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Lavoro

Expo 2020, un concorso per scegliere il nuovo logo

Author: Francesca Scarabelli MondoLavoro.it

Studenti, grafici e società di grafica e comunicazione sono chiamati a partecipare al concorso di idee da cui risulterà il logo che rappresenterà l’Italia all’Expo 2020 di Dubai. Non solo l’orgoglio di essere il vincitore e di rappresentare graficamente l’Italia: per i vincitori ci sono premi fino a 15.000 euro.
Il concorso per l’elaborazione grafica del marchio e/o logotipo è promosso dal Commissariato Generale di sezione per la partecipazione italiana a Expo 2020.

Expo 2020, le caratteristiche del logo italiano

Il tema che dovrà ispirare il nuovo logo è Connecting Minds, Creating the Future, che rappresenta l’ideale unione di infrastrutture materiali e immateriali tra Paesi, culture, comunità e religioni; il marchio o il logo, poi, dovrà essere adatto a essere diffuso tramite qualsiasi mezzo di comunicazione senza perdere la propria identità e il messaggio dell’evento, così come deve poter essere ingrandito o ridotto senza perdere la sua efficacia comunicativa e deve poter essere stampato su diversi tipi di superfici. Dovrà ovviamente essere originale e inedito e, non da ultimo, essere efficace e facilmente distinguibile.
Tutti i progetti presentati saranno valutati da una giuria, che assegnerà i punteggi in base all’originalità e alla creatività dell’elaborato grafico, della sua versatilità e riproducibilità e in base alla sua coerenza e capacità di rappresentare il messaggio che l’evento vuole trasmettere.

I premi per i vincitori

Come dicevamo, i creatori dei progetti selezionati non avranno solo la soddisfazione della vittoria ma anche dei premi che consistono in una somma di denaro e, in particolare, 15.000 euro per il primo premio, 10.000 per il secondo e 5.000 euro per il terzo. Il logo vincitore del concorso, però, sarà solo uno.

Chi può partecipare al concorso per il logo italiano per Expo 2020?

Possono partecipare a questo concorso studenti di scuole italiane di ogni ordine e grado, sia individualmente che in gruppo, grafici, designer, liberi professionisti, dipendenti di aziende, enti e istituzioni, società e studi di grafica, design, pubblicità e comunicazione.

Come partecipare al concorso per il logo di Expo 2020

Per partecipare al concorso e avere la chance di disegnare il nuovo logo o marchio che rappresenterà l’Italia all’Expo di Dubai nel 2020 c’è tempo fino al 15 giugno 2018.
E’ necessario compilare l’apposito modulo e inviarlo via posta all’Ufficio Corrieri del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale – Sezione Accettazione Corrispondenza, lato Ponte Milvio oppure consegnarlo a mano allo stesso indirizzo.

La domanda di partecipazione dovrà essere contenuta nella Busta A – Domanda di partecipazione marchio / logo Expo 2020 Dubai insieme alla fotocopia di un documento valido del sottoscrittore, una dichiarazione di cessione in favore del Commissariato del copyright del logo o marchio redatta secondo un fac simile e, in caso di partecipazione di gruppo, la dichiarazione di tutti i partecipanti da cui risulti il soggetto nominato capogruppo mandatario e tutte le generalità e i dati anagrafici di ogni partecipante del gruppo, con allegata una copia di un documento di identità di ciascuno.

Nella Busta B – Elaborati logo Expo Dubai 2020 dovrà invece essere contenuto l’elaborato grafico del logo o marchio e una breve relazione che descriva l’idea progettuale.

Ogni dettaglio e informazione relativa al concorso è consultabile nell’apposito Bando e sulla pagina web del sito di Expo 2020 Dubai sezione italiana, dove saranno pubblicate anche tutte le comunicazioni sulle procedure concorsuali e sui vincitori del concorso di idee.

