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Economia

Forza Italia – Berlusconi: O cambia la Bce o dovremo uscire dall’Euro

Description: L’UNIONE EUROPEA E’ UNA DITTATURA.

Obiettivi di Economia Democratica:

1 – Difendere l’Articolo 4 della Costituzione Italiana

Tutto quello che dobbiamo avere è già stato scritto nell’articolo 4 della nostra geniale costituzione dai nostri geniali padri fondatori.”Articolo 4La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.”Quello che dobbiamo avere per ottenere realmente un’Economia Democratica è il rispetto dell’articolo 4, che è stato ignorato e pestato dai sostenitori del pensiero unico e della moneta unica.Lo Stato deve aumentare la spesa pubblica (e quindi è fondamentalmente democratico avere la sovranità monetaria cioè una propria moneta) al fine di creare un programma di lavoro garantito per assumere tutti i disoccupati italiani ad una cifra leggermente inferiore per lo stesso servizio nel settore privato e rilanciare così l’economia.

2 – Spiegare la teoria della moneta moderna

Bisogna fornire la gente dello strumento per combattere il Potere che si è instaurato con un regime finta democrazia e che adesso sta distruggendo il benessere del popolo europeo a vantaggio degli interessi di pochi singoli speculatori, facenti parti di club esclusivi come la Commissione Trilaterale e il Bilderberg Club. Qui Economia Democratica protegge la Verità, uno dei tre pilastri di Economia Democratica.

3 – Spiegare il più grande crimine

È importante fare conferenze dove si racconta la storia di come il potere autoritario finanziario dell’euro si è instaurato sotto il naso della gente distratta. Parlare solo di come salvare l’economia non stimola abbastanza l’azione della gente, ma la conoscenza storica rinvivisce gli animi, perché infuriati dell’inganno e assetati di giustizia. E la Giustizia è uno dei tre obiettivi di Economia Democratica.

4 – Fare informazione antiregime

Prendere informazioni mediatiche europeiste e pro-euro e smontarle regolarmente con dati oggettivi, magari facendo video su canali di informazione come Youtube.5 – Rimuovere il Pareggio di Bilancio dalla CostituzioneNel 2011 il regime finanziario dell’Unione Europea ha inserito attraverso il suo sicario economico Mario Monti l’articolo sul pareggio di bilancio, totalmente incostituzionale e antidemocratico.Economia Democratica si impegna a fare pressione affinché la costituzione sia epurata da queste corruzione del sistema autoritario eurocratico.

6 – Fare iniziative mediatiche

Colpire i media è importante per due motivi: farci conoscere come movimento d’opinione, e sensibilizzare la gente sul problema della mancanza di sovranità monetaria e di indipendenza del nostro Stato.

7 – Creare un forum gratuito al servizio di tutti gli attivisti

Il forum è la piattaforma essenziale del movimento, e può ospitare sezioni dedicate ad altre associazioni sovraniste, se esse lo vogliono. Questo potrebbe contribuire a creare un’unione fronte contro i sistemi autoritari, sia militari sia finanziari, e a favore di quelli democratici.

8 – Proteggere la sovranità e l’indipendenza della Repubblica, e combattere se queste vengono a mancare

Una Repubblica si basa su due principi fondamentali: la sovranità e l’indipendenza. Se una di queste due viene a mancare si perde il grado politico di Repubblica e si diventa una Colonia, di qualcun altro, che nel nostro caso attuale è l’Unione Europea. Democrazia Economia si propone di informare sulle scorrettezze legali e le incostituzionalità del progetto euro.

9 – Portare al livello di dibattito nazionale sui media l’uscita dell’Italia dall’euro

Questo è l’obiettivo più difficile da raggiungere in assoluto. Probabilmente ci vorrà molto tempo per ottenerlo ma se non lottiamo per ottenerlo non lo otterremo mai. Invece con Economia Democratica ce la faremo.

10 – Creare attivismo

Ultimo e non ultimo è l’attivismo, che dev’essere la linfa vitale dell’associazione, non un’alternativa alla via accademica. Perché la democrazia vuole che le decisioni le prenda il popolo, non le lobby degli intellettuali. Quindi Economia Democratica cerca di creare piccoli gruppi di attivisti in ogni località italiana.

Il simbolo:

La bandiera di Economia Democratica raffigura un alloro bianco stilizzato su sfondo color rosso che contiene al suo interno le lettere E e D, color bianco, tondeggianti a formare un cerchio, dove la linea centrale della E entra dentro la D, come un lucchetto. Il rosso rappresenza il popolo, perché da sempre è stato accostato al valore della Repubblica, mentre il blu a quello dell’Aristocrazia. L’alloro rappresenta la protezione del movimento dedicata all’Economia Democratica, simboleggiata da due lettere bianche al centro del simbolo.Recent news: L’Unione Europea è una dittatura e noi siamo qui per combatterla.

