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Embracer Group vuole usare l’IA per i videogiochi, ma l’uomo resterà al centro: c’è da fidarsi?

Author: GAMEmag

Embracer Group, il gigante dei videogiochi che nei mesi scorsi ha vissuto momenti difficili tra licenziamenti, chiusure e vendite di studi di sviluppo vuole abbracciare l’intelligenza artificiale: nel suo rapporto annuale, la società ha delineato una strategia per avvalersi dell’IA per le proprie produzioni.

“Certamente, uno dei rischi maggiori per un’azienda è quello di non utilizzare l’IA, poiché ciò significherebbe uno svantaggio competitivo nei confronti di altri operatori del settore. La maggior parte delle aziende procederà all’integrazione dell’IA in modi diversi. Per noi, l’elemento più critico è il modo in cui lo facciamo“, ha spiegato Tomas Hedman, Responsabile Privacy e AI Governance di Embracer Group.

Il gruppo ritiene che l’intelligenza artificiale abbia “la capacità di migliorare in modo massiccio lo sviluppo dei giochi aumentando l’efficienza delle risorse, aggiungendo comportamenti intelligenti, personalizzazione e ottimizzazione alle esperienze di gioco”. Tecnologie, insomma, come NVIDIA ACE o Project G-Assist.

“Sfruttando l’IA, creiamo esperienze più coinvolgenti e immersive che restituiscono a ogni giocatore un’esperienza unica, dinamica e personalizzata. Vediamo anche grandi opportunità per l’IA nella velocità di sviluppo, logistica e pianificazione dei giochi. Il nostro obiettivo è quello di potenziare i nostri dipendenti con le applicazioni di IA” si legge nel report.

Durante l’esercizio 2023/24, Embracer ha adottato una Policy Group sull’IA attualmente in fase di implementazione all’interno delle aziende che comprende i principi guida e la valutazione dei rischi.

L’uso dell’intelligenza artificiale generativa nello sviluppo di giochi è un argomento delicato, anche se sembra aprire scenari d’innovazione radicali. I creativi temono che l’avanzata dell’IA possa avere un impatto occupazionale devastante sull’industria e temono che il loro lavoro venga usato senza permesso per addestrare i modelli, mentre i dirigenti vedono il potenziale per ridurre i costi, accelerare lo sviluppo e, in buona sostanza, fare più soldi.

Indipendentemente da come la si pensi, l’IA generativa non è un fenomeno passeggero e, di conseguenza, prima o poi investirà in pieno un settore come quello del gaming che viene da due anni di sanguinosi licenziamenti. “Non vogliamo sostituire le persone con l’IA, ma potenziarle. Questo è il fulcro del nostro approccio umano-centrico allo sfruttamento del potenziale dell’IA”, assicura Hedman di Embracer.

“Non solo l’IA consente ai nostri sviluppatori di fare ancora di più e di diventare più efficienti in alcuni compiti, ma aprirà anche il coding a un gruppo più ampio di sviluppatori. L’ingresso nel settore potrebbe essere più facile per le persone con disabilità che, ad esempio, non possono usare la tastiera con la stessa facilità degli altri”.

L’IA nei giochi solleva anche altre considerazioni relative all’inclusione. Poiché l’IA deve essere “addestrata” per essere utile, il materiale che alimenta i modelli di IA può introdurre i cosiddetti “bias”, pregiudizi.

“L’IA viene addestrata sulla base di dati storici, che si orientano in una certa direzione. Di conseguenza, si può arrivare a un processo decisionale automatico squilibrato”, spiega Hedman. “Supponiamo che stiate costruendo un villaggio. Se si usa l’IA, a seconda di come viene addestrata e delle decisioni che prende, si può arrivare a un villaggio con una demografia che mostra una sorta di squilibrio”.

Pur sottolineando i rischi, Hedman intravede un potenziale entusiasmante nel prossimo futuro. “Man mano che i modelli di IA diventano più potenti, possiamo sfruttare la loro capacità anche nel processo creativo, ad esempio individuando le incongruenze nelle sceneggiature e nella narrazione. Ci saranno enormi vantaggi per i nostri team creativi per quanto riguarda la scrittura di sceneggiature, la creazione di immagini, la generazione di idee, il controllo di qualità e altro ancora. Inoltre, man mano che i modelli diventano più simili agli esseri umani, l’interazione tra i giocatori e le funzioni supportate dall’IA sarà molto più dinamica. Se in uno scenario di gioco si fa una contrattazione, l’IA può ricordarlo la volta successiva. Questo rende l’intera esperienza di gioco molto più interessante e realistica”.