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HardwareSoftware

Linux in Windows: come, quando e perché utilizzarlo

Author: IlSoftware.it

Non tutti sanno che con Windows 10 Microsoft ha introdotto il cosiddetto Windows Subsystem for Linux (WSL), uno speciale layer software che permette di eseguire un’interfaccia compatibile con il kernel Linux mediante la quale si possono eseguire tutte le principali distribuzioni e installare i pacchetti software più noti.

Fino a qualche mese fa, per utilizzare la bash in Windows 10, bastava premere la combinazione di tasti Windows+R e digitare semplicemente bash per poter iniziare a lavorare con la finestra del terminale Linux.

Oggi, invece, per eseguire i comandi Linux da Windows 10 è necessario installare almeno una distribuzione Linux facendo riferimento al Microsoft Store (precedentemente conosciuto con l’appellativo di Windows Store).

Perché eseguire Linux in Windows? Ci sono controindicazioni?

La possibilità di avviare una distribuzione come Ubuntu Linux in Windows è una comodità non da poco, soprattutto per i professionisti che ogni giorno si trovano a pestare i tasti sia su macchine con il sistema operativo Microsoft che su sistemi equipaggiati con le varie declinazioni del pinguino.
Avere la possibilità di eseguire Linux in Windows significa potersi servire di tutti i comandi abitualmente utilizzati anche sul sistema operativo Microsoft e di eseguire script congegnati per la piattaforma simbolo del software libero e dell’opensource.

WSL utilizza pochissime risorse se il layer viene paragonato a una macchina virtuale tradizionale e permette di interagire non soltanto con una o più distribuzioni Linux ma anche con il file system utilizzato da Windows 10.

Inoltre, senza essere costretti a cercare e installare pacchetti software in versione Windows, si possono eseguire server web, script Python, PHP, ottenere un certificato digitale gratuito Let’s Encrypt (Ottenere un certificato digitale wildcard per HTTPS con Let’s Encrypt) e così via usando la finestra del terminale e i comandi Linux abituali.Controindicazioni? Sia BitDefender (Bitdefender contro le nuove minacce informatiche sempre più complesse) che Check Point (L’introduzione della bash Linux ha reso Windows 10 più debole, secondo Check Point) preconizzano nuove tipologie di attacco che prenderanno di mira coloro che fanno uso di WSL e della finestra del terminale Linux in Windows 10.

Il rischio c’è perché gli antimalware e le soluzioni per la sicurezza non sono ancora attrezzate per riconoscere eventuale codice malevolo che sfrutta WSL per fare danni in Windows 10.
D’altra parte, però, va anche detto che WSL viene installato e utilizzato essenzialmente dagli utenti con una maggiore preparazione tecnica.

Come usare Linux in Windows 10 con WSL

Senza ricorrere alla virtualizzazione (e quindi a soluzioni specializzate come Virtualbox, VMware o Hyper-V), è possibile usare Windows 10 per eseguire Linux. I passaggi da seguire sono piuttosto semplici anche se è bene ricordare che, al momento, non è possibile eseguire alcuna interfaccia utente Linux ma solo la riga di comando.

Per installare Linux in Windows 10 con WSL basta attenersi ai punti seguenti:

1) Digitare Attiva o disattiva funzionalità di Windows quindi premere Invio.
2) Spuntare la casella Sottosistema Windows per Linux e premere il pulsante OK.

Linux in Windows: come, quando e perché utilizzarlo

3) Dopo aver acconsentito al riavvio del sistema, si potrà accedere a questa pagina e richiedere l’installazione della distribuzione Linux prescelta optando per esempio fra Ubuntu, Debian, openSUSE e Kali Linux (che abbiamo conosciuto in molteplici nostri articoli).

4) A installazione della distribuzione Linux ultimata, si potrà avviarne la corrispondente finestra del terminale dal menu Start di Windows 10 o, semplicemente, premendo la combinazione di tasti Windows+R e digitando wsl.
In questo modo ci si troverà nella cartella Home dell’account utente Linux mentre usando il comando bash (che a quanto pare verrà presto accantonato) verrà proposta per default la cartella personale dell’account utente Windows in uso.

