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Mendo & Yvan Genkins – The Volume (Original Mix) [Suara]

Beatport:https://www.beatport.com/release/casan-ep/184622501 Mendo & Yvan Genkins – Casan (Original Mix)02 Mendo & Yvan Genkins – The Volume (Original Mix) 03 Mendo & Yvan Genkins – What A Jacket (Original Mix)One of our favourite combos are on Suara with three top tunes with a touch of class. Mendo and Yvan Genkins go acid with 'Casan', sawtooth waves and well-chosen vocal sample doing serious damage to the soundsystems. 'The Volume' is about old school sound… Pump it up and enjoy! Last but not least, 'What A Jacket' brings percussive vibes and a powerful breakdown-drop combination. Solid release!Artwork by GaAsMastering by www.pobla.es

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Will My Plugins & Logic Pro X Work With MacOS Sierra?

In this video will look at what to do before updating your Logic Pro X or other DAW studio Mac to MacOS Sierra. I talk through the process I go through before updating my studio to a new operating system to ensure software like Logic Pro X and Native Instruments plugins are compatible.

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Danny Howard – Don’t Wanna Stop

Danny Howard – Don't Wanna Stop is OUT NOW on Spinnin' Deep! Listen / download at your favorite service: https://DannyHoward.lnk.to/DontWannaStop Stay up to date on more Spinnin' artists & music here! ► http://spinninrecords.comDanny Howard drops his newest feel good track. The groovy bassline, cool guitar riffs and catchy vocals will make the crowd to crazy on its groove. It’s a funky record that keeps you going – you Don’t Wanna Stop dancing to this fantastic tune!Follow Danny Howard:https://www.facebook.com/dannyhowarddjhttps://www.instagram.com/dannyhowarddjhttps://twitter.com/DJDannyHowardhttps://soundcloud.com/djdannyhoward

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Energia

Dieselgate un anno dopo: emissioni fuori controllo per milioni di auto in Europa

Tutte le case automobilistiche continuano a falsare i test di laboratorio, con differenze anche enormi rispetto ai dati su consumi e inquinamento delle vetture in condizioni di guida reale. Malissimo Renault e Fiat. E le autorità di regolazione chiudono un occhio. Dal nuovo report di Transport&Environment.

Il 18 settembre 2015 l’agenzia USA per l’ambiente (EPA, Environmental Protection Agency) annunciò che il gruppo Volkswagen stava violando le leggi federali sulle emissioni inquinanti.

Il costruttore tedesco manipolava le centraline delle vetture con software illegali, riuscendo così a falsare i risultati dei test di laboratorio. Era l’inizio del dieselgate: che cosa è cambiato un anno dopo? Ben poco, secondo il nuovo rapporto diffuso da Transport&Environment, Dieselgate: Who? What? How? (allegato in basso).

La copertina del documento riassume benissimo la situazione, raffigurando il marchio VW sulla punta di un iceberg e tutti gli altri marchi automobilistici sotto il livello del mare, a diverse profondità. Lo scandalo dei motori truccati ha velocemente assunto proporzioni globali.

Negli Stati Uniti, Volkswagen ha dovuto accettare di pagare fino a 10 miliardi di dollari per compensare i clienti truffati (riacquisto/sostituzione/modifica delle 500.000 vetture interessate), più quasi 5 miliardi per mitigare l’inquinamento causato dai tubi di scappamento incriminati e investire in nuove tecnologie a zero emissioni.

Nulla di tutto ciò è accaduto in Europa, per quanto le vetture manipolate fossero molte di più, cioè nell’ordine di 8,5 milioni.

La differenza spesso molto netta tra dati reali e prove di laboratorio non è certo una novità, anche se il rapporto di Transport&Environment va oltre, spiegando nel dettaglio perché la maggior parte dei costruttori alteri sistematicamente le vetture al momento di eseguire i test.

Questo avviene mentre le autorità nazionali di regolazione chiudono un occhio, essendo attentissime a proteggere le industrie automobilistiche “amiche” (vedi QualEnergia.it su proposte Commissione UE per riformare il settore).

Il problema, si legge nel documento, è che i costruttori fanno entrare in funzione i sistemi per il trattamento degli scarichi solo prima dei test, per poi spegnerli quando le vetture sono in strada, perché in questo modo migliora il rendimento complessivo dell’auto e, soprattutto, tali sistemi di trattamento/pulizia dei fumi si usurano con molta meno rapidità.

Ecco allora che i rilevamenti di consumi ed emissioni in condizioni di guida reale, chiarisce il rapporto, possono essere almeno dieci volte superiori rispetto a quelli di laboratorio. L’organizzazione no-profit ha esaminato le informazioni di 230 modelli, provenienti dalle investigazioni di tre governi (Francia, Germania, Gran Bretagna) e da una banca dati indipendente, EQUA Index.

In termini assoluti, secondo le stime di Transport&Environment, ci sono in circolazione circa 29 milioni di auto diesel “sporche”, cioè che emettono il triplo o più degli ossidi di azoto consentiti dagli standard Euro 5 ed Euro 6. Il 69% di queste vetture è stato venduto in soli quattro paesi: Francia e Germania con rispettivamente 5,5 e 5,3 milioni, poi Gran Bretagna (4,3) e Italia con 3,1 milioni (vedi grafico sotto).

Quali sono allora le case automobilistiche con i modelli più inquinanti? Per quanto riguarda lo standard Euro 5, la classifica stilata da Transport&Environment vede al primo posto Renault, seguita da Land Rover, Hyundai, Opel/Vauxhall e Nissan. Per quanto riguarda, invece, i veicoli Euro 6, la graduatoria vede sul gradino più sporco del podio Fiat, davanti a Renault, Opel/Vauxhall, Hyundai e Mercedes.

Inaspettatamente (grafico sotto) le vetture Euro 6 più pulite, anche se comunque emettono circa il doppio degli ossidi di azoto che sarebbero consentiti dallo standard comunitario, sono quelle del gruppo Volkswagen. Poi troviamo Seat-Skoda, Audi, BMW e Mazda.

Il rapporto di Transport&Environment “Dieselgate: Who? What? How?”

Autore: QualEnergia.it – Il portale dell’energia sostenibile che analizza mercati e scenari

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TvTech

Canon EOS 5D Mark IV: eccola dal vivo a Colonia

Annunciata a fine agosto, con Photokina 2016 la nuova Canon EOS 5D Mark IV arriva sul mercato europeo. La nuova reflex full frame 35mm vede crescere la risoluzione del sensore fino a 30,4 megapixel e adotta un modulo autofocus con maggiore copertura del campo inquadrato. Eccola dal vivo a Colonia, dove abbiamo avuto qualche dettaglio in più sulla tecnologia Dual Pixel RAW, che permette piccole correzioni sulla messa a fuoco in post produzione

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Autore: TVtech – Video e Web Tv sulla tecnologia, sull’informatica e sul mondo ICT – Ultimi Video