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AMD Ryzen desktop CPUs go Pro

Ryzen for business market

Following the launch of consumer-oriented desktop Ryzen CPUs based on the new Zen CPU architecture as well as the launch of Epyc server CPUs, AMD has now turned its attention to the business market, with the launch of Ryzen Pro CPU lineup.

Officially coming to the market in August, AMD Ryzen Pro lineup offers better security, dependability and general reliability, things that are quite important to the business market and where Intel has reigned supreme with its vPro lineup.

AMD has launched a total of six different Ryzen Pro CPUs, all of which have pretty much the same specifications as their desktop/non-Pro counterparts. The lineup includes two Ryzen 7 Pro CPUs, the 1700X and the 1700, two Ryzen 5 Pro CPUs, the 1600 and 1500 and two Ryzen 3 CPUs, the 1300 and the Ryzen 3 1200.

Offering up to eight-cores and 16-threads, up to 3.7GHz Boost, up to 20MB of L2+L3 cache and AMD’s SenseMI technology, the Ryzen 7 Pro delivers up to 62 percent more multi-threaded performance compared to the competing products, at least according to AMD.

The main selling points of the Ryzen Pro lineup are the security, which includes silicon-level security with hardware-based cryptographic and security technologies; dependability, which provides commercial-grade quality and reliability with 18 months image stability and 24 months processor availability.

According to AMD, Ryzen Pro-based PCs for businesses should be available in the second half of this year.

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Autore: bobo [AT] fudzilla [DOT] com (Slobodan Simic) Fudzilla.com – Home

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Open Fiber: a luglio fibra FTTH in 81 città e in 50 comuni digital divisi

Durante la manifestazione “Panorama d’Italia” in corso a Bari, l’amministratore delegato di Open Fiber, Tommaso Pompei, ha rivelato che dal prossimo 1° luglio inizieranno i lavori di cablaggio in 81 città italiane per portare la fibra FTTH a 1 Gbps in downstream a utenze private e aziendali.

Come si evince dal sito ufficiale della società, a Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Milano, Napoli, Padova, Palermo, Perugia, Torino e Venezia è già iniziata la commercializzazione delle offerte a banda ultralarga, curata dalle società partner di Open Fiber (operatori di telecomunicazioni): Fibra ottica Open Fiber a 1 Gbps anche a Roma grazie all’accordo con Acea.

Open Fiber: a luglio fibra FTTH in 81 città e in 50 comuni digital divisi

L’AD Pompei non ha chiarito quali sono le 81 città (delle 271 che saranno complessivamente raggiunte) in cui il 1° luglio verranno aperti i cantieri.

Al momento si sa che tra le prime città ci saranno le seguenti: Siracusa, Ravenna, Cesena, Piacenza, Forlì, Ferrara, Rimini, Reggio Emilia, Imola, Modena, Parma, alcuni comuni dell’hinterland di Bologna, La Spezia, Savona, Sanremo, Imperia e Chiavari.

E per quanto riguarda le aree bianche (“a fallimento di mercato”) interessate dai bandi Infratel? Quali saranno le prime località raggiunta dalla banda ultralarga di Open Fiber?
Stefano Paggi, direttore Network & Operations di Open Fiber, ha svelato che entro luglio saranno aperti i cantieri in 50 comuni ove sono presenti zone “digital divise”.
I comuni raggiunti dalla fibra FTTH saranno 10 per ciascuno dei 5 lotti del primo bando Infratel relativo alle regioni Abruzzo, Molise, Emilia Romagna, Lombardia, Toscana e Veneto.

I lavori negli altri 3.000 comuni toccati dal progetto (primo bando) cominceranno via a via in date successive e comunque tra fine 2017 e il 2018 in modo tale da terminare le operazioni di copertura nel giro di 36 mesi, così come richiesto.
Non appena verrà formalizzato l’impegno di Open Fiber anche per il secondo bando, si passerà a coprire gli ulteriori 3.700 comuni interessati: Fibra ottica Open Fiber nelle aree digital divise: quando cominciano i lavori.

