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Cos’è WebAssembly e perché è stato abbracciato da tutti i browser web

Author: IlSoftware.it

Cos'è WebAssembly e perché è stato abbracciato da tutti i browser web

Tutti i principali sviluppatori di browser hanno annunciato di aver completato il supporto di WebAssembly, linguaggio che permette di eseguire applicazioni web in maniera quasi nativa grazie al bytecode creato a partire da JavaScript, C, C++ e Rust.

In appena due anni di lavoro, tutti i principali browser web supportano lo standard WebAssembly. A giugno 2015 eravamo stati tra i primi a parlarne () e oggi, dopo l’annunciata compatibilità in Google Chrome, Mozilla Firefox, Chromium, Opera e Vivaldi, è la volta anche di Apple Safari (versione 11) e Microsoft Edge (EdgeHTML 16), nella versione distribuita insieme con Windows 10 Fall Creators Update.

Cos'è WebAssembly e perché è stato abbracciato da tutti i browser web

Cos’è WebAssembly e perché i produttori di browser sono corsi a supportarlo?

WebAssembly (abbreviato, WASM) è un linguaggio a basso livello che supporta l’esecuzione di script lato client, JavaScript in primis. Offre la possibilità di scrivere codice non soltanto in JavaScript ma anche utilizzando sintassi C, C++ e Rust che viene successivamente compilato a passato al browser.
Applicazioni e giochi sviluppati in WebAssembly possono funzionare in maniera “quasi nativa” superando le limitazioni tecniche storicamente imposte da qualunque browser.
Rispetto al tradizionale parsing del codice JavaScript, la possibilità per i browser di eseguire direttamente WebAssembly da un lato permetterà di sviluppare applicazioni web sempre più ricche che lavorando come software desktop, dall’altro darà modo agli sviluppatori di realizzare codice sempre più performante.La messa a punto di WebAssembly è stata voluta da Google, Microsoft, Mozilla ed Apple hanno deciso di collaborare per la realizzazione di un linguaggio intermedio che consente di velocizzare anche di 20 volte le applicazioni web più complesse aprendo la porta a utilizzi come la gestione dei flussi video, rendering 3D, strumenti avanzati per l’editing grafico e multimediale, la visualizzazione di dati per indagini scientifiche e così via.
Quest’adozione “senza se e senza ma” di WebAssembly sta già decretando il suo successo: il linguaggio è utilizzato per molti giochi su Facebook così come nei motori per i videogiochi Unity e Epic.

Purtroppo anche i malware writer hanno subito colto la potenza di WebAssembly che è stato recentemente utilizzato per realizzare miner di crittomonete da eseguire su browser (Coinhive e CryptoLoot sono un paio di esempi: Miner di crittomonete inserito nel codice JavaScript per l’approvazione dei cookie).

A marzo di quest’anno alcuni ingegneri di Mozilla avevano realizzato un video che riassume le principali funzionalità di WebAssembly e ne descrive nel dettaglio il funzionamento. Lo ripubblichiamo di seguito.

Sul sito ufficiale di WebAssembly è possibile trovare maggiori informazioni e la documentazione completa.

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Energia

Disinvestire dai fossili, le assicurazioni iniziano a dire basta al carbone


Author: redazione QualEnergia.it – Il portale dell’energia sostenibile che analizza mercati e scenari

Secondo un rapporto della campagna Unfriend Coal, alcune grandi società assicurative stanno iniziando a ridurre la loro esposizione al rischio nelle fonti energetiche “sporche”. Numeri e tendenze. Come la responsabilità sociale e ambientale può guidare le scelte dei colossi finanziari.

Le grandi società assicurative temono sempre di più i rischi associati alle attività delle industrie più inquinanti, al punto di allentare i legami finanziari con il settore fossile più “sporco”, quello del carbone.

Secondo un rapporto curato da varie associazioni ambientaliste, Insuring Coal no More (allegato in basso), una quindicina di compagnie, soprattutto europee, ha iniziato a disinvestire, in tutto o in parte, dalla fonte energetica che emette la quantità maggiore di CO2 nell’atmosfera (vedi anche QualEnergia.it).

