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Economia

CESI: termometro anche per il cross EUR USD

Il CESI (Citigroup Economic Surprise Index) è sempre un interessante strumento per tastare il polso dell’economia, ma soprattutto per vedere se le attese degli analisti sono confermate oppure no.Pensateci un attimo. Il mercato (teoricamente) dovrebbe scontare tutto, futuro compreso. Se quindi i dati in uscita NON sono in linea con le attese, è lecito attendersi dei “ribilanciamenti” e dei nuovi calcoli.Il CESI è uno strumento che diventa interessante proprio sotto questo aspetto. Misura lo scostamento tra i dati macroeconomici effettivi e quelli attesi dagli analisti.E dal CESI si possono capire anche tante cose.Prendiamo ad esempio il cross EUR USD.Quanto può aver influenzato la forza dell’Economia USA rispetto a quella europea negli ultimi mesi?Beh, sicuramente è contata non poco le mancate conferme rispetto alle attese dell’economia dell’Eurozona.Eccovi una mappa del CESI che riassume il tutto.

CESI: tutti contro tutti

Come vedete il CESI USA è rimasto sempre sopra lo zero mentre quello dell’Eurozona è addirittura arrivato a -100. Ma ecco che in questi ultimi giorni il cross EUR USD è ripreso quota a favore della moneta unica. E cosa notiamo sul CESI? Un indebolimento deciso del CESI USA (che tende a zero) e un miglioramento forte del CESI Eurozona, ancora sempre negativo ma meglio di qualche settimana fa.Molto bene anche il Giappone.Fateci un pensierino…

Grafico cross EUR USD by Tradingview

STAY TUNED!

Danilo DT

(Clicca qui per ulteriori dettagli)
Questo post non è da considerare come un’offerta o una sollecitazione all’acquisto. Informati presso il tuo consulente di fiducia.NB: Attenzione! Leggi il disclaimer (a scanso di equivoci!)

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CESI: termometro anche per il cross EUR USD, 10.0 out of 10 based on 1 rating Author: Finanza.com

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Energia

Biometano, investe anche Snam


Author: Giulio QualEnergia.it – Il portale dell'energia sostenibile che analizza mercati e scenari

Attraverso la controllata Snam4Mobility ha acquistato il 70% di IES Biogas, una delle principali aziende del biogas e del biometano in Italia. Alverà: “primo passo nell’energia rinnovabile, grande potenziale per sviluppare una filiera del biometano”.

Il gas rinnovabile interessa anche Snam.

Attraverso la controllata Snam4Mobility, infatti, la società ha acquistato, per un valore di circa 4 milioni di euro, il 70% di IES Biogas, una delle principali aziende italiane nella progettazione, realizzazione e gestione di impianti per la produzione di biogas e biometano con una quota di mercato superiore al 10%.

L’acquisizione …

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HardwareSoftware

Corso completo Udemy per Web Designer a 10,99 euro invece che 149,99 euro (-93%)

Author: Le news di Hardware Upgrade

Il web offre oggi una piattaforma di svago su cui passare il tempo libero ma, visto da un altro punto di vista, può essere un’ottima opportunità di guadagno e di crescita professionale. Quello informatico, e nello specifico dello sviluppo del web, è uno dei settori a più rapida espansione ed è un mercato in cui non è così difficile trovare una possibilità di impiego. Certo è che servono le abilità necessarie, e per apprenderle servono buoni mentori, un po’ di tempo libero e voglia di imparare. Decisamente importante nello sviluppo web è il ruolo del Web Designer, e il Corso Udemy Diventare Web Designer da zero può essere un ottimo inizio sia per chi mastica qualcosa dello sviluppo web, sia per chi ha bisogno di conoscere anche le basi. Per pochi giorni verrà proposto a 10,99€ invece di 149,99€ con un appetibile sconto del 93% rispetto al prezzo originale.

Cos’è un Web Designer? Spiegato in breve (nel corso il concetto sarà approfondito), è la figura professionale che sviluppa la parte front-end di un sito web e ne progetta l’esperienza d’uso. Il corso di Udemy si compone di 18 sezioni differenti in cui troviamo 171 lezioni di difficoltà progressivamente crescente, con cui diventare un professionista del web. Diventare Web Designer da zero è un corso completo, fra i best-seller della piattaforma, e si pone l’obiettivo di formare un “front end web developer per lo sviluppo di siti statici”. È naturalmente preferibile avere competenze informatiche di base (non si diventa sviluppatori web dal nulla!) ma non è fondamentale, perché il corso inizia dalle basi spiegando il ruolo del Web Designer accompagnando l’utente in tutte le fasi, partendo dalla scelta dei tool necessari per lo sviluppo, sino allo sviluppo vero e proprio.

