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Airbnb, cambiamenti in vista. La Commissione UE interviene

Author: Dario D’Elia Tom's Hardware

Aibnb dovrà rispettare una serie di nuove disposizioni, formulate dalla Commissione UE e le autorità di tutela dei consumatori, riguardanti la trasparenza tariffaria dei suoi annunci. L’indagine di Bruxelles ha confermato che il colosso statunitense al momento mostra i prezzi e prevede una serie di note contrattuali non conformi alla direttiva sulle pratiche commerciali sleali, alla direttiva sulle clausole contrattuali abusive, e al regolamento sulla competenza giurisdizionale in materia civile e commerciale.

“Sono sempre più numerosi i consumatori che prenotano online i loro alloggi per le vacanze e tale settore ha offerto molte nuove opportunità ai turisti. La popolarità tuttavia non può essere una scusa per non conformarsi alle norme UE di tutela dei consumatori”, sostiene Věra Jourová, Commissaria per la Giustizia, i consumatori e la parità di genere.

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“I consumatori devono capire facilmente quanto e per che cosa devono pagare quando acquistano servizi e nei loro confronti vanno applicate regole eque, ad esempio sull’annullamento dell’alloggio da parte del proprietario. Mi aspetto che Airbnb possa presentare rapidamente soluzioni adeguate”.

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Airbnb avrà tempo sino alla fine di agosto per presentare le relative proposte di correzione, dopodiché la Commissione e le autorità stabiliranno la congruenza con quanto richiesto e in caso contrario valuteranno l’opportunità di una eventuale azione coercitiva.

Le richieste nello specifico

Aibnb dovrà modificare il modo in cui presenta le informazioni sui prezzi specificando il totale, comprese tutte le tasse e le tariffe obbligatorie applicabili, come servizio e pulizia. Nel caso non fosse possibile fornire il dato in anticipo dovrebbe essere “comunicato in modo chiaro al consumatore che potrebbero applicarsi altri oneri addizionali”.

Inoltre dovrà esplicitare se si tratti di un’offerta di un privato o un professionista, “poiché cambiano le norme relative alla protezione dei consumatori”.

airbnb

Sul fronte contrattuale viene richiesta una conformità al diritto europeo di tutela dei consumatori. “La direttiva sulle clausole contrattuali abusive stabilisce che clausole e condizioni generali non devono creare un significativo squilibrio tra i diritti e gli obblighi delle parti, a scapito del consumatore”, puntualizza la Commissione. “La direttiva dispone inoltre che le clausole siano redatte in modo chiaro e comprensibile affinché il consumatore sia informato dei suoi diritti in modo altrettanto chiaro e comprensibile”.

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A titolo di esempio la società non deve indurre i consumatori ad adire un giudice di un Paese diverso da quello del loro Stato membro di residenza e non può decidere unilateralmente e senza motivazione quali clausole restano in vigore in caso di risoluzione del contratto. Non può privare i consumatori dei loro diritti fondamentali a citare un giudizio un soggetto che dà ospitalità in caso di danno personale o altri danni e non può modificare unilateralmente le clausole e le condizioni, senza informare chiaramente i consumatori in anticipo e senza dar loro la possibilità di rescindere il contratto.

“La denuncia o la sospensione di un contratto da parte di Airbnb deve essere spiegata ai consumatori, disciplinata da regole chiare e non deve privare il consumatore del diritto ad un congruo indennizzo o del diritto di presentare ricorso”, prosegue il documento. “La politica di Airbnb in materia di materia di restituzioni e rimborsi, e la raccolta delle richieste di risarcimento devono essere chiaramente definite e non devono privare i consumatori dei loro diritti di avvalersi dei mezzi di ricorso disponibili”.

Infine Airbnb deve fornire sul proprio sito web un link facilmente accessibile per la risoluzione online delle controversie e tutte le informazioni necessarie relative.