Le parole di Embracer dipingono la classica situazione “win-win”, dove tutti sono felici e contenti, ma rimane il dubbio: se l’IA dovesse progredire tanto da sostituire in toto alcune figure, Embracer sceglierà di mantenere l’uomo al centro o ridurrà i costi? Perché a fronte di un accordo da 2 miliardi di dollari dissoltosi all’ultimo minuto, la società non si è fatta troppi scrupoli a usare l’accetta, licenziando 1.583 persone con la conseguente chiusura di numerosi studi tra cui Campfire Cabal, Volition, Free Radical Design e molti altri.

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Energia

How smart ports leverage their data to improve efficiency and sustainability

Author: Schneider Electric

This audio was created using Microsoft Azure Speech Services

PortCustomized Container Yard Real-time Monitoring. Female Port Manager and worker having a discussion or monitoring on a tablet computer by software management against cargo containers during loading and unloading operations.

Smart ports are missing opportunities to leverage data.

Ports are digitalizing at a rapid pace. While adopting digital technology can bring substantial benefits, such as supporting equipment automation and improving power asset maintenance, it also creates a problem for ports. Connected smart ports generate massive amounts of data – a majority of this is wasted because the data is captured but not analyzed.

Data can be difficult to manage because of the sheer volume. It’s also a complex task because data comes from diverse systems that may not be connected, shared or well structured.

Data management systems transform data into actionable information that improves operational efficiency

Data management systems (DMS) are used for real-time monitoring, predictive maintenance, and performance enhancement. DMS can calculate, contextualize, and extract operational and business insights that can be shared with stakeholders to foster collaboration and efficiency. For example, data management improvements can potentially increase performance by 5-10%. This increase occurs when data analysis uncovers new efficiencies, such as how ports can reduce travel times for rail mounted gantry cranes’ (RMG) movements.

The technology also helps eliminate operational silos to ensure both internal and external departments and stakeholders have seamless, easy access to information. By streamlining data processes, smart ports can expedite decision-making, reduce operational turnaround times, and improve overall operational efficiencies.

Data management systems can also be used to reduce ports’ carbon footprint

Ports are under pressure to decarbonize to meet stakeholders’ and ports’ sustainability goals and comply with regulations. Improved data management brings new decarbonization opportunities by enabling faster sustainability data discovery, collection, and analysis. While smart ports’ connected technology is typically already generating sustainability data, the information is not consistently gathered and processed into actionable insights. Without this analysis, it is difficult for ports to pinpoint factors that can reduce their carbon footprint, like their energy usage.

Data management system’s reporting capabilities also support green ports’ sustainability initiatives. The technology can generate customizable and easily shareable reports. For example, the data can be used to determine the amount of emissions generated by ports’ equipment. This is valuable not only for measuring environmental improvements, but also because ports typically need to provide proof that they’re following maritime sustainability regulations, such as the FuelEU Maritime initiative and U.S.’s Clean Shipping Act of 2022 bill.

Ports worldwide are already using these solutions to increase profit margins and improve maintenance.

Adani Ports is the largest private port operator in India. Adani is positioning itself for the rapid growth the port had planned over the next decade by investing in both new port construction and port automation that ensures all facilities can meet peak performance levels. To do so, Adani Ports has implemented technology that helps collect data throughout the port from intake to distribution. It also provides real-time performance monitoring and analysis. The result is increased port throughput, increased revenue and increased profit margins at the ports, and reduced maintenance costs and downtime.

TraPac, one of the first automated container terminals in North America, is also benefiting from better data management. Its complex automation environment depends on the precise coordination of multiple systems from different vendors. The existing systems and tools were not able to provide the required operational visibility and insights. By deploying and integrating a data management system, TraPac was able to improve operational awareness, digitalize maintenance workflow, and improve maintenance-interval compliance.

Learn more about how smart ports are benefiting from better data management

In today’s dynamic maritime industry, efficient port operations are crucial for success. Learn more.

Tags: Data Management Systems, Maintenance, Ports, Smart Ports, Sustainability

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HardwareSoftware

Counter-Strike, il leggendario FPS competitivo, compie 25 anni | AGEMOBILE

Author: Agemobile

Se sei un giocatore, probabilmente hai almeno sentito parlare di Counter-Strike. È uno sparatutto tattico 5vs5 che è cresciuto e si è evoluto sin dai suoi umili inizi come mod per Half-Life, diventando uno dei più grandi giochi mai realizzati. Ciò che è iniziato quando nel 1999 ha preso d’assalto il mondo, avendo un impatto diretto sui titoli più popolari  come Call of Duty, Rainbow Six Siege, Team Fortress 2, Overwatch, Battlefield e molto altro ancora. Non solo, ha rappresentato una parte importante della vita di molte persone che ci hanno giocato. E ora ha appena festeggiato 25 anni.

