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TRADE WAR …COUNTDOWN!

Stiamo imparando che i parlamentari della CDU hanno chiesto le dimissioni di Angela Merkel prima dell’accordo di ultimo minuto con Horst Seehofer. Bild riferisce che un gruppo di 160 deputati CDU e CSU, quelli organizzati nella lobby delle medie imprese, hanno minacciato di votare a favore della proposta di Seehofer, che è ciò che ha spinto la Merkel a crollare e ad accettare un compromesso che lei stessa ha respinto prima. Alla Merkel è stato detto che se si arrivasse al voto, la sua posizione non avrebbe avuto il sostegno della maggioranza del gruppo del Bundestag. Il messaggio per lei era: se non sei d’accordo, forzeremo un accordo. La sua posizione sarebbe diventata insostenibile a quel punto.

Poiché conosciamo uno dei giornalisti coinvolti, siamo fiduciosi dell’esattezza del rapporto. Dove non siamo d’accordo è stata la valutazione che Merkel si è fatta un buon affare. Lei no. Il suo obiettivo era evitare una decisione a danno dei paesi terzi. A giudicare dalla reazione austriaca di ieri, è chiaro che non è riuscita su questo punto.

La decisione dei parlamentari della CDU di spingere la Merkel sull’orlo di lunedì mostra che il vero potere nella politica tedesca non è più il ramo esecutivo, ma il parlamento e che la presa della Merkel sulla politica tedesca sta scivolando. Non vogliamo prevedere quando finirà. Le minacce di Donald Trump potrebbero persuadere i tedeschi a non cambiare il loro capo in questo momento. Ma siamo chiaramente in una situazione in cui la Merkel non è più al comando completo. Questo è un cambio di passo rispetto ai 12 anni precedenti.

Il compromesso concordato ha già avuto i suoi primi effetti a catena.Sebastian Kurz [cancelliere austriaco] ha reagito con forza alla decisione tedesca, sulla quale non è stato consultato. Ha detto che l’Austria sta ora considerando la possibilità di rafforzare i controlli alle frontiere sul Brennero, la porta principale tra l’Italia e l’Austria e tra il nord e il sud dell’Europa . Kurz ha anche promesso che l’Austria non avrebbe concordato un accordo a scapito del paese, escludendo così un accordo sulla migrazione secondaria, come richiesto dai tedeschi.

Der Standard riferisce che il governo austriaco aspetterà e vedrà il governo tedesco attuare il compromesso prima di prendere misure concrete, ma il governo austriaco sta già progettando di fortificare il suo confine meridionale con l’Italia e la Slovenia. Il modo di pensare in Austria è: il modo migliore per difendersi dalla Germania rimandando i rifugiati è di non farli entrare dal sud.

È interessante che Matteo Salvini, ministro degli interni italiano, consideri positiva la minaccia dell’Austria di chiudere il confine perché significa che nessun rifugiato tornerà che è già andato al nord. Ha detto che l’Italia può vincere solo se i confini si chiudono.Salvini aveva precedentemente richiesto lo smantellamento di Schengen . In ogni caso, sta diventando chiaro per noi che la decisione tedesca avrà enormi implicazioni per la zona di viaggio priva di passaporti di Schengen, che sta per diventare uno strumento del razzismo, visto che le persone con un colore della pelle non bianco saranno sottoposte a controlli regolari.

Siamo pienamente d’accordo con un editoriale molto forte di Michael Volker in Der Standard che descrive l’UE come un asse del volere cattivo, un asse di follia, caos e isteria. L’origine di questa pazzia risiede in Germania e si sta diffondendo rapidamente in tutta Europa. È basato su bugie, come la “finzione della non immigrazione” – un termine legale che consente alla Germania di fingere che i rifugiati che hanno attraversato il confine non esistano legalmente se vengono accerchiati nei campi . Questo accordo sarà totalmente inattuabile, scrive Volker, e tutti lo sanno. Lo stesso vale per i campi extraterritoriali, concordati nel summit della scorsa settimana – un’altra finzione. Conclude che l’UE è diventata una caricatura.

Author: Finanza.com

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Avira Free Security Suite

Author: Le news di Hardware Upgrade

scheda aggiornata 15 ore fa

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Alcuni prodotti di memoria Micron “bannati” in Cina

Author: Manolo De Agostini Tom's Hardware

Le tensioni commerciali tra Cina e Stati Uniti si riflettono a ogni livello. Non solo dazi, ma anche rapporti tesi, specie sul fronte tecnologico. Con la vicenda ZTE ancora fresca e non conclusa, ecco arrivare il caso di Micron Technology.

Il noto produttore statunitense di memorie, in un comunicato stampa, spiega di aver ricevuto per mezzo di sue due sussidiarie cinesi un’ingiunzione preliminare per la commercializzazione di alcuni prodotti sul territorio cinese, in seguito alla denuncia per infrazione di brevetto avanzata da United Microelectronics Corporation (UMC) e Fujian Jinhua Integrated Circuit Co. (Jinhua).

La sentenza arriva dalla provincia di Fujian, precisamente dalla “Fuzhou Intermediate People’s Court”. Le denunce di violazione di brevetto da parte di UMC e Jinhua sono state depositate contro Micron, secondo l’azienda, come “rappresaglia per le accuse penali presentate dalle autorità di Taiwan contro UMC e tre dei suoi dipendenti e una causa civile intentata da Micron contro UMC e Jinhua nella Corte distrettuale nel nord della California per l’appropriazione indebita dei segreti commerciali di Micron“.