La buona notizia è che ai pionieri del disinvestimento fossile – Axa è stata la prima società ad annunciare, nel 2015, la riduzione dei fondi destinati al carbone – si stanno aggiungendo altri nomi, ad esempio Zurich, che nei giorni scorsi ha dichiarato che le assicurazioni possono facilitare la transizione verso un futuro a basse emissioni di gas-serra.

In particolare, evidenzia una nota del settimo gruppo assicurativo mondiale, Zurich intende applicare i suoi valori di responsabilità sociale e ambientale (ESG, environmental, social and governance) al comparto minerario, smettendo di assicurare nuovi progetti per l’estrazione di carbone e di fornire servizi di risk management alle utility che producono oltre metà dell’energia con questa risorsa fossile.

Zurich, inoltre, venderà le quote delle aziende che derivano la maggior parte dei loro profitti dalle miniere di carbone, o dal suo utilizzo per la generazione elettrica.

La notizia meno buona è che il cammino del disinvestimento è ancora lunghissimo, perché la campagna Unfriend Coal stima che il mondo assicurativo, finora, sia “uscito” da azioni e obbligazioni fossili per un valore di circa 20 miliardi di $ , che però rappresenta una piccola parte dei beni complessivamente gestiti, come riassume lo schema sotto.

Le compagnie assicurative americane, in particolare, sono molto esposte sul fronte fossile, con decine di loro che in media hanno il 12% di bond sottoscritti con l’industria del carbone, sul totale delle rispettive obbligazioni. I miliardi investiti nei settori economici maggiormente responsabili dell’inquinamento globale, in definitiva, sono ancora troppi, evidenzia lo studio.

Tra l’altro, secondo i dati di CoalSwarm, le emissioni di CO2 degli impianti a carbone esistenti e in costruzione, da sole, sforeranno ampiamente il carbon budget fissato dagli ultimi accordi internazionali sul clima per limitare a 1,5-2 gradi l’aumento delle temperature terrestri, come chiarisce il grafico sotto.

Il punto, si legge nel documento, è che il mondo assicurativo ha un ruolo di primo piano nel guidare l’evoluzione economica e industriale del nostro Pianeta. Senza le coperture finanziarie garantite dai colossi bancari, infatti, sarebbe impossibile progettare e realizzare nuovi siti minerari e le centrali a carbone già operative andrebbero chiuse.

Così le associazioni della campagna Unfriend Coal, lo scorso giugno, hanno chiesto a 25 società di adottare una serie di provvedimenti entro i mesi successivi, volti sostanzialmente a rendere “non assicurabili” le attività e infrastrutture del carbone.

Le prime rilevazioni evidenziano che il carbon risk sta entrando nelle decisioni d’investimento dei principali assicuratori mondiali, sulla scia delle crescenti preoccupazioni per gli impatti negativi dei cambiamenti climatici su vari comparti industriali.

Ma non solo carbone, ma anche pozzi petroliferi, gasdotti, piattaforme offshore – che in pochi anni potrebbero diventare stranded asset (letteralmente: beni incagliati), non più remunerativi a causa delle restrizioni ambientali e della concorrenza delle tecnologie rinnovabili.

Insuring Coal no More (pdf)

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OnePlus 5T è ufficiale: display ”borderless” e nuova fotocamera. Caratteristiche, prezzo e disponibilità

Author: Le news di Hardware Upgrade

Il nuovo OnePlus 5T è finalmente ufficiale. Un nuovo device presentato dall’azienda cinese a distanza di soli 5 mesi dalla presentazione della precedente versione ossia OnePlus 5. L’azienda considera l’evoluzione dei display a tutto schermo come motivo per proporre ai suoi utenti una nuova generazione del proprio top di gamma e così in un evento mediatico di grande spessore in quel di New York ecco presentato il nuovo OnePlus 5T pronto a concorrere in tutto e per tutto con gli smartphone della concorrenza.

L’azienda ha dichiarato di lavorare costantemente per migliorare l’esperienza utente e migliorare continuamente i propri prodotti di generazione in generazione. Questo perché sa che gli utenti OnePlus sono tra i più perspicaci ma anche esperti di tecnologia nel mondo e devono avere un dispositivo sempre aggiornato con le tecnologie di ultima generazione. OnePlus 5T aggiunge dunque funzionalità, ottimizzazioni progettuali ma anche passi in avanti a livello hardware basati tutti sui feedback degli utenti e della comunità. Questo approccio ha guidato lo sviluppo del nuovo OnePlus 5T che l’azienda cinese dichiara il più completo e competitivo di sempre.

