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Posizionamento Google di un’attività: come migliorarlo

I motori di ricerca continuano a rappresentare la prima sorgente di traffico per la stragrande maggioranza dei siti web. È vero, l’avvento dei social network ha rimescolato un po’ le carte ma il posizionamento Google continua a rivestire un ruolo cruciale per gran parte delle attività commerciali.

Questo articolo non vuole essere una disamina delle principali tecniche SEO (sulle quali si potrebbero spendere fiumi di parole) ma, piuttosto, vuole offrire qualche consiglio di carattere generale sul posizionamento su Google per un’attività che desidera essere facilmente reperibile in Rete.

C’è infatti ancora poca consapevolezza, purtroppo, di quelli che sono gli strumenti offerti da Google per migliorare e ottimizzare la propria presenza online o, almeno, sul motore di ricerca.

Posizionamento su Google Maps

Se si è titolari di un’attività, una delle prime cose da fare è senza dubbio “riscattarla” su Google Maps.
Google offre infatti il servizio gratuito My Business che permette di visualizzare agli utenti che stanno cercando informazioni sull’attività, sul luogo in cui si trova o sulla tipologia di prodotti e servizi offerti, una scheda “ad hoc” nella parte destra della schermata del motore di ricerca.

Non solo. Compilando la scheda di Google My Business, si potrà così apparire – nella locazione corretta – su Google Maps così come sul social network Google+.

Posizionamento Google di un'attività: come migliorarlo

Provate ad esempio a cercare il nome della vostra attività su Google: con ogni probabilità, nella parte destra dei risultati del motore di ricerca (SERP) verrà visualizzata una scheda con una serie di informazioni tra cui:- indirizzo dell’attività
– una serie di foto
– indirizzo email
– sito web
– numeri telefonici
– locazione geografica
– orari di apertura
– recensioni
– numero di visitatori/clienti nei vari giorni della settimana

La scheda viene automaticamente predisposta da Google sulla base delle informazioni raccolte e può essere modificata dal proprietario dell’attività o da un incaricato avente titolo.
Per “ottenere le chiavi” che consentiranno di modificare la scheda dell’attività, è sufficiente cliccare sul link Sei il proprietario di quest’attività? e seguire le indicazioni.

I gestori di un’attività commerciale dovrebbero sempre “riscattare” la stessa su Google dichiarandone la titolarità. Emblematico il recente caso di una storica pizzeria napoletana la cui scheda su Google è stata “vandalizzata” da ignoti (l’attività era stata indicata come chiusa quando ciò non corrispondeva al vero: Google My Business, una pizza da un milione di euro).

È facile comprendere come l’utilizzo di Google My Business sia fondamentale non solo per scongiurare spiacevoli situazioni ma si proponga anche come strumento essenziale per migliorare il posizionamento Google e fare affari.

Posizionamento Google di un'attività: come migliorarlo

Una volta fatto clic su Sei il proprietario di quest’attività?, bisognerà selezionare Inizia, spuntare Sono autorizzato a gestire questa attività e accetto i Termini di servizio quindi scegliere Continua.Ma come fa Google per stimare gli orari con il maggior numero di visite per le attività commerciali?
Per determinare gli orari con il maggior numero di visite, Google “utilizza i dati forniti dagli utenti che hanno scelto di memorizzare le informazioni sulla posizione” (è indicato chiaramente in questa pagina).
Come riportato nelle condizioni di utilizzo dei servizi Google, infatti, se l’utente autorizza l’invio della propria posizione ai server dell’azienda di Mountain View, questi potranno essere sfruttati – in questo caso – proprio per stimare l’afflusso medio di clienti presso un esercizio commerciale.

Dal proprio account Google, soprattutto se si utilizza uno o più dispositivi mobili con lo stesso account utente, si provi ad accedere – da browser – a questa pagina: si otterrà la lista completa dei propri spostamenti. Sia su mappa che in forma testuale.
Ne avevamo parlato anche in passato: Google Maps visualizza gli spostamenti dell’utente.

L’eventuale disattivazione della Cronologia delle posizioni – così si chiama il servizio di Google – è una scelta dell’utente che può essere operata cliccando sulle Impostazioni Google del dispositivo mobile, su Posizione/Geolocalizzazione, su Cronologia delle posizioni Google quindi sull’apposito “interruttore”.

