Categorie
HardwareSoftware

The iViz Snapdragon 600 ultrasound tablet saves lives

The SonoSite portable iViz ultrasound system

Technology can save lives,  and i was interested to learn that Fujifilm Sonosite developed a Snapdragon 600 based portable iViz ultrasound system that saved five soldiers’ lives in Afghanistan. 

iViz is an Android based device that is used by physicians – not just military physicians – who can practice and share visual exams anywhere  including battlefields, remote locations and on the way to a hospital. Since this is a Qualcomm device, you won’t be surprised that it has some great connectivity features.

This is essentially a seven inch lightweight tablet with a touch screen display that can easily operate on-the-go between field use, during transport and hospitals and Intensive Care Units (ICUs). The iWiz is 7.21 in. (183.1 mm) in ength x 4.59 in. (116.5 mm) in width and 1.06 in (26.9 mm) in  height. The system’s  case length is 9.5 in. (241.3 mm) x 4.8 inches width (123mm) x a height of 1.12 in. (28.6 mm). 

The device connects to the cloud, and is battery operated with 64GB eMMC, USB, HDMI, Wi-Fi and Bluetooth that allows  for secure connectivity, image storage, transfer, and display.

The heart of the device is a Snapdragon 600 running Android and the small tablet is well equipped for image processing and image rendering for high definition 2D imaging.

In a recent field test, one emergency room was able to conduct ultrasounds on as many as 320 patients a day due to the portability and enhanced image quality. The video below shows a company’s promotional video where the physician managed to save the lives of five soldiers in Afghanistan, a baby and mother in Morocco, and helping doctors in San Francisco and in Lyon, France.

The EKG / Ultrasound machine  can take voice dictation, and send  patients’ pictures and other relevant data at once. The EKG was a big machine weighing a few kilograms heavy and a separate Ultrasound unit was a pretty big machine that  definitely didn’t fit in a pocket. .

It is clear that Qualcomm is not only about  mobile devices and connectivity, and that tablets can be used for something way better than Facebook or YouTube /Vevo videos.

Autore: Fudzilla.com – Home

Categorie
HardwareSoftware

Accesso account Google da applicazioni e servizi terzi

Quando si utilizzano applicazioni e servizi, anziché operare una registrazione specificando un nome utente, i propri dati personali e un indirizzo email valido, spesso è possibile accedere utilizzando un account Google o Facebook.

Accesso account Google da applicazioni e servizi terzi

Cliccando su Accesso account Google o su una voce similare, Google chiederà all’utente se accordare o meno l’accesso alle informazioni personali indicate.

Accesso account Google da applicazioni e servizi terzi

Nella parte superiore della finestra viene sempre indicato il nome dell’applicazione o del servizio che sta chiedendo l’accesso all’account Google.
Poco più sotto, invece, Google riassume l’elenco delle autorizzazioni che viene richiesto.Prima di procedere, è bene innanzi tutto verificare la bontà dell’app o del servizio che si sta configurando. Di norma non ci sono problemi a fornire l’autorizzazione a leggere nome dell’utente e indirizzo email attingendo alle informazioni dell’account Google ma non si dovrebbero consentire livelli di accesso molto più ampi.

Come spiegato anche da Google in questa pagina, non si dovrebbe comunque mai consentire l’accesso completo all’account perché, in questo caso, l’app o il servizio avrebbero massima libertà d’azione.

Prima di cliccare su Consenti, quindi, bisogna riflettere un attimo e chiedersi se valga davvero la pena concedere l’accesso al proprio account Google.

L’accesso all’account Google potrà avvenire solo previo consenso “una tantum” dell’utente e, soprattutto, se l’utente ha precedentemente effettuato il login allo stesso account Google.

Il dialogo con Google è gestito utilizzando il protocollo OAuth che permette l’autenticazione semplificata usando apposite API. Il fine ultimo di OAuth, infatti, è quello di garantire ai terzi autorizzati l’accesso ai dati degli utenti proteggendo contemporaneamente le loro credenziali (l’app o il servizio che chiedono di accedere ai dati dell’utente non conosceranno mai la password per il login).

IFTTT è un servizio che è capace di interconnettere più piattaforma, completamente diverse tra loro, tra cui quella di Google, utilizzando proprio il protocollo OAuth: Controllare dispositivi connessi alla rete con IFTTT.

Controllare le applicazioni autorizzate ad accedere all’account Google

Periodicamente, suggeriamo di portarsi in questa pagina e verificare a quali applicazioni è stato accordato l’accesso all’account Google.

Accesso account Google da applicazioni e servizi terzi

Accanto ad ogni applicazione è chiaramente riportata la “libertà d’azione” che le è stata concessa.Cliccando su ciascuna app, non solo si ottengono maggiori informazioni sui permessi utilizzati ma, usando il pulsante Rimuovi, si può revocare l’accesso al contenuto del proprio account.

Accesso account Google da applicazioni e servizi terzi

Il nostro consiglio, comunque, è quello di non collegare l’account Google che si adopera per le attività professionali o comunque per lavoro a qualunque genere di app o servizio.

Nei giorni scorsi, ad esempio, milioni di utenti hanno acconsentito Pokémon Go ad accedere a tutti i dati degli account Google. La società sviluppatrice – Niantic Labs – ha spiegato che si è trattato di un errore ed ha poi corretto l’app riducendo al minimo le informazioni richieste.

In ogni caso, è bene creare un account Google separato per le attività ludico-ricreative. In questo modo non si correrà il rischio di fornire a terzi dati importanti conservati nell’account Google principale.