Collabora. Partecipa. Salvati.

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HardwareSoftware

Google to unlock Pixel’s “Visual Core” co-processor

Author: edfu777 [AT] hotmail [DOT] com (Nick Farrell) Fudzilla.com – Home


Speed things up by five times

Google is about to unlock the custom Intel “Visual Core” co-processor which is under the bonnet of its Pixel 2 and Pixel 2 XL.

At the moment the co-processor is doing nine shades of bugger all but it was originally installed to improve speed and battery life when shooting photos with Google’s HDR+ technology. T

TechCrunch reports of a new developer preview of Android 8.1 due out today that puts the chip to use.

The component is expected to improve further the handsets’ cameras, which were already scoring good marks, production issues aside.”

The Pixel Visual Core has eight image processing unit (IPU) cores and 512 arithmetic logic units.

Using machine learning, the company says it can speed things up by five times using one-tenth of the energy.

Access to the chip, combined with the Android Camera API means third-party photo apps can to take advantage of the system’s speedy HDR+.

Google wouldn’t give us any more specific information with regards to when the feature will be unlocked for the public, but it’s expected to arrive along with the 8.1 public beta in December.

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Lavoro

Come diventare estetista: il percorso per professionisti della bellezza

Author: Francesca Scarabelli MondoLavoro.it

L’estetista è la professionista che si occupa della bellezza della persona e della cura dei capelli. Tra le sue caratteristiche personali, una brava estetista deve avere una buona capacità di interagire con le persone e la sensibilità di capire rapidamente il carattere dei suoi clienti e quindi di proporre il look più adatto. Inutile dire che serve anche un buon occhio per la bellezza, dal momento che si occupa di trattamenti viso, trucco viso e taglio, colore e acconciatura dei capelli.

Come diventare estetista: il percorso di studi
Per diventare estetista bisogna per prima cosa seguire un percorso di studi che porti ad avere le giuste competenze. Qui bisogna fare una distinzione tra estetista qualificata, che può cioè lavorare come dipendente, ed estetista specializzata, figura professionale che se vuole può aprirsi un’attività in proprio. Per diventare estetista qualificata è sufficiente un corso della durata di due anni riconosciuto oppure organizzato dalla propria Regione. Al termine di questo percorso il superamento di un esame scritto e orale consentirà di ottenere una certificazione che abilita alla pratica di questa professione, valida su tutto il territorio nazionale. Per diventare estetista specializzata è necessario aggiungere un altro anno di studi e poi ottenere, sempre tramite un esame teorico e pratico, un attestato di specializzazione. Non è necessario che questo percorso avvenga in anni consecutivi: l’attestato di qualifica si può ottenere anche a distanza di anni dal conseguimento dell’abilitazione.

Per scegliere la scuola più adatta, un buon consiglio è quello di valutare almeno due o tre opzioni, mettendo a confronto tutti i parametri, parlando con chi si occupa delle ammissioni, con gli studenti che già frequentano e con i docenti e informandosi attentamente sui programmi di studio.
I programmi di studio prevedono in genere materie scientifiche, ma anche come lavare, tagliare e pettinare i capelli, come effettuare trattamenti e massaggi per il viso, come fare correttamente la ceretta nelle varie parti del corpo e molto altro ancora; alcune materie, poi, prevedono anche alcune ore di pratica. Dopo questo percorso di studi si può pensare ad una specializzazione che dia una marcia in più una volta che si comincerà a lavorare: si può diventare un’esperta di unghie, di trucco per il matrimonio e così via.

Professione estetista: come cominciare a lavorare
Con il tuo titolo di estetista in mano, è ora di cominciare ad entrare nel mondo del lavoro. Ottenere un primo impiego in un salone di bellezza, magari del proprio paese, è un ottimo modo per cominciare a fare esperienza nel settore: si può ad esempio intraprendere un percorso di apprendistato; altre opportunità sono quelle di trovare lavoro in spa di hotel e resort, negozi di prodotti di bellezza e centri benessere. Questo è uno step imprescindibile anche se hai intenzione di aprire una tua attività in proprio.

Come cercare lavoro come estetista?
Come per qualsiasi altro lavoro! Cerca e valuta le offerte di lavoro nella tua zona e candidati per quelle di tuo interesse, invia curriculum vitae, consulta le offerte di lavoro online, fai qualche telefonata esplorativa… anche rimanere in contatto con docenti e studenti che hanno studiato con te può aprirti qualche opportunità interessante. Valuta anche di trasferirti all’estero per un periodo per fare un’esperienza lavorativa di qualità.