Autore: IlSoftware.it

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Accumuli, SENEC rafforza la sua presenza in Italia

Certificazione CEI 0-21, costituzione della società italiana e supporto tecnico: i nuovi passi di SENEC per una partnership solida con gli installatori italiani di sistemi di accumulo.

SENEC, uno dei principali produttori di sistemi di accumulo a livello mondiale, continua il processo di rafforzamento della sua presenza nel mercato italiano.

Dopo aver raggiunto una posizione di leadership in Germania, con oltre 14.000 unità vendute, l’azienda ha avviato un percorso di internazionalizzazione che non poteva prescindere dall’Italia, uno dei Paesi più importanti nel panorama del fotovoltaico e dello storage.

Questo percorso è iniziato a ottobre 2016 con il Tour dell’Indipendenza, – spiega Andrea Cristini, Amministratore di SENEC Italia – una serie di eventi di presentazione dei nostri accumulatori agli installatori, con i quali vogliamo creare una partnership solida e continuativa. Fin da subito abbiamo trovato diversi interlocutori interessati alle caratteristiche peculiari dei nostri sistemi. Gli incontri del Tour sono proseguiti anche nel 2017, raggiungendo in totale 10 città italiane e oltre 350 installatori”.

Le successive tappe del percorso sono state la costituzione della filiale italiana, con l’acquisizione di nuove risorse umane, e l’ottenimento del certificato di conformità alla norma CEI 0-21, Edizione 2016-07, tra i primi in Italia.

Prosegue Cristini: “Al nostro ingresso in Italia il nostro obiettivo era quello di costituire una presenza importante nel mercato italiano dello storage. Da allora abbiamo gettato le giuste basi per la crescita. La fondazione della società italiana ha sancito questo sviluppo e l’adeguamento dei sistemi alla norma CEI 0-21 è un altro passo per la crescita sostenibile nel nostro Paese”.

L’organizzazione del supporto tecnico e del service italiano è l’ulteriore passo che SENEC Italia sta compiendo per consolidare la sua presenza in Italia. Conclude Cristini: “Vogliamo dare agli installatori non solo la qualità di un prodotto made-in-Germany, progettato specificatamente per semplificare il loro lavoro di installazione, ma anche un supporto rapido ed efficace alle loro necessità. Credo che questo sia fondamentale per costruire delle collaborazioni durature nel tempo”.

Gli accumulatori SENEC.Home sono sistemi in AC all-in-one, modulari da 2,5 fino a 10 kWh e garantiti 10 anni, che si contraddistinguono per un design compatto, elevata facilità di installazione ed elevata robustezza.

Gli accumulatori sono dotati di un sistema di monitoraggio di serie che permette di verificare in tempo reale su pc o dispositivo mobile diversi parametri sia dell’impianto fotovoltaico che dell’accumulatore, come lo stato di funzionamento, l’energia prodotta e consumata e quella immessa e prelevata dalla rete.

La funzione di back-up integrata consente di avere una certa disponibilità di corrente elettrica anche in caso di interruzione della fornitura pubblica.

Per informazioni: SENEC

Autore: redazione QualEnergia.it – Il portale dell’energia sostenibile che analizza mercati e scenari

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Problemi al display per OnePlus 5: tutto ‘naturale’ secondo la società

Da alcuni giorni gli utenti di OnePlus 5 lamentano alcuni problemi sul display delle proprie unità che la compagnia ha appena minimizzato. L’effetto che si palesa con alcune unità dello smartphone viene definito “jelly” e si verifica durante lo scrolling delle pagine (soprattutto orizzontale). C’è un intero thread su Reddit a riguardo, e ne parla anche un thread sul post ufficiale, ma il problema è stato notato solo da alcuni utenti con l’occhio allenato.

