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Fear, lack of trust and giving up are roadblocks to success.


Perseverance is the key to success.

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Pc Games

L’attore Nathan Fillion potrebbe aver lanciato un indizio sul film di Uncharted

L’attore Nathan Fillion ha postato su Instagram una serie di immagini che potrebbe avere a che fare con il film di Uncharted, progetto in cui sembra l’attore sia coinvolto. La prima immagine espone una citazione di Sir Francis Drake“Sic Parvis Magna”, frase che Nathan Drake ha incisa sul suo anello. La frase in questione è stata usata come didascalia per un’immagine che ritrae il rapper Drake, il cui nome non ci dice niente di particolare.

La seconda immagine sembra una foto della scrivania di un cartografo: mappe, taccuini, una lente d’ingrandimento. La didascalia della seconda immagine presenta anche una data: il 16 luglio. Data in cui cade il Comic-con di San Diego, a cui a questo punto si sospetta l’attore partecipi.

Author: GamesVillage.it

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Tecnologia

5 dei personaggi più memorabili interpretati da Sasha Baron Cohen

Author: Paolo Armelli Wired

Da Ali G a Borat passando per Brüno, il comico inglese ha incarnato diverse figure irriverenti e ora ci riprova con un misterioso show sulla politica americana

Il suo nuovo show deve ancora debuttare ed è in effetti circondato dal mistero, ma certo è che già sono partite le polemiche: Who is America?, la nuova finta docuserie del controverso comico Sasha Baron Cohen partirà infatti il 15 luglio sul canale americano Showtime, ma già personaggi politici come Sarah Palin e Roy Moore, ex candidato governatore dell’Alabama ritiratosi per numerosi scandali, minacciano querele sostenendo di essere stati raggirati. In effetti il nuovo programma di Baron Cohen fa intendere che siano molti gli esponenti soprattutto repubblicani che gli hanno rilasciato interviste senza essere consapevoli di venire presi in giro. Lo stesso Dick Cheney nel teaser firma un “waterboard kit“, non pensando minimamente ai riferimenti a Guantanamo.

Baron Cohen non è certamente nuovo agli scandali. Ancora prima che Trump lo invitasse caldamente ad andare a scuola per imparare a fare il comico, l’attore inglese si è attirato le ire di praticamente chiunque: le sue battute salaci hanno infastidito il governo del Kazakistan, varie comunità ebraiche, gli omosessuali, le persone di colore, i disabili e tutti coloro che a vario titolo sono stati vittime delle sue irriverenti bordate.

Avendo come mito Peter Sellers, ha fatto del trasformismo e del camuffare aspetto e voce un cavallo di battaglia, di volta in volta creando personaggi che hanno suscitato ire funeste ma anche matte risate, senza considerare il fondo di distillatissima critica sociale.

1. Ali G

Difficile parlare della carriera di Baron Cohen senza parlare di una delle sue prime e più famose incarnazioni, quella del rapper coatto Ali G (tanto che per molti anni era conosciuto proprio con questo nome d’arte).

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Proveniente dalla zona west del Surrey, estrema periferia di Londra, è il prototipo del rozzo di strada, fattone e quasi analfabeta, con una visione piuttosto grezza e stereotipica del mondo, che però vuole affermarsi come una persona di successo appunto tramite il suo sgangherato stile musicale. Andando più in profondità nel personaggio, appare anche come una satira dei bianchi privilegiati che si appropriano della cultura black come uno status symbol.

Introdotto nel 1998, il personaggio di Ali G ebbe un successo immediato e straordinario, tanto da guadagnarsi del proprio show da solista Da Ali G Show, esportato in America sulla Hbo e premiato con Bafta e Golden Globe, e poi nel film del 2002 Ali G Indahouse, in cui si immagina di essere eletto al Parlamento inglese. Ma la popolarità del personaggio fu ulteriormente favorita dalla sua apparizione nel videoclip del 2000 Music di Madonna, in cui interpretava uno sboccato autista di limousine.

2. Borat Sagdiyev

Borat – Studio culturale sull’America a beneficio della gloriosa nazione del Kazakistan è il titolo del secondo film di Baron Cohen che, nel 2016, gli permette di mettere a frutto un altro dei suoi personaggi più controversi: il giornalista kazako Borat Sagdiyev. Il reporter, ricordato soprattutto per il suo striminzito costume verde acido, viene spedito dal Kazakistan, nazione ritratta come esageratamente arretrata e promiscuo, negli Stati Uniti per girare un documentario sulla cultura locale: il film funziona come un mockumentary, nel senso che è costituito per la maggior parte di sketch in cui Borat interagisce con ignari americani che lo pensano veramente uno sprovveduto straniero.