Come avere successo come estetista
Oltre ad avere delle caratteristiche personali che possono aiutare a svolgere al meglio questo lavoro, come una buona capacità di entrare in sintonia con i clienti e uno spiccato senso estetico, faranno la differenza la passione e le ore trascorse a fare pratica su ogni tipo di pelle e di capelli. E’ poi fondamentale rimanere sempre aggiornata sulle ultime mode e tendenze del settore e sulle nuove tecniche all’avanguardia che si possono utilizzare nel tuo lavoro. Quindi continua a studiare, abbonati a riviste di settore, frequenta eventi a tema e non smettere mai di informarti!

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HardwareSoftware

Android 8.1 attiva il chip Pixel Visual Core, a dicembre in versione finale

Author: IlSoftware.it

Android 8.1 attiva il chip Pixel Visual Core, a dicembre in versione finale

Chi volesse attivare in anteprima il chip Pixel Visual Core integrato nei Pixel 2 di Google può scaricare e installare la seconda beta di Android 8.1 Oreo.

Il lancio dei nuovi smartphone Pixel 2 di Google è stato contraddistinto da apprezzamenti e critiche. Fino ad ora, i tecnici della società di Mountain View hanno potuto risolvere tutte le problematiche segnalate con il rilascio di aggiornamenti per Android.

Con il rilascio di Android 8.1, Google si appresta adesso ad attivare una nuova caratteristica ovvero il chip Pixel Visual Core del quale tanto si è parlato nelle scorse settimane: vedere Pixel Visual Core, il SoC per ottimizzare la funzionalità HDR+ già nei Pixel 2 e Google Pixel 2 XL disassemblato da iFixit: tanti componenti modulari e il chip Visual Core.

Android 8.1 attiva il chip Pixel Visual Core, a dicembre in versione finale

Il chip, di cui non era stata fatta alcuna menzione al momento della presentazione dei Pixel 2, integra otto unità per l’elaborazione delle immagini (IPU), utilizza la sua RAM e dispone di connessioni “ad hoc” con il SoC principale oltre a un core Cortex-A53 per la gestione del carico di lavoro.
Pixel Visual Core è interessante anche perché testimonia l’impegno di Google nella progettazione di chip in autonomia. Non è escluso che la società fondata da Larry Page e Sergey Brin possa in futuro stupire con l’arrivo di un Pixel dotato di un SoC autoprodotto.Il chip integrato nei Pixel 2 e Pixel 2 XL permetterà di acquisire immagini HDR+ cinque volte più velocemente e con un consumo energetico ridotto del 90%. Pixel Visual Core sarà inoltre chiamato a sovrintendere numerosi compiti legati al funzionamento delle app per l’intelligenza artificiale, traendo vantaggio dall’utilizzo della libreria NNAPI (Neural Networks API) di Android 8.1.
Già ora la fotocamera dei Pixel 2 sarebbe la migliore del mercato secondo DXoMark; l’attivazione del chip Pixel Visual Core potrebbe quindi dare un ulteriore “bonus” agli smartphone di Google.

L’attivazione del Pixel Visual Core è possibile installando le immagini della seconda beta di Android 8.1, disponibili sul sito web di Google.
A questo punto, la versione finale di Android 8.1 sarà distribuita pubblicamente a dicembre.

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Energia

Stufette portatili: una mini guida per orientarsi nella scelta


Author: Luca QualEnergia.it – Il portale dell’energia sostenibile che analizza mercati e scenari

Elettriche o a combustione, a irraggiamento o convezione, a gpl o petrolio. Caratteristiche, prezzi, pro e contro dei diversi apparecchi trasportabili con cui riscaldare le stanze velocemente quando fa molto freddo e non si può o non si vuole accendere l’impianto principale.

Consumano molta energia, possono essere un po’ rumorose, difficilmente riescono a scaldare ambienti molto grandi, eppure le stufette portatili, che hanno comunque una loro domanda, hanno anche qualche piccolo vantaggio che le rende una soluzione conveniente in determinate situazioni domestiche.

Ad esempio, per integrare l’impianto di riscaldamento principale in alcune stanze più fredde, o quando si vuole aumentare la temperatura di piccoli locali, il bagno magari, con rapidità e lasciando spenti i caloriferi nel resto dell’appartamento, o per avere un po’ di tepore in cantina o in garage.

Vediamo allora nella nostra mini-guida come orientarsi nella scelta e quali sono le caratteristiche più importanti delle varie tecnologie. Iniziamo col distinguere le due principali categorie di stufette: elettriche vs a combustione. Le prime poi si dividono in apparecchi a convenzione o irraggiamento.

