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PlayStation 4 Pro, ecco i primi giochi ottimizzati per la nuova console

Ad una settimana dal lancio di PlayStation 4 Pro Sony vuole far conoscere quali e quanti vantaggi i nuovi utenti otterranno con la console più potente. La compagnia inizia con una lista di oltre 30 giochi ottimizzati per il nuovo hardware: il modello Pro infatti guadagna una CPU AMD x86-64 Jaguar da 8-core e una GPU AMD Radeon da 4,2 teraflop, caratteristiche che consentono di spingere ancora più in là l’asticella in termini qualitativi per i giochi sulla console di Sony.

 PS4 Pro

Nella lista troviamo giochi recenti, che sono stati rilasciati con tutti gli asset necessari per il funzionamento con il nuovo modelo Pro, ma anche titoli vecchi i cui sviluppatori hanno lavorato per aggiungere nuovi dettagli grafici per trarre vantaggio dal nuovo hardware.

Di seguito riportiamo la lista dei giochi ottimizzati per l’hardware di Sony PlayStation 4 Pro:

  • Battlefield 1
  • Bound
  • Call of Duty: Infinite Warfare
  • Call of Duty: Modern Warfare Remastered
  • FIFA 17
  • Hitman
  • Mafia III
  • Rise Of The Tomb Raider
  • Robinson: The Journey
  • Titanfall 2
  • Uncharted 4: A Thief’s End
  • Call Of Duty: Black Ops 3
  • Deus Ex: Mankind Divided
  • Driveclub VR
  • Firewatch
  • Helldivers
  • Hustle Kings
  • inFAMOUS First Light
  • inFAMOUS Second Son
  • Knack
  • Middle-earth: Shadow of Mordor
  • NBA 2K17
  • Paragon
  • PlayStation VR Worlds
  • Ratchet & Clank
  • Rez Infinite
  • RIGS Mechanized Combat League
  • Smite
  • Super Stardust Ultra
  • The Elders Scrolls Online: Tamriel Unlimited
  • The Elders Scrolls Online: Skyrim Special Edition
  • The Last Of Us Remastered
  • The Last Of Us: Left Behind
  • The Playroom VR
  • Tumble
  • Until Dawn: Rush of Blood
  • Viking Squad
  • World Of Tanks
  • XCOM 2
Sony sostiene inoltre che prima della fine dell’anno alla lista verranno aggiunti altri 45 titoli, fra cui Watch Dogs 2, The Last Guardian e Final Fantasy XV, pronti per sfruttare al massimo il nuovo hardware di PlayStation 4 Pro. Nel 2017 seguiranno altri titoli ancora, come Resident Evil 7 Biohazard, For Honor e titoli proprietari come Gran Turismo Sport e Horizon Zero Dawn. Maggiori dettagli a questo indirizzo sul blog ufficiale europeo di Sony PlayStation.

Autore: Le news di Hardware Upgrade

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Energia

Interferenti endocrini: bloccata la nuova bozza Ue

Interferenti endocrini: i dubbi degli Stati Ue bloccano la nuova bozza

(Rinnovabili.it) – I nuovi criteri dell’Unione europea per regolare gli interferenti endocrini non hanno convinto molti paesi membri. La proposta della Commissione per regolare queste sostanze dannose per il sistema endocrino aveva scatenato furiose polemiche appena era stata presentata lo scorso giugno. Ma se allora la levata di scudi era partita da Ong e società civile, adesso a frenare sono anche gli Stati. La bozza proposta dal braccio esecutivo dell’Ue, infatti, non ha raccolto la necessaria maggioranza qualificata ed è di fatto arenata.

Gli interferenti endocrini (EDC) sono sostanze o molecole chimiche dannose per la salute – presenti in pesticidi, additivi alimentari, cosmetici – che agiscono sugli ormoni e sul sistema endocrino, degli uomini come degli animali. Invece di tutelare la salute e l’ambiente, i criteri proposti a giugno vanno nella direzione opposta: lasciano il campo libero alle pressioni delle lobby per mezzo di definizioni ambigue.

Se l’Ue scopre il principio di precauzione

Interferenti endocrini: i dubbi degli Stati Ue bloccano la nuova bozzaTre i punti principali sollevati dagli Stati. Viene contestato il fatto che il divieto si applicherebbe solo per quegli EDC “noti per causare effetti nocivi negli umani”, una dicitura ben più stringente di quella originale tratta dai lavori dell’Organizzazione mondiale della sanità. Per l’Oms è bene bandire quegli interferenti che “possono causare” effetti nocivi. Sette gli Stati che si oppongono su questo punto, tra cui Danimarca, Germania e Francia.