Il ritratto che ne emerge, sia del personaggio che dell’intera nazione americana, è urticante: Borat è un miscuglio imbarazzante di sciovinismo, antisemitismo, omofobia, maschilismo, ma anche gli Stati Uniti, soprattutto quelli più profondi, fanno la figura di un paese con mille complessità e arretratezze. Ma ad arrabbiarsi maggiormente furono lo stesso Kazakistan e anche molti paesi arabi, nella maggior parte dei quali il film fu bandito. Nel 2007, poco prima di ritirare il personaggio definitivamente, questo non impedì a Baron Cohen di pubblicare una doppia irriverente guida turistica.

3. Brüno Gehard

Anche se il film omonimo uscì solo nel 2009, il giornalista di moda austriaco e sopra le righe Brüno Gehard fu uno dei primissimi personaggi inventati da Baron Cohen, e protagonista di alcuni degli sketch più memorabili dello stesso Da Ali G Show. Prendendo di mira la vacuità del mondo della moda e gli stereotipi di un certo tipo di cultura clubbing e omosessuale, il personaggio di Brüno giocava sulla sensibilità e sul moralismo delle persone che intervistava, inserendo continuamente sfacciate allusioni sessuali o giocando sulla propria nazionalità austriaca per fare pesanti riferimenti al nazismo (per far giudicare un abito, uno stile o un tema ai suoi intervistati, li faceva rispondere “Teniamoli nel ghetto” per dimostrare apprezzamento o “Treno per Auschwitz” in caso di bocciatura).

Per il lancio del film, Baron Cohen organizzò diversi stunt mirati ad aumentare il buzz sull’uscita: irruppe ad esempio sulla passerella di un paio di sfilate durante le settimane della moda di Parigi e Milano, e durante un Mtv Video Music Awards, vestito da angelo, atterrò coi propri genitali sulla faccia di Eminem, che lasciò lo show indignato (salvo capire poi che era tutto organizzato). Anche qui le reazioni indignate non si fecero attendere, soprattutto da parte della comunità lgbt+, infuriata per la perpetrazione di stereotipi quali la superficialità e l’ipersessualizzazione.

4. Hafez Aladeen

Mandati in pensione i suoi personaggi storici, Baron Cohen decide di dedicarsi alla più pura satira politica inventando la figura dell’ammiraglio generale Hafez Aladeen nel film del 2012 Il dittatore. Da anni Aladeen opprime “amorevolmente” il paese africano fittizio di Wadiya impendendo qualsiasi forma di vita democratica; invitato però a New York per partecipare a una seduta dell’Onu, l’ammiraglio generale viene rapito e finisce in mezzo a un piano organizzato dallo zio per sostituirlo con un sosia mentalmente ritardato che accetterebbe di favorire il processo di democratizzazione del paese.

Liberamente ispirato dal fantastico romanzo Zabibah e il re di Saddam Hussein e dedicato alla memoria di Kim Jong-Il, morto nel 2011, il film riprende i temi della paura dello straniero, dell’ossessione del terrorismo, dei pregiudizi nei confronti di africani e musulmani ma soprattutto propone anche uno spaccato sull’assurdità della tesissima situazione geopolitica di quegli anni. Una scena poi tagliata vedeva citato anche un Presidente del consiglio italiano particolarmente incline alle grazie femminili. Per citare  un esempio dell’irriverenza utilizzata anche nel marketing legato alla pellicola, molte persone di Washington ricevettero per posta un (finto) invito alla première del film da parte del presidente Mugabe.

5. Nobby Butcher

Nel 2016 uscì il quinto film di Baron Cohen, Grimbsy, anche se non ebbe l’acume né il successo dei suoi titoli precedenti. Qui interpreta Nobby Butcher, un hooligan dalla vita piuttosto degradata, che vive coi suoi 11 figli nella città portuale di Grimsby, e non vede il fratello Sebastian, diventato nel frattempo una spia dell’MI6, da 28 anni. Ovviamente l’occasione del ricongiungimento scatenerà una serie di vicissitudini che includono svariate assurdità, fra cui Daniel Radcliffe (l’attore di Harry Potter) che contrae accidentalmente l’hiv.

Nonostante un cast di tutto rispetto, che annovera nomi come Penelope Cruz, Rebel Wilson e Isla Fisher, la pellicola è veramente un susseguirsi di assurdità peraltro svuotate da un certo fondo satirico e politico che aveva invece caratterizzato le precedenti fatiche del comico.

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Carmen Martínez-Bordiú: “Tanta presión hace que este país sea insufrible”

Author: RSS de noticias de

¿Que el gobierno de Pedro Sánchez quiere quitarle su ducado de Franco? Le da absolutamente igual. Carmen Martínez-Bordiú sabe que esto, que considera más una estrategia propagandística que otra cosa, es imposible. Por si el señor Sánchez no lo sabe, su entorno explica a Corazón los motivos por los que ella seguirá teniéndo ese título nobiliario -y usándolo-, se pongan como se pongan. El ducado de Franco fue entregado por el Rey Juan Carlos, directamente, a su madre, Carmen Franco. Así que, solo podría ser retirado por la Casa Real. Dudamos que vaya a suceder. Pero aún en última instancia, ella seguiría usándolo.