Controllare che il sito sia indicizzato

Per verificare se il proprio sito risulta correttamente indicizzato da parte di Google, è sufficiente digitare – nella casella del motore di ricerca – site: seguito dal nome del dominio.Se la ricerca non restituisse alcun risultato, significa che il sito web della propria attività non è stato indicizzato dal motore di Google (o è stato eliminato dalle SERP).

La prima verifica da effettuare è che nel sorgente HTML (premere la combinazione di tasti CTRL+U da browser web; da Chrome sui dispositivi mobili è possibile anteporre view-source: all’indirizzo della pagina da controllare) non siano presenti tag che inibiscono l’indicizzazione.

I seguenti, ad esempio, vengono utilizzati per manifestare la volontà di non essere indicizzati:

<meta name=”robots” content=”none” />
<meta name=”googlebot” content=”none” />
<meta name=”robots” content=”noindex” />
<meta name=”googlebot” content=”noindex” />

Va verificata anche l’eventuale presenza di un file chiamato robots.txt nella directory radice del sito. All’interno di tale file, invece che nelle singole pagine, potrebbe essere infatti bloccata l’indicizzazione del sito o di parti di esso.

Usando il file robots.txt si può (e si dovrebbe farlo!) bloccare l’indicizzazione di aree private, sezioni amministrative e così via (Disallow:) ma si dovrebbe sempre controllare che non vengano inibite all’indicizzazione parti importanti del sito web.

Utilizzare la Search Console (ex Google Webmaster Tools)

Una delle migliori operazioni per migliorare il posizionamento Google della propria attività commerciale, consiste nell’utilizzare la Google Search Console (precedentemente nota con l’appellativo di Webmaster Tools).

Questo speciale “pannello di controllo” offre preziose informazioni sullo stato del sito e informazioni su aspetti critici che, se risolti, permettono di migliorare il posizionamento Google.

Per accedere ai dati relativi al sito web della propria attività, basta creare un account utente Google od effettuarvi il login nel caso in cui lo si utilizzasse già quindi accedere a questo indirizzo e cliccare sul pulsante su Aggiungi una proprietà.

Posizionamento Google di un'attività: come migliorarlo

Google, per accertarsi che il sito web sia davvero di proprietà dell’utente che ne fa richiesta, consentirà di usare diversi strumenti. Tra tutti quelli proposti è possibile scegliere il più congeniale:

– caricamento di un file HTML nella directory radice del sito
– aggiunta di un CNAME a livello DNS
– utilizzo di Google Analytics
– aggiunta di una tag HTML nel codice del sito
– utilizzo di Google Tag Manager

Come primo passo, nella colonna di sinistra della Search Console, bisognerebbe fare subito clic su Messaggi in modo da rendersi conto di eventuali difficoltà incontrate da Google nella scansione e/o nell’indicizzazione delle pagine web del proprio sito.

Sempre dalla colonna di sinistra della Search Console di Google, suggeriamo di fare clic su Traffico di ricerca, Azioni manuali per verificare che il sito non sia stato specificamente penalizzato per le ragioni riportate in questa pagina.

Eventuali problemi di sicurezza, evidenziati nell’omonima sezione, sono poi devastanti per il posizionamento su Google. È bene quindi accertarsi che il proprio sito web non offra ai visitatori contenuti potenzialmente dannosi o indesiderati.
In caso contrario, la propria attività verrà gravemente penalizzata nei risultati del motore di ricerca.
È quindi bene verificare che il sistema per la gestione dei contenuti (CMS, ad esempio WordPress, Joomla o le stesse applicazioni proprietarie) sia sempre aggiornato all’ultima versione e non contenga vulnerabilità.
Eventuali lacune di sicurezza possono essere infatti sfruttate, anche automaticamente, da parte di aggressori remoti per forzare il caricamento/download di malware o di codice dannoso che verrebbe così proposto a tutti i visitatori.

Un primo responso viene offerto anche da Google Safe Browsing (basta accedere a questa pagina e digitare l’URL del sito da controllare) ma informazioni dettagliate sugli eventuali problemi di sicurezza riscontrati vengono proposte proprio nella Search Console (sezione Problemi di sicurezza).
L’informazione più importante è quella indicata accanto a Stato del sito dove deve sempre figurare Non pericoloso.

