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Cina: primo stadio di un razzo spaziale cade vicino a un villaggio, nel frattempo proseguono i test per razzi riutilizzabili

Author: Hardware Upgrade

La “nuova corsa allo Spazio” ha visto aumentare incredibilmente i lanci dei razzi spaziali, con SpaceX che grazie ai Falcon 9 (e Falcon Heavy) ha oltre la metà dei lanci all’attivo per questo 2024. La società di Elon Musk ha dimostrato come sia possibile realizzare vettori medi e pesanti riutilizzabili che permettono di abbassare i costi ma anche contribuire a ridurre le componenti impiegate una sola volta. Molte società e agenzie stanno pensando di seguire la stessa strada (per esempio Rocket Lab o ULA, ma anche Roscosmos ed ESA) e anche la Cina sta cercando di recuperare il terreno perso, pur proseguendo l’utilizzo di vettori convenzionali.

Alle 9:00 del 22 giugno (ora italiana) è stato lanciato il satellite Space Variable Objects Monitor (o SVOM) nato dalla collaborazione tra Cina e Francia con il coinvolgimento di CNSA e del CNES. Questo satellite analizzerà il cielo alla ricerca di lampi gamma per identificarne velocemente l’origine grazie a quattro strumenti dedicati, due francesi e due cinesi. L’obiettivo è osservare circa 70 lampi gamma (gamma-ray burst) all’anno.

Il decollo è avvenuto con un razzo spaziale Lunga Marcia 2C, soluzione economica e non particolarmente tecnologica, dal Xichang Satellite Launch Center che si trova nella parte interna della nazione asiatica. Non essendo riutilizzabile e non essendo previste soluzioni di mitigazione dei detriti, il primo stadio del razzo spaziale, dopo l’utilizzo è ricaduto in una zona boschiva nelle vicinanze di un villaggio.

[Disturbing Video. Long March 2C, Sino🇨🇳-France🇫🇷@CNES SVOM launch]
Despite often claims by authority of “prior public notification”, complete-booster fallings with remaining highly toxic UDMH fuel near/at populated areas from outdated-but-cheap rockets continue to occur. pic.twitter.com/CKTHuCFc6q

— CNSA Watcher (@CNSAWatcher) June 23, 2024

La Cina non è nuova a questo genere di operazioni che dovrebbero diventare sempre meno frequenti, ma che ancora per i prossimi anni causeranno non pochi problemi alle popolazioni vicine allo spazioporto cinese (esistono altri spazioporti in zone vicino al mare o in aree desertiche). Il problema del razzo spaziale Lunga Marcia 2C è che impiega propellenti ipergolici particolarmente tossici come dimetilidrazina asimmetrica e tetrossido di azoto (quest’ultimo forma il composto di colore arancione visibile nelle immagini). Quando avvengono lanci di questo tipo la popolazione viene avvisata del pericolo ma la pratica condotta dalla CNSA non è certamente sicura.

In Cina proseguono i test per un razzo spaziale riutilizzabile

Interessante notare che nelle stesse ore della caduta del primo stadio del razzo spaziale Lunga Marcia 2C la SAST o Shanghai Academy of Spaceflight Technology ha eseguito con successo un test VTVL (lancio verticale, atterraggio verticale) arrivando a una quota di 12 km.

Per il test è stato impiegato un prototipo di razzo spaziale da 3,8 metri di di diametro e dotato di tre motori Longyun alimentati a metano-ossigeno. Si tratta della quota massima raggiunta da un prototipo in Cina. Questi test gettano le basi per la costruzione di un razzo spaziale riutilizzabile (anche se in Cina potrebbero essere diverse le società che avranno il proprio vettore).

razzo spaziale cina

In futuro dovrebbe essere condotto un test che toccherà i 70 km. Questa quota sarà la medesima che raggiungerà il primo stadio in condizioni operative mentre la prima missione orbitale è attualmente prevista per il 2025. La Cina ha intenzione di cambiare “rotta” con l’impiego di razzi spaziali sempre più tecnologici e potenti sia come dimostrazione di forza nei confronti delle altre nazioni ma anche per ridurre i costi di accesso allo Spazio da parte di società e agenzie nazionali. Il periodo di transizione, come scritto sopra, potrebbe però durare ancora qualche anno.