Il secondo punto – 10 i paesi contrari – riguarda un taglio rispetto alla definizione dell’Oms: dalla bozza della Commissione scompaiono gli EDC “presunti”. Ciò significa che in base a questo criterio potranno essere bandite solo quelle sostanze per cui esistono sufficienti evidenze scientifiche che ne dichiarino la nocività. Un criterio che apre praterie a qualsiasi tipo di contenzioso.

Da queste due osservazioni degli Stati membri discende la terza: non si parla più di “esposizione trascurabile”, ma di rischio. La proposta della Commissione modifica in modo evidente l’approccio legislativo, spostandolo dal pericolo eventuale al rischio concreto. Calpestando, così, il principio di precauzione che innerva i trattati dell’Ue. Sono 6 gli Stati che hanno sollevato nello specifico questa obiezione.

A favore della proposta della Commissione sono invece Ungheria, Irlanda, Olanda e Uk. La Commissione adesso dovrà rivedere la sua proposta e presentare una nuova versione il 18 novembre di fronte al meeting dello Standing Committee.

Autore: Rinnovabili

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Economia

Vendite sui BTP italiani e sulle obbligazioni: ecco alcune considerazioni

come-investire-oggi-mercati-otc2Qualche settimana fa, in questo articolo (leggi QUI) avevo avvisato circa i valori estremi raggiunti dalle obbligazioni. I rendimenti minimi (quindi prezzi più alti) sono stati già toccati a inizio agosto e quindi sarebbero potuti solo aumentare, provocando una diminuzione dei prezzi. In realtà, data la valutazione estrema raggiunta dal mercato obbligazionario, la valutazione del trade-off rischio rendimento pende a favore dell’assunzione di un minor rischio, che tradotto significa cash, scadenze brevi e tassi variabili in portafoglio.

Nel mese di ottobre, sul mercato obbligazionario si è assistito ad un importanti vendite.

Osservando la curva dei rendimenti dei titoli Usa, Germania, Italia e Giappone, ne emerge una maggiore ripidità rispetto a un mese fa, con i tassi dei titoli a lunga scadenza che sono aumentati (il Giappone in maniera del tutto trascurabile).

Usa

Germania

Italia

Giappone

Come potete vedere, in Usa, Germania e Italia le rispettive curve mostrano una ripidità più marcata rispetto a un mese fa; mentre il fenomeno, almeno per il momento, è del tutto trascurabile in Giappone, riflettendo la politica monetaria della BoJ che di recente ha rimodellato la propria strategia annunciando che acquisterà titoli a lungo termine al fine di mantenere i tassi decennali attorno allo zero. Insomma, si tratta di una misura estrema finalizzata a controllare la curva dei rendimenti al fine di stimolare la ripresa economica e l’inflazione.  Inflazione che, nonostante l’esplosione del bilancio della banca centrale giapponese, appare ancora assente.

Esistono diversi fattori che incidono (e continueranno ad incidere) sulla dinamica dei tassi. Cerchiamo di analizzarli al fine di capire quali potrebbero essere i possibili sviluppi sul mercato obbligazionario.

Innanzitutto i mercati stanno prezzando la prospettiva di banche centrali sempre meno accomodanti. La politica monetaria sembra aver raggiunto il suo limite, peraltro con risultati poco soddisfacenti sul fronte dell’inflazione (in barba a tutte le teorie secondo le quali più si stampa moneta e più cresce l’inflazione; cosa evidentemente non vera, dato che, almeno nel contesto dell’Eurozona, l’espansione monetaria non arriva all’economia reale).

Dati i deboli risultati (almeno in Eurozona) ottenuti dalla politica monetaria sul fronte dell’inflazione, se non si dovesse assistere ad un miglioramento delle aspettative (che tuttavia, seppur timidamente, stanno risalendo – vedi grafico sotto)  non è così improbabile che gli stati (chi più e chi meno) agiscano sul fronte della leva fiscale (quindi più deficit). Tutto ciò determinerebbe un miglioramento delle aspettative di inflazione.