Massima attenzione agli errori di scansione e alla struttura del sito

Dalla Search Console di Google, è importante cliccare su Scansione, Errori di scansione per verificare quali e quanti errori sono stati rilevati dal crawler del motore di ricerca durante l’analisi delle pagine che compongono il sito.
La risoluzione degli errori relativi a pagine non trovate ed errori del server consente di fare un primo “salto di qualità”.

Particolare attenzione dovrebbe poi essere riposta sul contenuto della sezione Aspetto nella ricerca, Miglioramenti HTML. Un sito web che utilizza per tutte o molte delle sue pagine le stesse tag per il titolo, che non le usa affatto, che le usa in forma troppo breve o lunga, che non adopera correttamente la tag description, rischia di non sfruttare tutto il suo “potenziale”.

Posizionamento Google di un'attività: come migliorarlo

Un sito può ospitare contenuti di qualità, avere un buon seguito, essere linkato da più pagine, essere aggiornato frequentemente ma se la sua struttura, in termini di metatag spicce, lascia a desiderare, è molto probabile che ciò possa incidere negativamente sul posizionamento.

Contenuti autorevoli, di qualità (mai duplicati) e pertinenti (sulla base delle specifiche ricerche degli utenti) costituiscono senza dubbio il volano per un buon posizionamento sul motore di ricerca ma molti altri aspetti, tra cui quelli illustrati in precedenza, non dovrebbero mai essere ignorati o trattati con superficialità.

Da ultimo, va ricordato che i siti web non responsive ovvero che non si adattano alla risoluzione del dispositivo mobile sul quale sono aperti, vengono automaticamente penalizzati da Google nei risultati delle ricerche. Limitatamente ai device mobili, infatti, Google visualizzerà prima i link a pagine web che sono ottimizzate per la visualizzazione su tali dispositivi.
È immediato verificarlo facendo clic su Traffico di ricerca, Usabilità sui dispositivi mobili nella Search Console di Google.

Con un clic su Scansione, Visualizza come Google, si ha la possibilità di controllare in che modo la home page o qualunque altra pagina del sito web viene visualizzata dal motore di ricerca.

Posizionamento Google di un'attività: come migliorarlo

Agendo sull’apposito menu a tendina quindi cliccando su Recupera e visualizza, si può scegliere se far sì che Google recuperi la pagina indicata così come se fosse richiesta da sistema desktop oppure da un dispositivo mobile.

Infine, una mappa del sito o sitemap – mantenuta costantemente aggiornata – aiuta a notificare tempestivamente al motore di ricerca tutti i nuovi contenuti pubblicati ed a renderli così immediatamente accessibili.
Tutti i principali CMS opensource consentono di disporre la creazione e l’aggiornamento automatico di una sitemap. Diversamente, nel caso in cui si utilizzasse una soluzione proprietaria, basterà realizzare una pagina dinamica che estragga dal database tutte le ultime pubblicazioni e le inserisca nella sitemap sotto forma di link.
A questo indirizzo Google pubblica le informazioni per la creazione di una sitemap che potrà essere notificata attraverso la Search Console cliccando su Scansione quindi su Sitemap.

Autore: IlSoftware.it

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Splinter Cell è il secondo gioco gratuito di Ubisoft

Dopo Prince of Persia Le Sabbie del Tempo, Splinter Cell è il secondo gioco gratuito della serie scelta da Ubisoft per festeggiare il trentesimo anniversario dalla fondazione della compagnia. Da giugno a dicembre, infatti, viene reso disponibile gratuitamente un classico della storia di Ubisoft al mese: altri cinque titoli quindi arriveranno prossimamente da qui alla fine dell’anno.

Splinter Cell

Sviluppato da Ubisoft Montreal nel 2002, e basato sul motore grafico Unreal Engine 2, il primo Splinter Cell è stato uno dei primi pionieri del genere stealth inteso all’occidentale. Per diversi anni si è confermato punto di riferimento non solo per molti altri giochi stealth ma anche per le componenti di questo genere interne ad altri titoli d’azione.

Per scaricare il gioco gratuitamente occorre installare uPlay e recarsi a questo indirizzo.