Alla fine del corso lo studente sarà in grado di sviluppare da zero un sito web con interfaccia responsive, grazie non solo alla teoria appresa, ma anche agli esercizi pratici e ai video della durata complessiva di 33 ore che facilitano l’apprendimento. Il Corso vuole essere pratico, con l’invito ad usare i codici appresi non solo per lo svolgimento degli esercizi, ma anche e soprattutto per la creazione di qualcosa di creativo e personale, progetti nuovi con cui mettersi in gioco e saggiare le competenze apprese e la propria creatività. Il Corso è pensato per i neofiti, per chi non ha competenze ma conosce le basi del mondo informatico, ma anche per chi ha una competenza superficiale nello sviluppo web. Le lezioni seguono un filo logico e non sono slegate le une dalle altre: è quindi necessario seguire il Corso nella sua interezza per non trovarsi spaesati più avanti.

Lo studente di Diventare Web Designer da zero apprenderà diverse conoscenze, che riportiamo schematicamente di seguito:

  • HTML e CSS, in maniera graduale e via via più approfondita, imparando ad applicarne le regole in progetti pratici, reali e facilmente riproducibili;
  • I criteri su cui si basa il web design moderno, attento alla chiarezza comunicativa e alla riflessione continua su una buona esperienza dell’utente;
  • Le tecniche per il disegno responsivo delle interfacce web;
  • Bootstrap, il più noto e utilizzato framework per il responsive web design;
  • Le basi di jQuery, per l’animazione degli elementi delle pagine;
  • Gli strumenti reperibili in rete per costruire la “cassetta degli attrezzi” del web designer;
  • La gestione accurata e ottimizzata dei media più comuni per i vari progetti: immagini, audio, video;
  • Un metodo di lavoro sicuro, professionale e altamente competente per raggiungere facilmente gli obiettivi e produrre progetti web.

Diventare Web Designer da zero è un corso tenuto da Simona Tocci, che assisterà direttamente gli studenti nella sezione D&R all’interno della piattaforma. Esperta Web Designer e Web Developer, la formatrice ha sviluppato il suo metodo non solo per far esprimere gli studenti sul piano tecnico, ma anche e soprattutto su quello legato all’espressione creativa. Ha collaborato con l’Università di Firenze nella creazione di siti web per eventi e corsi e nello sviluppo di piattaforme per la formazione a distanza e fra le competenze vanta HTML, CSS e JS/jQuery, PHP con MySQL, Photoshop e Illustrator. Sulla piattaforma Udemy vanta un totale di 4.500 studenti, di cui 1832 hanno partecipato e partecipano al corso per Diventare Web Designer da zero.

Udemy non ha più bisogno di presentazioni nelle nostre pagine. È una piattaforma di studio con una community completa di studenti e istruttori leader nel settore e in rapida crescita. Offre un catalogo di lezioni variegato che comprende corsi che possono servire come sviluppo personale, per i propri hobby o anche con finalità professionali. Grazie alla piattaforma online gli studenti non hanno l’obbligo di recarsi fisicamente in una classe, e possono imparare ovunque e con qualsiasi dispositivo con tempistiche personali. Lo strumento di lavoro è il computer o lo smartphone, e una volta acquistato ogni corso si avrà accesso ai contenuti a vita. Attualmente sono oltre 20 milioni gli studenti che hanno partecipato ad un corso della piattaforma, con 20 mila istruttori che hanno insegnato argomenti estremamente variegati in 60 lingue differenti.

Udemy sarà inoltre sponsor di Campus Party (clicca qui per ulteriori dettagli), che si terrà a Milano (Rho Fiera), e sarà presente con uno stand per tutta la durata dell’evento dal 18 al 22 luglio: è un’opportunità per conoscere dal vivo il team ed avere ulteriori coupon sconto per i corsi. Venerdì 20, in mattinata, la docente Simona Tocci sarà presente allo stand per incontrare i suoi studenti e chiunque sia interessato all’argomento, inoltre Sabato 21 Luglio alle 14:00, il principale insegnante italiano di Udemy, Hidran Arias, terrà un talk dal titolo “E-learning: imparare ed insegnare a programmare sulla piattaforma Udemy.com”.