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Gossip

Vogelschutz: So werden Fensterscheiben sicherer für die Tiere

Author: klatsch-tratsch

Ein Gelbbauchsperling sitzt am Fenster. (ncz/spot)

Marut Sayannikroth/Shutterstock.com

SpotOn NewsSpotOn News | 23.06.2024, 19:00 Uhr

Jährlich sterben Millionen Vögel durch Kollisionen mit Fenstern. Aber es gibt einfache Möglichkeiten, die Tiere zu schützen. Die bekannten schwarzen Aufkleber gehören allerdings nicht dazu.

Jedes Jahr verenden unzählige Vögel, weil sie gegen Fensterscheiben prallen. Laut dem Naturschutzbund (NABU) sterben allein in Deutschland jährlich etwa 100 Millionen Vögel an den Folgen eines solchen Zusammenstoßes. Ein zumindest in Teilen vermeidbares Problem, vor allem angesichts des ohnehin dramatischen Ausmaßes des Vogelsterbens. Schon einfache Maßnahmen können helfen, Singvögel vor dem Tod an Glasscheiben zu schützen.

Das Problem: Für Vögel ist Glas unsichtbar. Sie glauben, hindurch fliegen zu können. Spiegelungen in Fensterscheiben täuschen zudem Silhouetten von Bäumen und Büschen oder dem freien Himmel vor. Nachts werden beleuchtete Fenster, vor allem an höheren Gebäuden, zum Problem für die Tiere. Um das zu verhindern, müssen Glasscheiben für sie sichtbar sein.

Fenster von außen und innen sichtbar machen

Als kostengünstige Lösung empfiehlt der NABU etwa von außen an das Fenster angebrachte Fliegengitter, Schnurvorhänge aus Kordeln, Fensterfarben oder milchige Klebestreifen. Dabei sollten die Abstände zwischen Markierungselementen nicht größer als eine Hand breit sein, damit ein Vogel nicht versucht, durch die vermeintliche Lücke hindurchzufliegen. Besonders gut wirkt offenbar die Farbe Orange.

Von innen können helle Gardinen, Jalousien, Rollos oder ähnliches die Fenster für Vögel sichtbar machen. Dunkle Stoffe erkennen die Tiere oftmals nicht.

Aufkleber – ja oder nein?

Die typischen schwarzen Greifvogel-Kleber an Glasscheiben hat wohl jeder schon mal gesehen. Laut Forschenden aus Wien sind diese aber wirkungslos. Sie haben verschiedene Aufkleber ausprobiert und herausgefunden, dass vor allem senkrecht angebrachte Streifen oder Punktreihen auf den Scheiben gut wirken. Solche wiederkehrenden Muster erkennen Vögel auch bei hohen Fluggeschwindigkeiten.

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Hilfreich kann zudem sein, die Fenster nicht zu putzen. Blitzblanke Fenster sind für Vögel als Hindernis nicht gut zu erkennen.

Wer sich künstlerisch austoben möchte, kann die Fensterscheiben zudem von innen bemalen, etwa mit abwaschbarer Kreide – besonders für Kinder eine spaßige Angelegenheit.

Was tun mit einem Scheibenopfer?

Sollte ein Vögelchen doch gegen die Scheibe geflogen sein, sollte man das Tier vorsichtig in eine geschlossene Schachtel mit Luftlöchern legen. Dem Tier auf keinen Fall Wasser oder Nahrung einflößen! Hat sich der Vogel nach ein bis zwei Stunden erholt, kann man ihn an einer geschützten Stelle freilassen. Wenn nicht, sollte man einen Tierarzt benachrichtigen.

Tote Vögel sicherheitshalber nur mit Handschuhen oder einer umgestülpten Plastiktüte anfassen und entweder im Hausmüll entsorgen oder im Garten begraben.

