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Pc Games

Microsoft interrompe le vendite della Xbox One originale

Microsoft ha sospeso le vendite del primo modello di Xbox One negli Stati Uniti e un’azione simile sembra in procinto di essere adottata anche in Europa. Dal non fortunatissimo form factor, che faceva ricordare un vecchio videoregistratore, Xbox One è stata originariamente lanciata sul mercato nel novembre del 2013.

Xbox One

Dopo un buon avvio, Xbox One non è riuscita a rimanere a ruota della rivale PS4, con Sony che ha ottenuto traguardi di vendita sensibilmente più significativi. Dopo 6 mesi dall’ingresso sul mercato, inoltre, Microsoft ha rinunciato al sensore Kinect, che è diventato un accessorio opzionale.

Come confermato all’E3, adesso la strategia di Microsoft è differente, e imperniata su una sorta di generazione intermedia. L’offerta Xbox verterà dunque sui modelli Xbox One S e Xbox One X, quest’ultimo quello di punta con architettura hardware rivista, capacità computazionale di 6 TFlops, 4K nativi per molti giochi e 60 fps dove possibile.

Mentre Xbox One X è adesso prenotabile a 499,99 €, la Xbox One originale risulta “out of stock” come potete vedere qui.

Autore: GAMEmag – Videogames

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HardwareSoftware

Modem libero: converrebbe anche agli operatori, non solo agli utenti

Non tutti hanno ancora compreso quanto siano importanti le prese di posizione in merito alla libera scelta del modem router per collegarsi alla rete Internet.
Spesso, infatti, il dispositivo fornito dall’operatore di telecomunicazioni non integra tutte le funzionalità che i consumatori e, soprattutto, professionisti e aziende auspicano di trovare.

Modem libero: converrebbe anche agli operatori, non solo agli utenti

Se non si vogliono “perdere” alcune funzionalità (come, ad esempio, l’utenza VoIP nel caso della connettività in fibra ottica), l’unica soluzione è spesso quella di collegare un proprio router in cascata, a valle del modem router fornito dal provider: Come collegare due router in cascata.
In Germania, da circa un anno, i consumatori possono decidere liberamente quale terminale utilizzare con la propria connessione broadband o ultrabroadband.
In altri Paesi le normative sono meno favorevoli agli utenti e tra questi c’è anche l’Italia. Le acque sono state finalmente smosse dal deputato Ivan Catalano (Sostituire il modem dell’operatore di telecomunicazioni forse si potrà) che ispirandosi proprio alla normativa tedesca, ha cercato di proporre una via per superare l’attuale schema, estremamente penalizzante per coloro che hanno necessità di disporre di un modem router con una vasta schiera di possibilità di personalizzazione.VTKE, associazione dei fabbricanti di terminali di telecomunicazione, ha evidenziato che la libera scelta del modem router non cagiona nessuno degli scenari apocalittici temuti dagli operatori. Al contrario.
Nessuna traccia, quindi, degli scenari apocalittici di hotline e servizi di assistenza tecnica sovraccarichi perché gli utenti non riescono ad installare il router acquistato, né di collasso della rete dovuto all’uso di dispositivi di terzi.
In Germania gli operatori non possono più affermare che il router sia parte integrante della propria rete e i vantaggi della libera scelta del terminale sono palesi: gli utenti possono incrementare le prestazioni (anche per ciò che riguarda la gestione della LAN e la copertura in WiFi 2,4/5 GHz) e avvalersi di una maggior versatilità grazie all’utilizzo di un router premium al posto del dispositivo fornito dall’operatore. Se infatti per legge il router non è più parte integrante della rete pubblica, tutti i dati permangono nella rete privata, consentendo una maggior tutela della privacy dell’utente. In caso di vulnerabilità, l’utente non deve più attendere che si attivi il provider. Il consumatore può risolvere il problema autonomamente effettuando personalmente l’aggiornamento del firmware del router o richiedendo, qualora necessario, la sostituzione del dispositivo.

Anche cambiare operatore risulta più semplice, dato che il vecchio router può essere impiegato senza soluzione di continuità, poiché decade la necessità di procurarsi un nuovo dispositivo da riconfigurare ex-novo. Con tutti i benefici del caso in termini di competitività (le aziende sono sempre più orientate alla produzione di dispositivi più performanti e innovativi), di costi e di funzionalità a disposizione degli utenti finali.