Ma torniamo al corso: Diventare Web Designer da zero viene proposto alla cifra di 10,99€ per i prossimi giorni, con uno sconto del 93% rispetto al costo originale, che è tipicamente di 149,99€. A questa cifra vengono offerti diversi benefit: accesso a vita al Corso, assistenza diretta, aggiornamenti e ampliamenti delle lezioni nel corso del tempo e accesso da dispositivo mobile. E, se non si fosse soddisfatti, si può anche chiedere il rimborso entro un mese dall’acquisto.

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Energia

Ecomafia 2018: cresce la lotta contro i reati ambientali

Author: stefania Rinnovabili

Ecomafia 2018
 

Legambiente presenta oggi a Roma il Rapporto Ecomafia 2018

(Rinnovabili.it) – La normativa sui reati ambientali introdotta nel 2015 nel codice penale sta dando i suoi frutti: nel 2017 il numero di arresti e inchieste nel campo dei delitti contro l’ambiente ha fatto registrare un picco unico nella storia italiana. A confermarlo sono i numeri del Rapporto Ecomafia 2018, il documento redatto da Legambiente che dal 1994 svolge attività di ricerca, analisi e denuncia del fenomeno in collaborazione con le forze dell’ordine, i magistrati e il Cresme.

Come spiega il presidente di Legambiente Stefano Ciafani, i numeri del rapporto Ecomafia 2018 mostrano i “passi da gigante fatti grazie alla nuova normativa“: in un anno sono stati effettuati 158 arresti per i delitti di inquinamento ambientale, disastro e omessa bonifica, con ben 614 procedimenti penali avviati, 538 ordinanze di custodia cautelare, 11.027 sequestri e 76 inchieste per traffico organizzato di rifiuti. Ed è proprio quest’ultimo il settore dove si registra il numero più alto di illeciti, in particolar modo con finte operazioni di trattamento e riciclo. Tra le tipologie di rifiuti predilette dai criminali svettano i fanghi industriali, le polveri di abbattimento fumi, i RAEE, i materiali plastici, gli scarti metallici (ferrosi e non), carta e cartone.

Non è una sorpresa che nelle quattro regioni a tradizionale insediamento mafioso sia stato verbalizzato il 44 per cento del totale nazionale di infrazioni. La Campania è la regione in cui si registra il maggior numero di reati ambientali (4.382 che rappresentano il 14,6% del totale nazionale), seguita dalla Sicilia (3.178), dalla Puglia (3.119), dalla Calabria (2.809) e dal Lazio (2.684).

L’aumentata attività di contrasto è però conseguenza anche dell’incremento degli illeciti ambientali in Italia, cresciuti del 18,6 per cento rispetto al 2016, con un fatturato complessivo di 14,1 miliardi di euro (+9,4%) a causa della lievitazione nel ciclo dei rifiuti, nelle filiere agroalimentari e nel racket animale. Per questo, aggiunge Ciafani, “servono anche altri interventi, urgenti, per dare risposte concrete ai problemi del paese. La lotta agli eco criminali deve essere una delle priorità inderogabili del governo, del parlamento e di ogni istituzione pubblica, così come delle organizzazioni sociali, economiche e politiche, dove ognuno deve fare la sua parte, responsabilmente”. 

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Tecnologia

Lotta alla povertà e calamità, ecco dove può spingersi l’AI

Author: Simone Cosimi Wired

ai1Ma tutta questa intelligenza artificiale ci servirà a risolvere davvero i problemi concreti (e gravi) del mondo? Oltre la salute, campo in cui il machine learning ha dimostrato di poterci aiutare da molti punti di vista, verso le sfide del pianeta? Se lo è domandato, in un breve ma stimolante paper, Kiri L. Wagsta, ricercatrice del mitico Jet Propulsion Laboratory del California Institute of Technology. In quel documento lamenta la distanza fra ricerca e realtà: “Molta della ricerca attuale sul machine learning ha perso la sua connessione con i problemi che toccano la più ampia comunità scientifica e umana – si legge nell’abstract – da questa prospettiva esistono lampanti limitazioni ai data set che utilizziamo, nelle metriche che impieghiamo per le valutazioni e al modo in cui questi risultati sono comunicati ai loro domini d’origine. Quali cambiamenti servono nel modo in cui conduciamo la ricerca per aumentare l’impatto del machine learning?”.

Tema davvero molto alto, legato all’epistemologia scientifica strettamente intesa e al modo in cui vengono condotti gli studi.