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Energia

Festival Ecofuturo: a Padova le ecotecnologie che fanno bene al clima

Author: stefania Rinnovabili

Festival Ecofuturo:

(foto di Ecofuturo)

Conto alla rovescia per il festival Ecofuturo di Padova

(Rinnovabili.it) – Incontri, spettacoli, corsi, workshop ed esposizioni, tutte all’insegna della buona innovazione nella lotta climatica. In una sola parola: Ecofuturo, il festival italiano dedicato alle ecotecnonologie e all’impegno per un domani sostenibile. L’appuntamento è dal 18 al 22 luglio, al Fenice Green Energy Park di Padova, dove l’evento celebrerà la sua quinta edizione. Il tema scelto per il 2018 è quello dell’anidride carbonica e dei suo effetti sul ciclo climatico e ambientale. “L’anidride carbonica che sta alterando il clima del pianeta Terra è un disastro, ma è anche una risorsa fino a ora male utilizzata. Troppa in cielo e troppo poca in terra, nei primi centimetri di suolo dove la CO2 è fondamentale per la crescita delle piante e per lo sviluppo della vita”, spiegano gli organizzatori in una stampa.

Il programma di Ecofuturo metterà in mostra le nuove tecnologie per ridurre le emissioni di carbonio in maniera economicamente ed ecologicamente vantaggiosa. Mercoledì alle ore 9:30 del 18 luglio, l’Assessore all’Ambiente del Comune di Padova Chiara Gallani, l’Europarlamentare Dario Tamburrano, insieme ad Andrea Grigoletto e Andreas Spatharos, dirigenti del Fenice Green Energy Park inaugureranno il festival. Davanti al Comune di Padova saranno esposti per tutta la settimana del festival, la ricostruzione fedele dell’auto elettrica del Conte Carli del 1891 e “l’orto bioattivo” dotato del nuovo sistema per l’irrigazione fotovoltaica a circuito chiuso. L’appuntamento prenderà il via con l’incontro Per un futuro senza pesticidi”, coordinato da Maria Grazia Mammuccini di Federbio. Il confronto tra Piero Gattoni, Presidente del CIB (Consorzio Italiano Biogas), Stefano Bozzetto (imprenditore agricolo di riferimento del CIB), Claudio Fabbri (CRPA) e Giustino Mezzalira (Veneto Agricoltura), nonché le varie esperienze presenti, dimostreranno come esista un nuovo modello di agricoltura che consente di riportare nel terreno CO2 in grandi quantità, trasformandola in carbonio e quindi in incremento di fertilità del terreno stesso. “Ecofuturo non è una semplice fiera – si legge sul sito dell’evento – Ecofuturo è il luogo di incontro tra chi crede in un futuro ecosostenibile. Inventori ed eco invenzioni si distinguono per innovazione e altissima sostenibilità ambientale. Un festival dove non si parla solo di tecnologia”. Il programma con tutte le sessioni dei cinque giorni si trova qui.

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Pc Games

Kingdom Come: Deliverance – From the Ashes Recensione, manuale del DLC per idioti

Croce e delizia di giocatori e critici, i DLC sono uno degli argomenti più scottanti nel mondo del videogioco da qualche anno a questa parte. Da un lato abbiamo i detrattori assoluti che, a suon di meme, li vedono come l’ennesimo escamotage per sottrarre denaro ai giocatori e dall’altro abbiamo chi invece, come la sottoscritta, ne valuta il valore, un singolo caso alla volta. Come si fa a dire, ad esempio, che Blood and Wine, bellissimo contenuto aggiuntivo di The Witcher III: Wild Hunt sia stato creato per spillare soldi? Impossibile. Un recensore non può e non deve mai giudicare sommariamente un prodotto a partire dalla categoria di appartenenza. Fatta questa doverosa premessa, From the Ashes è un DLC imbarazzante. Qui non parliamo di un prodotto di scarso valore tecnico o di un contenuto aggiuntivo che non “aggiunge” (permettetemi la ripetizione) niente all’opera originale, bensì parliamo di un DLC la cui esistenza rimane a oggi per me un mistero. Ma partiamo con ordine e andiamo ad analizzare passo per passo di cosa stiamo parlando.

Kingdom Come Deliverance From the Ashes

L’idea alla base di From the Ashes ha fascino, almeno sulla carta. Kingdom Come: Deliverance è un titolo che ha avuto il merito di riportare il gioco di ruolo su binari antichi, in tempi in cui questo ha preso sempre più una deriva popolare, sacrificando complessità e studio sull’altare dell’immediatezza. Kindom Come propone un gioco solido, potenzialmente molto lungo, con un sistema di gestione del personaggio e del sistema di combattimento di un profondità impressionante, come non se ne vedeva da tempo. Da un DLC di un’opera di questo calibro il meno che si poteva aspettare era un atteggiamento produttivo dello stesso tipo. Niente di più lontano dal vero. Agganciandosi a una linea narrativa già presente in Kingdom Come, From the Ashes propone al giocatore di costruire un villaggio medievale a partire dalle sue rovine. Pribyslavitz, ex cittadina della contea di Talmberg, ex accampamento di banditi e sede dei rivoltosi al seguito di Sigismondo diviene la nostra casa dolce casa. Sir Divish ci chiede di partecipare attivamente alla ricostruzione di questa perla dei boschi chiedendo a noi di finanziare di persona i lavori e monitore l’operato del suo mastro locatore acquisendo la nomina di balivo. Premessa entusiasmante.