Nel contesto dell’Eurozona, quanto appena affermato potrebbe essere ancor più verosimile per quei paesi che nel 2017 si troveranno ad affrontare importanti tornate elettorali, proprio al fine di scongiurare l’affermarsi di  movimenti anti euro; mentre negli Usa, sia la Clinton che Trump, in caso di vittoria alle prossime elezioni, hanno annunciato il ricorso a maggiori spese.

Sul fronte Usa, la Federal Reserve sembra essere vicina ad un’ulteriore   restrizione sui tassi (dopo quella dello scorso dicembre): l’inflazione non lontana dal 2%, i dati sulla crescita abbastanza robusti (secondo la stima preliminare, nel terzo trimestre 2016 il Pil è cresciuto del 2.9%) e disoccupazione al 5% sembrano suggerire che la Fed potrebbe agire presto sui tassi, alzandoli.

Nel grafico che segue, potete osservare che la crescita Usa del terzo trimestre è stata trainata dalle esportazioni.

Le probabilità che le Fed agisca nella prossima riunione di dicembre sono superiori al 70%, mentre qualcuno  si spinge addirittura a sostenere che la Fed potrebbe agire già nella riunione di novembre  considerato il buon dato sul PIL (dubito che li alzeranno prima delle elezioni Usa). Inoltre, la forza del dollaro delle ultime settimane, sembrerebbe confermare le attese sul prossimo rialzo dei tassi.

In Eurozona, nell’ultima riunione, la banca centrale Europea non ha fornito indicazioni precise sulla proroga del QE che comunque scadrà a marzo prossimo. Ci si attende che Bce, nella prossima riunione di dicembre, rimuova i dubbi sulle sorti della politica monetaria. Nelle riunione di dicembre, infatti,  saranno disponibili anche le nuove valutazione sulle prospettive di crescita e di inflazione per i prossimi anni. Per il momento, le previsioni più accreditate, depongono a favore di un rimodellamento della politica monetaria della BCE, magari alzando il limite di acquisti per ogni emissione  o gli acquisti che la Bce può fare per ogni singolo stato sulla base del capital key (le possibilità di quest’ultima misura sono assai poche, per ovvie ragioni politiche). Di seguito vi propongo una tabella di Barclays che analizza le varie possibilità della Bce.

 Uno dei motivi che rende necessaria una rivalutazione della politica della Bce, riguarda l’universo dei titoli acquistabili. Considerati i tassi ferocemente negativi, alla Bce è preclusa la possibilità di acquistare titoli con rendimento negativo inferiore -0.40% (quindi, prevalentemente, molti titoli tedeschi).

Tuttavia, il recente aumento dei tassi sta contribuendo ad aumentare l’universo dei titoli acquistabili da parte della Bce.

Il grafico di seguito riportato, infatti, ci dice che, fino a fine settembre, i titoli con rendimento negativo in giro per il mondo ammontavano ad oltre 12 trilioni di dollari. Con il recente rialzo dei tassi, il volume di titoli a tasso negativo è diminuito del 13%.

Nell’universo dei titoli a tasso negativo (10.4 trilioni di dolalri), 9.4 trilioni  sono rappresentati da debito governativo.

Nello specifico, la parte più rilevante è emessa dal Giappone (5.3 trilioni). Seguono il resto d’europa (2.0), la Germania (1.3) e la Francia (1.3);

Tornando alla politica monetaria della Bce, nella conferenza stampa a margine dell’ultima riunione, Draghi a confermato che gli acquisti (di 80 miliardi al mese) andranno avanti fino a marzo e anche oltre, se necessario. Ma qui, è utile riproporre quanto ho scritto in un recente post, in quanto una delle  peggiori sciagure che possa capitare all’Italia e all’Eurozona è quella di avere i paesi del nord Europa che inflazionano, mentre il sud rimane ancora in deflazione.

Sebbene non esistano dati sufficientemente robusti, tali da avallare questo timore, seppur in maniera timida e ancora poco convincente, qualcosa inizia a muoversi  in questa direzione.

I due grafici che seguono, evidenziano come in Eurozona, sul fronte inflazione, qualcosa inizia a muoversi, mentre in l’Italia la dinamica è del tutto inversa.