5) Al primo avvio viene chiesto di configurare un account utente Linux impostando la relativa password. Tale password dovrà essere utilizzata per ottenere i permessi di root con il comando sudo.

6) Tutti i comandi Linux funzionano perfettamente. Nel caso di Ubuntu, per esempio, si possono usare i seguenti per gestire i pacchetti software:

Download Updated Information About Available Packages:
sudo apt update per scaricare informazioni aggiornate sui pacchetti disponibili
sudo apt install seguito dal nome del pacchetto per installare un’applicazione Linux (esempio sudo apt-get install python-minimal)
sudo apt remove seguito dal nome del pacchetto per rimuovere un pacchetto Linux precedentemente installato
sudo apt upgrade per aggiornare tutti i pacchetti Linux all’ultima versione disponibile
sudo apt search seguito dal termine che si desidera cercare all’interno degli archivi dei pacchetti software (ad esempio per individuare il nome esatto del software che s’intende installare).

Linux in Windows: come, quando e perché utilizzarlo

7) Facendo riferimento al Microsoft Store si possono installare più distribuzioni Linux sul sistema Windows 10. Aprendo il prompt dei comandi di Windows (Windows+R, digitare cmd) quindi scrivendo wslconfig /l si otterrà la lista delle distribuzioni Linux installate e utilizzabili mediante finestra del terminale.
Il comando wslconfig /setdefault consente di specificare la distribuzione da usare come predefinita (esempio: wslconfig /setdefault Ubuntu-18.04).

Linux in Windows: come, quando e perché utilizzarlo

I file utilizzati dalle distribuzioni Linux in ambiente Windows vengono “stivati” nella cartella C:\Users\NOME_UTENTE\AppData\Local\Packages\, nella sottocartella riferita alla distribuzione Linux installata mediante Microsoft Store (nel caso di Ubuntu \CanonicalGroupLimited.UbuntuXXXX). Il file system usato da Linux è poi conservato nella directory LocalState\rootfs.
Usando i comandi di Windows, però, è importante non modificare alcun file presente in tale cartella. Diversamente, la distribuzione Linux installata in WSL non funzionerà più e potrebbero verificarsi anche perdite di dati.
In sola lettura, invece, i file possono essere copiati da tale cartella sul file system adoperato da Windows.

Le distribuzioni Linux potranno essere eventualmente disinstallate digitando App e funzionalità nella casella di ricerca di Windows 10 quindi cercando all’interno dell’elenco contenente le app installate sul sistema.

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Energia

Se la stampa 3D passasse alla cellulosa

Author: stefania Rinnovabili

 stampa 3D

Un nuovo materiale biodegradabile e low cost per la stampa 3D

(Rinnovabili.it) – La diffusione della stampa 3D arriva in un momento in cui il Pianeta si sta finalmente ponendo sul serio il problema dei rifiuti della plastica. Ma i polimeri impiegati nelle stampanti tridimensionali sono ancora di difficile riciclo. Come far sì, allora, che il settore della produzione additiva possa conciliare diffusione e rispetto ambientale? La risposta arriva dalla University of Technology and Design (SUTD) di Singapore, la stessa che sta lavorando ormai da tempo sulle tecniche di recupero e reimpiego dei fotopolimeri termoindurenti (leggi anche La plastica della stampante 3D? A Singapore hanno scoperto come riciclarla).

I ricercatori stanno testando materiali alternativi che possano adattarsi alla stampa 3D senza tuttavia effetti inquinati. Il più promettente è la cellulosa, uno dei composti organici naturali e allo stesso tempo sottoprodotto industriale più abbondante e diffuso sulla Terra. Il team di scienziati è riuscito a dimostrare l’uso della cellulosa nella fabbricazione sostenibile di oggetti di grandi dimensioni, stampati tridimensionalmente.