Gli strumenti a nostra disposizione sono prevalentemente due: Marius, locatore e sovrintendente ai lavori e il libro mastro, dentro cui è riportato il piano di costruzione costi, materiali ed eventuali introiti quando previsti. L’euforia iniziale viene subito smontata. Non ci troviamo davanti una versione medievale di The Sims, come ogni giocatore che ha speso decide di ore giocando a KC si aspetterebbe, bensì a una versione storicamente rivisitata della ricostruzione di Monteriggioni, missione simpatica ma piuttosto banale vista in Assassin’s Creed II. Le decisioni che il giocatore può prendere non sono limitate, sono assenti: decidere l’ordine in cui costruire gli edifici e provvedere a pianificarne i miglioramenti sono le uniche due attività soggette al nostro libero arbitrio. Il numero di strutture edificabili è ridotto a un pugno di scelte, e alcune inspiegabilmente ne escludono altre. Una volta scelto cosa costruire, bisogna lasciare il denaro del forziere apposito, fare un sopralluogo con Marius e confermare la nostra scelta. Dopo un brevissimo filmato che mostra il nuovo edificio il più è fatto. A quel punto serve arruolare un mestierante e nel caso sia possibile migliorare l’edificio e di conseguenza la sua produttività. Non è possibile deciderne l’aspetto estetico, la dimensione, la posizione nel villaggio e non sono previste nemmeno varianti prestabilite. Le cose vanno fatte così come sono state previste. Per essere precisi nemmeno l’ordine è totalmente libero perché, ovviamente, non è realistico avviare un commercio senza aver costruito la strada, così come è impossibile dedicarsi a una qualsiasi attività complessa senza aver preso accordi con i fornitori delle materie prime (legna e pietre in primis) che a loro volta hanno bisogno di un mercante per essere trasportate. Insomma, avete capito il punto. In qualsiasi modo la si metta, la ristrutturazione di Pribyslavitz non è altro che una sequenza di azioni predeterminate che, nel più entusiasmante dei casi, ci porteranno a fare avanti e dietro dai villaggi vicini.

Kingdom Come Deliverance From the Ashes

Bisogna tenere in considerazione infine che il DLC è uscito ben 5 mesi dopo Kingdom Come e il bacino utenza che lo ha acquistato ha, nella maggior parte dei casi già terminato l’avventura principale. Ora, senza voler esagerare, al termine del gioco chiunque avrà raccolto un discreto gruzzoletto di groshen, nell’ordine delle decine di migliaia e, calcolando che ne servono meno di 100 mila per completare al meglio Pribyslavitz (e dico al meglio) questo significa che il tutto può essere concluso in una manciata di ore, sicuramente meno di 5. Situazione decisamente peggiore per i giocatori che hanno un livello altissimo di completamento, con la maggior parte delle missioni secondarie completate e un piccola fortuna in cassaforte, From di Ashes può essere completato in un paio di ore.  Se già il sistema economico era uno dei punti deboli di Kingdom Come sulla lunga distanza, in questo caso possiamo parlare di irreversibile criticità. Pur non avendo da parte quasi niente, foraggiando adeguatamente i mugnai e dedicandosi per qualche ora al bracconaggio, chiunque, anche il più modesto degli avventori, può completare il tutto in pochissime ore.

Altra cosa che mi ha fatto storcere il naso è il fatto che le scelte effettuate durante l’avventura hanno inciso fortemente sul completamento di questo contenuto aggiuntivo. Queste infatti hanno dirette conseguenze sul supporto che il giocatore riceverà da parte di mastri e mestieranti che, a seconda del nostro comportamento pregresso decideranno se trasferirsi o meno a Pribyslavitz; perfettamente sensato in un gioco in cui il comportamento incide sulle relazioni con i PNG. Tuttavia, non è ammissibile che un’azione a cui non è stato dato peso al momento opportuno diventi invece di una rilevanza esclusiva in seconda battuta. Sarebbe come giocare una partita a scacchi contro un avversario che conosce le tue mosse. Se io ho scelto di parteggiare per un fabbro onesto ma povero non è detto che questo mi impedisca di avere nel mio villaggio quello ricco ma antipatico.

