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Legge Quintarelli: neutralità della rete al primo posto

Finalmente, a distanza di due anni, la Camera e – in particolare – la Commissione Trasporti, approvano una proposta di legge avanzata da Stefano Quintarelli.
Il risultato è importante perché le “” contengono novità epocali per il nostro Paese in materia di concorrenza, neutralità della rete e libera scelta da parte degli utenti.

Il testo della normativa, consultabile a questo indirizzo, sancisce un aspetto che non avrebbe mai dovuto essere in discussione: gli operatori di telecomunicazioni non hanno alcun diritto di privilegiare determinate tipologie di traffico dati penalizzandone altre.

Legge Quintarelli: neutralità della rete al primo posto

La legge conferma che tutti i bit nascono eguali e a meno di specifiche necessità (i.e. temporanee situazioni di particolare congestione che portino a dover preservare il corretto funzionamento della rete) gli operatori non hanno titolo per “filtrare” alcunché.
Le uniche eccezioni sono quei casi in cui il provider debba dare corso all’ordine di un giudice.

L’accesso best effort alla rete internet deve in ogni caso costituire l’offerta base degli operatori sulla quale fornire eventuali prestazioni aggiuntive di gestione differenziata del traffico“, si legge. In altre parole, il provider deve sempre garantire la migliore prestazione possibile a tutti durante il trasferimento di ogni tipologia di dato. Tutt’al più, si possono semmai offrire prestazioni aggiuntive per coloro che attivano abbonamenti “premium”; il profilo base, però, deve essere il più aperto possibile e non discriminatorio.

I servizi proposti agli utenti, inoltre, debbono essere sempre presentati per quello che sono veramente, senza tendere trappole nelle quali il consumatore possa cadere a seguito da una scorretta descrizione dell’offerta.

La “legge Quintarelli” stabilisce inoltre che l’utente deve poter operare scelte libere e non discriminatorie in materia di scelta del software.
Gli utenti, inoltre, hanno pieno diritto di disinstallare software che risultassero pre-caricati sui loro dispositivi senza che ciò, ad esempio, possa provocare una restrizione sui servizi fruibili.

Uno store, qualunque sia il suo gestore, poi, può non essere legato con una specifica piattaforma. Anzi, all’intero del medesimo negozio virtuale si potranno trovare software compatibili con i sistemi operativi della concorrenza.
Gli utenti, inoltre, debbono essere sempre posti nella condizione di installare software anche al di fuori degli store.

La proposta di legge 2520, di cui Quintarelli è primo firmatario, supera così la fase più critica sulla strada della definitiva approvazione. Un bel passo in avanti perché sui concetti di neutralità della rete e interoperabilità si sono spesso registrati pericolosi “sbandamenti”.

Autore: IlSoftware.it

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Scoperti tre nuovi malware per Mac OS X

Si innalza il livello di allarme per la sicurezza dei sistemi Mac. Nei giorni scorsi sono infatti stati individuati tre differenti malware per il sistema operativo della Mela, che seguono il precedente caso di KeRanger osservato nel corso del mese di marzo.

Il primo malware, conosciuto con il nomignolo di Eleanor, è stato scoperto dai ricercatori di Bitdefender ed è nascosto all’interno di EasyDoc Converter, un’app civetta che è stata disponibile sul sito MacUpdate. Quando EasyDoc viene avviato, installa in maniera del tutto inosservata una backdoor che mette a disposizione un accesso remoto al filesystem del sistema e alla webcam, rendendo possibile rendendo possibile all’attaccante che opera il controllo da remoto di scaricare file, installare nuove app e osservare l’utente dinnanzi alla macchina infetta. Eleanor comunica con il server di command and control tramite Tor, per evitare l’individuazione o la neutralizzazione del server stesso.