 

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El verdadero trauma de la reina Sofía: su amor infinito e incomprendido por los osos panda

Author: mujerhoy

Elena de los Ríos

Cada vez que algún ejemplar de oso panda aterriza en España, siempre por cortesía del gobierno chino,
ahí está la reina Sofía para recibirles. Hace solo unas semanas, la emérita volvió a acudir al Zoo de Madrid para darle la bienvenida a Jin-Xi y Zhu-Yu, las nuevas estrellas del recinto. A diferencia de otros tiempos, en esta ocasión no hubo contacto directo y
la madre del rey Felipe se limitó a sostener en sus brazos un peluche, mucho menos pesado. La escena se repite desde los años 70, pero no ha perdido ni pizca de ternura.

Contemplar a la
reina Sofía en modo oso panda es viajar a la España de la Transición, cuando los monarcas españoles surcaban el mundo tratando de restablecer relaciones diplomáticas. Uno de sus destinos fue China, donde acudieron en 1978 para entrevistarse con el primer ministro Hua Kuo-feng y admirar el potencial de la industria comunista. En agradecimiento, a su vuelta recibieron como
regalo del gobierno de Pekín dos pandas gigantes, Shao-Shao y Chang-Chang, considerados uno de los tesoros nacionales.

El otro enfrentamiento entre la reina Letizia y la reina Sofía: por qué los perros son los mejores amigos de la emérita y los peores de la madre de Leonor

China comenzó a activar la llamada ‘
diplomacia del oso panda‘ en 1941, como símbolo de amistad y buenas relaciones con socios comerciales. En 1984, el gobierno de Deng Xiaoping decidió que ya no regalaba pandas gigantes, sino que los prestaba. De ahí que las parejas llegadas a España y sus crías regresan al cumplirse los plazos de su cesión. La presencia o no de pandas en un zoo como el de Madrid es, entonces, síntoma de las buenas relaciones diplomáticas entre China y España.

Chun-Li, el primer oso panda español

Según el último censo del Ministerio de Exteriores de China, la población del panda gigante en la naturaleza ha pasado de 1.100 ejemplares en la década de los 80 a los 1.900 contabilizados en 2023, a los que habría que sumar otros 728 ejemplares de zoológicos y centros de cría de todo el mundo. En España, solo una institución de conservación animal ha llevado adelante un programa de cría de panda gigante, en colaboración con China:
el Zoo de Madrid, donde en 1978 se instalaron con todos los honores Shao-Shao y Chang-Chang, fueron los padres del popular Chu-Lin.

Chu-Lin fue el
primer oso nacido en cautividad en Europa, gestado además por inseminación artificial. El Libro Guinness de los Récords lo incluyó en su nómina como «
el animal más valioso nacido en un parque zoológico». Nació en 1982 y no llegó a cumplir los 14 años, aunque la media de vida de los osos panda suele rondar la veintena. Fue tan popular, que Enrique y Ana, estrellas del pop infantil y juvenil de la época, le dedicaron una canción. Sólo pudo rivalizar con su fama Copito de Nieve, el famoso gorila blanco del zoo de Barcelona.

Se estimó un precio para el tierno y enorme panda: 200 millones de pesetas (1,2 millones de euros). Chu-Lin fue tan querido, que para tratar su diabetes llegó a visitar
la Clínica Ruber, donde accedía realeza y aristocracia de la época. Se determinó otra razón para su prematuro fallecimiento: la soledad. Shao-Shao había muerto en 1983 y Chang-Chang, en 1995. Cinco meses después, Chu-Lin enfermó de una prostatitis y dejó este mundo. Se erigió
un monumento en su honor frente a la pradera de los pandas del zoo, sufragado en parte con aportaciones populares.

La reina Sofía con un oso panda

La reina Sofía con un oso panda /

gtres

Los animales de la reina Sofía y sus conflictos amorosos

Imposible no enternecerse con la ternura de los osos pandas, seres vivos híper sensibles que necesitan atención, contacto y juego constante.
Así le ocurría a la reina Sofía, amantes de los animales y vegetariana desde casi siempre. Resulta de lo más sintomático observar la evolución de la actitud de la emérita al respecto de las actividades en las que está involucrada la crueldad animal. De hecho, podemos leer en su presencia o ausencia la buena o mala salud de su relación marital.