Autore: Le news di Hardware Upgrade

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Futuremark Releases 3DMark Time Spy DirectX 12 Benchmark

Today Futuremark is pulling the covers off of their new Time Spy benchmark, which is being released today for all Windows editions of 3DMark. A showcase of sorts of the last decade or so of 3DMark benchmarks, Time Spy is a modern DirectX 12 benchmark implementing a number of the API’s important features. All of this comes together in a demanding test for those who think their GPU hasn’t earned its keep yet.

DirectX 12 support for game engines has been coming along for a few months now. To join in the fray Futuremark has written the Time Spy benchmark on top of a pure DirectX 12 engine. This brings features such as asynchronous compute, explicit multi-adapter, and of course multi-threading/multi-core work submission improvements. All of this comes together into what I think is not only visually interesting, but also borrows a large number of gaming assets from benchmarks of 3DMarks past.

For those who haven’t been following the 3DMark franchise for more than a decade, there are portions of the prior benchmarks showcased as shrunken museum exhibits. These exhibits come to life as the titular Time Spy wanders the hall, giving a throwback to past demos. I must admit a bit of fun was had watching to see what I recognized. I personally couldn’t spot anything older than 3DMark 2005, but I would be interested in hearing about anything I missed.

Unlike many of the benchmarks exhibited in this museum, the entirety of this benchmark takes place in the same environment. Fortunately, the large variety of eye candy present gives a varied backdrop for the tests presented. To add story in, we see a crystalline ivy entangled with the entire museum. In parts of the exhibit there are deceased in orange hazmat suits demonstrating signs of a previous struggle. Meanwhile, the Time Spy examines the museum with a handheld time portal. Through said portal she can view a bright and clean museum, and view bustling air traffic outside. I’ll not spoil the entire brief story here, but the benchmark makes good work of providing both eye candy for the newcomers and tributes for the enthusiasts that will spend ample time watching the events unroll.

From a technical perspective, this benchmark is, as you might imagine, designed to be the successor to Fire Strike. The system requirements are higher than ever, and while Fire Strike Ultra could run at 4K, 1440p is enough to bring even the latest cards to their knees with Time Spy.

Under the hood, the engine only makes use of FL 11_0 features, which means it can run on video cards as far back as GeForce GTX 680 and Radeon HD 7970. At the same time it doesn’t use any of the features from the newer feature levels, so while it ensures a consistent test between all cards, it doesn’t push the very newest graphics features such as conservative rasterization.

That said, Futuremark has definitely set out to make full use of FL 11_0. Futuremark has published an excellent technical guide for the benchmark, which should go live at the same time as this article, so I won’t recap it verbatim. But in brief, everything from asynchronous compute to resource heaps get used. In the case of async compute, Futuremark is using it to overlap rendering passes, though they do note that “the asynchronous compute workload per frame varies between 10-20%.” On the work submission front, they’re making full use of multi-threaded command queue submission, noting that every logical core in a system is used to submit work.

Meanwhile on the multi-GPU front, Time Spy is also mGPU capable. Futuremark is essentially meeting the GPUs half-way here, using DX12 explicit multi-adapter’s linked-node mode. Linked-node mode is designed for matching GPUs – so there isn’t any Ashes-style wacky heterogeneous configurations supported here – trading off some of the fine-grained power of explicit multi-adapter for the simplicity of matching GPUs and useful features that can only be done with matching GPUs such as cross-node resource sharing. For their mGPU implementation Futuremark is using otherwise common AFR, which for a non-interactive demo should offer the best performance.

3DMark Time Spy Benchmark: 1440p

3DMark Time Spy Benchmark: 1440p

To take a quick look at the benchmark, we ran the full test on a small number of cards on the default 1440p setting. In our previous testing AMD’s RX 480 and R9 390 traded blows with each other and NVIDIA’s GTX 970. Here though, the RX 480 pulls a small lead over the R9 390 while they both leave a slightly larger gap ahead of the GTX 970. Only to then see the GeForce GTX 1070 appropriately zip past the lot of them.

The graphics tests scale similarly to the overall score in this case, and if these tests were a real game anything less than the GTX 1070 would provide a poor gameplay experience with framerates under 30 fps. While we didn’t get any 4K numbers off our test bench, I ran a GTX 1080 in my personal rig (i7-2600k @4.2GHz) and saw 4K scores that were about half of my 1440p scores. While this is a synthetic test, the graphical demands this benchmark can place on a system will provide a plenty hefty workload for any seeking it out.