L’approccio, messo a punto nei laboratori del SUTD, non si focalizza sulle piante verdi bensì sugli oomiceti, organismi viventi classificati un tempo come funghi (e oggi assegnati al regno dei Chromista) e la parete cellulare è formata da una miscela di composti cellulosici. I ricercatori hanno riprodotto la loro parete introducendo piccole quantità di chitina tra le fibre di cellulosa. Il materiale risultante è forte, leggero ed economico, e può essere modellato o lavorato usando tecniche del legno. E, soprattutto, è completamente ecologico, scalabile, riproducibile ovunque senza strutture specializzate e completamente biodegradabile in condizioni naturali.

Il costo del FLAM (questo il nome con cui è stato battezzato) è nella gamma delle materie plastiche prime e 10 volte inferiore al costo dei comuni filamenti per la stampa 3D, come il PLA (acido polilattico) e l’ABS (acrilonitrile-butadiene-stirene). “Riteniamo che questo primo processo di produzione additiva su larga scala con i polimeri biologici diffusi sarà il catalizzatore per il passaggio a modelli di produzione ecocompatibili e circolari, in cui i materiali vengono prodotti, utilizzati e degradati in sistemi regionali chiusi”, spiega Javier Gomez Fernandez, co-autore dello studio. “[…] si tratta probabilmente di uno dei risultati tecnologici di maggior successo nel campo dei materiali bioispirati”.

>>Leggi anche In Olanda la stampante 3D trasforma i rifiuti in panchine di design<<

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HardwareSoftware

Afox and Qdion Have 3kW PSUs for Cryptocurrency Miners

Author: Anton Shilov AnandTech

With GPU cryptocurrency mining apparently here to stay, over the last couple of years hardware vendors have begun developing mining-optmized (or at least branded) gear for miners. This of course extends to power supplies, as a stable and high-quality power supply is one of the key requirements for a high-uptime mining operation. This has resulted in a focus on high-wattage PSUs, particularly those with numerous PCIe power connectors for accelerators. To that end, a number of manufacturers have already been offering 1 – 2 kW PSUs for mining for some time now, however Afox and Qdion have decided to up the ante even more and introduce 3 and 3.3 kW power supplies this year.

Afox was originally established by Foxconn in 2008 to sell AMD Radeon graphics cards, but the brand has never become really popular outside of certain regions. Over the years, it added numerous product categories, including PSUs, SSDs, miniature PCs and even tablets. Since many GPU buyers nowadays use them for mining, it is not surprising that the company introduced its 3.3 kW PSU designed specifically for this kind of activity.

Foregoing any intent to adhere to PC case specifications, the Afox 3300 W PSU (AFMPS-3300A1) looks like (and likely is very similar to) two power supplies in one enclosure, with a total size to match. Obviously, miners do not use cases, so for them such inflexibility does not really matter. What matters is that the PSU can feed 12 graphics cards with its massive +12V/270A output and can support almost any GPU that is on the market today. In addition, the power supply has nine SATA connectors and even a Molex connector for a just-in-case scenario, but evidently SATA cables are hardly ever used by the target audience of the 3.3 kW beast. Meanwhile, the AFMPS-3300A1 has an 8-pin EPS connector, so hardcore overclockers with HEDT motherboards that require one of these could use the 3300 W PSU too for their liquid nitrogen or liquid helium experiments.

It is noteworthy that the AFMPS-3300A1 is so not aimed at consumers that Afox didn’t even bother to get an 80 Plus rating on it, so we can only wonder how efficient this product is.

Qdion is another supplier that has a ~3 kW massive PSU that looks like two power supplies glued together in one box. Qdion is a subsidiary of FSP that offers entry-level products on select markets, but it looks like the manufacturer decided to use the trademark for a specialized product too.