Kingdom Come Deliverance From the Ashes

Infine, ci tengo a parlare del ridicolo sistema di gestione dei conflitti tra gli abitanti del borgo da noi governato. Anche qui, la libertà di movimento è minima. Qualsiasi sia il provvedimento da noi scelto (di solito tra tre opzioni che rispecchiano un diverso livello di severità) i concittadini lo accetteranno di buon grado, senza fare troppe storie e, a meno che voi non scegliate arbitrariamente di sabotare voi stessi e la vostra opera con imposizioni insensate, i risultati saranno uguali per tutti.

Ben diversa sarebbe stata la mia opinione su From the Ashes se i giocatori avessero potuto affrontare questa missione durante l’esperienza di gioco, magari subito dopo la sconfitta dei banditi che avevano occupato l’area di Pribyslavitz. In quel caso, la costruzione sarebbe andata di pari passo con il prosieguo dell’avventura e molti dei problemi da me riscontrati non sarebbero stati così determinanti. A quel punto però la ristrutturazione di Pribyslavitz sarebbe stata solo l’ennesima missione secondaria e non ci saremmo proprio posti il problema di valutarne la qualità. Del resto, parliamo di un contenuto venduto alla “modica” cifra di 10 euro, il triplo del prezzo di Hearthfire (Skyrim), per intenderci. Dove, è vero, dovevi solo costruire mattone dopo mattone la tua dimora, incluse decorazioni e postazioni di lavoro, ma almeno al termine dell’opera avevi una casa tua. Al completamento di From The Ashes mi ritrovo solo l’ennesimo letto dentro una stanza vuota, sebbene sia il letto del balivo.

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Alla luce di quanto detto, From the Ashes è proprio quel tipo di prodotto che giustifica l’opinione dei detrattori della categoria dei DLC: ha tutta l’impressione di essere un pezzo del gioco che è stato strappato all’opera principale solo per poter essere rivenduto separatamente. Il fatto che poi stiamo parlando di un titolo come Kingdom Come, rende tutto ancora più irritante. Probabilmente se From the Ashes avesse accompagnato un qualsiasi altro gioco il mio giudizio sarebbe stato meno severo; magari avrei elargito anche un voto in più. Ma come figlio di Kingdom Come mi sento di non avere pietà, perché se un’azienda di sviluppo ha la pazienza e la capacità di produrre quel livello di qualità, non può assolutamente permettersi di far uscire sul mercato un prodotto del genere. Il mercato è pieno di prodotti mediocri, non abbiamo bisogno di incrementarne il numero.

Author: GamesVillage.it

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Tecnologia

Surface Andromeda arriverà nel 2019

Di Filippo Vendrame
lunedì 16 luglio 2018

Surface Andromeda non è stato cancellato ed arriverà verso la fine del 2019.

Surface Andromeda

Microsoft non ha cancellato il Surface Andromeda come, invece, sembrava emergere dalle più recenti indiscrezioni. In realtà, secondo Thurrott, la casa di Redmond avrebbe solamente deciso di riportare il progetto alla fase di progettazione per migliorare ulteriormente sia il software che l’hardware. Questa scelta è dovuta essenzialmente al fatto che Microsoft vuole che questo prodotto sia perfetto e non presenti alcuna debolezza.

Il Surface Andromeda, infatti, sarà un prodotto di fascia premium della famiglia Surface e Microsoft vuole evitare flop commerciali che potrebbe indebolire l’interno brand dei suoi prodotti hardware. Proprio per questo, la casa di Redmond ha deciso di tornare alla fase di progettazione. Non è chiaro quali aspetti saranno effettivamente migliorati, tuttavia Microsoft si prenderà tutto il tempo necessario per migliorare questo prodotto che segnerebbe il suo rientro nel segmento dei dispositivi mobile.

