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Tutti in attesa delle parole di Janet Yellen. Jackson Hole è un appuntamento ormai tradizionale anche se rischia di essere l’ennesimo meeting “molto di facciata e poco concreto2. Infatti mi sorprende sempre la fase di attesa per quelle parole che NON possono essere rivoluzionarie, altrimenti salta tutto il giochino.
I discorsi della FED sono sempre mirati a mantenere quell’equilibrio di cui vi parlo molto spesso e quindi come potrebbe accadere che Janet Yellen se ne esce con un discorso del tipo “ tenetevi pronti, a settembre si alzano i tassi”?
Non è possibile.
Forse qualche cosa di diverso potrebbe saltare fuori.
![bets-aumento-tassi-usa-settembre-2016](https://intermarketandmore.finanza.com/files/2016/08/ScreenHunter_01-Aug.-26-09.35.gif)
Innanzitutto, BOJ ed inflazione in Giappone stamattina insegnano, è evidente un fattore che per certi versi è correlato con quanto prima affermato.
Parliamo di politica monetaria. La Yellen potrebbe dare il via virtualmente ad una nuova manovra restrittiva. Ma anche chi, invece, si sta muovendo in territorio opposto (vedi appunto BOJ e BCE ed ultimamente BOE), non sta vivendo un florido periodo di crescita. Anzi, il problema è (per noi) arcinoto: è chiaro che il QE ha ormai perso le sue funzioni taumaturgiche (che sono state sempre comunque limitate rispetto all’impegno profuso) e quindi…ha ancora senso questa bomba di liquidità, se non per gonfiare la finanza?
Inoltre, la politica ZIRP (tasso zero) che poi si è trasformata in NIRP (tassi negativi) è positiva e costruttiva per l’economia, oppure rischia di diventare un’arma a doppio taglio? Anche perché, come sottolineato QUI, i tassi negativi implicano alle banche commerciali di dover pagare per detenere la propria liquidità come deposito presso le case della banca centrale e tagliano drasticamente la redditività degli stessi istituti di credito.
![giappone-deflazione-recessione](https://intermarketandmore.finanza.com/files/2016/08/ScreenHunter_02-Aug.-26-09.37.gif)
Inoltre: come gestire una crescita economica che ormai sta rallentando a livello globale, con un rischio (soprattutto in Europa e Giappone) di una nuova fase di deflazione?
E ancora: qual è la situazione economico-finanziaria dei paesi emergenti, area geografica di grandi potenzialità ma anche molto fragile, soprattutto in un contesto di tassi crescenti negli USA?
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Infine: in un contesto di banche centrali estremamente proattive, quali sono i pro (nessuno) ed i contro (tanti) degli interventi degli istituti centrali in ambito valutario (chiamiamola pure “guerra valutaria“) per far crescere le esportazioni, soprattutto quando poi ci si ritrova con una serie di interventi quasi contemporanei (che quindi si neutralizzano a vicenda) apportando solo dei costi?
Ecco, il consiglio che vi posso dare è provare ad affinare l’udito non sulle solite considerazioni sui tassi di interesse USA. Tanto lì sappiamo quello che verrà detto (nei post precedenti ne abbiamo parlato ampiamente). Meglio invece cercare di capire cosa diranno i grandi sugli argomenti sopra citati. E chissà mai che qualche cosa di interessante venga fuori.
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Danilo DT
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JACKSON HOLE: occhio NON solo alle parole della Yellen sui tassi USA, 10.0 out of 10 based on 5 ratings
Autore: Finanza.com Blog Network Posts