Autore: IlSoftware.it

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Energia

rinnovabili nelle isole minori: situazione e prospettive

Le nostre isole sono quasi a zero in quanto a transizione energetica e hanno tantissima strada da fare, anche grazie al nuovo decreto pubblicato a maggio. Nel nuovo dossier di Legambiente “Isole Sostenibili” sono molti gli spunti dalle realtà più virtuose presenti in diversi mari del mondo.

In nessuna delle isole minori italiane si arriva al 4% di rinnovabili sui consumi elettrici, mentre nel resto d’Italia siamo a circa il 35%.

C’è dunque tantissimo da fare, anche alla luce delle esperienze che altre isole nel mondo stanno realizzando, arrivando anche al 100% di energia pulita, e della spinta che dovrebbe esserci dal recente decreto, che però al momento resta ancora inattuato.

Questo in estrema sintesi il messaggio che arriva dal nuovo rapporto Isole Sostenibili di Legambiente (allegato in basso).

Pubblicato dall’associazione ambientalista con l’obiettivo di raccontare a che punto siamo nelle 20 isole minori italiane abitate e non connesse alla rete elettrica nazionale, nella seconda parte il dossier apre, infatti, uno sguardo anche verso quanto succede nel mondo.

Quasi a zero

La diffusione delle rinnovabili attuale sulle isole italiane al momento ha numeri molto bassi.

Ad esempio sull’isola di Capri sono presenti 92,15 mq di solare termico, 11,9 kW di solare fotovoltaico e 32,3 kWt di biomasse per il Comune di Capri cui si aggiungono 25,94 i mq di solare termico installati nel Comune di Anacapri. Ad Ustica i 29,33 kW di solare fotovoltaico sono distribuiti su 5 impianti privati.

A Pantelleria, i 470 kW di solare fotovoltaico sono distribuiti tra 69 impianti, di cui uno a concentrazione da 85 kW (presso l’aeroporto) e gli altri installati sull’ospedale, una scuola, alberghi e edifici privati. Inoltre sono presenti due impianti minieolici. Nell’isola di Capraia sono installati 2.388 kWe di una centrale alimentata a biodiesel di importazione derivante da coltivazioni di soia, girasole e colza.

“Il paradosso – denuncia il rapporto – è che a fronte di potenzialità rilevantissime di diffusione di solare e eolico, i fabbisogni di energia sono garantiti oggi da vecchie, inquinanti e costose centrali a gasolio”, come emerge dalle tabelle sotto, estratte dal dossier.

Gli obiettivi del nuovo decreto e la proposte di Legambiente

Una situazione che dovrebbe essere sbloccata da due novità normative importanti: il decreto del ministero dello Sviluppo Economico che incentiva le rinnovabili nelle 20 isole minori non interconnesse alla rete elettrica; e la legge che ha introdotto il contributo di sbarco sulle Isole minori, che prevede di indirizzare le risorse per interventi di gestione e valorizzazione ambientale.

Del decreto del ministero dello Sviluppo Economico del 14 febbraio 2017 (pubblicato in G.U. il 18/05/2017) su queste pagine abbiamo parlato diffusamente (QualEnergia.it, Decreto sulle rinnovabili nelle isole minori, quali opportunità per gli operatori? ): prevede nelle 20 isole minori italiane, con più di 50 residenti non interconnesse alla rete elettrica, una «progressiva copertura del fabbisogno delle isole minori non interconnesse attraverso energia da fonti rinnovabili».

Questi gli obiettivi stabiliti con deadline 31 dicembre 2020:

La remunerazione per la produzione da fonti rinnovabili nelle isole, si prevede, deve essere determinata dall’Autorità per l’energia (sulla base di criteri fissati dal decreto) entro sei mesi dalla pubblicazione del decreto stesso.La deliberaancora non c’è e, se le tempistiche dettate dal decreto saranno rispettate, dovrebbe arrivare entro fine novembre.

Anche grazie al contributo delle due novità normative, Legambiente propone di approvare in ogni isola un piano per arrivare al 100% di energia da rinnovabili, attraverso interventi di efficienza energetica e riduzione dei consumi e di sviluppo degli impianti puliti.

