Categorie
HardwareSoftware

I ricercatori del MIT presentano un robot che si muove senza visione artifiiciale

Author: IlSoftware.it

I passi in avanti che il mercato della robotica ha compiuto nel corso degli ultimi anni lasciano davvero di stucco e hanno aperto un confronto a più livelli sul rapporto tra uomo e macchina e sull’impatto derivante dall’adozione dei robot nella catena produttiva e in molteplici attività quotidiane: Bill Gates propone di tassare i robot per creare posti di lavoro.

Boston Dynamics è una delle aziende, prima di proprietà di Google e ora nel portafoglio di SoftBank – colosso giapponese delle telecomunicazioni che ha acquisito niente meno che Arm -, che ha mostrato al mondo alcune tra i migliori prototipi: Il robot Atlas di Boston Dynamics vanta anche abilità di ginnasta.

I ricercatori del MIT presentano un robot che si muove senza visione artifiiciale

Adesso i ricercatori del MIT (Massachusetts Institute of Technology) hanno presentato un robot capace di muoversi senza “vedere”. O meglio, senza utilizzare videocamere e strumenti di visione visione artificiale.
I robot sino ad oggi realizzati di norma sfruttano un insieme di videocamere che permettono di costruire una riproduzione tridimensionale dell’ambiente circostante e disporre i movimenti di conseguenza.
Il Cheetah 3 sviluppato presso i laboratori di ricerca del MIT è invece in grado di spostarsi autonomamente scegliendo sempre la direzione migliore.Il funzionamento del nuovo prototipo si basa su due algoritmi: il primo sfrutta i dati provenienti dagli accelerometri e i giroscopi, installati all’interno della “scocca” del robot, combinandoli con le informazioni derivate dalla posizione dei punti di giunzione delle gambe. In questo modo il robot può stimare le probabilità di urtare qualche oggetto e determinare in che modo deve muoversi per superare l’ostacolo.
Il secondo algoritmo effettua una stima della posizione del robot in modo che esso possa reagire velocemente alle varie situazioni.

Categorie
HardwareSoftware

Honor Note 10 sarà molto grande ma potrebbe avere una batteria da 6.000 mAh

Author: Le news di Hardware Upgrade

In arrivo un nuovo smartphone da parte di Honor che sembra poter battere molti record in casa soprattutto per quanto concerne la batteria. Parliamo delle indiscrezioni riguardanti il nuovo Honor Note 10 che dalla Rete è apparso in alcune immagini le quali hanno anche permesso di conoscere specifiche tecniche che con ogni probabilità lo smartphone potrà avere.

Al momento il nome con cui viene identificato è “Ravel” e le immagini mostrano un prodotto decisamente importante per quanto concerne le dimensioni. Sì, perché il suo display risulta particolarmente ampio con una diagonale da addirittura 6,9 pollici, form factor 18:9 e risoluzione 2K con pannello AMOLED. Un device che può dunque tranquillamente essere considerato come un phablet per queste sue dimensioni che però permettono all’azienda cinese di porre al suo interno addirittura una batteria da ben 6.000 mAh che garantirà agli utenti, si spera, valori decisamente elevati di autonomia.

A livello estetico il device sembra possedere un corpo completamente in alluminio con una colorazione dorata ed una doppia fotocamera al posteriore da 16MPx, stando alle indiscrezioni, con supporto anche all’Intelligenza Artificiale. Per il resto il comparto tecnico prevede un processore da vero top di gamma pienamente conosciuto come il Kirin 970 affiancato da 6GB di RAM e da uno storage interno da 128GB che permetteranno all’utente di archiviare tanti contenuti multimediali. Non solo perché il nuovo Honor Note 10 dovrebbe anche possedere la nuova tecnologia GPU Turbo capace di potenziare lo smartphone riducendo i consumi.

In ogni caso, Honor Note 10 sembra essere destinato ad una presentazione già per questo mese di Luglio. Occorrerà comunque verificare se l’azienda cinese sarà intenzionata o meno a commercializzare il nuovo phablet anche in Europa e, in caso affermativo, a quali cifre in Italia.

Categorie
HardwareSoftware

Itty bitty: siti web senza un server? Incredibile ma vero

Author: Lorenzo Renzetti Tom's Hardware

Nicholas Jitkoff, ex designer di Google e attualmente vicepresidente del ramo design di Dropbox, ha creato un fantastico strumento web denominato Itty bitty. Si tratta di un tool che permette a chiunque di creare dei micrositi, ovvero dei siti con poche pagine web al suo interno, in assenza di hosting, quindi senza senza un server “a monte”. E’ accessibile da browser collegandosi all’indirizzo itty.bitty.site.