In sostanza lo scrolling sembra essere renderizzato con diverse tempistiche nelle diverse parti della schermata, dando vita ad una mancata sincronizzazione nell’animazione. Una sorta di “effetto tearing”, ma fluido e progressivo, senza “scalettature” nell’immagine. Per questo molti utenti hanno iniziato a supporre che il problema derivasse dalla differenza nel refresh rate del display e nel frame rate della stessa animazione, che porta apparentemente ad una mancata sincronizzazione.

Per la società è tutto normale:

“OnePlus 5 utilizza lo stesso livello di qualità nelle componenti di tutti i prodotti OnePlus, fra cui il display AMOLED. Abbiamo ricevuto dei report da un piccolo numero di utenti che afferma di verificare a volte un fastidioso effetto visivo durante lo scrolling. È naturale e non ci sono differenze fra i display installati sulle diverse unità”.

Insomma, tutto naturale e nessun problema per la società, che in passato si è comportata in maniera ambigua anche nell’affrontare i problemi insorti su altri suoi terminali. Con OnePlus 3 e 3T sono stati minimizzati i problemi di latenza, salvo poi presentare sotto banco dopo cinque mesi un update rivolto a correggerli, ed è probabile che se c’è una pezza software possibile anche sul nuovo modello questa verrà rilasciata in futuro senza troppi squilli di tromba.

Stiamo già provando un OnePlus 5 da alcuni giorni e abbiamo riscontrato il problema, e anche altre testate internazionali hanno riportato il difetto. Non è niente di estremamente preoccupante ma c’è, e di certo può dare fastidio in alcune circostanze a chi ha un occhio allenato e a chi pretende la perfezione. Vedremo come si comporterà OnePlus in questo caso, e soprattutto quanto sia realmente diffuso il fenomeno e se davvero sia presente solo su un numero limitato di unità.

Autore: Le news di Hardware Upgrade

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Energia

Cosmetica, arrivano i microgranuli biodegradabili

microgranuli biodegradabili

(Rinnovabili.it) – Con una sola doccia, rischiamo di disperdere nel mare 100 mila piccoli pezzettini di plastica. Sono le microbead – note anche come microgranuli o microperle – sfere grandi meno di mezzo millimetro che vengono aggiunte a prodotti per l’igiene personale e per la pulizia, come dentifrici, cosmetici, creme solari per dare loro una consistenza liscia. Il problema è che sono troppo piccole per essere rimosse dai sistemi di filtrazione delle acque reflue e dunque finiscono nei fiumi e negli oceani, dove vengono ingeriti da uccelli e pesci. Si stima che ogni anno 8 milioni di tonnellate di microperle vengano disperse nelle acque di fiumi e oceani.

Una possibile soluzione arriva dall’Università di Bath, in Gran Bretagna, dove un team di ricerca ha sviluppato un sistema per produrre un’alternativa biodegradabile e realizzabile su scala industriale.

Le perle in questione sono costituite da cellulosa, il materiale che forma le fibre del legno e delle piante. Gli scienziati hanno dissolto la cellulosa, organizzando delle gocce in minuscole sfere. Le microperle sostenibili sono abbastanza resistenti da rimanere stabili durante il lavaggio, ma possono essere destrutturate negli impianti di depurazione o anche nell’ambiente, dopo un breve periodo di tempo.

Secondo i ricercatori, è possibile usare cellulosa proveniente anche dal riciclo, come quello della carta. I risultati del lavoro sono stati pubblicati dalla rivista ACS Sustainable Chemistry and Engineering.

“Le microsfere utilizzare dall’industria cosmetica – spiega Janet Scott, del Centro per le Tecnologie Chimiche Sostenibili dell’Università di Bath – sono in genere costituire da polietilene e polipropilene, economici e facili da produrre. Tuttavia questi polimeri sono derivati del petrolio e i tempi di degradazione sono di centinaia di anni. Ora abbiamo sviluppato un sistema per creare le microperle a partire dalla cellulosa, che non solo è una risorsa rinnovabile, ma si biodegrada in zuccheri che non possono creare danni all’ambiente. Speriamo che in futuro possano diventare il sostituto standard per le microbead in plastica”.

Autore: stefania Rinnovabili