Secondo il rapporto annuale sui giochi di Newzoo del 2023, Counter-Strike: Global Offensive (CS:GO) e Counter-Strike 2 sono stati i quarti giochi più giocati al mondo su PC. Si tratta di un’enorme capacità di resistenza e, sebbene i giochi si siano aggiornati per stare al passo con i tempi, Counter-Strike 2 è stato lanciato correttamente a settembre dello scorso anno e ha sostituito il suo predecessore di 11 anni. Data la sua influenza culturale anche in alcune aree del mondo, non c’è da meravigliarsi che sia riuscito a sopravvivere a molti dei titoli che avrebbe lanciato insieme.

Come si gioca a Counter-Strike

Parte del motivo della sua resistenza è l’assoluta semplicità del gioco. In sostanza, giochi nei panni di Antiterroristi (CT) o Terroristi (T), dove i CT devono impedire ai T di piazzare una bomba sul sito A o sul sito B. Queste mappe sono tutte realizzate per rappresentare diverse parti del mondo e il gioco aggiunge una dimensione extra attraverso un sistema economico. Guadagni più soldi vincendo i round che perdendoli, ma se perdi continuamente round, guadagnerai più soldi per ogni round aggiuntivo che perdi. Ogni metà è composta da 12 round che durano circa due minuti ciascuno e il primo che arriva a 13 round in totale vince la partita.

In altre parole, confrontando Counter-Strike con altri titoli come Valorant, è abbastanza chiaro il motivo per cui riesce a superare lo sparatutto di Riot. Questo non vuol dire che Valorant di Riot sia pessimo, ma come evento per spettatori, può essere più difficile per i nuovi giocatori o per le parti semplicemente interessate casualmente capire rapidamente cosa sta succedendo. La forza del titolo di Valve è la sua semplicità.

Counter-Strike ha dato il via al mondo degli eSports

Counter-Strike è stato uno dei primi giochi ad essere presentato nei tornei organizzati di eSport, e questa è una delle ragioni principali del suo successo. Eventi come la Cyberathlete Professional League (CPL), i World Cyber ​​Games (WCG) e l’Electronic Sports World Cup (ESWC) hanno contribuito a stabilire una scena competitiva formale per il gioco, con la prima CPL contenente il gioco avvenuta nel marzo del 2000. Con i LAN cafè che iniziarono a fare del titolo un pilastro della loro offerta, sempre più persone ne furono esposte col passare del tempo.

Le origini di Counter-Strike

Nel 1999 tutti conoscevano Half-Life, ed essendo una mod popolare per uno dei più grandi giochi per PC dell’epoca, significa che tutti alla fine conoscevano Counter-Strike.

Le sue origini come mod provengono da due studenti universitari, Minh Le e Jess Cliffe. Cliffe è la “voce” del gioco e molti dei comandi radio più vecchi (alcuni dei quali sono stati riregistrati nel corso degli anni) sono stati doppiati da lui. Se hai mai sentito la clip “fire in the hole!” che sembra pronunciato tramite un walky-talky statico, hai sentito la voce di Cliffe. Valve alla fine contattò entrambi per acquistare Counter-Strike nell’aprile 2000, rilasciando una versione standalone del gioco nel settembre 2000.

Dopo il lancio di Counter-Strike da parte di Valve, ha ricevuto numerosi aggiornamenti e ora nella comunità viene chiamato “Counter-Strike 1.6”. Il rilascio di Counter-Strike: Source da parte di Valve ha frantumato la comunità per una serie di ragioni, con molti che vedono nel gioco un limite di abilità ridotto. Alla fine, Valve ha rilasciato CS:GO nel tentativo di unificare sia le comunità di Counter-Strike 1.6 che Counter-Strike: Source. Sebbene il gioco sia stato lanciato in uno stato piuttosto scadente, la tattica ha funzionato e alla fine i team professionisti di entrambi i giochi hanno effettuato il passaggio. Non solo significava che Valve doveva preoccuparsi solo di una partita, ma portava anche a un interessante crossover di due comunità che combattono per la supremazia quando prima giocavano essenzialmente a giochi completamente diversi.

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Apple Intelligence: trattative con Baidu e Alibaba per raggiungere la Cina

Author: IlSoftware

Apple Intelligence: trattative con Baidu e Alibaba per raggiungere la Cina

L’arrivo di Apple Intelligence è destinato a cambiare il rapporto tra gli utenti e sistemi operativi come iOS, macOS e iPadOS. L’introduzione della nuova Intelligenza Artificiale targata Apple, però, potrebbe comportare una rivoluziona anche nel contesto dei mercati internazionali.

