell’intera rete, anche in download.
Sintomo del problema è la “navigazione” sul web che si fa molto faticosa e tempi di latenza che schizzano verso l’alto a valori generalmente superiori a 200-400 millisecondi e talvolta superiori anche al secondo (1000 ms).

È possibile verificarlo aprendo il prompt dei comandi (in Windows, Windows+R, cmd) quindi digitando ping seguito dall’indirizzo IP del primo sistema che si incontra in uscita.
Nel caso delle connessioni a banda larga e ultralarga di TIM si tratta degli IP 192.168.100.1 per gli abbonamenti residenziali e 192.168.200.1 per le utenze business.
Il comando da impartire, quindi, è ping 192.168.100.1 oppure ping 192.168.200.1.
In ogni caso, digitando il comando tracert www.google.it si dovrà annotare e successivamente utilizzare insieme con il comando ping il primo IP “dopo” quello del modem-router locale:

Connessione lenta, colpa del backup di Google Foto e di Windows 10

A meno di problemi legati al fornitore della connettività (vedere anche Connessione lenta, come capire qual è il problema), valori di latenza elevati sono spesso dovuti a trasferimenti pesanti, di solito in upload.Nell’articolo L’upload influisce sul download? Come velocizzare la connessione mentre si caricano file pesanti abbiamo spiegato la natura del problema. In breve, quando si scaricano informazioni dalla rete su protocollo TCP/IP (ad esempio durante la normale navigazione web), il client deve sempre inviare al server remoto un pacchetto dati ACK (acknowledge) per attestare di aver correttamente ricevuto i dati. Quando la banda in upstream è abbondantemente impegnata (ad esempio da altri client collegati alla rete locali), gli ACK partono in ritardo o comunque vengono spediti molto lentamente facendo crollare le prestazioni della connessione.

Connessione lenta: pochi lo sanno ma spesso è responsabilità del backup di Google Foto e di Windows 10, come di altre applicazioni che impegnano molto la banda in upstream

Come abbiamo visto nell’introduzione se anche un solo dispositivo connesso in rete locale occupa totalmente o quasi la banda in upstream, le prestazioni – anche in download – dell’intera rete decadono subito.Se si utilizzano funzionalità, su Android o iOS, per il backup di grandi quantitativi di dati, basta anche un solo dispositivo mobile connesso alla rete via WiFi perché le prestazioni vengano letteralmente “affossate”.

Google Foto, ad esempio, è un’app che permette di risolvere brillantemente il problema del backup delle immagini (vedere Google Foto, le funzionalità che potreste non conoscere).
Attivando il backup delle foto sui server di Google, tuttavia, soprattutto quando si opta per il backup con la qualità originale (stesse foto scattate con il device mobile), la rete potrebbe diventare poco performante, per lunghi periodi, mentre l’applicazione effettua l’upload dei dati.

Connessione lenta, colpa del backup di Google Foto e di Windows 10

I sistemi Windows 10 collegati in rete locale, invece, possono trasferire gli aggiornamenti Microsoft verso terzi. L’idea è quella di velocizzare il download degli aggiornamenti senza passare sempre attraverso i server dell’azienda di Redmond.
Per evitare che la connessione di rete venga impegnata intensivamente in upload per questo tipo di attività, è sufficiente digitare Verifica disponibilità aggiornamenti nella casella di ricerca di Windows 10 quindi selezionare Opzioni avanzate e, infine, Scegli come recapitare gli aggiornamenti.

Connessione lenta, colpa del backup di Google Foto e di Windows 10

A questo punto si dovrà verificare di non aver selezionato l’opzione PC nella rete locale e su Internet.
Per maggiori informazioni, suggeriamo la lettura dell’articolo Come limitare il consumo dati in Windows 10.Nell’articolo Connessione lenta, come limitare la banda ai dispositivi collegati abbiamo visto che la chiave per risolvere il problema consiste nell’attivazione di regole QoS (Quality of Service).

Agendo sulla sezione Bandwidth Control o QoS del pannello di configurazione del router, si potrebbe allora fare in modo che i client ai quali viene assegnato manualmente un indirizzo IP privato statico non siano soggetti ad alcuna limitazione; dispositivi che invece ricevono un IP privato via DHCP non possano occupare oltre un certo quantitativo di banda in upload.

Connessione lenta, colpa del backup di Google Foto e di Windows 10

Una possibile soluzione? Fare in modo (come nell’esempio in figura) che tutti i dispositivi collegati alla rete locale, nel loro complesso, non possano occupare tutta la banda disponibile in upstream (così facendo sarà più facile gestire gli ACK).
Per secondo, si può fare in modo che l’insieme di IP assegnabili dal router via DHCP ai client locali non possano impegnare oltre un certo quantitativo di banda in upstream (nell’esempio, 250 kbps).

Connessione lenta, colpa del backup di Google Foto e di Windows 10

Come si vede in figura, dopo l’applicazione della regola QoS sul router, ripetendo il comando ping, i valori di latenza dovrebbero abbassarsi notevolmente e, ad esempio, la navigazione sul web, la visione di video su YouTube, il download di file via FTP e così via dovrebbero tornare “scattanti” e adeguate alle aspettative.

Autore: IlSoftware.it