A lo largo de los años 70, cuando los recién casados Juan Carlos y Sofía aún debían ganarse día a día la confianza del dictador Francisco Franco y el afecto de los españoles, la pareja
acudía a cacerías y plazas de toros con total normalidad. La entonces princesa griega y futura reina ya amaba los animales, pero su compromiso con la ambición del heredero Borbón en su llegada al trono debió convencerla para hacer de tripas corazón. Algo muy parecido a lo que le ocurrió a Letizia.

La situación ya había dado un vuelco en 1992, cuando los reyes conceden la famosa entrevista a la periodista británica Selina Scott. En un momento del metraje, Todd pregunta por los toros y el rey Juan Carlos salta inmediatamente: «
No preguntes porque discutiremos». Sofía lo niega: «No, no». Pero él insiste: «Yo defiendo la fiesta nacional. A ella no le gusta. Yo lo acepto y ya está». La reina deja clara su posición: «Adoro a lo animales». Y contraataca: «¿Qué me dice sobre la caza del zorro. También es muy cruel».

Podríamos decir que conforme
se fue enfriando la relación de pareja entre Sofía y Juan Carlos, también
se rebajó la necesidad de la reina de sacrificar su sensibilidad asistiendo a las corridas, aunque alguna que otra vez fue vista en algún coso. No deja de ser paradójico que la monarca española sobresaliera por su amor a los osos panda y su contraparte, el emérito, fuera famoso por viajar a los lugares más recónditos del planeta para cazar, precisamente, plantígrados.

Imaginemos el horror de la reina Sofía al conocer las actividades cinegéticas del rey. En África,
le ponían a tiro elefantes, el animal más magnífico del continente. El periodista de investigación Manuel Cerdán publicó que, en
su famoso viaje a Botswana de 2012, fueron sus escoltas los que tuvieron que rematar con 30 proyectiles al ejemplar en peligro de extinción que quiso abatir. No era la primera vez que mataba un elefante: ya se había cobrado otro en 2006.

En 2004 supimos por primera vez de los viajes del rey Juan Carlos a los bosques de Rumanía, para
cazar otras especies protegidas, esta vez osos y lobos. En 2006 viajó a una finca a 600 kilómetros de Moscú para matar a un oso, al que previamente había aturdido con miel y alcohol. Viajaron en el mismo avión de la Fuerza Aérea española Corinna Larsen y Nicolás Franco Pasqual de Pobil, sobrino de Franco. En ese mismo viaje, se produjo su sexto encuentro con Vladimir Putin en su residencia de verano en Sochi, a orillas del mar Negro.

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Il travaille dur toute sa vie et se retrouve sans abri à l’âge de 65 ans – Closer

Author: Closermag.fr

EN BREF

  • Gary, après avoir souffert de COVID long, a réduit ses
    heures de travail et a finalement perdu son logement suite à
    l’annulation d’un emploi de cuisinier et homme à tout
    faire.
  • Sans revenu stable et avec des économies rapidement
    épuisées, Gary se retrouve à dormir à la belle étoile à Ramsgate,
    Kent, malgré ses tentatives de trouver un emploi et un
    logement.
  • Face à la précarité, Gary témoigne de la dureté de sa
    situation mais reste déterminé à s’en sortir, soulignant la
    vulnérabilité même des travailleurs assidus face à l’instabilité
    économique.

Gary a travaillé dur toute sa vie, enchaînant divers emplois
pour subvenir à ses besoins, explique The Mirror. Après avoir souffert
de COVID long, il a dû réduire ses heures de travail, passant de
cuisinier à plein temps dans une maison de retraite à un poste à
temps partiel dans un parc d’attractions. “J’ai
toujours travaillé dur et payé mes impôts. Je pensais être en
sécurité
“, confie-t-il.

En octobre, Gary quitte son logement loué depuis 13 ans pour
prendre un poste de cuisinier et homme à tout faire.
Malheureusement, le décès de la dame qu’il devait assister
annule ses plans, le laissant sans revenu stable
. Il tente
de survivre avec ses économies et les aides sociales, mais cela ne
suffit pas pour trouver un nouveau logement.

“C’est incroyable à quel point tout peut s’effondrer si
vite”

Malgré ses efforts, Gary ne parvient pas à trouver une solution.
Il dépense rapidement ses économies de 580 euros en hôtels, ne
pouvant plus payer un loyer avec son revenu mensuel de 230 à 810
euros et l’allocation universelle de 460 euros. “C’est
incroyable à quel point tout peut s’effondrer si vite. On pense
toujours que cela n’arrive qu’aux autres
“,
dit-il.