ChatGPT e GPT-40 saranno parte integrante di Apple Intelligence. Il chatbot di OpenAI, però, al momento è vitato sul territorio cinese. La compagnia di Cupertino sta dunque cercando una partnership locale per poter fornire i suoi servizi anche nel paese asiatico.

Per sostituire ChatGPT, Apple avrebbe contattato già da tempo Baidu, per capire se il modello linguistico del motore di ricerca cinese è adatto allo scopo. Questa IA, tra l’altro, opera già nel settore mobile collaborando con Samsung, più nello specifico fornendo i propri servizi sul Galaxy S24.

Apple Intelligence in Cina? Operazione difficile, ma c’è il precedente iCloud

Tra le altre aziende contattate per sondaggi, vi è anche Alibaba e Baichuan AI. Quest’ultima, poco nota in occidente, è una promettente società impegnata nel settore IA con sede a Pechino.

Stando a quanto rivelato il Wall Street Journal, le intenzioni originarie di Apple erano di utilizzare LLM provenienti al di fuori della Cina. A quanto pare, però, le sensazioni provenienti dal governo del paese asiatico non sono state positive. In conseguenza a ciò, il colosso tecnologico ha cominciato la lunga ricerca che, almeno finora, non sembra aver portato a risultati concreti.

Secondo quanto affermato dal sito 9to5Mac a pesare su questa operazione, già di per sé molto complicata, sarebbe anche la questione legata ai sistemi cloud che, come è facile intuire, dovrebbero essere comunque presenti entro i confini della Cina.

Nonostante ciò, il precedente di iCloud lascia aperti diversi spiragli. In quel caso, Apple ha dovuto appoggiarsi a una società affiliata al governo cinese prima di poter offrire il servizio ai propri utenti.

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New York sfida i social media: vietati i ‘feed che creano dipendenza’ ai minori di 18 anni

Author: Hardware Upgrade

Lo stato di New York ha compiuto un passo storico nella regolamentazione dei social media, firmando due leggi volte a proteggere i giovani utenti dai potenziali danni causati da algoritmi e raccolta dati. Il governatore Kathy Hochul ha approvato giovedì il SAFE for Kids Act e il New York Child Data Protection Act, segnando un precedente significativo negli Stati Uniti.

Il SAFE for Kids Act, in particolare, mira a contrastare i cosiddetti “feed che creano dipendenza” per gli utenti sotto i 18 anni. La legge impone alle piattaforme social di mostrare i contenuti in ordine cronologico ai minori, anziché utilizzare algoritmi di raccomandazione personalizzati. Questi algoritmi, secondo i sostenitori della legge, possono avere effetti negativi sulla salute mentale degli adolescenti, favorendo dipendenza e depressione.

“Oggi salviamo i nostri figli”, ha dichiarato Hochul durante la conferenza stampa. “Abbiamo ascoltato le loro grida di aiuto, ricordandoci che abbiamo la responsabilità morale di proteggere i giovani newyorkesi.”

La legge prevede anche restrizioni sulle notifiche notturne, vietando l’invio di avvisi tra mezzanotte e le 6 del mattino senza il consenso dei genitori. L’obiettivo è contrastare i disturbi del sonno legati all’uso eccessivo dei social media.

Il New York Child Data Protection Act, invece, si concentra sulla tutela della privacy dei minori, limitando la raccolta e la vendita dei loro dati personali senza consenso genitoriale.

Queste misure rappresentano una risposta concreta alle crescenti preoccupazioni sui possibili effetti negativi dei social media sui giovani. Recentemente, il chirurgo generale degli Stati Uniti ha persino proposto di apporre etichette di avvertimento sulle piattaforme social, evidenziando i potenziali rischi per la salute mentale.

Ma non sono mancate le critiche. Alcuni esperti del settore tecnologico sostengono che gli algoritmi di raccomandazione possono in realtà rendere i feed più sani per gli adolescenti, filtrando contenuti potenzialmente dannosi. Inoltre, gruppi come l’American Civil Liberties Union hanno sollevato dubbi sulla costituzionalità di tali restrizioni, sostenendo che potrebbero violare il Primo Emendamento.

Con l’entrata in vigore prevista tra 180 giorni e un anno, queste leggi segnano un punto cruciale e una volta storica nella regolamentazione dei social media. Resta da vedere come l’industria tecnologica risponderà e se queste misure riusciranno effettivamente a proteggere il benessere dei giovani utenti senza compromettere l’innovazione e la libertà di espressione online.