Just like the 3.3 kW PSU from Afox, Qdion’s QD3050 90% ATX power supply comes with a massive number of PCIe power connectors to feed a dozen of GPUs with its +12V/248A output. The unit also has numerous SATA power plugs, but no EPS, so this one will not appeal to hardcore overclockers. One funny thing to note about this power supply is that it has a 90 Plus badge on it, which officially does not exist. In the meantime, a number of manufacturers from China are using it these days.

Overall the cryptocurrency mining industry appears to be developing quite rapidly with specially-designed graphics cards, motherboards and now PSUs available to interested parties via specialized channels. In fact, you can even get mining graphics cards from retail outlets in Taiwan, something that is not supposed to happen. That said, both the Afox AFMPS-3300A1 and the Qdion QD3050 are available from certain channels specializing on equipment for miners, but will hardly be sold by regular retailers.

As for pricing, Afox says that its 3.3 kW PSU costs around $ 250 per unit when bought in sufficient quantities, so one can surmise that components used for the part are not really high-end. Again, this hardly matters to miners that run large farms and are used to quickly swapping out hardware.

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Sony E3 2018: tutte le novità dalla conferenza

Author: Martina Fargnoli Tom’s Hardware

Le conferenze dei grandi colossi del gaming stanno infiammando il pre-E3 2018. Le danze sono state aperte da EA, seguita da Microsoft, Bethesda, Square Enix e Ubisoft. Sony si è aggiunta ai giochi nella notte, o all’alba di martedì, dopo aver ingolosito i fan PlayStation negli ultimi 5 giorni con un annuncio quotidiano a sorpresa. Riepiloghiamo quanto mostrato da Los Angeles.

Il media showcase PlayStation ha puntato sulla forza delle esclusive, mostrando al tempo stesso il supporto delle terze parti. La concretezza della casa di Tokyo si è espressa tutta in dimostrazioni di gameplay e filmati esclusivi dei titoli punta di diamante in arrivo su PS4: The Last of Us Part 2, Ghost of Tsushima, il visionario Death Stranding e Marvel’s Spider-Man.

Sony ha invitato lo spettatore a fare un viaggio sensoriale di scoperta dei propri titoli, ricreando talvolta in modo teatrale scenari e atmosfere dei giochi in mostra. Grande protagonista la musica che ha fatto da ponte tra un annuncio e l’altro, tra cui anche gli intermezzi ricreati dal fantasioso Dreams.

The Last of Us: Part II

In un palco ricreato come una chiesetta di campagna, Gustavo Santaolla intona una melodia col banjo. Le luci soffuse si spengono e si accendono sullo schermo introducendo The Last of Us: Part II. The Last of Us ha coniugato alle tese atmosfere non solo la bellezza estetica ma soprattutto la profondità dell’animo dei suoi personaggi.

The Last of Us: Part II riparte anche da qui, esplorando la natura interiore di Ellie, da una parte l’intimità delle relazioni interpersonali, dall’altro lo spirito indurito e reso spigoloso dai segni inferti dalla sopravvivenza. Un’intensa sequenza di gameplay mette in mostra le potenzialità stealth, fasi di gunplay e corpo a corpo con una dinamicità superiore a quanto visto in passato e una maggiore interazione con l’ambiente.

Ghost of Tsushima

Il nuovo titolo di Sucker Punch si è mostrato in un corposo video gameplay che ha offerto anche uno spaccato sui meravigliosi panorami del Giappone feudale che si prestano alla spiccata direzione open world e all’attraversamento a cavallo. A livello fotografico il gioco trasmette un grande pathos, che ha saputo accentuare l’intensità degli scontri e delle situazioni proposte. Le fasi stealth, così come i combattimenti rivestono un ruolo centrale.

Death Stranding

L’atteso Death Stranding di Kojima Productions ha mostrato alcune fasi di gameplay, soprattutto esplorative di quella che appare come una enigmatica landa deserta abitata da strane presenze. Sam – Norman Reedus – non è solo ma accompagnato da una nuova figura femminile interpretata da Léa Seydoux, che nell’avvicinarsi del pericolo protegge l’uomo intimandogli di fare silenzio. La scena poi passa a un’altra fase esplorativa in cui utilizzando dei gadget, con annesso il misterioso bambino dei vecchi trailer, vengono rilevate ed evitate le oscure presenze dei nemici. 