“In questa direzione è fondamentale un ruolo di supporto da parte del Ministero dell’Ambiente nei confronti degli Enti Locali, e un coordinamento con le Soprintendenze in modo da trovare soluzioni condivise per i progetti. E’ poi importante realizzare un modello virtuoso di gestione della risorse idriche che punti a ridurre i consumi, a recuperare gli sprechi e le perdite, assai rilevanti, nella rete di distribuzione della risorsa. E spingere la raccolta differenziata dei rifiuti, attraverso un modello di porta a porta e di centri di raccolta, e il recupero dell’organico per la produzione di compost”, sottolinea l’associazione.

Gli esempi dal mondo

Per mostrare quanto si può fare Legambiente raccoglie inoltre 22 esempi virtuosi di isole nel mondo che hanno scommesso sulla transizione energetica e la sostenibilità.

Dalle Isole Scilly nel Regno Unito alle Green Island nelle Filippine, per arrivare a Kodiak Island (USA), Hawaii (USA), King Island (Australia), Orkney Island (Scozia), Jamaica, Graciosa (Portogallo), Capo Verde, Sumba (Indonesia), Tilos (Grecia), El Hierro (Spagna), Samso (Danimarca), Eigg (Scozia), Bonaire (Paesi Bassi), Bornholm (Danimarca), Pellworm (Germania), Tokelau (Nuova Zelanda), Aruba (Paesi Bassi), Muck (Scozia), Wight (Inghilterra), Gigha (Scozia).

Alle Scilly ad esempio si sta portando avanti un progetto che punta a tagliare le fatture, aumentare le energie rinnovabili e veicoli a basso tenore di carbonio, con l’utilizzo di veicoli elettrici e batterie domestiche in sistemi energetici intelligenti.

A fronte di un investimento di 10,8 milioni di sterline, circa 12 milioni di euro, su queste isole britanniche si svilupperà un modello innovativo, sostenuto da un grande produttore mondiale di sistemi di accumulo domestici, che svilupperà piattaforme che consentono di utilizzare veicoli elettrici e batterie intelligenti per contribuire a bilanciare l’offerta e la domanda all’interno del sistema energetico delle isole.

Anche l’arcipelago delle Hawaii ha già iniziato il suo cammino verso un futuro sostenibile (Qualenergia.it, Hawaii, esempio di avanguardia della transizione energetica).

Attualmente le isole statunitensi hanno già coperto per oltre il 23% il fabbisogno elettrico di energia grazie alle fonti rinnovabili, soprattutto grazie ad impianti solari e eolici. Ma non è tutto. La principale utility energetica dello Stato ha presentato un nuovo piano energetico che punta all’obiettivo del 100% di energia da fonte rinnovabile del Paese entro il 2045.

La sfida delle Hawaii è quella di porsi come prima realtà degli Stati Uniti energeticamente indipendente. Ad oggi sono già stati installati 602 MW tra impianti fotovoltaici ed eolici. Inoltre sono in corso di implementazione smart grid che meglio integrino le risorse energetiche distribuite, una rete wireless moderna, contatori intelligenti e sistemi di accumulo sia su scala utility che a livello domestico.

Autore: Giulio QualEnergia.it – Il portale dell’energia sostenibile che analizza mercati e scenari

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Economia

WALL STREET: estate sui mercati in attesa della correzione…che verrà…

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Non cambia la configurazione del mercato. Small traders sempre Net Short, e “mani forti” che continuano a dominare senza trovare però “compratori” disponibili a prendersi le azioni che per molti risultano sopravvalutate. Tutto rimandato a settembre.  [Guest post]