Eppure in molti hanno risposto a Wangsta sull’importante ruolo che l’intelligenza artificiale può avere nel supporto e anche nella soluzione di questioni molto distanti da quelle che solitamente sentiamo accostare al tema. Per esempio Christina Ortiz-Dixon su Now, un portale finanziato da Northrop Grumman: i temi nel mirino possono essere parecchi, dalla fame nel mondo alla povertà fino al soccorso d’emergenza.

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 In fondo quando si sente parlare di intelligenza artificiale quello delle risorse alimentari, per dire, non è il primo punto a saltare in mente. Eppure i dati sono quanto di più utile e fondamentale serva quasi sempre per occuparsi dei drammi internazionali.

I dati, dunque, e soprattutto il modo in cui vengono processati dimostrano di essere molto utili a chi lavora sul campo. Un esempio ne è l’iniziativa lanciata dalle Nazioni Unite insieme alla Banca Mondiale proprio sulla fame e la povertà. Attraverso programmi come AI for Good Global Summit l’Onu sta sviluppando strategie per capire l’AI possa dare una mano concreta al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile approvati nel 2015 e da ragigungere entro il 2030. La Banca Mondiale si sta invece lanciando ancora più in profondità stringendo un accordo con la Orbital Insight, una società di analisi geospaziale, per stabilire quali informazioni satellitari possano essere più utili a tracciare la povertà e in generale i trend socioeconomici globali. Pane per i denti di u’organizzazione come quella.

Una squadra del dipartimento di Scienze della terra all’università di Stanford, per fare un altro esempio, ha ideato una tecnica di mappatura della povertà che sfrutta proprio le immagini satellitari appropriate per catturare e misurare i livelli di luminosità di un certo villaggio o di un agglomerato e da lì capire in che condizioni versino certe aree in base alle differenze fra giorno e notte. Per esempio, se un villaggio è fortemente popolato durante il giorno ma di notte sprigiona meno luminosità di quanta se ne aspetterebbe e non si tratta di un’area rurale, allora quello può essere considerato un indicatore di povertà di nuovo genere. Reso possibile proprio dall’analisi delle informazioni in parte automatizzata. Nel complesso, infatti, raccogliere questo tipo di dati può rendere possibile tracciare con più chiarezza le zone povere e fornire le informazioni a gruppi umanitari, ong e agenzie governative per affrontare al meglio le sfide di specifiche regioni.

Il fronte degli smartphone e dell’uso dei dati che raccolgono è stato in parte già esplorato. Ma in questo caso l’intelligenza artificiale può contribuire ulteriormente. I ricercatori dal Data Science Institute e dal dipartimento di Informatica dell’Imperial College di Londra hanno ad esempio sviluppato un algoritmo in qualche modo “indovino”: può infatti analizzare i dati mobili degli utenti in una certa regione per prevederne il genere. Un corpus demografico utile in caso di disastri per tracciare e identificare le fasce d’utenza più vulnerabili come le donne con bambini piccoli e veicolare più rapidamente gli aiuti, specie in aree lontane dai centri o pericolose.

Sempre nelle crisi tornano molto utili tecnologie di mappatura che mescolano social network, email e messaggi per identificare e individuare le persone: si è visto che è possibile grazie all’Artificial Intelligence for Disaster Response, un sistema messo a punto dal Qatar Computing Research Institute. Raccoglie e classifica i tweet pubblicati nel corso di un evento e li dà in pasto agli algoritmi di machine learning in grado di sfornare mappe virtuali che raccontano gli eventi in tempo pressoché reale.

La stessa Northrop Grumman ha fornito aiuti simili, per esempio nel 2013 nel corso del tifone Haiyan nelle Filippine, sfruttando i dati raccolti tramite immagini dettagliatissime e guidando i soccorsi verso i sopravvissuti. Prima l’aveva fatto ad Haiti, nel 2010, o a Fukushima, in Giappone, nel 2011. In generale, l’AI potrà continuare a essere utilizzata per scopi molto diversi: “Nelle aree a basso reddito, l’agricoltura e la salute sono due ecosistemi critici ai quali possiamo applicare fin da ora l’intelligenza artificiale” ha spiegato Jack Hidary, senior advisr di XLabs e imprenditore, al britannico Telegraph. All’evolversi dell’AI cambieranno e aumenteranno insomma anche i campi, gli ambiti e le soluzioni ai quali applicarla. Anche quelli che, oggi, sembrerebbero più trascurati.

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