Tiberius Axinte, responsabile tecnico di Bitdefender Antimalware Lab, spiega: Questo tipo di malware è particolarmente pericoloso dato che è difficile da individuare ed offre all’attaccante il pieno controllo del sistema compromesso. Per esempio un attaccante può interdire l’uso del sistema, chiedere un riscatto per ripristinarne l’utilizzo o trasformare il sistema in una botnet per attaccare altri dispositivi”.

I ricercatori della società di sicurezza Malwarebytes hanno comunque osservato che Eleanor non si installa se individua la presenza di Little Snitch sul sistema, un firewall che monitora e controlla l’accesso ad internet delle varie applicazioni.

La seconda minaccia si chiama Keydnap ed ha la funzione di raccogliere password e chiavi crittogrfiche conservate nel portachiavi di Mac Os X. Lo sviluppatore ha apertamente recuperato il codice da Keychaindump, una app proof-of-concept che può sottrarre il contenuto del portachiavi quando un attaccante conosce la password del sistema. Il malware è stato individuato da Eset, che osserva come esso faccia uso di un meccanismo interessante per aumentare le probabilità di essere installato.

Il malware è infatti inserito all’interno di un archivio compresso: quando l’archivio viene scompattato nella forma di un eseguibile Mach-O (eseguibile che può non avere una estensione) che viene opportunamente agghindato per sembrare un documento di testo o un’immagine. Un doppio click sul file permette la sua esecuzione all’interno di una finestra del terminale. Attualmente non è ancora chiaro come Keydnap venga distribuito, probabilmente all’interno di mail di spam o come download da fonti non sicure. Al pari di Eleanor, Keydnap fa uso di Tor per occultare le proprie comunicazioni con il server di command and control.

La terza minaccia è invece tecnicamente classificabile come adware, perché attualmente non compie nulla di più che aprire una valanga di pop-up pubblicitari sulla macchina che infetta. Il nome dell’adware è Pirrit, scoperto da Cybereason, e pare essere una variante di un app dannosa già scoperta in precedenza. In realtà Pirrit installa anche una backdoor che permette, almeno potenzialmente, al suo sviluppatore di prendere il controllo della macchina e sottrarre informazioni o compiere altre azioni dolose.

Quel che è interessante osservare è che nessuna delle nuove minacce è firmata da certificati Apple-trusted. Ciò significa che gli utenti che fanno uso delle impostazioni di default di OS X sono automaticamente protette grazie alla funzionalità chiamata Gatekeeper. Sebbene esistano modi relativamente semplici con cui gli attaccanti possono neutralizzare le protezioni offerte da Gatekeeper, questa funzionalità offre un primo livello di sicurezza che può abbassare in maniera significativa le probabilità di compromissione di un sistema Mac.

Autore: Le news di Hardware Upgrade

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Apple Opens The macOS Sierra Public Beta

macOS Sierra was announced at this year’s WWDC, and by this point it’s now on its second beta release for developers. Today Apple is making a beta version of Sierra available to the general public as part of the Apple Beta Software program that technically began with the original Mac OS X 10.0 beta, but more recently began again with the later releases of OS X Mavericks. The macOS betas allow Apple to bring a wider range of users into the development and testing process which helps with discovering bugs and getting feedback about the implementation of new features.

The macOS Sierra beta will be available for anyone with a supported Mac to download from Apple’s beta software site later today. As always, Apple notes that the OS is still in development and so bugs and other such issues may be encountered with existing applications as well as updated applications and features that have been added to the OS. Users also also encouraged to provide feedback via the built in Feedback Assistant app. Updates will be provided through the Mac App Store as usual, and when the final version of macOS Sierra launches there will be a direct update to it as well.

Apple Beta Software

Autore: AnandTech

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Nvidia officially announces the new Geforce GTX 1060

Retail availability and reviews coming on July 19

Nvidia has now officially unveiled its third Pascal-based graphics card, the mid-range Geforce GTX 1060, which will have an MSRP of US $ 249.