Il design si mantiene simile a quanto visto con la generazione precedente di OnePlus 5. Un corpo completamente in alluminio senza tagli in modo tale da permettere una migliore presa da parte degli utenti. Tre sono i rivestimenti che permettono di ottenere la colorazione Midnight Black del nuovo device di OnePlus applicati con uno spessore di soli 14 micron. Ogni OnePlus 5T è sottoposto a due trattamenti di sabbiatura capace di esaltare una lucentezza luminosa e sottile. Interessante anche la presenza di un livello anti-impronta capace di mantenere il dispositivo sempre pulito anche dopo l’utilizzo.

A livello tecnico il più importante cambiamento presente nel nuovo OnePlus 5T è senza dubbio il display. OnePlus 5T segna l’introduzione di un pannello AMOLED Full Optic con un rapporto di forma pari a 18: 9 capace chiaramente di ampliare l’esperienza di utilizzo pur mantenendo delle dimensioni non esagerate ed un rapporto dello schermo con il corpo dell’80,5%. Il pannello è da 6.01 pollici e per garantire il design frontale l’azienda ha deciso di spostare sul posteriore il sensore delle impronte digitali che rimane comunque veloce con uno sblocco di 0.2 secondi e soprattutto con un rivestimento in ceramica. Oltretutto OnePlus 5T aggiunge lo sblocco con il riconoscimento del viso alla moda del FaceID di Apple. 

Altro cambiamento importante arriva dalla fotocamera OnePlus 5T che possiede miglioramenti per quanto riguarda le condizioni di scarsa illuminazione OnePlus 5T dispone della stessa fotocamera principale di OnePlus 5, ma l’azienda ha sostituito il teleobiettivo con uno dotato una maggiore apertura focale da f /1.7. In questo caso dunque avremo una doppia cam da 20MP+16MP. In condizioni di scarsa illuminazione, sotto i 10 lux, OnePlus 5T otterrà un miglioramento delle immagini scattate, almeno da quanto ha fatto vedere OnePlus durante l’evento. Anche la nuova fotocamera secondaria OnePlus 5T è equipaggiata con la tecnologia Intelligent Pixel, implementata per la prima volta sulla cam frontale del OnePlus 3T. Per la fotocamera anteriore invece si è pensato ad un sensore da 16MP con apertura focale da f/2.0. Per quanto concerne i video la doppia fotocamera posteriore chiaramente permetterà di raggiungere registrazioni fino al 4K a 30 fps con Slow Motion a 720p. e 120fps.

 

Per quanto riguarda le altre specifiche tecniche il nuovo OnePlus 5T si mantiene praticamente identico a quanto visto con la generazione precedente e vede la presenza di un processore identico a quanto visto per OnePlus 5 ossia Qualcomm Snapdragon 835 accompagnato fino a ben 8GB di RAM. Un quantitativo che permetterà a OnePlus 5T di essere utilizzato anche in situazioni di estremo stress con un numero elevato di applicazioni in background.

OS (al lancio) Android 7.1.1 Nougat con OxygenOS
Processore

Qualcomm Snapdragon 835 clock a 2.45GHz

RAM 6 / 8 GB LPDDR4X
Display AMOLED 6.01″ Full HD+ (18:9) – 401 PPI
Risoluzione 2160×1080 px – Gorilla Glass 5
Storage (al lancio) 64 / 128 GB UFS 2.1
Fotocamera Posteriore

Dual Camera:
Principale 16MP (Sony IMX398 – f/1.7) EIS +
Secondaria 20MP (Sony IMX376 – f/1.7)
Video 4K UHD @30fps

Fotocamera Anteriore 16MP (Sony IMX 371 – f/2.0)
Extra

4G LTE Cat.12
NFC
Sensore impronte digitali posteriore

Porte USB Type-C 2.0 + jack da 3.5mm
Batteria 3.300 mAh + Ricarica rapida Dash Charge
Dimensioni 156.1 x 75 x 7.3 mm 
Peso 162 gr 

Batteria da 3.300 mAh che al solito presenta la ricarica veloce Dash Charge e dunque garantisce agli utenti di ricaricare in pochi minuti lo smartphone tenendo presente però la sicurezza in questa delicata fase per il device.