Se da un lato una maggiore inflazione al nord potrebbe favorire il recupero di competitività  dei paesi del sud, dall’altro tale dinamica potrebbe creare o accentuare le divergenze all’interno della Bce, per il semplice motivo che i paesi del sud (leggasi Italia), probabilmente, continueranno ad avere bisogno di una banca centrale fortemente interventista, mentre i paesi del nord (leggasi Germania) saranno sempre meno tolleranti nei confronti di una politica monetaria ferocemente espansiva, come quella attuale.

Ovvio che siamo solo agli inizi e che non è possibile trarre delle conclusioni. Ma intanto, la lettura di alcuni dati provenienti dalla Germania conferma che potremmo andare verso questa direzione. Quindi, se i dati sull’inflazione dovessero irrobustirsi, non sarei affatto sorpreso se la Bce, dopo marzo, dovesse annunciare qualche forma di tapering (riduzione degli acquisti dei titoli).


Venendo all’Italia, le vendite sui Btp, oltre a riflettere una dinamica pressoché generalizzata, riflettono (a torto o a ragione) altri fattori di rischio: la debolezza della crescita dell’economia italiana, le criticità del settore bancario e anche l’incertezza derivante dal referendum del prossimo 4 dicembre.

Il rendimento del Btp decennale, oggi è arrivato ad un soffio dell’1.8%, mentre sembra ampliarsi il differenziale tra i Credit Defaul Swap dell’Italia e della Spagna, proprio a testimoniare un rinnovato deterioramento del clima fiducia verso il nostro paese.

Sempre con riguardo all’Italia, il sentix Euro Break-up Index attribuisce al nostro paese maggiori possibilità, rispetto alla Grecia, che il nostro paese possa abbandonare l’Eurozona entro un anno (ci credo poco).

Tutto questo determina una maggiore pressione di vendite  sui titoli italiani rispetto a quelli di altri paesi.

Che le attese sull’inflazione  sono in  miglioramento (anche per via della ripresa del prezzo del petrolio), è confermato anche dal grafico che vedete in seguito.

In Cina, gli ultimi dati sull’attività manifatturiera e quelli relativi all’inflazioni, sembrano confermare  le tendenze inflattive sopa evidenziate.

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Vendite sui BTP italiani e sulle obbligazioni: ecco alcune considerazioni, 10.0 out of 10 based on 1 rating

Autore: Finanza.com Blog Network Posts

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HardwareSoftware

ZOTAC ZBOX MAGNUS ERX480: SFF PC with Intel Core i5, AMD Radeon RX480, USB-C

ZOTAC has introduced a new small form-factor system that integrates AMD’s Radeon RX 480 graphics as well as an Intel quad-core Core i5-6400T. The compact PC is designed to drive up to four 4K displays at once and can be used both for gaming as well as for productivity applications that demand multiple monitors. In fact, the manufacturer officially positions the system as an entry-level machine for VR gaming.

The ZOTAC ZBOX MAGNUS ERX480 PC is powered by Intel’s Core i5-6400T processor (4C/4T, 2.2 GHz/2.8 GHz, 6 MB LLC cache, 35 W TDP) as well as a custom LGA1151 motherboard with two slots for DDR4-2133 SO-DIMM memory. AMD’s Radeon RX480 MXM module, one M.2-2280 slot for a SATA SSD, a SATA connector, two Gigabit Ethernet controllers, a 802.11ac Wi-Fi/BT 4.2 module and a USB 3.1 controller make up the other key features.

When it comes to connectivity, the ZBOX MAGNUS ERX480 is an example of reasonable set of I/O ports. The system features two HDMI 2.0, two DisplayPort 1.3, two GbE, two 3.5mm audio, two USB 3.0, two USB 2.0, one USB 3.1 Gen 2 Type-A and one USB 3.1 Gen 2 Type-C connectors. In addition, the PC has a 3-in-1 card reader (SD/SDHC/SDXC UHS II). Users with 5.1- or 7.1-channel speaker systems will have to use an external USB audio solution however. 

From performance point of view, the ZBOX MAGNUS ERX480 meets the minimum requirements that Oculus VR set for games compatible with the Oculus Rift VR headset back in the first half of 2015: it has a quad-core CPU along with AMD’s Radeon RX 480 GPU, supports up to 32 GB of DDR4 memory and can be equipped with 2 drives (1x M.2 and 1x 2.5″). If game developers follow recommendations of Oculus VR, the MAGNUS ERX480 should run VR titles for Oculus VR with decent framerate. 