Autore: IlSoftware.it

Categorie
HardwareSoftware

WhatsApp torna in Brasile dopo l’ennesimo blocco governativo

La corte suprema federale del Brasile ha sospeso una (ignominiosa) disposizione di un giudice globale in cui si ordinava alle compagnie telefoniche di bloccare in maniera indeterminata l’accesso a WhatsApp a tutti i clienti. Si tratta della terza decisione simile per lo stato sudamericano degli ultimi otto mesi contro il servizio di messaggistica istantanea. Secondo il giudice Daniela Barbosa l’applicazione mostrava “una totale mancanza di rispetto per le leggi brasiliane”.

Ancora una volta le Autorità locali chiedevano al servizio di intercettare i messaggi degli utenti per essere d’aiuto alle indagini criminali nei pressi di Rio de Janeiro, nello specifico nella città di Caxias. Per fortuna si è trattato di un disguido di poche ore, quando il presidente della corte suprema Ricardo Lewandowski ha rigettato l’ordine di Barbosa perché “scarsamente ragionevole o proporzionato”. Era intervenuto in quelle ore anche Jan Koum, il CEO di WhatsApp, su Facebook.

“È shockante che meno di due mesi dopo che il popolo brasiliano e i legislatori respingevano a gran voce il blocco dei servizi come WhatsApp la storia si ripete”, ha scritto sul social network il dirigente. “Oggi come allora milioni di persone sono state tagliate fuori dai contatti con amici, con le persone care, con i clienti e con i colleghi, semplicemente perché ci vengono chieste informazioni che noi non abbiamo”. Come scrivevamo sopra, è la terza volta in 8 mesi che questo accade.

La prima, a dicembre 2015, con un ordine della durata di 72 ore, la seconda a maggio 2016. In entrambi i casi gli utenti brasiliani si sono riversati su altri servizi social per manifestare tutto il loro dissenso, e anche in quei casi la decisione estrema del giudice è stata ribaltata poche ore dopo. A dicembre un giudice diverso da quello che ordinava il blocco dichiarava che “non sembra ragionevole che a pagare gli errori della compagnia siano i propri utenti”.

“Siamo felici che la gente può continuare ad utilizzare WhatsApp di nuovo in Brasile”, ha dichiarato la società in seguito al cambiamento delle ultime ore. “La corte suprema ha rifiutato velocemente il blocco di oggi, trovando che fosse non proporzionato alle accuse e che violasse la fondamentale libertà d’espressione dei cittadini. Speriamo che questo metta finalmente fine ai blocchi che hanno punito milioni di brasiliani, e che la gente possa continuare a usare i servizi come WhatsApp per mantenersi in contatto con le persone per loro importanti”.

Autore: Le news di Hardware Upgrade

Categorie
HardwareSoftware

Microsoft to improve its networking

Will put BitTorrent tech to work

Software King of the World Microsoft is about to tweak the TCP stack on its Windows 10 Anniversary update and Windows Server 2016 including some torrenting technology.

The tech involves using TCP Fast Open (TFO) for zero RTT TCP connection setup. IETF RFC 7413, Initial Congestion Window 10 (ICW10) by default for faster TCP slow start, TCP Recent ACKnowledgment (RACK) for better loss recovery (experimental IETF draft), Tail Loss Probe (TLP) for better Retransmit TimeOut response (experimental IETF draft) and TCP LEDBAT for background connections IETF RFC 6817

All this, claims Microsoft, will reduce latency, improve loss resiliency and to “promote better network citizenship.”

What is a little surprising is that the TCP LEDBAT technology was submitted to Redmond by BitTorrent. LEDBAT was invented by Stanislav Shalunov and is used by Apple for software updates and by BitTorrent for most of its transfers. It is believed be used in 13–20 per cent of Internet traffic.

Basically it is a delay-based congestion control algorithm that uses all the available bandwidth while limiting the increase in delay. It measures one-way delay and using changes in the measurements to limit congestion.

Redmond said that these changes are just “the first wave of features in the pipeline of upcoming Windows Redstone releases”.

Autore: Fudzilla.com – Home

Categorie
HardwareSoftware

Account verificato Twitter: da oggi è per tutti

Twitter pone una importante pietra miliare e, da oggi, consente a tutti gli utenti di ottenere un account verificato.
Non soltanto le personalità di spicco e le società più note potranno avere, accanto al nome dell’account, il badge azzurro con il “segno di spunta”. D’ora in avanti, chiunque compili un apposito modulo online e fornisca una serie di informazioni personali, potrà riceve lo stesso segno di riconoscimento.

Account verificato Twitter: da oggi è per tutti

Per poter completare il modulo, l’account Twitter deve disporre di un numero di telefono verificato, di un indirizzo email confermato, di alcuni cenni biografici, di una foto del profilo, di una data di compleanno (se non si tratta dell’account di un’azienda, un brand o un’organizzazione), di un sito web collegato. I tweet dell’account, inoltre, devono essere necessariamente impostati come pubblici nelle impostazioni sulla privacy.

Un account Twitter verificato permette agli altri utenti di conoscere con certezza l’identità del proprietario. Non sarà quindi possibile interagire con un utente diverso da quello che dichiara di essere.

Al momento Twitter dichiara di avere 310 milioni di utenti attivi mensilmente ma appena 187.000 sono account verificati.

Per richiedere un account Twitter verificato, basta fare riferimento a questo modulo mentre in questa pagina viene descritta nel dettaglio la procedura da seguire.

Autore: IlSoftware.it