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Crittografia end-to-end: stop in vista in Europa?

In Europa si apre un nuovo capitolo della “guerra alla crittografia”. I ministri degli interni tedesco e francese hanno auspicato ieri il varo di una normativa che possa obbligare i fornitori di qualunque servizio a decodificare i dati crittografati.
Sarà competenza dei giudici emettere un ordine per la decodifica di informazioni necessarie per le investigazioni delle autorità e delle forze di polizia.

Inutile dire che se un provvedimento del genere dovesse essere approvato, significherà la fine della crittografia end-to-end. O meglio, la crittografia end-to-end continuerà ad essere implementata ma non potrà essere di fatto utilizzata in Europa.

Crittografia end-to-end: stop in vista in Europa?

Nell’articolo Crittografia end to end su WhatsApp, come funziona abbiamo come spunto WhatsApp per descrivere il funzionamento delle soluzioni crittografiche end-to-end, applicabili evidentemente non soltanto alle app di messaggistica ma anche a qualunque altra applicazione.

Il ministro tedesco Thomas de Maizière e l’omologo francese Bernard Cazeneuve hanno fatto presente che illustreranno la loro tesi nel corso di un incontro presso la Commissione Europea che si svolgerà a settembre.

Se l’Europa decidesse di usare la scure legislativa per imporre obblighi stringenti ai fornitori dei servizi di comunicazione online, è tuttavia assai probabile che questi ultimi decidano di abbandonare i mercati del vecchio continente bloccando l’accesso agli utenti.

L’argomento è uno dei più delicati che esistano, soprattutto dopo i ripetuti atti di terrorismo che si sono verificati proprio in Francia e Germania. C’è però da chiedersi se la libertà di espressione e la privacy degli utenti tutti meritino di essere sacrificate sull’altare di una potenziale maggior sicurezza nazionale. Sarebbe un errore madornale ritenere che se si obbligassero WhatsApp e Telegram a disattivare la crittografia end-to-end verrebbero automaticamente scongiurati tutti i possibili pericoli. Esistono infatti decine di strumenti software per attivare una comunicazione end-to-end senza passare per canali mainstream come WhatsApp e Telegram. E bloccare questi strumenti è di fatto impossibile. Il rischio è quindi quello di approvare una regolamentazione troppo dura che opprimerebbe soltanto il mercato, senza reali benefici in termini di sicurezza.

Nell’articolo L’importanza della crittografia secondo Mozilla la fondazione che, tra l’altro, segue lo sviluppo del browser Firefox ha a suo tempo evidenziato i vantaggi derivanti dalla cifratura dei dati.

Autore: IlSoftware.it

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In ripresa le vendite di tablet nel Q3, ma sempre in calo rispetto al 2015

Digitimes Research segnala una ripresa delle vendite prevista nel corso del terzo trimestre 2016 per le soluzioni tablet, per quanto si tratti di un fenomeno di breve periodo. A fronte di un +16,3% di aumento delle vendite nel numero di tablet atteso per il trimestre in corso rispetto a quello dal poco terminato, le stime di vendita di 47 milioni di pezzi sono in calo del 10% rispetto a quanto registrato nel corrispondente periodo del 2015.

Non sorprende trovare previsioni di calo nelle vendite nel settore dei tablet: questi prodotti hanno conosciuto un notevole successo commerciale nel corso degli ultimi anni ma hanno toccato da tempo la fase di piena maturità commerciale. Di fatto la domanda è in calo da tempo, con i consumatori che sono soddisfatti dei prodotti acquistati in prenedenza e non sentono impellente la necessità di dover cambiare il proprio tablet così come avviene ad esempio con gli smartphone.

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Le previsioni indicano una lieve contrazione nelle vendite di tablet iPad di Apple, forte della domanda di soluzioni iPad Pro con schermo da 9,7 pollici di diagonale. In aumento le consegne di tablet white-box, quelli di fascia più economica basati su sistema operativo Google Android, che dovrebbero totalizzare un volume complessivo di 18,5 milioni di pezzi nel trimestre in oggetto. I produttori no brand beneficieranno di una domanda incrementata nell’ottica di preparare le scorte per la stagione di vendite natalizia, mentre i marchi più noti guardano ancora con notevole cautela a questo settore alla luce della contrazione nelle vendite dei trimestri precedenti.

In generale quello dei tablet rimane un settore critico nelle dinamiche, per il quale risulta difficile al momento suscitare domanda commerciale da parte degli utenti vista l’assenza di novità tecnologiche di rilievo e la generale standardizzazione dei modelli in vendita. In ogni caso si tratta di un segmento in grado di generare vendite ben oltre i 150 milioni di pezzi anche nel 2016: in crisi sicuramente, ma ancora capace di volumi elevati.

Autore: Le news di Hardware Upgrade

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Economia

Balle spaziali : la riduzione delle tasse in Italia…

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L’Italia è il paese delle mille tasse, il paese della burocrazia bigotta, che distrugge valore, un peso enorme per i piccoli imprenditori e i professionisti. Un apparato inutile creato appositamente per tenere in piedi un armamentario pubblico di controllo, che è perfettamente inutile. Una miriade di posti di lavoro pubblico a valore zero, creati non per le necessità della nazione, ma per scopi elettorali. Questa è la burocrazia in Italia, una invenzione della politica per la politica, ed è per questo che nessun politico vi metterà mai le mani.

Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, parla spesso del fatto che il suo governo ha operato il “taglio delle tasse più grande della storia”, eppure né i contribuenti né i commercialisti se ne sono accorti, anzi denunciano il contrario…Come stanno davvero le cose? Qualcosina è stata tagliata, qualcosina è stata aumentata, alla fine della fiera, non è cambiato nulla, perché quello che è stato tagliato è stato messo sotto gli occhi di tutti, mentre quello che è stato aumentato è stato nascosto al pubblico, e viene fuori solo quando gli addetti ai lavori trovano tante novità nella deducibilità di alcuni costi, e oneri in dichiarazione, di cui non erano magari nemmeno a conoscenza.

Accanto a questo c’è stata una certa opera di semplificazione, davvero poca cosa, ma comunque utile, ma ovviamente è stata pubblicamente ingigantita al rango di “Riforma“, come paragonare un topolino ad un elefante, per intenderci.

Un modo banale, per calcolar la pressione fiscale “media” è quella di rapportare le entrate fiscali al PIL. Secondo l’ISTAT nel 2013, la pressione fiscale in Italia era al 43,6 per cento. È rimasta stabile nel 2014, mentre nel 2015 è calata dello 0,1 per cento arrivando così al 43,5 per cento, e questa sarebbe la più grande riduzione delle tasse della storia. In verità questo metodo è assolutamente fuorviante, per via della variabilità del Pil, in primis, e in secondo  luogo, per la grande diversità che esiste tra i contribuenti appartenenti alle diverse categorie, in termini di contribuzione.

Qualche parola meritano gli 80 €, che non andrebbero conteggiati come riduzione di tasse, perché sono un “bonus” che tocca solo una parte della popolazione italiana, ad ogni modo il vicepresidente della Banca d’Italia, Luigi Federico Signorini, ha calcolato la riduzione della pressione fiscale considerando anche gli 80 €. Risultato : nel 2014 la pressione fiscale era pari al 43,2%, nel 2015  passata al 42,9% : in due anni la pressione fiscale è calata in tutto dello 0,7 per cento, ma solo per 1/4 dei contribuenti, percettori del bonus.

Ma adesso vediamo i numeri, anzi andiamo a guardarci il l 2016-2018, lo trovate sul sito della Ragioneria dello Stato (qui) :

sintesi

Eccolo qui nella sua forma abbreviata, ma già molto chiara. Il governo dice che continuerà nella “riduzione delle tasse”, che rischia di diventare la “più grande della storia del sistema solare” a questo punto…..ma che strano però…le entrate tributarie aumentano nei prossimi 3 anni. E le spese? Dov’è la famosa Spending Review di Cottarelli mandato a casa da Renzi fin da subito?

Le spese sono praticamente uguali…nessun taglio ( secondo cerchio in rosso). Se scorrete un pò più in  basso la voce “ricorso al mercato”, ci dice che il debito pubblico aumenterà. Ora ovviamente qualcuno potrebbe osservare che, la crescità delle entrate tributarie, dipenda dal fatto che il reddito aumenterà, e quindi tutti pagheranno di più, anche se di meno…ecco perché. E sicuramente così.

Ma facciamo un passo avanti, ho elaborato il file delle Entrate Fiscali in Excel, in maniera molto semplice ma il risultato è interessante:

entrate fiscali

Questa è praticamente la mappa del contributo delle varie imposte, al totale delle entrate fiscali, che rappresentano quasi il 90% delle entrate dello stato.

Nella tabella trovate sia il peso del “Tipo” di Imposta sul totale ( esempio le imposte dirette rappresentano il 54% del totale ), sia il peso del singolo tributo sul totale ( l’Irpef è la maggiore voce di entrata dello stato con il 38%, e seconda l’Iva con il 28% ). Nell’ultima colonna, ho calcolato la variazione percentuale del triennio di previsione : guardate un pò che cosa succede all’Iva!! Aumenta del 20% in tre anni, ma come mai? Correremo tutti a fare acuisti? Oppure sono previsti quei famosi aumenti, che sarebbero stati scongiurati pubblicamente? (vedi qui).

Dal bilancio di previsione è previsto un aumento di tutto ma soprattutto delle indirette, mentre l’unica diminuzione riguarda l’Ires, che dovrebbe essere tagliata, ma l’Ires come vedete rappresenta poco meno del 10% delle entrate totali, quindi che peso potrebbe avere sui consumi?

Chiudo con un po’ di storia…tra il 2001 e il 2005 il secondo governo Berlusconi riuscì a tagliare le imposte, portando la pressione fiscale al 39,1 per cento, il punto più basso degli ultimi decenni…mentre le “Spese Correnti”, quelle proprio non riesce a tagliarle nessuno?

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 …vicino a tutti quelli che a causa del terremoto del 24 agosto hanno perso qualcuno, che hanno perso la casa, che hanno perso tutto ciò che avevano…coraggio, non mollate….

fiaccolata

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