Cari amici, nella settimana appena trascorsa, i governatori delle banche centrali, riuniti a Jackson Hole, hanno illustrato e confermato i tratti di questo peculiare ciclo economico, caratterizzato da una moderata crescita e da una persistente bassa inflazione. Ciclo economico debole, che abbisogna ancora del sostegno di politiche monetarie accomodanti. I mercati finanziari internazionali hanno accolto con favore le nuove assicurazioni giunte dalle più importanti autorità monetarie mondiali. E’ evidente, infatti, che, almeno a breve termine, non ci saranno modifiche sostanziali nelle scelte e nelle decisioni di politica monetaria.
Solo dopo le dichiarazioni dei vari governatori, lo scenario intermarket ha registrato delle significative variazioni. In particolare, dopo le dichiarazioni dovish della Yellen, il dollaro Usa storna di un ulteriore 0,75 %, ed i rapporti EURUSD e YENUSD raggiungono i nuovi massimi di periodo. Le commodities, tuttavia, non  rimbalzano e confermano la loro attuale debolezza, testimoniata da un ritracciamento, in termini reali, pari al 13 % negli ultimi 6 mesi. Quasi immobile anche il mercato obbligazionario. In particolare, il rendimento sul bond decennale Usa arretra di 2 bps, e si ferma a quota 2,17 %. In arretramento di 3 bps anche il rendimento sul bund tedesco, pari allo 0,39 %. Le yield curve delle due sponde dell’Atlantico prospettano, tuttavia, per i prossimi mesi, una maggior crescita in Europa che non negli Usa. Riscontri positivi si sono avuti, invece, sui mercati azionari. Il nostro benchmark azionario mondiale, l’S&P500, interrompe infatti l’accenno di correzione e rimbalza dello 0,72 % tornando a quota 2.443.

Ciò premesso, passo ad esaminare i nuovi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati venerdì dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:

Commercial Traders : – 41.935
Large Traders : + 51.448
Small Traders : – 9.513

Si conferma, pertanto, la configurazione del mercato dei derivati azionari Usa, in voga ormai da molti mesi.
Nell’ultima ottava registriamo, peraltro, variazioni davvero esigue nelle posizioni dei diversi operatori, pari a soli 2.764 contratti. In particolare, gli Small Traders, attenuano il loro pessimismo ed acquistano l’intero lotto dei 2.764 contratti long, ma restano ancora e saldamente nell’insolita posizione Net Short. I Large Traders, invece, cedono 481 contratti long, e limano la loro decisa ed ancora solitaria posizione Net Long. I ommercial Traders, infine, cedono i residui 2.283 contratti long, e consolidano la loro abituale posizione di copertura Net Short. Le movimentazioni di quest’ultima ottava, davvero molto esigue, ci confermano che allo stato non esistono particolari tensioni sui mercati azionari Usa e mondiali.

L’embrionale correzione delle precedenti settimane fatica infatti ad alimentarsi. D’altra parte con gli Small Traders cosi pessimisti, le “ mani forti “ a chi vendono le loro azioni eventualmente sopravvalutate ? Sarà dunque molto arduo alimentare una significativa correzione che, non a caso, manca ormai da quasi 18 mesi. Più probabile che si lateralizzi ancora per altre settimane. Lateralizzazione, peraltro, già in corso. Negli ultimi 6 mesi l’S&P 500 ha infatti rallentato di molto la sua corsa segnando un incremento complessivo del solo 3 %. Leggo che in molti si attendono a breve marcate correzioni ed addirittura crash dei mercati azionari Usa e mondiali. Come ormai ben sapete, personalmente, non concordo affatto con tale vision. A mio avviso, infatti, allo stato, mancano sia le condizioni intermarket che quelle prettamente interne al mercato che possano giustificare una marcata correzione dei corsi azionari, e tantomeno una loro inversione. Certo una correzione circoscritta e limitata, dell’ordine del 4-5 % rispetto ai valori attuali sarebbe auspicabile, ma bisogna prendere atto che anche tale ipotesi risulta, già da molti mesi, di difficile realizzazione.

Futuro prossimo che si prospetta, pertanto, ancora non negativo per i corsi azionari, che cercherò, come sempre, di tradare con il mio originale trading system, fondato sullo sfruttamento e sulla valorizzazione dell’effetto “LONG TERM MOMENTUM“, descritto negli studi e nelle ricerche dei professori Jegadeesh e Titman, ed illustrati nel mio sito http://longtermmomentum.wordpress.com/. Da inizio dell’anno il mio portafoglio denominato “ Azioni Italia – LTM “, registra una performance pari al + 16,72 %. Performance buona e soddisfacente, che remunera la mia ottimistica vision, superiore inoltre a quella realizzata dal Ftse All Share, pari, nel contempo, al + 14,5 %. Una sovra-performance del 2,22 %, che conferma che la fiducia nel nostro approccio operativo è sempre ben riposta, visto che negli ultimi 4 anni ci ha regalato una sovra-performance media annua pari al 20,8 %. In coerenza con l’analisi di mercato esposta e con la mia view d’ordine generale, questa settimana, incremento dal 75 all’85 % le mie posizioni long e riduco, nel contempo, dal 25 al 15 % le posizioni short, assumendo di conseguenza una posizione Net Long pari al 70 % del mio portafoglio.