Depuis six semaines, Gary dort à la belle étoile sur le front de
mer à Ramsgate, Kent. Entre ses petits boulots, il passe ses
journées à la
bibliothèque
et dans un Wetherspoons, cherchant désespérément
un emploi. “Dormir dehors est effrayant. Je me réveille
souvent en sursaut, c’est terrifiant
“,
raconte-t-il.

“Ils m’ont dit qu’ils ne pouvaient pas m’aider à trouver un
logement”

Gary se tourne vers le conseil du district de Thanet pour
obtenir de l’aide, mais il se heurte à un mur. “Ils
m’ont dit qu’ils ne pouvaient pas m’aider à trouver un
logement
“, explique-t-il. Ses biens sont dispersés
dans quatre
valises
stockées chez des amis, ne pouvant garder avec lui que
l’essentiel. “Je sais que c’est temporaire. Je vais m’en
sortir, trouver un autre emploi et un foyer
“, affirme-t-il
avec détermination.

La réalité de Gary souligne un problème plus large de la société
actuelle : même ceux qui ont travaillé toute leur vie ne
sont pas à l’abri de la précarité
. “Je me sens triste
et amer que le conseil ne puisse pas m’aider. Ils devraient être là
pour tout le monde
“, déclare-t-il.

“J’ai vu les plus beaux levers et
couchers de soleil”

Malgré tout, Gary rencontre des personnes bienveillantes et vit
des expériences surprenantes. “J’ai vu les plus beaux
levers et couchers de soleil
“, dit-il. Des inconnus
lui offrent de la monnaie pour se nourrir, tandis que d’autres
l’expulsent des cafés une fois sa consommation terminée. “On
voit le meilleur et le pire de la nature humaine
“,
ajoute-t-il.

La solitude et l’isolement sont également pesants.
Le plus triste, c’est les amis qui ne me répondent
plus quand je les appelle
“, confie-t-il. Pourtant,
Gary garde une attitude positive, refusant de se considérer comme
sans-abri. “Quand on me demande, je dis que j’attends
une voiture
“, plaisante-t-il.

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Compleanno Principe William, la moglie malata condivide una foto di lui con i loro figli: guarda – Gossip.it | News sul Gossip e VIP

Author: Gossip.it

  • Il neo 42enne gioca con i bambini tra le dune del Norfolk
  • La moglie ha scattato la foto: non si fa vedere perché malata di cancro
  • La scorsa settimana Kate è apparsa brevemente a un evento pubblico dopo mesi

Oggi, 21 giugno, il Principe William ha compiuto 42 anni.

Per l’occasione sull’account ufficiale dei Principi di Galles (ovvero suo e della moglie) è stata condivisa una nuova foto scattata di recente.

Nell’immagine l’erede al trono britannico salta tra le dune insieme ai suoi tre figli, ovvero George, 10 anni, Charlotte, 9, e Louis, 6.

La foto è stata scattata da Kate Middleton, fotografa amatoriale, il mese scorso. Location, il Norfolk.

La nuova foto di William con i tre figli pubblicata in occasione del 42esimo compleanno dell’erede al trono

Vicino all’immagine questa didascalia: “Buon compleanno papà, ti amiamo tutti così tanto!”.

Kate non appare nella foto perché l’ha scattata lei, ma anche perché da mesi preferisce non farsi vedere dal pubblico a causa della sua battaglia contro il cancro.

Rara eccezione a questa regola è stata fatta la settimana scorsa per i festeggiamenti del compleanno di Re Carlo (che è nato a novembre, ma festeggia a giugno sperando che l’uggiosa Londra gli consenta qualche raggio di sole in più… non è stato però accontento visto che pioveva copiosamente).

Sebbene Kate sia apparsa un po’ provata alla parata, sembra che la chemioterapia stia dando i suoi frutti.

La stessa Middleton, anche lei 42enne, pochi giorni fa ha fatto sapere di non essere ancora “fuori pericolo” a causa del cancro, che si trova in una parte del corpo non meglio specificata.