Per quanto riguarda invece il sistema operativo il nuovo OnePlus 5T vede la presenza della ormai conosciuta OxygenOS in questo caso riprogettata per perfezionare le funzionalità principali di Android con ottimizzazioni utili. Il risultato è un’esperienza migliorata che è esattamente simile a quella leggera di Android Stock ma personalizzabile. Le nuove funzionalità sono controllate dalla comunità attraverso il programma Beta di OxygenOS e sono state aggiunte dopo aver passato vari test di affidabilità da parte degli sviluppatori di OnePlus. Tantissime le nuove funzionalità introdotte dalle “Parallel Apps” ossia la possibilità di clonare le applicazioni come Facebook, Twitter o Skype ma anche una nuova “Gallery Map” e soprattutto un nuovo layout per la Home, nuovi pacchetti di icone ma anche nuova notification bar e molto altro ancora.

OnePlus 5T sarà disponibile in vendita dal prossimo 21 novembre in Italia. OnePlus 5T nella versione con 6GB di RAM e 64GB di storage sarà in vendita ad un prezzo di 499€ mentre OnePlus 5T con 8GB di RAM e 128GB di storage sarà in vendita ad un prezzo di 559€. Entrambi nella sola colorazione Midnight Black. Inoltre solo nella giornata del 21 novembre sarà disponibile presso SlamJam Pop-up store a Milano in Via Pasquale Paoli, 3.

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Energia

Centro Ricerche Eni per le Energie Rinnovabili e l’Ambiente di Novara

Author: stefania Rinnovabili

Centro Ricerche Eni per le Energie Rinnovabili e l’Ambiente di Novara

I progetti del Centro Ricerche Eni per le Energie Rinnovabili e l’Ambiente

Dalla prima produzione di nylon italiana al fotovoltaico organico d’ultima generazione sino alle fabbriche batteriche di bio-oli: all’Istituto Donegani si lavora da oltre settant’anni per costruire un futuro sostenibile. Era il 1921, infatti, quando l’imprenditore Guido Donegani e l’ingegnere Giacomo Fauser crearono la Società Elettrochimica novarese, ribattezzata solo vent’anni dopo in onore dello stesso Donegani. L’Istituto, oggi, ha acquisito un nuovo nome diventando il “Centro Ricerche Eni per le Energie Rinnovabili e l’Ambiente” e spostando la propria attenzione dai progetti tradizionali a quelli dedicati all’energia solare, ai biocombustibili e alle tecnologie dedicate alla protezione dell’ambiente.

Quello che non è cambiato nel tempo, invece, è stata la capacità del Centro di Ricerca di raggiungere prima di altri decisivi traguardi tecnologici, in diversi campi della chimica. Il settore dell’innovazione verde, per esempio, è uno di quegli ambiti sui cui la multinazionale ha investito ben 51 milioni di euro solo nel 2016.

Oggi il Centro Ricerche Eni per le Energie Rinnovabili e l’Ambiente lavorano circa 100 persone tra ricercatori, tecnici e staff, le cui competenze si estendono dalla modellistica molecolare, alle sintesi chimiche organiche e inorganiche, passando anche dal fitorisanamento e dalla produzione di nuovi materiali per le celle solari, alla conversione dei rifiuti in biofuel e, infine, dallo sviluppo di sistemi per il trattamento di acque di falda. L’elenco è lungo, ma un posto di primo piano lo hanno le attività di sfruttamento dell’energia solare e delle biomasse, ritenute da Eni le fonti rinnovabili con maggiori potenzialità di utilizzo sostenibile su larga scala, sia dal punto di vista ambientale che economico.

La ricerca solare, dal fotovoltaico in plastica ai pannelli LSC

Centro Ricerche EniCome dimostra la mole di brevetti registrati (ogni anno i ricercatori del Centro sono co-inventori di oltre la metà delle domande di brevetto complessive depositate da Eni), uno degli aspetti più qualificanti del Centro Ricerche Eni di Novara è l’importante breakthrough tecnologico conseguito ogni anno sul fronte solare.