Tuttavia, secondo la fonte, è lecito attendersi che il Surface Andomeda possa arrivare verso la fine del 2019. Sicuramente molti dettagli saranno affinati. Sul fonte software la casa di Redmond dovrà migliore la versione modulare di Windows 10 con la nuova interfaccia che avrebbe dovuto debuttare proprio su questo dispositivo. Contestualmente, Microsoft lavorerà per arricchire anche il parco di applicazioni destinate a questo dispositivo. Possibili sono anche alcune modifiche all’hardware sebbene dovrebbe rimanere l’impostazione a doppio schermo molto chiacchierata nel corso degli ultimi mesi.

La buona notizia, comunque, è che il Surface Andromeda si farà, sebbene ci vorrà ancora molto tempo per vederlo nei negozi. Se ne saprà, probabilmente, molto di più nel corso dei prossimi mesi.

Author: Gadgetblog.it

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HardwareSoftware

Può essere considerata fibra solo se FTTH o FTTB: ecco i nuovi simboli di AGCOM

Author: Le news di Hardware Upgrade

Le nuove direttive potrebbero lanciare una rivoluzione nel mercato della connettività internet in Italia. Stando ad un nuovo provvedimento approvato dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni gli operatori dello Stivale potranno utilizzare il termine fibra solo per indicare le offerte commerciali relative ad infrastrutture di rete in FTTH e FTTB. Insieme ai nuovi obblighi verranno rilasciati specifici simboli che segnaleranno in maniera semplificata il tipo di connessione offerta, impedendo quindi le dubbie licenze prese da molti degli operatori italiani nel recente passato.

Il nuovo provvedimento di AGCOM stabilisce che i provider internet “dovranno garantire, sia nei messaggi pubblicitari sia nelle comunicazioni commerciali e contrattuali, piena trasparenza nella presentazione delle infrastrutture fisiche sulle quali sono forniti i servizi”, si legge nella nota rilasciata dall’Autorità. “In particolare, gli operatori potranno usare il termine “fibra”, senza ulteriori precisazioni tecniche, solo se l’infrastruttura sottostante sia costituita esclusivamente da una rete di accesso in fibra, almeno nei collegamenti orizzontali fino all’edificio (FTTB) o fino all’unità immobiliare (FTTH)”.

Stretta quindi sulle connessioni in cui la fibra arriva solamente fino a nodi intermedi, come la FTTC che si sta diffondendo a macchia d’olio in Italia. Diversamente da FTTH e FTTB, che arrivano fino all’edificio, la FTTC solitamente si ferma all’armadio presente in strada, con la parte finale della connessione che viene realizzata con un comune cablaggio in rame. Neanche le connessioni in cui la fibra arriva solo alla Stazione Radio Base (FWA, Fixed Wireless Access) potranno essere definite in fibra. Per queste tipologie di connessioni l’AGCOM ha previsto l’obbligo di precisazioni.

Nel caso di FTTC il provider può indicare la propria offerta commerciale come “fibra su rete mista rame”, mentre nel caso in cui la parte finale della connessione sia wireless si potrà utilizzare la dicitura “fibra su rete mista radio”. La dicitura dovrà essere presentata “in termini di uguale leggibilità o udibilità” per tutta la parte del testo e, nel caso in cui nell’infrastruttura non sia presente alcun elemento in fibra ottica, non sarà possibile utilizzare il termine fibra all’interno della propria offerta commerciale. Ci sono anche altre novità in materia.

L’Autorità ha infatti stabilito che gli operatori dovranno fornire una descrizione più approfondita con dettagli sul tipo di tecnologia impiegato e sulle performance in termini di velocità di download, upload e latenza che ci si può attendere. Il tutto verrà accompagnato da simboli differenti, atti a semplificare l’individuazione delle caratteristiche della rete da parte dell’utente:

  • F, sottotitolata “fibra” e in colore verde, indicherà le infrastrutture con la fibra che arriva fino alla casa o all’edificio;
  • FR, sottotitolata “fibra mista rame” o “fibra mista radio” e in colore giallo, indicherà le infrastrutture con fibra solo fino a nodi intermedi capaci di consegnare alcuni dei benefici delle reti a banda ultralarga;
  • R, sottotitolata “rame” o “radio”, indicherà tutte le altre architetture di rete che non prevedono l’uso della fibra all’interno della rete d’accesso, o che non abilitano l’uso di servizi a banda ultra-larga.
Al momento i nuovi simboli sono utilizzati in fase sperimentale per un periodo compreso tra l’entrata in vigore del provvedimento fino al 31 dicembre 2018.