Based on Nvidia’s 16nm GP106 Pascal GPU, the Geforce GTX 1060 will feature 1280 CUDA cores, 80 TMUs and 48 ROPs as well as come with 6GB of GDDR5 memory paired up with a 192-bit memory interface. The GPU works at up to 1.7GHz for the GPU Boost clock and Nvidia claims it can go as high as 2.0GHz with overclocking, which is an impressive number. 

It needs a single 6-pin PCIe power connector, which is not a big surprise considering its low 120W TDP. It also features three DisplayPort 1.4, one HDMI 2.0b and one DVI display output. 

According to Nvidia, the new Geforce GTX 1060 is on average 15 percent faster in some top gaming titles and over 75 percent more power efficient than the closest competitive product, which puts a lot of pressure on AMD’s recently launched Radeon RX 480 graphics card. Nvidia also claims that you will get a “performance of the GTX 980”, and with a price starting at US $ 249, Nvidia might have a winner in the mid-range market. 

Unfortunately, we won’t see any official reviews before July 19th, when the official NDA is set to expire. The new GTX 1060 is also expected to be available worldwide on the same date. As it was the case with the earlier launched Geforce GTX 1080 and GTX 1070, the Geforce GTX 1060 will also be available as a special limited Founders Edition (which is a fancy new name for reference edition), priced at US $ 299, a US $ 50 premium.

As noted, select review sites got the samples of the new GTX 1060 and should have plenty of time to bring reviews when NDA gets lifted on Tuesday, July 19th at 14:00 BST / 15:00 CET. 

Nvidia GTX1060off 2

Nvidia GTX1060off 3

Nvidia GTX1060off 4

Autore: Fudzilla.com – Home

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Test velocità Internet: ecco il tool aggiornato di AGCOM

L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM), tra le varie attività espletate, ha in capo quelle legate alla verifica della qualità delle connessioni di rete offerte nel nostro Paese.

Quasi sei anni fa, AGCOM rilasciò Ne.Me.Sys – primo software a livello europeo che pone nelle mani dell’utenza finale uno strumento per il test della velocità Internet. Ne.Me.Sys. è molto simile ai tanti speed test oggi disponibili con un’importante differenza: i risultati prodotti dall’applicazione a seguito delle rilevazioni sono certificati e sono utilizzabili in sede di giudizio per contestare le prestazioni di picco offerte dal provider Internet rispetto a quanto stabilito contrattualmente.

Test velocità Internet: ecco il tool aggiornato di AGCOM

AGCOM ha rilasciato una nuova versione di Ne.Me.Sys. adesso in grado di verificare la velocità delle connessioni a banda ultralarga oltre i 30 Mbps in downstream.

Il programma, distribuito gratuitamente e di cui si può verificare il codice sorgente, può essere scaricato e installato accedendo a questa pagina.

Dei 59.000 certificati sino ad oggi prodotti da Ne.Me.Sys. (corrispondono ad altrettante scansioni delle connessioni degli utenti), l’80% hanno portato all’avvio di una contestazione nei confronti del fornitore del servizio per richiedere l’adeguamento delle performance. Nei restanti casi, i clienti hanno potuto avvalersi del recesso gratuito o di una riduzione del canone di abbonamento (trascorsi ulteriori 45 giorni non sono state riscontrate migliorie).

Per effettuare un semplice test della velocità della connessione Internet, è possibile ricorrere a quest’applicazione. La “trial” consente di avviare un controllo delle prestazioni in fase di trasferimento dati senza effettuare alcuna registrazione preventiva.

Nell’articolo Connessione Internet lenta: come diagnosticare e risolvere il problema avevamo già citato il software Ne.Me.Sys. e, così come nel successivo Connessione lenta, come capire qual è il problema, avevamo spiegato come effettuare un test di velocità della connessione Internet e diagnosticare esattamente la natura del problema.

Autore: IlSoftware.it