Anche in questo caso la ricerca punta in diverse direzioni; questa differenziazione è resa possibile anche grazie al contributo di vari centri di ricerca pubblici italiani ed internazionali, come i Politecnici di Milano e Torino e il Massachusets Institute of Technology (MIT).

Accanto alla realizzazione di nuove celle fotovoltaiche basate su materiali organici e/o polimerici e di sistemi CSP/combinato per la produzione di energia elettrica, il Centro è impegnato a sviluppare i cosiddetti concentratori solari luminescenti (Luminescent Solar Concentrator – LSC). Si tratta di lastre di materiale trasparente dotate di coloranti fluorescenti, ossia di sostanze in grado di assorbire una parte della radiazione luminosa e di riemetterne una parte all’interno della lastra medesima. Sfruttando il fenomeno della “riflessione totale interna”, la radiazione è condotta fino ai sottili bordi della lastra dove viene concentrata su piccole celle solari che la trasformano in energia elettrica. A questo progetto è stato assegnato il premio Oscar Masi 2010 per l’innovazione industriale dall’Associazione Italiana per la Ricerca Industriale e il premio MIT-Technology Review-35 2013.

Il primo impianto dimostrativo basato su questa tecnologia, realizzato e installato presso la sede Eni R&M a Roma, in collaborazione con EniPower ed EniServizi, è una pensilina fotovoltaica in grado di produrre 500 Wp utilizzando 192 lastre fotovoltaiche colorate e trasparenti su 48 metri quadrati (tutta l’energia ottenuta è impiegata per la ricarica di biciclette elettriche). La speciale pensilina solare è utilizzata come “laboratorio a cielo aperto” per studiare il comportamento dei concentratori nel tempo e in varie condizioni di luce, al fine di aumentarne l’efficienza e la stabilità e di rendere i costi maggiormente competitivi.

Verso la terza generazione dei biocombustibili

Le attività del Centro, nell’ambito delle valorizzazione energetica delle biomasse, sono focalizzate invece sull’impiego di microrganismi  (lieviti, funghi, batteri e microalghe) per la produzione di biocarburanti di seconda e terza generazione e sull’individuazione di piante ad uso esclusivamente energetico (non-food), ad elevata produttività e coltivabili in aree non utilizzabili per le colture alimentari. I ricercatori Eni stanno lavorando anche sulla valorizzazione  dei rifiuti per uso energetico: si tratta di convertire tramite trattamento termo-chimico la frazione organica dei rifiuti solidi urbani e dei fanghi di depurazione in un bio-olio dalle caratteristiche simili a un greggio da petrolio e destinabile a raffinazione/upgrading in biocarburante. A questo progetto sono stati assegnati il Premio Nazionale per l’Innovazione 2011 – Premio dei Premi, assegnato dal Presidente della Repubblica, e il riconoscimento all’innovazione Eni 2011 nell’ambito del premio Eni Award, oltre al premio MIT-Technology Review-35 2014.

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Economia

AGGIORNAMENTO PREVISIONALE CICLICO SUL FTSEMIB – Analista Simone Rubessi

Author: Il Respiro del Grafico Finanza.com Blog Network Posts

Oggi riprendiamo ad analizzare il nostro futures Italiano. I prezzi hanno seguito fedelmente il Battleplan Biennale fusion, ad eccezione dell’ultimo periodo.

Pare che il primo Intermestrale stia durando di più, ancora presto per delineare qualche fusione di medio periodo.


In perfetta sincronia, anche l’indicatore di ciclo Annuale fusion sembra aver invertito, se così fosse il massimo dell’attuale Intermestrale sarebbe anche il massimo del ciclo Annuale e Biennale in corso.


Di seguito proponiamo la previsionale di lungo periodo, ci sembra tuttavia troppo improbabile la discesa prevista dall’algoritmo.


Attualmente il Battleplan del ciclo Intermestrale e l’indicatore di ciclo T+1 (marrone in basso) indicano un….OMISSIS….



Per info sul Percorso Tecnico Ciclico Predittivo, Analisi Visiva del Battleplan e utilizzo degli indicatori Ciclici
Ing. Francesco Filippi 349 466 18 24
[email protected]


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