Chi desiderasse approfondire e ricevere maggiori informazioni sul mio trading system e sulla composizione del portafoglio “ Azioni Italia – LTM “ può consultare, se vuole, direttamente il mio sito. Vi ringrazio per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici di Intermarketandmore buon trading.

Lukas

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Autore: Lukas Finanza.com Blog Network Posts

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Energia

Digitized power distribution for the digital world

As I said in my last blog post, IoT really is changing everything. One area where we’re seeing a tremendous impact is power distribution for buildings. Thanks to innovative technologies, buildings can radically improve performance, safety, efficiency, and sustainability.

At Schneider, we’re committed to making sure that every building owner and operator of small and medium facilities can take full advantage of IoT and power advancements with EcoStruxure™ Power. Where do I start? Well that’s easy — it all starts with connectivity.

Connectivity that simply works

There’s a simple reason why we call our panels “smart panels.” They let your whole electrical system “talk” to you intelligently. Before digitized power, you may have had an alarm go off without knowing what to do about it and where to go to address it. Now real-time text messages can flag precise overloads and efficiencies, enabling you to make informed safety and operational decisions quickly. No one should have to chase vague alarms anymore.

With connected breakers and smart alarms, you can verify the status and immediately know the root cause of the trip — whether it’s a pinched wire, overload situation, etc. From there, step-by-step information on your phone shows you how to fix a trip safely. Before digitized power, you were in the dark — literally and figuratively.

Powerful connectivity like this opens up unprecedented control thanks to mobile solutions. Take the bakery Maison Manival in Grenoble, France, for example. Maison Manival’s old-world tradition transformed when its classic baking approach met Schneider connectivity. A digital power distribution infrastructure protects its ovens and refrigerators, which are integral to its daily operations. A simple app can alert the owner, Stéphane Massonat, at any time if equipment failure does happen. He can call in assistance right away or remotely resolve the issue. Now Massonat can get back to his hobby of hiking in the heart of the French Alps while still running his successful artisanal bakery.

Maison Manival Bakery

Condition-based maintenance

Not only does day-to-day operation improve; digitized power distribution changes everything about maintenance, improving a building’s long-term health.

As a company, Schneider is overhauling the way facility owners and managers perform maintenance in small and medium buildings. We have connectivity and predictive analytics on our side here. Arbitrary, time-driven maintenance schedules have fallen by the wayside. By contrast, condition-based maintenance improves reliability and lets you take corrective actions quickly when risks appear or outages occur.

For example, if a motor in the HVAC system is running hot, you can address it before it fails. EcoStruxure Facility Expert notifies you in real-time, anytime, anywhere. EcoStruxure Facility Advisor leverages intelligent power metering and predictive analytics to provide this capability, taking building operations and performance to a new level.

Improving energy efficiency

Where there’s connectivity, there also is great opportunity to monitor and improve energy efficiency. Building owners and managers can track energy use and potential for energy savings. For example, EcoStruxure Power helped one hotel chain with more than 1,000 properties worldwide meet regulatory compliance to avoid penalties from energy providers, monitor and improve conditions for ideal guest comfort, and optimize energy. One manager said, “We decided to equip a pilot site with solar water heating. By relating its energy consumption to the other sites, we could calculate the savings and payback, and decide upon investing in this equipment for other sites.”

An effective partner ecosystem

For Schneider, our partner ecosystem of system integrators, installers, and building EcoXperts is key. We cultivate collaboration and innovation across this network. This approach is cost-effective for customers, and it aligns them with local players to build trusted partnerships. Our partner value chain helps small and medium building owners from installation to power management and upgrades. Watch, for instance, how our partners helped  Nemours Children’s Hospital integrate EcoStruxure solutions to optimize efficiency and operations.

A fundamental shift for the better

It’s clear that power distribution in buildings of all types and sizes is undergoing a fundamental and irreversible change. As technology leaders in the IoT realm, we’re happy to disrupt the traditional linear path from plant to plug in favor of a digitized IoT delivery model that’s so much more efficient and responsive to real-time events than we could even imagine in the past. We’ve been in power distribution for 50 years.  We welcome the next 50 as we continue to help our customers thrive in the digital world.

Learn more about EcoStruxure Power.