Por si el lector no lo sabe, siempre y cuando no exista un ducado o condado en uso y legalmente aceptado, se puede hacer uso de él. Así que, igual que la Bordiú seguirá siendo duquesa, invitamos al lector a que, a partir de su apellido, se cuelgue un título nobiliario y rete al Gobierno a quitárselo.

Bromas aparte, lo que no le hace ni pizca de gracia a Carmen es la campaña de acoso, derribo y persecución a la que está asistiendo. Así que, no le ha quedado más remedio que poner tierra de por medio. Tal y como adelantó Beatriz Cortázar en ‘El programa de Ana Rosa’ el pasado jueves 5 de julio, Martínez-Bordiú se marcha de España.

Ahora, Martínez-Bordiú habla de nuevo y le explica a nuestro colaborador Saúl Ortiz que “Tanta presión hace que este país sea insufrible“, por ello ha decidido poner tierra de por medio y buscar una nueva vida lejos de nuestras fronteras.

Puedes leer el artículo completo en la edición impresa de la revista ‘Corazón’, a la venta en Madrid y Barcelona desde este viernes, el fin de semana con los diarios de Vocento y, desde el lunes, en todos los quioscos de España.

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HardwareSoftware

Attivato il nuovo PoP del MIX presso il Global Cloud Data Center Aruba di Bergamo

Author: IlSoftware.it

Il MIX (Milan Internet eXchange) è il più importante punto di interscambio tra Internet Service Provider (ISP) in Italia. È situato a Milano, in via Caldera, e interconnette operatori nazionali ed internazionali.
Ogni giorno il MIX gestisce una mole immensa di traffico dati e a fine maggio scorso è stato raggiunto il picco storico di traffico, pari a 580 Gbps (Gigabit per secondo).
Chiunque può verificare, ogni giorno, quanti dati vengono mossi consultando i grafici MRTG aggiornati in tempo reale.

Che cos’è un Internet eXchange (IXP)

Un IXP è una struttura che interconnette reti di operatori diversi (Autonomous System, AS).
Secondo la definizione ufficiale comunemente accettata all’interno dell’ Associazione Europea degli Internet Exchange (EURO-IX), “il numero di AS connessi deve essere almeno pari a tre e devono esistere politiche chiare ed aperte che consentano la partecipazione di nuovi AS“.
Lo scambio di traffico – il cosiddetto peering – viene realizzato in seno al MIX, così come in qualunque altro IXP al mondo, di solito mediante VLAN condivise da tutti gli ISP collegati (peering pubblico) o su VLAN dedicate allo scambio di traffico tra coppie di ISP (peering privato).

Stabilendosi presso un IXP, gli ISP possono usare un unico flusso geografico (circuito fisico) per interconnettersi con molteplici reti di altri operatori (AS).Come spiega il MIX “oltre agli evidenti benefici economici e gestionali, la connessione diretta tra gli operatori tramite un IXP diminuisce la distanza tra le reti e ha quindi, come effetto, l’offerta di un servizio migliore all’utenza Internet“.

Attivato il nuovo PoP del MIX presso il Global Cloud Data Center Aruba di Bergamo

Un PoP del MIX nel datacenter di Aruba

Il MIX e il provider di telecomunicazioni Aruba hanno annunciato un’importante novità: presso il Global Cloud Data Center di Aruba, costruito a Ponte San Pietro (Bergamo), il più grande data center campus d’Italia, è stato appena stabilito un punto di presenza (PoP) che permetterà l’aggiunta di nuove interconnessioni – il cosiddetto peering tra le reti, come visto in precedenza – grazie ad apparati collegati a Milano in doppia via in fibra così da facilitare lo scambio di traffico con numerosi altri operatori nazionali ed internazionali.
I clienti Aruba, gli operatori di telecomunicazioni e tutti gli interessati potranno scambiare traffico localmente e con gli operatori del MIX di Milano direttamente dal data center di Ponte San Pietro e al contempo il MIX amplierà le sue potenzialità come nodo di interconnessione.

La collaborazione tra MIX e Aruba viene considerata strategica per lo sviluppo dell’Internet italiano ed europeo inquadrano il Global Cloud Data Center dell’azienda nata ad Arezzo in posizione sempre più centrale rispetto agli hub globali di Amsterdam, Londra e Francoforte.

Joy Marino, presidente del MIX sin dal 1999, ha commentato che grazie a questo importante accordo il gap infrastrutturale con gli altri Paesi europei si sta finalmente colmando. Inoltre, la nuova accelerazione nella strategia di sviluppo del punto di interscambio nell’intera area lombarda è particolarmente apprezzato perché ha permesso di superare i confini del complesso di Milano Caldera.