Grazie alla compressione dei dati, Itty bitty riesce a trasformare l’equivalente di una pagina A4 stampata in un sito che, in realtà, non è ospitato da nessuna parte. Il testo, i caratteri ASCII ed eventuali emoji vengono compressi in una URL (Uniform Resource Locator) e convertiti in una stringa di caratteri.

itty bitty test

Questo, fa sì che funzionino come dei normali link. La parte di dati viene archiviata alla fine del collegamento e comprende tutto ciò che appare dopo il simbolo #. La sicurezza, secondo lo sviluppatore, è garantita dal funzionamento del browser web, che, solitamente, non invia il frammento di URL sensibile a un server.

Le pagine web che si possono convertire hanno dei limiti in byte a seconda della piattaforma e del metodo tramite i quali si condividono. Ad esempio, per condividere un sito Itty bitty sotto forma di codice QR, si dovrà rispettare il limite di 2610 byte.

Il principio che è alla base di Itty Bitty risiede nell’algoritmo Lempel-Ziv-Markov chain (LZMA). Grazie ad esso, le pagine web HTML esistono sotto forma di URL compresse.

Lo sviluppatore sostiene che il meccanismo con cui funziona Itty Bitty potrebbe essere utile a qualsiasi sito web per ridurre la dimensione delle pagine HTML. Abbiamo creato anche noi un URL compresso per provare Itty bitty. Cliccando qui è possibile vedere il nostro test.

Categorie
Energia

La prima asta eolica della Grecia abbassa i prezzi dell’onshore

Author: stefania Rinnovabili

asta eolica della Grecia

(Foto di WindEurope)

WindEurope plaude i risultati della prima asta eolica della Grecia

(Rinnovabili.it) – Anche Atene è passata al meccanismo delle gare al ribasso per assegnare la nuova potenza verde. E la prima asta eolica della Grecia ha rivelato fin da subito di aver centrato l’obiettivo: è stato assegnato tutto il contingente in gara, ottenendo una sovraofferta e  una decisa diminuzione dei prezzi rispetto quello fissato dalle autorità. Ad annunciarlo è WindEurope, che commenta oggi con soddisfazione quanto riportato lo scorso mercoledì l‘autorità di regolamentazione greca per l’energia RAE. “Fa piacere vedere che anche la Grecia ha implementato un sistema di aste”, commenta il direttore delle politiche di WindEurope, Pierre Tardieu. “I prezzi per l’eolico sono inferiori alle attese, il che dimostra che l’industria sta riacquistando fiducia nel mercato greco e anticipa le riduzioni dei costi a breve termine per quando questi progetti raggiungeranno l’appalto finanziario. E mostra anche come il vento possa svolgere un ruolo significativo nella decarbonizzazione del sistema energetico nazionale”.

>>Leggi anche Grazie alle batterie, eolico e fv produrranno metà dell’energia 2050<<

Nel dettaglio la prima asta eolica della Grecia ha assegnato sette progetti on shore per una capacità totale di 171 MW. La fascia di prezzo delle offerte vincenti era compresa tra 68 e 72 euro per MWh, con una media di 69,53 euro / MWh“Ma la Grecia non c’è ancora. L’eolico può essere ancora più economico e il Paese può beneficiare in misura maggiore dei recenti progressi tecnologici”, spiega Tardieu. “Per questo, è necessario apportare miglioramenti per ridurre i rischi e i costi del capitale. Chiediamo al governo greco di includere impegni ambiziosi sull’eolico – onshore e offshore – nel suo piano nazionale sull’energia e sul clima che dovrà presentare entro la fine del 2019”. 

In realtà le aste al ribasso sono state tre, coinvolgendo oltre all’eolico a terra, anche i grandi impianti di fotovoltaico: P ≤ 1MW (categoria I) e 1 MW <P ≤ 20 MW (categoria II). Nel primo caso in ballo c’era una potenza di 53,52 MW con un prezzo iniziale di 85 euro per MWh e l’offerta media è stata di 78,42 euro per MWh. Nella seconda categoria è stata messa in gara una potenza dichiarata di 53,4 MW con un prezzo iniziale di 80 euro a MWh: il prezzo medio delle 280 offerte presentate è stato  63,81 euro/ MWh.

>>Leggi anche Eolico e tutela della biodiversità: esiste un compromesso<<

Categorie
Tecnologia

È arrivato il momento di un iPhone dual sim

Author: Antonio Dini Wired

È arrivato il momento di un iPhone dual sim – Wired

Molti telefoni Android hanno la seconda sim, l’iPhone no. Sarebbe meglio se Apple si decidesse a metterla nel prossimo iPhone