Le stufe elettriche: categorie e vantaggi

Le stufe a convezione impiegano una resistenza elettrica per emettere aria calda, con un’efficienza pari al 100% (tutta l’energia elettrica è convertita in calore), mentre gli apparecchi a irraggiamento sfruttano i raggi infrarossi. Le stufe alogene infrarosse sono consigliate soprattutto per riscaldare da vicino una o più persone che rimangono ferme a lungo in una stanza, ad esempio sedute alla scrivania, perché il calore emesso rimane circoscritto in uno spazio molto limitato.

I sistemi a convenzione comprendono i termoventilatori e i termoconvettori.

Ci sono anche i radiatori a olio che utilizzano una resistenza elettrica per scaldare il fluido: allo svantaggio del maggiore ingombro e del peso, uniscono il beneficio di un calore diffuso in modo prolungato e uniforme. Il loro costo in media è più elevato dei termoventilatori e termoconvettori: per un modello di fascia media-alta si possono spendere più di 100 euro, secondo la potenza e il numero di elementi riscaldanti.

I termoventilatori sono la scelta ideale per riscaldare velocemente il bagno, senza dover accendere la caldaia per mettere in funzione l’intero impianto di casa. Sono piccoli, leggeri e maneggevoli, anche se un po’ rumorosi a causa del ventilatore interno; perfetti per un uso occasionale e limitato, hanno nel basso costo il loro principale punto di forza. Bastano poche decine di euro per un modello economico.

Se l’ambiente da scaldare è più ampio e si prevede di utilizzare più a lungo l’apparecchio, è meglio puntare su un termoconvettore con qualche funzione aggiuntiva, in primo luogo il termostato che ci permette di regolare la temperatura desiderata, riducendo gli sprechi energetici. Un elemento utile è la ventola integrata, perché aiuta la stufa a raggiungere più velocemente i gradi impostati.

Altre due “voci” da valutare con attenzione sull’etichetta del prodotto: la prima è il codice IP composto di due cifre, da zero a sei, che indica il livello di sicurezza della stufa elettrica, per quanto riguarda il contatto accidentale con cose e persone e il contatto con l’acqua. Ovviamente, numeri elevati indicano un alto grado di protezione dell’apparecchio contro gli urti accidentali e gli spruzzi d’acqua.

L’altra voce fondamentale è la potenza massima della stufa, che di solito è pari a 1.500 watt per la tecnologia a infrarossi e intorno a 2.000 watt per termoventilatori e termoconvettori.

L’ideale è scegliere un modello con 2-3 potenze regolabili, in modo da ottenere sempre la necessaria flessibilità secondo l’ampiezza della stanza da riscaldare e l’eventuale contemporaneo utilizzo di altri elettrodomestici: considerando che una stufa può assorbire fino a 2 kW, la probabilità di far “saltare” il contatore standard da 3 kW è quanto mai concreta.

Un buon termoconvettore costa una cinquantina di euro. Al contrario del termoventilatore, è sconsigliato per il bagno, perché raggiunge velocemente una temperatura elevata, ma c’è il rischio di scottarsi toccando il rivestimento metallico dell’apparecchio.

Pro e contro degli apparecchi a gas

Quando l’ambiente da riscaldare occasionalmente è particolarmente grande può essere conveniente scegliere una buona stufa portatile a combustione senza canna fumaria, a gpl o petrolio.

Per entrambe le categorie, valgono alcune osservazioni: poiché rilasciano anidride carbonica e residui di combustione, soprattutto durante l’accensione e lo spegnimento, queste stufe devono essere collocate esclusivamente in stanze aerabili (con finestre). Inoltre, non sono adatte per i bagni.

Gli apparecchi portatili a petrolio sono i più cari: occorre spendere più di 200 euro per un modello di fascia medio-alta.

Per le stufe a gpl con pannello catalitico o a infrarossi – nel secondo caso, la superficie radiante è inferiore, ma garantisce una potenza di riscaldamento maggiore – bisogna preventivare una spesa nell’ordine dei 150 euro. La potenza solitamente è molto elevata, fino a 4.000 watt, quindi perfetta per riscaldare locali di circa 100 metri quadrati, magari con il supporto di un paio di ventole integrate, per i modelli che ne sono provvisti.

Questi gli aspetti più importanti da valutare:

  • La capienza della bombola di gpl (normalmente 15 kg).
  • Ingombro, peso e trasportabilità.
  • Sistemi di sicurezza contro lo spegnimento accidentale della fiamma pilota e il superamento del valore-limite di anidride carbonica nell’aria.
  • Consumo massimo di gas espresso in grammi/ora di funzionamento (g/h).