Meanwhile, for the Advanced and Professional versions of the benchmark there’s an interesting ability to run it with async compute disabled. Since this is one of the only pieces of software out right now that can use async on Pascal GPUs, I went ahead and quickly ran the graphics test on the GTX 1070 and RX 480. It’s not an apples-to-apples comparison in that they have much different performance levels, but for now it’s the best look we can take at async on Pascal.

3DMark Time Spy Benchmark: Async Compute

Both cards pick up 300-400 points in score. On a relative basis this is a 10.8% gain for the RX 480, and a 5.4% gain for the GTX 1070. Though whenever working with async, I should note that the primary performance benefit as implemented in Time Spy is via concurrency, so everything here is dependent on a game having additional work to submit and a GPU having execution bubbles to fill.

The new Time Spy test will be coming today to Windows users of 3DMark. This walk down memory lane not only puts demands on the latest gaming hardware but also provides another showcase of the benefits DX12 can bring to our games. To anyone who’s found FireStrike to easy of a benchmark, keep an eye out for Time Spy in the near future.

Autore: AnandTech

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Nvidia GP106-300 GPU could launch as GTX 1050

Earlier rumors suggest it had fewer CUDA cores

Earlier this week, a leak suggested that the alleged 3GB version of the Geforce GTX 1060 could pack less CUDA cores than the 6GB version of the same card and today, a fresh leak claims that Nvidia has decided not to launch it at all, but rather use that GPU for the GTX 1050 in December.

We have already heard rumors that there are two different GP106 Pascal GPUs, the GP106-400, which should be the heart of the upcoming Geforce GTX 1060 graphics card and the GP104-300, which was rumored as the one behind a 3GB version of the GTX 1060.

According to the earlier leak from the Benchlife.info site, the GP106-300 actually packs fewer CUDA cores compared to the GP106-400. Apparently, the GP106-300 packs 1152 CUDA cores, which is significantly lower compared to the 1280 CUDA cores on the GP106-400.

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This came as a big surprise as it did not make a lot of sense that Nvidia would launch such graphics card under the same GTX 1060 branding and not as the GTX 1050 or GTX 1050 Ti.

Today, a fresh rumor from Tweaktown.com suggests that Nvidia has canceled its plans for a 3GB version of the GTX 1060 and will actually launch it as the GTX 1050 sometime in December. It appears that the GTX 1060 6GB would give Nvidia enough leverage on the mainstream market.

According to earlier details, GTX 1060 3GB was supposed to launch with US $ 149 MSRP, which is what it will probably carry when it launches in December as the GTX 1050. Tweaktown.com suggests that the official announcement of the GTX 1050 will happen soon while the GTX 1060 with 6GB of memory should officially launch on July 19th.

Autore: Fudzilla.com – Home

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Lenovo lancerà a settembre il nuovo Moto E3

Il prossimo mese di settembre Lenovo lancerà sul mercato un nuovo modello della linea di smartphone Moto. Si tratta del Moto E3, dispositivo di fascia medio-bassa, del quale al momento non si conoscono nel dettaglio le caratteristiche tecniche.

Il Moto E3 sarà un dispositivo mobile con uno schermo da 5 pollici – protetto con un vetro Gorilla Glass 3 – capace di supportare una risoluzione di 1.280×720 pixel.

Lenovo lancerà a settembre il nuovo Moto E3

Il device, che dovrebbe essere resistente all’acqua, poggerà su un SoC quad-core, integrerà una batteria da 2.800 mAh, un lettore di schede microSD, una fotocamera posteriore da 8 Megapixel e frontale da 5 Megapixel.

Il prezzo dovrebbe essere pari a circa 120 euro. Ci auguriamo che il Moto E3 possa offrire 2 GB di RAM e 16 GB di storage in modo da differenziarsi, in positivo, rispetto al predecessore.

Chi sceglierà Moto E3 troverà Android 6.0 Marshmallow già preinstallato e avrà la certezza di ricevere l’aggiornamento ad Android 7.0 Nougat.

Autore: IlSoftware.it