L’ingiunzione preliminare che ora impatta sulle sussidiarie cinesi di Micron impedisce di produrre, vendere o importare determinati moduli DRAM Crucial e Ballistix, oltre che SSD, in Cina. Per Micron, apparentemente, potrebbe trattarsi di un grande problema pensando alle dimensioni del mercato cinese, ma “i prodotti interessati compongono poco più dell’1% del fatturato annuale di Micron“, fa sapere l’azienda, anticipando che l’impatto sui conti del quarto trimestre sarà contenuto e il fatturato continuerà a rientrare nelle stime, tra 8 e 8,4 miliardi, comunicate in precedenza.

L’azienda statunitense rispetterà la sentenza, ma farà appello. “Siamo delusi dalla sentenza. Crediamo fermamente che i brevetti siano invalidi e che i prodotti Micron non li infrangano. La corte ha emanato la sua sentenza preliminare prima di permettere a Micron di presentare la propria difesa”, ha dichiarato Joel Poppen, legale di Micron Technology.

“Ciascuno dei brevetti rivendicati era stato originariamente concesso a UMC, produttore di semiconduttori privo di una tecnologia DRAM e NAND avanzata. I brevetti non sono stati usati nei prodotti o nella tecnologia DRAM e NAND di Micron, e UMC e Jinhua hanno fatto affidamento su interpretazioni distorte dei brevetti e improprie prove a sostegno delle loro false accuse secondo cui Micron viola i brevetti”, aggiunge l’azienda.

Micron ha inoltre presentato prove al consiglio di revisione dell’ufficio brevetti cinesi per “dimostrare che i brevetti non sono validi perché sono diretti a tecnologie precedentemente sviluppate e brevettate in altri paesi da altre aziende tecnologiche“.

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Energia

UE, clima ed energia: quali temi spettano la presidenza austriaca?

Author: stefania Rinnovabili

ue austria

La conclusione del Pacchetto Energia 2030 sul tavolo della nuova Presidenza del Cosiglio UE

(Rinnovabili.it) – Dal 1° luglio 2018, l’Austria ha preso il posto della Bulgaria alla guida del Consiglio dell’Unione Europea. La nazione rimarrà alla presidenza per i prossimi sei mesi, prima di passare il testimone alla Romania. Sei mesi in cui si concentreranno negoziati chiave per il futuro UE, soprattutto in vista delle prossime elezioni comunitarie. Nonostante temi economico-politici come la brexit e il quadro finanziario 2021-2027, siano quelli destinati a ricevere la maggiore attenzione, anche sul fronte clima ed energia vi sono discussioni che giocheranno un ruolo cruciale per l’UE e gli Stati Membri.

Bellona Europa ha messo insieme i principali punti all’ordine del giorno sull’agenda “verde” della presidenza austriaca, evidenziato gli elementi più urgenti. A partire dall’avanzamento del Pacchetto energia 2030.

Sotto la Bulgaria sono state approvate le riforme delle direttive su rinnovabili, efficienza energetica e governance dell’Unione Energetica, l’Austria dovrà invece concludere i triloghi sul regolamento sul mercato dell’energia elettrica e la direttiva sul mercato dell’elettricità. Passo non facile, soprattutto alla luce del principale scoglio inserito nella normativa: il meccanismo di capacità. Si tratta di uno strumento che permette ai singoli paesi di remunerare i produttori di energia per la loro “disponibilità” a produrre. Come una sorta di polizza assicurativa, gli operatori si impegnano a generare una certa quantità di elettricità in caso di necessità e ottengono in cambio un pagamento a prescindere se quella stessa necessità si verifichi o meno.

Ciò rappresenta una risorsa finanziaria aggiuntiva e consente di mantenere in vita centrali elettriche altrimenti non redditizie (come molti dei vecchi impianti a carbone e a gas) per far fronte a potenziali picchi di domanda. Alcuni operatori possono anche essere compensati per la loro “capacità di gestione del carico”, vale a dire la loro capacità di risparmiare elettricità in periodi di forte domanda.

>>leggi anche Meccanismi di capacità, l’UE dà il via libera all’Italia<<

Difeso da diversi paesi come mezzo per promuovere la sicurezza dell’approvvigionamento di elettricità – Italia in primis – questi meccanismi rischiano di assumere la forma di un intervento pubblico, elemento che la Commissione europea considera una minaccia per la libera concorrenza di mercato.

“Mentre non è chiaro quale direzione prenderanno i negoziati del Consiglio, i recenti cambiamenti di governo in Italia e in Spagna offrono la promessa di maggiori ambizioni climatiche”, scrive Bellona in una nota stampa. “Questo a sua volta sarà decisivo nella corsa verso la COP24, dove l’UE ha promesso di assumere il comando della leadership climatica dopo ‘annuncio del ritiro USA dall’Accordo di Parigi”. L’Austria dovrà mobilitare il sostegno del Consiglio per concordare una posizione comune per i prossimi documenti non legislativi della Commissione sul futuro della politica dell’UE in materia di clima ed energia, l’attuazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile e la strategia comunitaria a lungo termine per la riduzione delle emissioni di gas serra.

Sul tavolo austriaco ci sono anche altri tre documenti chiave: la conclusione delle norme di CO2 per i veicoli leggeri e per i veicoli pesanti, la rifusione della direttiva sui veicoli puliti e la revisione della direttiva Eurovignette, che mira ad attuare la tariffazione stradale a distanza.

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Tecnologia

Scoperti altri neuroni responsabili del senso di fame

Author: Marta Musso Wired

Scoperti altri neuroni responsabili del senso di fame – Wired

Una nuova ricerca, apparsa su Science, ha scoperto come un sottogruppo di neuroni gioca un ruolo cruciale nella regolazione dell’alimentazione e del peso corporeo