Marvel’s Spider-Man

Marvel’s Spider-Man coglie l’occasione per presentare i villain che daranno del filo da torcere a Spider-Man, incentrando l’azione nel carcere Raft dove Electro ha liberato alcuni criminali e a cui si uniscono anche Rhino e Scorpio. L’amichevole Spider-Man di quartiere ha il pieno controllo dei suoi poteri, tra cui un affinato senso dell’ambiente impreziosito da un sistema di movimento fluido declinato in acrobazie e repentine schivate.

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Un’ampia sequenza in verticale, durante l’inseguimento a Scorpio, lascia col fiato sospeso. La creazione di un nuovo Ragnoverso, sul filone della serie Ultimate tra innovazione mista ad alcuni punti fermi della tradizione, è un progetto grande per Insomniac Games, che dalla sua ha tutta l’esperienza per non deludere.

Un distillato di varietà

Oltre ai titoli di punta, a cui è stata riservata un’attenzione particolare, non sono mancate gradite sorprese come l’annuncio di Nioh 2 e la nuova ip Control targata Remedy e 505 Games dove tempo e spazio sono un concetto che si riscrive di continuo grazie alle abilità della protagonista. Attimi di paura, ma grande gioia per i fan, si sono susseguiti con il primo trailer ufficiale di Resident Evil 2 remake accompagnato anche dalla data di uscita prevista per il 29 gennaio 2019.

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Spazio anche a Kingdom Hearts III che mostra il mondo dei Pirati dei Caraibi oltre ad alcune scene di gameplay e uno scontro navale. Kingdom Hearts 1.5 remix, 2.5 e 2.8 Final Chapter Prologue arriveranno in un comodo cofanetto insieme a KH3 su PS4. Dal creatore di Rick and Morti, Justin Roiland, arriverà Trover Saves the Universe, titolo VR che si è distinto per la sua simpatia e auto-ironia. Di tutt’altro tono appare invece Déraciné, nuovo gioco VR di From Software.

Da Activision arrivano un brevissimo trailer story su Destiny 2 I RInnegati che coinvolge Cayde-6 e il principe Uldren e la notizia che le quattro vecchie mappe Jungle, Summit, Firing Range e Slums saranno rimasterizzate per Black Ops IIII mentre Black Ops 3 si va ad aggiungere ai giochi gratuiti del PS Plus, a sottolineare una collaborazione sempre più stretta.  

Conclusioni

Shawn Layden, CEO of Sony Interactive Entertainment America, aveva già fatto intendere tempo addietro che la presentazione avrebbe avuto una prospettiva differente dagli scorsi anni e che il focus principale sarebbe stato sulle quattro esclusive The Last of Us Part 2, Ghost of Tsushima, Death Stranding e Marvel’s Spider-Man. Apprezzabili sicuramente i video di gameplay che hanno mostrato la sostanza e la forza dei titoli in esame,  nonché una buona dose d’azione ma ci si sarebbe aspettati anche qualcosa in più.

Grandi assenti le attese remastered di MediEvil e Spyro, nonché ancora latitante FInal Fantasy VII Remake e accenni alle date per gran parte dei titoli presentati. La formula proposta da Sony ha voluto da un lato presentarsi in modo più scenografico, dando spazio alle interpretazioni live e dall’altro porsi anche come una chiacchierate e una discussione sui titoli mostrati, talvolta spezzando eccessivamente il ritmo e dilungandosi.


Tom’s Consiglia

Spider-Man dondola di ragnatela in ragnatela nell’affascinante New York dell’universo Marvel. Preordina Marvel’s Spider-Man in uscita su PS4 il 7 settembre 2018.