ZOTAC ZBOX MAGNUS ERX480 Specifications
    ZBOX MAGNUS
ERX480
(barebones)
ZBOX MAGNUS
ERX480 PLUS
(w/ DRAM+M.2)
ZBOX MAGNUS
ERX480 WINDOWS
(w/ DRAM+M.2)
CPU Intel Core i5-6400T (4 cores, 2.2 GHz/2.8 GHz, 6 MB LLC, 35 W)
PCH unknown 100-series
Graphics AMD Radeon RX480 at 1050 MHz:
2304 stream processors
144 texture units
32 ROPs
256-bit memory interface
4 GB of GDDR5 7 GT/s memory
Memory Two SO-DIMM slots, up to 32 GB of DDR4-2133 8 GB of DDR4-2133 (one module)
Storage M.2 SATA
1x SATA 6 Gbps 2.5″
120 GB M.2 SATA SSD
1 TB 2.5″ HDD
Wi-Fi 802.11ac + BT 4.2
Ethernet Two Gigabit Ethernet with RJ45 connector
Display Outputs 2 × HDMI 2.0
2 × DisplayPort 1.2
Audio 3.5 mm audio in and audio out
USB 2 × USB 2.0 Type-A (480 Mbps)
2 × USB 3.0 Type-A (5 Gbps)
1 × USB 3.1 Type-A (10 Gbps)
1 × USB 3.1 Type-C (10 Gbps)
Other I/O 3-in-1 card reader (SD/SDHC/SDXC UHS II)
Dimensions 210 mm × 203 mm × 62.2 mm
8.27 × 7.99 × 2.45 inches
PSU External
OS Windows 10 Home

Speaking of dimensions, it should be noted that like other MAGNUS-series PCs, the ERX480 is not as tiny as Intel’s NUC, but it is not as large as some other models in Zotac’s lineup. The relatively small size of the new compact PC from ZOTAC is a result of the company’s decision to use relatively low-power components (the manufacturer claims that the power draw of the ERX480 is 160 W) and air-cooling. We do not know whether the PC gets noisy under high loads, but this is a possibility as the system uses two blowers.

ZOTAC traditionally plans to offer three versions of the MAGNUS ERX480: a barebones with just the CPU and GPU installed; a Plus version with a 8 GB DDR4 memory module, a 120 GB SATA M.2 SSD as well as 1 TB HDD; and a Windows edition with DRAM, storage and Windows 10 Home operating system pre-installed. The manufacturer does not disclose its MSRPs at this time, but claims that all the PCs will be available by the end of November.

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Gossip

Jennifer Lopez, selfie sexy a corpo da urlo a 47 anni: guarda

Jennifer Lopez a 47 anni sfoggia ancora un corpo mozzafiato e un lato b da urlo. La cantante ha postato sul suo profilo social un selfie in cui indossa un sexy body nero. I fan sono praticamente impazziti e in pochissimo tempo la foto ha raggiunto un milione di “Like”.

Jennifer Lopez bellissima e sexy a 47 anni

Il selfie ritrae Jennifer Lopez in ginocchio sul letto: “Le uniche parole sono wow, che bella donna!”, il commento di un ammiratore.
J.Lo a 47 anni si mantiene in forma smagliante. Il suo corpo è sempre sensuale e tonico. Sembra non risentire minimamente del tempo che passa e si può permettere di sfoggiare le sue forme sul social.
Alcuni follower hanno notato la somiglianza del selfie postato dalla pop-star e attrice con quello celebre di Kim Kardashian del 2013 in cui, cinta da un body bianco, la reginetta dei reality-show metteva in mostra il lato b. Ma prima che il posteriore della signora West spopolasse in tutto il mondo, quello della Lopez è stato per anni il più invidiato. Pare lo abbia addirittura assicurato per una cifra da capogiro che si aggirerebbe intorno al milione di dollari.

Ma come fa a 47 anni Jennifer a mantenersi così giovane e bella? Il suo segreto, ha raccontato lei stessa all’Us Weekly, è l’allenamento quotidiano con la personal trainer delle celebrità Tracy Anderson: “Faccio una vita sana”, ha poi aggiunto. E il suo elisir di eterna giovinezza a quanto pare funziona. Alla soglia del mezzo secolo J.Lo non fa per nulla rimpiangere Jenny From The Block. Allora come ora, la cantante è sempre splendida e può mostrare con orgoglio il suo bellissimo corpo postando selfie su Instagram.

Autore: GossipNews